Sono contenta di presentarvi questo romanzo dato che ho avuto il piacere di editarlo -per quel poco che c'era da fare!
Titolo: Dark and Light- Amore impossibile
Autrice: Sabrina Pennacchio
Edito da: Self Publishing
Genere: Urban Fantasy
Pagine: 210
Prezzo: 2,99€ ebook, 11,99€ cartaceo
Data di uscita: 10 dicembre 2019
Trama
Un'isola
ricoperta costantemente da una strana nebbia grigia e fitta, un nuovo
college e un incontro inaspettato in aeroporto... Isabel non poteva
aspettarsi un nuovo inizio più incasinato, eccitante e oscuro di così.
Dopo la morte del padre, sopraggiunta all'improvviso, lei e la madre si
trasferiscono a Shadow City, dove ogni cosa che non è mai come appare
realmente. Dietro la fitta nebbia si nascondono creature misteriose e,
nonostante Isabel sia innamorata di tutto ciò che è fantasy, non avrebbe
mai il coraggio, nemmeno nei suoi sogni più audaci, di immaginare
quello in cui si sta lanciando: una faida familiare, un ragazzo su cui
girano strane voci e il suo cuore, pronto a guarire, graffiato, lapidato
e oscurato dalla tenda del terrore.
Immergetevi in un mondo Urban Fantasy che saprà tenervi col fiato sospeso.
L'autrice
Sabrina Pennacchio nasce a Napoli il 10 febbraio del 1991.
Costretta
ad abbandonare gli studi di arte e moda, decide di dedicare gran parte
del suo tempo alla sua più grande passione: la scrittura.
Nel
2018, pubblica il romanzo d’esordio ‘’At World’s End: Wanted Pirates’’
edito dalla Writers Editor, con il quale si aggiudica il ‘’Premio Della
Critica Emozioni 2018 al Concorso Letterario Premio Eterna’’ e nel
Dicembre del 2018, partecipa alla Fiera Nazionale della Piccola e Media
Editoria, dove in pochi giorni il suo libro è Sold Out.
Nel 2019 Wanted raggiunge una limited edition su richiesta del pubblico.
I primi cento che acquisteranno il libro riceveranno un segnalibro in omaggio! Basta inviare all'autrice su Instagram la foto di spedizione avvenuta (da Amazon) e il segnalibro sarà spedito dal 6 gennaio in poi, nel giro di una settimana. Essendo posta prioritaria l'arrivo potrebbe essere un po' lento, tutto dipenderà da Poste Italiane.
E ora passiamo agli estratti!
Il vento le accarezzava dolcemente il viso e la sua voce la
cullava. Intorno poteva percepire solo il piacevole fruscio delle onde e
immaginava distrattamente il mare che s’increspava e si perdeva sulla riva. Ma
per un assurdo motivo non sentiva freddo. Realizzò d’essere totalmente
rilassata, perfettamente a suo agio. Lasciò che si prendesse cura di lei e
della sua anima ancora per un po’: probabilmente era già caduta fra le braccia
della Morte, inconsapevole di tutto, oppure s’era lasciata cullare da Morfeo
troppo a lungo. Aprì lentamente gli occhi, ancora appesantiti dalle palpebre
deboli, e s’accorse immediatamente d’ essere immobilizzata dai forti arti di
qualcuno.
«Alex!» esclamò, improvvisamente euforica.
Si drizzò in avanti, riuscendo a mantenere una posizione
decente, ma lui la sdraiò nuovamente e si mise a cavalcioni su di lei.
Isabel arrossì all’istante. In quel momento nemmeno il freddo
invernale aveva importanza, tanto da non sentirlo quasi e non solo per il
cappotto e gli abiti pesanti. Non aveva ancora recuperato del tutto la vista,
ma le sembrò di vederlo sorridere in quel modo che lei amava tanto. Chiuse gli
occhi, tentando di riprendere piano un minimo di lucidità, ma sentì il tocco
delle labbra di Alex sulle sue che la baciavano in modo passionale.
Se era un sogno, era indubbiamente il sogno più bello e
realistico che avesse mai vissuto. Si lasciò andare a quel bacio che divenne a
poco a poco sempre più passionale, afferrando tra le mani la testa e il suo
collo freddo, desiderosa di averlo tutto per sé. Il suo corpo si muoveva con
quello di Alex e lo cercava impaziente: le sue mani le strinsero i fianchi,
scoprendo una parte del suo ventre e si spostarono poi sulla cintura dei jeans,
sganciandola con facilità. Fu in quel momento che lui si ritrasse. La osservò
attentamente, accarezzandole il viso e incatenando i loro sguardi; aveva il
respiro pesante, proprio come il suo: «Come ti senti?» chiese con un pizzico
d’ironia.
«Oh, benissimo, adesso» gli rispose, mentre si perdeva nel buio
dei suoi occhi corvini, profondi e brillanti allo stesso tempo, come il cielo
stellato sopra di loro.
«Sta lontana da me!»
«Alex, va tutto bene, te ne prego: possiamo farcela, insieme»
cercò di sorridergli, seppur incerta, tenendo una mano protesa verso di lui per
muoversi con cautela come si era soliti fare dinanzi ad un animale feroce «Non
mi farai del male, lo so».
«Stavolta è diverso, Isabel!» le urlò ancora, tirandosi indietro
per scendere dal letto addossandosi contro la parete opposta.
Lei deglutì quando si accorse che non stava esagerando ad
intimarle di stargli alla larga: il suo aspetto era totalmente quello di una
bestia assetata di sangue e quasi non si terrorizzò nel vedere i suoi denti
sporgere dalle labbra aperte e le unghie lunghe come artigli affilati.
«Va’ via, Isabel, ti prego, non voglio farti del male» un suono
gutturale uscì dalle sue labbra mentre si costringeva a parlarle, mostrando
chiaramente quanto fosse difficile per lui non attaccarla e staccarle la testa
a morsi, se fosse stato necessario.
Isabel era confusa, avrebbe voluto agire nel modo giusto, fare
qualsiasi cosa per salvarlo da quella situazione che lo avrebbe portato a morte
certa per mano dei licantropi, se fosse tornato ad uccidere. Poi un’idea le balenò
nel cervello e la spinse ad osare: «Alex, prendi il mio sangue» lui sussultò
nel sentirle dire un’assurdità simile «Dopo penseremo al da farsi, intanto pensa a nutrirti».
«Potrei ucciderti, in questo stato: sei impazzita o cosa?»
eppure lei non si lasciò intimidire da quella che in effetti era una probabile
realtà dei fatti «Non importa, per salvarti sono disposta a dartelo anche
tutto, il mio sangue, se necessario».
«Non sono io a rischiare qualcosa, in questo momento, lo
comprendi o no? Smettila di fare la stupida!» ancora una volta le urlò contro,
trattenendo il passo che aveva appena fatto verso di lei, conficcandosi le
unghie in un braccio pur di fermarsi.
«Alex!» nel vederlo sanguinare, il corpo non riuscì a muovere un
solo muscolo. Era davvero con una sua fuga che doveva finire? Forse era troppo
testarda e si stava comportando da stupida e da immatura, ma non poteva
permettere che le cose non si sistemassero in qualche modo, seppur almeno per
il momento. Si voltò verso il comodino e nel notare un tagliacarte,
si avvicinò dolorante per il colpo che la schiena aveva dato contro il muro e
si protese a prenderlo per puntarselo alla gola.
Alex trasalì: «Che vuoi fare, sciocca?»
«Se non prendi il mio sangue con le buone, ti costringerò a farlo con le cattive»
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