Cominciamo la settimana con una recensione, oggi è per 'Le streghe di Atripalda' di Teodoro Lorenzo!
Titolo: Le streghe di Atripalda
Autore: Teodoro Lorenzo
Edito da: Bradipolibri
Formato: Cartaceo (brossura), Kindle
Genere: Racconti sportivi
Pagine: 220
Prezzo: 15.00€ cartaceo, gratis su Kindle Unlimited
Trama
In questo libro non troverete tabelle, classifiche, primati. Quella è
cronaca. Vi accompagneranno passioni e sentimenti, l'abbraccio di un
padre, la carezza di una madre, l'entusiasmo di un principio e il dolore
della fine. Perché anche lo sport può diventare poesia. Questi gli
sport raccontati: hockey su ghiaccio, lotta greco-romana, tiro a segno,
carabina, ciclismo, lancio del disco, tiro con l'arco, canoa, golf,
pallavolo, vela, judo, atletica (400 metri), pugilato, automobilismo.
Il libro presenta quattordici racconti, ognuno dei quali è legato a uno sport differente. Ciò che accumuna tutti sono due particolari: la passione verso la propria attività con cui il protagonista in gioventù o in quell'esatto momento mette tutto se stesso e la consapevolezza che è giunto il tempo di abbandonare. Alcuni di questi racconti sono stati anche commoventi sotto certi aspetti: decidere che il proprio momento è finito, un qualsiasi imprevisto o presa di coscienza è qualcosa con cui l'atleta deve farne i conti. E non è semplice, specie quando si ha dedicato l'intera vita a uno sport. Tuttavia, nonostante alcuni racconti abbiano un epilogo non proprio felice, l'amore che ognuno prova per una determinata attività sportiva trasuda in ogni pagina. Ti viene, anzi, voglia di scoprire qualcosa in più su quello sport che magari si segue meno, ti vengono in mente ricordi di sport abbandonati e in tanti personaggi ci si riconosce un po' se stessi. Questo perché mi sono sembrate storie vere, storie che chiunque di noi potrebbe vivere -mi auguro comunque con serenità- e l'amore e la disperazione sono miscelate in connubio perfetto che dà vita a ogni singolo sport e lo rende prezioso.
Lo sport ha segnato profondamente ogni protagonista tanto da cambiare la propria prospettiva di vita: è proprio con quello che ottengono dallo sport che prendono decisioni che davvero attuano nella vita di tutti i giorni. Si tratta, certo, di speranze ma anche di tante rinunce.
Andiamo a conoscere nel dettaglio i protagonisti di questi racconti.
Personaggi
Il primo personaggio che incontriamo è Demetrio. Ama il suo kart e le sue corse e si sente invincibile perché gli manca qualcosa che invece tutti gli altri hanno: la paura. Prima di una gara rimane a guardare i suoi avversari che fanno tanto i duri ma dentro di loro sono scossi da quel sentimento che lui da molto tempo ha abbandonato. Ed è proprio quella la sua carta vincente. Ogni gara è vinta, basta accelerare nel momento giusto, ovvero in curva, e si superano anche i kart più veloci del suo. Ma quello che Demetrio vuole sottolineare è che non è che non ha paura perché è strafottente e ignaro del pericolo. Lui non ha davvero la concezione della paura. Questa sua presa di coscienza comincerà a tormentarlo, fino a quando non prenderà una decisione finale. Ci ritroviamo quindi con un personaggio che comincia ad avvertire che c'è qualcosa che manca nel suo modo di fare sport, quella cosa che rende lo sport degno di essere vissuto. E comincia a interrogarsi se davvero lo sta affrontando nella maniera migliore. Chi invece si mette in una situazione di solitudine da solo è Beniamino Spinelli, o anche chiamato Bastiglia perché nato il 14 luglio. E il numero 14 è il suo numero fortunato. Tutto ciò che programma deve necessariamente avvenire quel giorno. Il suo sport è il tiro a segno e si renderà conto, finalmente, che la sua superstizione lo ha portato a farsi guerra bruciata intorno. Nessuno ci sarà più per lui. Uno dei racconti che più mi ha scossa è stato quello di Edilio Basile, campione della lotta greco-romana. Ha passato la sua intera vita a pensare di essere appunto il campione indiscusso. Quello che scoprirà alla fine ha lasciato anche me amareggiata più che altro perché il comportamento dei