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lunedì 15 ottobre 2018

Recensione: 'Il Cavaliere Nero' di Pietro Tulipano

Oggi una nuova recensione, stavolta per 'Il Cavaliere Nero' di Pietro Tulipano edito dalla Dark Zone!

Titolo: Il Cavaliere Nero

Autore:  Pietro Tulipano

Formato:  Cartaceo (brossura), kindle

Edito da: Dark Zone

Genere:  Fantasy

Pagine: 155

Prezzo:  14,90€ cartaceo, 2,99€ su kindle






Trama
 Areth è il più grande eroe del regno e sembra riassumere in sé tutte le virtù umane.
Pochi conoscono il suo segreto: Areth non ricorda nulla del suo passato né delle sue origini. L’eroe vive ogni giorno sopportando il dolore di non conoscere la propria storia fino a quando non accade qualcosa che sconvolge la sua esistenza. Durante una missione, vede il ritratto del Cavaliere Nero: il guerriero più spietato e terribile che sia mai esistito.
Ricordandosi improvvisamente che proprio il Cavaliere Nero fu il suo più grande nemico e il responsabile della sua amnesia e di tutte le sue sofferenze, Areth inizia una lenta discesa verso una pazzia fatta di ossessione.
Inizia così un viaggio dalle conseguenze impensabili. La vendetta a cui ambisce l’eroe caduto si mescola al confronto tra il bene e il male, tra l’uomo e tutto ciò che lo opprime, tra l’ignoto e l’inestinguibile sete di conoscenza e di verità


 Sotto consiglio (anche se già di mio partivo con l'intenzione di acquistare questo libro), ho deciso di leggere questo romanzo. Avevo voglia infatti di cimentarmi nella lettura di un buon fantasy e direi che non sono rimasta delusa. Per prima cosa, sì, è classificato come fantasy ma credo sia necessaria una distinzione considerando che è anche un romanzo di introspezione.
Il protagonista è Areth, Cavaliere appartenente alle Cappe Blu, che si è sempre distinto per la sua forza in qualsiasi battaglia. C'è qualcosa però che comincia ben presto a logorare l'anima di Areth: nei suoi sogni appare sempre una figura misteriosa, il Cavaliere Nero, e non riesce a capire cosa possa significare. Il Cavaliere Nero non è soltanto frutto dei suoi sogni: esiste davvero, la gente lo conosce e ne ha così paura che non si azzarda nemmeno a nominarlo, come se il solo pronunciare il suo nome possa farlo apparire e condannarsi a morte certa. Il Cavaliere infatti uccide per divertimento: a volte partecipa alle battaglie solo per il gusto di massacrare non prestando attenzione alla fazione con cui si ritrova a combattere. Areth pensa di avere tutto: ha una donna bellissima che lo ama, dei compagni che lo seguono fedelmente e l'onore che è riuscito a conquistarsi dopo anni di fedeltà al popolo. E allora perché la figura del Cavaliere continua a ossessionarlo?
Non riuscendo più a sopportare le continue visioni che ha del Cavaliere decide di intraprendere un viaggio alla sua ricerca. Se davvero lo ha già visto, come i suoi sogni vogliono fargli credere, perché non è morto dato che nessuno gli sopravvive?
Così Areth decide volutamente di abbandonare tutto ciò che ha pur di riuscire a incontrare il tanto temibile Cavaliere Nero.

Il tema del viaggio

Prima di parlare dello stile, voglio focalizzarmi sula figura di Areth e ciò che il viaggio significa per lui. Il motivo per cui voglio differenziarlo da un fantasy classico è che in questo caso il tema del 'viaggio' è del tutto diverso. Tutti noi abbiamo letto fantasy in cui il protagonista e i suoi amici si mettono alla ricerca di qualcosa. Potremmo dire che anche in questo caso è così, anche Areth è in viaggio alla ricerca del suo avversario ma non è quello che pensa realmente di trovare.
Il viaggio stavolta ha carattere psicologico: per tutto il tempo che Areth è in cammino non vediamo uno stravolgimento del personaggio, non lo vediamo mutare. Continua ad essere sempre convinto di ciò che sta facendo e anche quando gli viene domandato se davvero fa bene a lasciarsi dietro una vita bellissima con una compagna, la sua risposta è affermativa. Non cede mai, non ci ripensa anche quando gli viene posta una domanda che avrebbe potuto far tentennare chiunque altro. Con questo però non significa che a Areth non importi di quello che ha lasciato. Anzi, è tormentato, ma nel suo tormento c'è comunque la convinzione in quello che ha deciso di fare. Non tornerà mai indietro.
E la sua trasformazione è già avvenuta.

Personaggi

Come già detto Areth è un personaggio forte e con delle sicurezze che è riuscito a ottenere da solo nel tempo. Ma comincerà a vacillare e metterà tutto in discussione non appena il Cavaliere Nero inizierà a tormentarlo nel sogno. Nemmeno Kandra, la sua bellissima compagna nonché guerriera riuscirà a farlo desistere dal volersi mettere in viaggio.
Trovo che lei sia stata anche un personaggio formidabile: nonostante infatti pianga appena viene a sapere che Areth ha deciso di andarsene non chiedendole di seguirlo, non si dà per vinta. Non rimarrà ad aspettarlo e decide di partire per riportarlo indietro a ogni costo.
Sono riuscita ad immedesimarmi molto bene in Kandra: la sua angoscia, la sua rabbia sono molto palpabili e anche io come lei probabilmente avrei reagito allo stesso modo leggendo quella lettera.
In tale maniera sono riuscita a sentire questo personaggio vicino e ho prestato molta attenzione al suo viaggio e alle sue decisioni. Ho provato simpatia anche per gli altri guerrieri e in particolar modo mi ero affezionata ai fratelli!

