sabato 6 luglio 2019

Recensione: 'La corte di nebbia e furia' di J. Maas

Review party per 'La corte di nebbia e furia'! Oggi, 6 luglio, è il giorno della mia tappa e vi parlerò di questo secondo romanzo di una trilogia davvero fantastica.


Titolo: La corte di nebbia e furia

Autrice: J. Maas

Edito da: Mondadori

Genere: Urban Fantasy

Formato: Cartaceo e digitale

Data di uscita: 18 giugno 2019

Libro antecedente: La corte di rose e spine

Pagine: 624



Trama

"Una piccola parte di me bisbigliava che potevo sopravvivere ad Amarantha; potevo sopravvivere alla transizione in quel nuovo corpo estraneo... Ma non ero sicura di poter sopravvivere a quella cavità vuota e fredda nel mio petto. Persino durante i periodi più bui, quella parte di me era stata piena di colore, di luce. Forse diventare una Fae l'aveva distrutta. Forse Amarantha l'aveva distrutta. O forse l'avevo distrutta io, quando avevo ficcato i pugnali nei cuori di due innocenti e il loro sangue mi aveva scaldato le mani." Dopo essersi sottratta al giogo di Amarantha e averla sconfitta, Feyre può finalmente ritornare alla Corte di Primavera. Per riuscirci, però, ha dovuto pagare un prezzo altissimo. Il dolore, il senso di colpa e la rabbia per le azioni terribili che è stata costretta a commettere per liberare se stessa e Tamlin, e salvare il suo popolo, infatti, la stanno mangiando viva, pezzetto dopo pezzetto. E forse nemmeno l'eternità appena conquistata sarà lunga a sufficienza per ricomporla. Qualcosa in lei si è incrinato in modo irreversibile, tanto che ormai non si riconosce più. Non si sente più la stessa Feyre che, un anno prima, aveva fatto il suo ingresso nella Corte di Primavera. E forse non è nemmeno più la stessa Feyre di cui si è innamorato Tamlin. Tanto che l'arrivo improvviso e molto teatrale di Rhysand alla corte per reclamare la soddisfazione del loro patto - secondo il quale Feyre dovrà passare con lui una settimana al mese nella misteriosa Corte della Notte, luogo di montagne e oscurità, stelle e morte - è per lei quasi un sollievo.
Ma mentre Feyre cerca di barcamenarsi nel fitto intrico di strategie politiche, potere e passioni contrastanti, un male ancora più pericoloso di quello appena sconfitto incombe su Prythian. E forse la chiave per fermarlo potrebbe essere proprio lei, a patto che riesca a sfruttare a pieno i poteri che ha ricevuto in dono quando è stata trasformata in una creatura immortale, a guarire la sua anima ferita e a decidere così che direzione dare al proprio futuro e a quello di un mondo spaccato in due.

