sabato 28 dicembre 2019

[Segnalazione] 'Percussor' di Marco Bertoli

Oggi vi segnalo l'ultima uscita del 2019 di NPS Edizioni, 'Percussor' di Marco Bertoli!


Titolo: Percussor: i delitti del reame pisano

Autore: Marco Bertoli

Edito da: NPS Edizioni

Genere: Giallo ucronico

Formato: Digitale & cartaceo

Prezzo: 14.00€ cartaceo, 2.99€ digitale

Pagine: 214

Data di lancio: 1 dicembre 2019 ebook, 15 dicembre 2019 cartaceo


Trama


Reame Pisano, anno 1637. Trecentocinquanta anni dopo la vittoria di Pisa nella Battaglia della Meloria.
Un gruppo di nobili ordisce un complotto per rovesciare Banduccio III della Gherardesca, attuale sovrano ed erede di quell’Ugolino che trasformò l’antica repubblica marinara in un regno. Per metterlo in atto, convocano un potente negromante e incaricano Percussor, il più famoso sicario del reame, di recuperare gli “ingredienti” necessari a lanciare il sortilegio.
Spetta al colonnello dei Reali Moschettieri, il prode Manfredi Gambacorti, e al suo fido aiutante, il mago giudiziario Gentilini, risolvere l’intrigo, coadiuvati da una giovane sensitiva e da un sergente delle Guardie di Città



Viareggio, 10 dicembre 2019Cosa sarebbe successo se Pisa non fosse stata sconfitta nella Battaglia della Meloria? Come sarebbe cambiata l’antica repubblica marinara? Il pluripremiato scrittore Marco Bertoli, geologo, bresciano di nascita e pisano d’adozione, prova a rispondere, regalandoci la sua versione. Se poi, a questo nuovo corso preso dalla Storia, aggiungiamo un po’ di magia, un rito d’evocazione e una sfilza di omicidi rituali, otteniamo la ricetta del suo nuovo libro: “Percussor. I delitti del Reame Pisano”, edito da NPS Edizioni.
Ambientato in una Pisa alternativa del ‘600, una potenza regionale guidata dal monarca discendente da Ugolino della Gherardesca, il romanzo segue le indagini del colonnello dei Reali Moschettieri, il prode Manfredi Gambacorti, e del suo fido aiutante, il mago giudiziario Gentilini, chiamati a risolvere un intrigo che rischia di far crollare l’attuale dinastia regnante. Coadiuvati da una giovane sensitiva, in grado di percepire le anime dei morti, e da un sergente delle Guardie di Città, proveranno a fermare Percussor, il più famoso sicario del regno, e i suoi mandanti.
«Scrivere “Percussor” è stata un’esperienza sorprendente e istruttiva» dichiara l’autore. «Durante la fase di ricerca, mi sono immerso nella storia di Pisa e ho scoperto aspetti della città che non conoscevo. Mi sono divertito a giocare con la storia e con la magia, elemento quest’ultimo presente nel romanzo, sia pur dosato e filtrato dalle leggi scientifiche fissate da Galileo Galilei».
A breve inizierà anche il tour di “Percussor”, che porterà Marco Bertoli in giro per la Toscana, per incontrare i lettori durante presentazioni e fiere. Già confermata la presenza di NPS Edizioni a Lucca Città di Carta (24, 25, 26 aprile 2020), al Salone del libro di Torino (maggio 2020) e a Volterra Mistery & Fantasy (6 e 7 giugno 2020).
Percussor. I delitti del Reame Pisano” è disponibile in prevendita sul sito NPS Edizioni (https://www.npsedizioni.it/), il marchio editoriale dell’associazione Nati per scrivere, e ordinabile in libreria e su tutti gli store di libri e ebook dal 15 dicembre 2019.


Percussor, l’uccisore.
Un mito di cui nessuno conosceva età, aspetto e dove si nascondesse. Voci insistite lo volevano risiedere nella capitale, ma in ogni città o vico sperduto era possibile lasciare l’offerta d’ingaggio.
Il suo stiletto intinto nell’aconito aveva condotto a morte prematura mogli fedifraghe e rivali d’affari, risolto dispute dinastiche e successioni a importanti cattedre ecclesiastiche.
Un uomo apparso dal nulla e asceso all’empireo dei sicari di professione. O forse una guerriera proveniente dal leggendario Zipangu?