Stile

Prima di tutto c'è da dire che il romanzo si presenta molto corto, lo si può tranquillamente leggere in poco tempo, anche un giorno. Non è affatto un lato negativo: ho capito infatti perché questa scelta (se lo è stata) perché il lettore non deve focalizzarsi più di tanto sulle vicende ma sul personaggio di Areth e sulla sua ricerca. Lo stile è limpido, scorrevole, senza alcun errore.
E infatti è anche grazie allo stile che si riesce a leggerlo in così poco tempo: per tutta la durata della lettura non ho mai storto il naso per qualcosa, ma ho proseguito tranquilla fino al finale senza notare nessuna 'interruzione brusca'. Ci sono molti dialoghi che rendono ovviamente la lettura più fluida e interessante ma ho trovato bellissime anche le parti riflessive che secondo me sono la parte centrale e fondamentale di questo romanzo. Il finale è il momento in cui Areth conclude il suo viaggio e a questo punto dato che ho qualcosa da dire al riguardo vi devo informare che da qui in avanti farò spoiler. Solitamente non lo faccio, ma credo sia necessario per una recensione più completa.
Se ancora non avete letto il libro vi consiglio quindi di fermarvi qui!

* SPOILER *

Il finale: è il momento in cui veniamo a scoprire perché Areth ha questa ossessione, non sono delle semplici visioni, sono dei veri e propri ricordi che riemergono. Il mago che gli ha fatto perdere la memoria, per sua volontà, gli mostra quindi il suo passato. Era lui il Cavaliere Nero, quell'essere che voleva cercare per uccidere. Ammetto che lo avevo capito, immaginavo fosse lui stesso il Cavaliere e da una parte ci speravo perché così l'idea che mi ero fatta del personaggio avrebbe avuto un senso ancora maggiore. Trovo infatti affascinante che per due volte Areth sia stato tormentato da se stesso. La prima volta subisce una tripla trasformazione di sé: grazie all'amore placa la sua voglia di sangue e decide di diventare un amabile contadino insieme a sua moglie. Si placa, la sua nuova vita gli piace.
La seconda trasformazione è quando torna ad essere di nuovo quello di un tempo, con la differenza che ora è addirittura più imbestialito dopo aver perso la donna amata. Se prima uccideva per divertimento adesso lo fa per vendetta. La sua rabbia è ancora più cieca e lo vediamo arrivare in un punto di non ritorno. Ed è talmente disperato e accecato dal rimorso che qui vediamo la terza trasformazione: il voler dimenticare tutto. Nonostante ciò il suo tormento, il suo passato non gli dà tregua.
Come se la sua coscienza non si fosse mai assopita e non accetta il fatto che ora lui possa condurre una vita tranquilla, ottenendo tutto ciò che desidera. Perché non sarebbe più lui ma una semplice finzione di se stesso. Capisce che c'è qualcosa che non va anche quando non può saperlo.
Il viaggio che lui va ad intraprendere ha la funzione di farlo tornare ad essere ciò che era.
A questo punto però mi domando: che funzione ha avuto il riconoscersi?
Questo non viene detto nel romanzo e se inizialmente pensavo che un seguito sarebbe stato adatto, ho cominciato poi a pensare che invece si toglierebbe la 'meditazione', se così vogliamo chiamarla, che va a fare il lettore una volta ultimato il romanzo.
Non ci viene detto cosa farà ora Areth con di nuovo i ricordi in suo possesso.
Per me ci sarà di nuovo una trasformazione, non una regressione. La regressione l'ha già avuta, è già impazzito. Credo che stavolta apprendendo di nuovo tutto ciò che è stato e unendolo a ciò che lui ha vissuto fino a quel momento, la pazzia sarà diversa.
Perché sempre di pazzia potrebbe trattarsi, ma forse Areth ha la possibilità adesso di affrontarla in maniera differente. Se una volta l'ha affrontata diventando un pazzo assassino peggio di quel che era, adesso potrebbe avere i giusti mezzi per redimersi, accettare quello che è stato, accettare il suo comportamento avventato e decidere cosa fare della sua vita. D'altronde c'era già stato il rimorso prima di recarsi dal mago per fargli dimenticare tutto. Potrebbe ritirarsi, non facendosi trovare più, ma trovando comunque una pace interiore con l'accettazione di se stesso.
D'altronde Kandra non è mai riuscita a trovarlo.

Detto questo ho apprezzato questo romanzo. Perché alla fine della lettura non è che mi ha lasciata senza finale, ma mi ha lasciata con tanti interrogativi da pormi a cui ho cercato di dare una risposta.
Questo intendo quando dico che è differente da un fantasy classico: non credo che vi capiti di rimanere con così tante domande interessanti da porvi a lettura ultimata.
In questo caso sì, per questo ne consiglio la lettura!

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