Ho avuto sentimenti contrastanti mentre leggevo questo romanzo: ho adorato il primo volume e ho adorato anche questo secondo, seppur ci siano state delle trasformazioni -più che giuste- dei personaggi che mi hanno davvero sorpresa e/o amareggiata. Ne parlerò nella sezione apposita.
Questo è il secondo romanzo e quindi continuo di 'La corte di rose e spine', libro che ho adorato alla follia. In questo seguito mi sono resa conto di aver cambiato parere riguardo alcuni personaggi, in particolare di Feyre stessa. Abbiamo conosciuto Feyre come una ragazza coraggiosa, che fa di tutto per aiutare la sua famiglia, ovvero suo padre e le sorelle. I suoi sforzi non vengono sempre né riconosciuti né ricompensati, ma anche se sta male, non le importa e continua a cacciare. Si rammarica di essere praticamente l'unico sostentamento della famiglia, più che altro perché pensa che anche loro, in qualche modo, dovrebbero reagire e darsi da fare per riuscire a risollevarsi dallo stato di piena povertà in cui si sono trovate. E poi tutto cambia: Feyre, dopo aver ucciso un lupo Fae, viene condannata a stare alla Corte di Primavera, proprio fra tutti quei Fae supremi e non che tanto odia, che tutto il suo popolo odia. Come potrebbe riuscire ad affezionarsi anche solo minimamente a uno di loro? Ed ecco che invece succede, Feyre si innamora di Tamlin, il Signore Supremo e lo aiuta a spezzare la maledizione e a liberarlo da Amarantha. Questo però ha avuto delle conseguenze che ora quindi vediamo nel secondo volume. Pur di salvare Tamlin, Feyre è stata costretta a fare cose che mai si sarebbe immaginata di fare, ha addirittura ucciso esseri innocenti ed è calata, più che giustamente oserei dire, in uno stato catatonico. Adesso tutto è finito, può condurre la sua vita al fianco di Tamlin, può finalmente sposarlo. Eppure è giù di morale, ha incubi che la tengono sveglia di notte, e Tamlin cerca di aiutarla come può, anche se nel modo sbagliato. Fa in modo che lei non possa più andare altrove, la tiene vicino a sé ma Feyre, che vorrebbe soltanto scappare, la demolisce definitivamente. Diventa l'ombra di quello che era, è dimagrita, sofferente nell'anima. E quando appare Rhys a pretenderla, visto il loro patto, si sente addirittura sollevata. Lei dovrà stare infatti per una settimana al mese alla Corte della Notte insieme a Rhysand, Signore Supremo che durante il primo romanzo ha detestato. Anche se alla fine di tutto, ha capito che anche lui, come gli altri, era una delle tante vittime di Amarantha. Ma ancora non ha capito bene quali sono le sue motivazioni, perché dovrebbe volerla nella sua Corte. E se prima sarebbe stata sospettosa adesso non aspetta altro: andare alla Corte della Notte sarà la sua liberazione. Così come, allo stesso tempo, capirà che la pace è solo apparente: il re Hybern sta marciando contro di loro e per fermarlo l'unico modo è trovare i due pezzi del Libro dei Respiri e invalidare così la forza del Calderone. Una impresa che si prospetta terrificante e impossibile.