compagni non aiuta di certo Edilio, che comunque sia, non ha alcuna colpa non conoscendo neppure lui come sono andate veramente le cose. Il suo sarà un decadimento non voluto e non aspettato. Un racconto che invece mi è piaciuto molto è stato quello di Silvia de Angelis, lanciatrice del disco. Mi è piaciuto perché c'è una contrapposizione in quello che prova Silvia: ama il disco, perché le sembra di avere in mano un pezzo di universo. Bellissimo è il momento in cui lo lancia verso il sole come se stesse lanciando la luna, come a voler creare la sua personale eclissi. Ma allo stesso tempo è stato proprio quello sport a renderle il corpo goffo che ha ora. Si vergogna e quando esce con le amiche se ne sta sempre in disparte perché i ragazzi o la guardano male o la trattano come uno di loro. Sarà grazie alla conoscenza che farà con una ragazza che queste sue paure e timori cominceranno a svanire e capirà che tutto ciò di cui ha bisogno è sentirsi libera e felice lanciando il suo disco lunare. Ce ne sono altri che hanno un bell'impatto positivo: come Vladimiro, che va a fare il caddy di Bonavita e nella sua visione di anarchia gli rovina in modo impercettibile le mazze da golf. Eppure Bonavita non sembra scoraggiarsi: quando vede che un tiro è sbilanciato non va su tutte le furie come Vladimiro si aspettava che facesse. Questa cosa avrebbe dovuto farlo arrabbiare: invece per Vladimiro diventa un insegnamento. Bonavita ama davvero il golf e lo nota da come mantiene la calma e continua a provarci senza lasciarsi abbattere. Non volutamente, Bonavita sta quindi dando un insegnamento di vita a Vladimiro, che mette da parte i rancori e proprio grazie alla serenità di Bonavita, inizia anche lui ad amare il golf. O bellissimo è stato anche il racconto di Ivo del Fuoco, personaggio che ci viene presentato come un vandalo, senza nessuna pietà o rispetto. Inizia a giocare a hockey solo per potersi sfidare contro il suo più acerrimo nemico, il Cinese. Ma quando si accorge che è diventato il favorito di un bambino e che quello stesso bambino lo vede felice solo quando c'è lui in campo a giocare, la visione di tutto cambia per Ivo. Un messaggio che ho trovato bellissimo e specialmente l'ultima scena fa spuntare davvero un sorriso. Credo che sia infatti uno dei miei racconti preferiti. Il racconto che dà il nome al libro, 'Le streghe di Atripalda' mostra come l'amicizia tra atlete e il legame che si crea in un posto particolare possa dar vita a dei ricordi magnifici che verranno per sempre conservati. Sono un gruppo di amiche che fanno pallavolo e il loro legame diverrà ancora più saldo quando arriverà Claris dal Ghana. Claris porterà le tradizioni della sua terra e tutto ciò che ne comporterà. Le amiche ne rimarranno affascinate e considerando che i suoi accorgimenti funzioneranno, seguiranno Claris in qualsiasi cosa. Ciò che le lega in particolare modo è proprio la loro piccola palestra Edmondo de Amicis, quel luogo così sconosciuto che ha però reso possibile l'avvenire di un qualcosa che si credeva impraticabile.
Ovviamente ci sono altri racconti, altri che fanno rimanere con un groppo in gola come quello di Tilde che sperava di trovare nel tiro dell'arco la sua via di fuga o quello di Massimiliano che durante la corsa alla fine capisce che deve fare come vuole lui e non come pretendono gli altri.
Sono tutti racconti che narrano avventure di personaggi alle prese con i loro sport: sia se andrà bene, sia se andrà male, certamente quello sport ha segnato per sempre le loro vita.
Stile
Nulla da dire riguardo lo stile. La lettura scorre fluida, non è ampollosa e non ci sono errori ortografici. Mi piace perché arriva dritta al punto pur tuttavia facendoci conoscere i trascorsi del personaggio. Sono degli ottimi racconti che qualunque sportivo e non sportivo può apprezzare, per questo ne consiglio la lettura. Mi sono piaciuti anche perché hanno sortito l'effetto desiderato: quello di lasciarmi a pensare, forse chissà, perché anche io ho dovuto abbandonare uno sport non per mia volontà!
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