L'autore

 

Marco Bertoli è geologo. Vive a Pisa. Numerosi suoi racconti hanno vinto concorsi, o si sono classificati finalisti, e sono stati pubblicati in duecento antologie e riviste.
Tra i suoi numerosi romanzi: La Signora che vedeva i morti (Felici Editore), vincitore del Premio Scrittore Toscano 2012 selezione online e quello della Giuria al Concorso “Città di parole”, 2013; il giallo storico L’avvoltoio. Delitti all’alba della scrittura, e il romanzo steampunk 1886. Quando le Lunatermiti invasero la Terra, entrambi editi dall’associazione culturale “I doni delle muse”.
​​​​​​​Per NPS Edizioni, ha scritto racconti per il progetto "Bestie d'Italia".

 

lunedì 23 dicembre 2019

Recensione: 'Parentele di cuore' di Anna Pia Fantoni

Abbiamo già conosciuto Anna Pia Fantoni con il suo 'Io sono la preda' e oggi sono contentissima di portarvi la recensione del suo nuovo romanzo, 'Parentele di cuore'!



Titolo: Parentele di cuore

Autrice: Anna Pia Fantoni

Edito da: Self publishing

Genere: Romanzo di formazione

Formato: Cartaceo (brossura), Kindle

Prezzo: 12.48€ cartaceo, 2.99€ Kindle

Pagine: 208




Trama

L’esplosione di una palazzina, causata da una fuga di gas, sconvolge la vita tranquilla e ordinaria di tre famiglie legate da vincoli d’amicizia e di affari. Stella e Marta, Quintino e Filippo vengono accolti nella casa di Giorgio, un amico comune: saranno suoi ospiti finché, superati i lutti e le perdite, non avranno riacquistato la lucidità e l’energia necessarie per riprendere in mano le proprie vite.
La convivenza forzata e il conseguente azzeramento di ogni privacy faranno però affiorare vicende irrisolte, sentimenti negati e verità nascoste, che saranno le cause scatenanti di nuovi conflitti da affrontare e risolvere, cercando ognuno la propria chiave per maturare e scegliere la via da percorrere.

Parentele di cuore è un romanzo corale, che racconta di sentimenti, pregiudizi ed egoismo, svelando debolezze, miserie umane e un’irrefrenabile voglia di cambiamento.


Ho amato 'Io sono la preda' e non ho potuto far altro che amare anche questo. Trovo che sia strabiliante come l'autrice riesca a giocare con diversi personaggi con uno stile impeccabile, creando una storia che non riesce a farti staccare dalla lettura. Mi è capitata la stessa cosa con il primo romanzo e anche per 'Parentele di cuore' è stata la stessa cosa. Ormai posso considerare l'autrice una garanzia, che non ti delude mai qualsiasi storia possa presentarti. Questo romanzo intreccia le vite di diversi personaggi che si sono ritrovati a vivere insieme dopo l'esplosione di una caldaia che ha distrutto mezza palazzina e ucciso alcuni familiari dei protagonisti. Giorgio Manfredini, che ha una bella villa, si offre di aiutare i suoi amici e li invita a stare con lui liberandoli da quei brutti motel dove sono stati costretti ad andare. Questo finché ognuno di loro non avesse trovato una nuova sistemazione. Ma ben presto, essere così tanti in una sola villa anche se spaziosa, fa sorgere inevitabilmente dei problemi. C'è chi aiuta, chi non fa nulla, chi rinfaccia qualcosa.
Sicuramente quella villa non è più un posto dove tutti possono convivere in modo pacifico. La cosa bella è che i personaggi sono strutturati così bene che o li ami o li odi. Ma di certo non puoi rimanerne indifferente. Ed è un romanzo che manda un messaggio davvero importante: i legami familiari sono fondamentali ma esistono anche delle possibilità in cui la famiglia anziché aiutare distrugge quella che è la vita e la personalità di una persona. A quel punto, sono gli amici che possono dimostrare di essere una vera e propria famiglia, anche se non ci sono legami di sangue.
Non è infatti necessario essere imparentati per capire o supportare una persona, ma basta conoscerla e volere il suo bene.
Ed è questo quello che traspare durante la lettura del libro: per esempio, Filippo, che è sempre stato al pari di uno sconosciuto nella sua famiglia riesce a ricevere amore e affetto dal suo amico Michele e da suo padre, Giorgio. I legami sono nodi che si vanno a stringere indipendentemente dalle relazioni che uno può avere con l'altro: e per me non c'è nulla di più vero.
Andiamo quindi a conoscere i protagonisti di questo romanzo.