Personaggi

Come penso si sia capito, ho amato il personaggio di Feyre nel primo romanzo perché l'ho vista come una ragazza che si dà da fare per la sua famiglia, volenterosa e specialmente coraggiosa. Le tre prove che Amarantha la costrinse a fare sono state tremende, non tutti sarebbero stati capaci di superarle. Non solo: è anche di buon cuore, fa di tutto per salvare chi ama e chi ne ha bisogno. E tutto quello che ha dovuto fare l'ha devastata. Ed è normale che lo sia. In questo secondo romanzo è depressa e per nulla felice di lasciarsi tutto alle spalle e di sposare Tamlin. Inizialmente capivo perfettamente il suo stato d'animo: è stata trasformata in Fae, esseri che prima odiava, lontana dalla sua casa e dalla sua famiglia e ha dei poteri che non riesce a comprendere dato che lei è nata come Fae grazie a tutti i Signori Supremi che le hanno donato parte del loro potere. Riuscire a maneggiarli e a capire quando usarli è difficile: è stata una trasformazione che sì, le ha salvato la vita, ma gliel'ha anche scombussolata. Quindi, inizialmente, ero perfettamente concorde con il suo stato d'animo. Dopo però, ammetto di non averla più ben compresa. E questo dal momento in cui decide di lasciare la Corte di Primavera e Tamlin senza troppe spiegazioni se non con una lettera striminzita. Quello che non mi è piaciuto del suo comportamento è che, se anche avesse avuto ragione perché lì non si stava trovando più bene, avrebbe comunque dovuto parlarne. Faccia a faccia con Tamlin. Avrebbe dovuto spiegare le sue motivazioni e sono sicura che lo stesso Tamlin avrebbe reagito diversamente. Perché sì, Tamlin effettivamente a seguito della sua scomparsa si comporta e agisce in un modo che non ci saremmo mai aspetttati. Difficile vedere Tamlin sotto una determinata luce quando ci si era abituati a vederlo in tutt'altro modo. In questo senso, però, mi sento di capirlo e infatti sono stata dispiaciuta per lui, anche se ammetto che il suo comportamento è stato atroce. Credo che tutto questo non si sarebbe verificato se i due avessero parlato invece di scappare. Tamlin cercava di proteggere Feyre nel modo sbagliato. Una volta che lei scappa, addirittura dove c'è il suo più accerrimo nemico, è naturale che si metta alla ricerca della sua promessa sposa. Quindi non mi sento di giudicare Tamlin in modo del tutto negativo. Aveva le sue motivazioni che lo hanno spinto nella direzione sbagliata. Quello che fa alla fine ha sorpreso anche me che avevo intenzione di difenderlo a spada tratta.  Purtroppo, così, anche io ammetto che ha completamente sbagliato direzione e il suo personaggio mi è apparso nettamente differente da come era al primo romanzo. Su questo, ci sono rimasta parecchio male.
Parliamo invece di Rhysand, personaggio che assolutamente non mi ha deluso e che se già l'avevo amato nel primo, figuriamoci adesso nel secondo. L'ho amato sin dal primo perché avevo capito che c'era qualcosa sotto, che non poteva essere semplicemente 'cattivo' e alleato di Amarantha. Anche perchè, altrimenti, perché aiutare così tanto Feyre? Perché chiederle quel patto?
In questo secondo volume conosciamo la corte di Rhys e la sua cerchia ristretta composta da Cassian, Mor, Amren e Azriel. Quello che li accomuna è che sono uguali nella loro diversità: lo stesso Rhys è un mezzosangue e loro anche sono dei bastardi. Una Corte certamente non uguale alle altre. Tutto ciò che Rhys vuole è la protezione del suo popolo, che non appare orribile come magari potevamo immaginarci, ma è splendido, composto, a modo. E Rhys li ama tutti e intende nasconderli al mondo intero pur di salvaguardarli. Veniamo a conoscenza della sua infanzia, del rapporto che ha con i suoi compagni, delle motivazioni di tutto ciò che ha fatto e quelli sono stati per me i passaggi più belli del libro. Mi sono commossa, ho provato rabbia e frustrazione insieme a Rhys e ho capito la sua angoscia e la sua tristezza ogni volta che vedeva Feyre con Tamlin. Non posso che adorarlo ed ergerlo a mio personaggio preferito indiscusso.
Menzione speciale infine per le sorelle di Feyre, Elain e Nesta. Non le ho mai odiate, nessuna delle due, anche se potrebbero esserci delle buone motivazioni e sono curiosa di sapere come reagiranno dopo quello che è successo alla fine del romanzo. Sono molto, ma molto in apprensione per Nesta per il semplice motivo che so che è una tipa in grado di vendicarsi in maniera esemplare. Scommetto che infatti non rimarrà più a guardare. 

Stile

Il romanzo è scritto in prima persona e vediamo il tutto attraverso il punto di vista di Feyre. In questo modo è ovvio che i suoi pensieri e le sue emozioni tendiamo a condividerle, ma come già detto prima, mi sono ritrovata con i ragionamenti di Feyre fino a un certo punto.
Per il resto lo stile è fantastico, senza errori, pulito e riesce a coinvolgerti letteralmente nella storia. Era da tanto che non mi capitava di restare così attaccata a un libro, di respirare i loro stessi sentimenti e, di conseguenza, di sentirmi come loro durante la lettura. Non scherzo infatti quando dico che mi sono sentita davvero male per Tamlin così come per Rhys. Un romanzo che quindi premio a pieni voti, in quanto sono davvero pochi i libri che riescono a coinvolgermi a un livello emotivo così alto. La storia in sé è davvero interessante: in questo secondo romanzo si sono concentrati sul prendere entrambi i pezzi del Libro dei Respiri, ma con il Calderone adesso è tutt'altra cosa e il re Hybern, che ancora abbiamo conosciuto poco, non so bene come inquadrarlo. Il suo è un carattere particolare che non vedo l'ora di conoscere meglio nel prossimo volume, in uscita questo settembre.
Anche del terzo avrete la mia recensione!


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