A breve, come ogni anno, tornerà il tanto atteso Lucca Comics & Games! Cerco sempre di non mancare mai all'appuntamento anche perché c'è spesso la possibilità di incontrare artisti davvero importanti ma quest'anno posso direttamente piangere dalla gioia.
La Fanucci infatti ospiterà Robin Hobb, scrittrice fantasy statunitense nonché la mia preferita in assoluto.
Ho letto tantissimi libri, ho letto tantissimi fantasy (il mio genere preferito) e nessuno di questi è mai riuscito a eguagliare la bravura della Hobb. Nessuna storia mi ha mai emozionato come le sue e nonostante questa saga si sia ormai conclusa rimarrà per sempre nel mio cuore.
Considerando però che non tutti la conoscono (e per me equivale a una stilettata al cuore) oggi voglio farvela conoscere!
Robin Hobb ha scritto tantissime saghe. Ma voglio porre l'attenzione su tre trilogie che sono, appunto, le mie preferite.
- La trilogia dei Lungavista
- La trilogia dell'uomo ambrato
- La trilogia di Fitz e del Matto
Vi consiglio comunque di leggere anche le altre saghe per capire meglio alcuni dettagli. Per esempio, per quanto riguarda l'ultima trilogia credo che sia fondamentale aver letto almeno tutta la saga de I mercanti di Borgomago.
Cos'è che mi piace di lei? Parlando soltanto dello stile direi che è perfetta. Più volte sono rimasta a leggere una frase per minuti interi soltanto pensando "ma come è riuscita a dare perfettamente il senso giusto a ciò che voleva dire?" oppure "soltanto lei avrebbe potuto scriverlo così!"
Parlare di perfezione è sempre un azzardo. Nessuno è perfetto eppure è l'unico termine che mi viene in mente se penso allo stile di Robin Hobb. Ci si immedesima così bene nella storia che non è possibile non piangere, non gioire, non preoccuparci insieme ai personaggi.
Non è un fantasy classico, attenzione. Credo che sia infatti un elemento di margine.
La Hobb cura tantissimo il background, la storia, la psicologia dei personaggi e l'elemento fantasy viene dopo. Non che questo non sia curato, anzi, ma ammetto che ho apprezzato tantissimo l'attenzione e la passione che ha messo per delineare tutto il resto. Lo potremmo definire un fantasy contemporaneo.
FitzChevalier è il protagonista di queste trilogie: nato bastardo, non può aspirare quindi alla corona.
All'età di sei anni viene portato via da sua madre e portato a corte dove suo nonno, il Re, ha intenzione di prendersi cura di lui, facendolo addestrare da suo zio, anche lui bastardo, per diventare l'assassino di corte. La prima trilogia è spettacolare: vediamo un bambino diventare ragazzo che suo malgrado si ritrova coinvolto in intrighi di corte, tra gente che vuole ucciderlo anche se non ha alcuna pretesa al trono. Ed è questo che arrivo ad apprezzare di Fitz: si è fatto da solo. Riesce perché è lui che è in grado di cavarsela grazia alla sua intelligenza e alla sua forza. Non ci sarà mai e poi mai nessun deus ex machina pronto ad aiutarlo, anzi, cadrà così tante volte, rimarrà così spesso senza alcun aiuto che mi si è straziato spesso il cuore durante la lettura. Vediamo Fitz rialzarsi ogni volta che qualcosa di veramente orribile si abbatte su di lui, senza nessuna lamentela, ma con il giusto coraggio anche quando pensa che sia giusto rassegnarsi.
Viaggerà spesso con il suo inseparabile amico, il Matto, personaggio che rimarrà misterioso e affascinante per tutti i nove libri. Formano una coppia fantastica in grado di superare anche la situazione più difficile: la loro amicizia è così profonda e legata letteralmente nell'anima (se leggerete, capirete meglio cosa intendo dire) che faranno di tutto per salvarsi la vita a vicenda.
Fitz ha anche una particolarità: è in grado di
parlare con gli animali e questa cosa suscita il disgusto della
popolazione che uccide chiunque abbia questo potere. Per questo Fitz è
costretto a nascondere quel profondo affetto un po' particolare che
nutre nei confronti del suo lupo,Occhi-di-notte.
Il trio perfetto che si viene a creare tra Fitz, Occhi-di-notte e il Matto è quanto di più preciso, coordinato e legato da veri sentimenti che io abbia mai letto.
Dagli intrighi di corte passiamo al viaggio alla ricerca dei draghi fino al ritorno di Fitz come un assassino diverso, alimentato dalla voglia di una vendetta stavolta personale.
Ci sono state tante volte in cui mi sono ritrovata in disaccordo, ho pensato che Fitz meritasse di più, che tutti gli sforzi che ha fatto per altri necessitavano di una ricompensa più adeguata. Alla fine penso però che non poteva finire diversamente. Fitz ha ottenuto il riconoscimento, nella sua maniera.
Così come anche il Matto.
Spero vivamente che presto ci sarà un seguito incentrato su sua figlia, personaggio interessante che è stato sfruttato per bene soltanto nell'ultimo libro.
Sicuramente se avrò davvero la fortuna di incontrare personalmente Robin Hobb non esisterò a chiederglielo!
Io spero di avervi quanto meno fatto incuriosire: dirvi troppo sarebbe rovinarvi una lettura piacevole che va scoperta, assaporata e gustata fino alla fine.
Quindi, se ancora non la conoscete, provate a incontarla durante il Lucca Comics & Games!
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