Personaggi

I personaggi di questo romanzo sono davvero tantissimi, quindi cercherò di concentrarmi su quelli più importanti o che comunque mi hanno lasciato qualcosa. Inizio col parlare proprio di Filippo, diciassettenne che odia i suoi genitori, Maresa e Quintino, razzisti e ignoranti ma fervamente cattolici. Filippo viene infatti costretto a frequentare la chiesa, deve sorbirsi i loro discorsi di quanto il paese vada male con tutti gli extracomunitari in giro e i suoi interessi futuri non vengono calcolati. Filippo odia i numeri ma sua madre vuole che si iscriva alla facoltà di Economia e Commercio solo perché hanno la possibilità di trovargli subito un lavoro. A loro non importa quello che vuole davvero lui: non importa se preferisce fare altro, se invece di andare in chiesa vuole incontrarsi con Michele e, sapendo come sono, non osa parlare della sua relazione con il ragazzo che non è semplice amicizia. Quando Filippo si ritrova a vivere a casa di Giorgio, padre di Michele, si rende conto che sua madre non le manca e Quintino è assente come sempre. Inoltre si vergogna di lui perché in casa non dà una mano, lascia tutto sporco aumentando le faccende di Pina, e anche a lavoro non fa nulla tanto che alla fine Giorgio è costretto a cacciarlo. L'esplosione li ha coinvolti tutti e ora si ritrovano a condividere bene o male lo stesso spazio. Filippo può essere contento di stare più tempo con Michele, così come Marta che è molto amica di Elettra. Ma la convivenza non funziona molto bene con gli altri: a parte i problemi che sorgono a causa dello scarso, anzi del tutto assente, coinvolgimento di Quintino, Giorgio dovrà confrontarsi con Stella e dell'arrivo improvviso della sua ex moglie, Samantha. Samantha è un personaggio che è riuscito fin troppo bene: non si può non odiarla. Quando leggevo le sue scene storcevo sempre la bocca per quanto avrei voluto prenderla a calci. E penso che se un personaggio ti provoca certe emozioni, per quanto negative che siano, vuol dire che è stato scritto magistralmente. Samantha torna per far visita a Michele che si è infortunato dopo l'esplosione della caldaia ma tutti i suoi salamelecchi sono di quanto di più falso quella famiglia abbia mai visto. Samantha non si è mai occupata dei suoi figli, tanto che Elettra nemmeno se la ricorda e quindi la manda al diavolo quando lei cerca di correggere la sua educazione. La si odia quando cerca di separare Michele e Filippo quando capisce che tra di loro non c'è semplice amicizia. Eppure c'è un momento che mi ha lasciato ragionare: ovvero quando Giorgio ripensa a tutto quello che ha fatto e come si è comportato con diverse persone. Riusciamo a entrare nell'ottica di Samantha che non sarà sicuramente la donna più buona del mondo ma che comunque aveva sempre messo le cose in chiaro. Non avrebbe voluto avere bambini e Giorgio pensava che prendersi cura di lei equivalesse a regalarle tutto quello che voleva per poi finirla lì. Si rende conto che non c'è mai stata una vera e propria relazione e questo anche per colpa sua. La sua relazione con Stella è destinata a vagare in un limbo. Stella è infatti l'ex moglie di Alberto, e anche se ha sempre provato qualcosa per lei e lei lo ricambia ancora non riesce a fare quel passo in più perché si sente di tradire l'amico, a cui tra l'altro, ha anche nascosto le sue scappatelle con la sua amante di cui Stella era all'oscuro. Per questo alla fine Stella scoppia, non ce la fa più. Sente che ha bisogno di riprendere in mano le redini della sua vita e andarsene via con sua figlia Marta. Anche Filippo e Michele avranno un confronto, dove ho trovato Michele eccessivamente egoista. Pur di avere Filippo per sé non pensa alla sua felicità, a quello che potrebbe davvero emozionarlo dopo che ha vissuto una brutta vita disseminata solo di episodi infelici. Quando arriva per lui un'occasione per sorridere veramente per la prima volta, Michele avrebbe dovuto capire subito anche perché non lo avrebbe perso a prescindere.
Trovo quindi che il lavoro che c'è dietro tutti questi personaggi sia qualcosa di fantastico. Quando lo leggerete vi renderete conto di come tutto si incastra e combacia perfettamente.
Un lavoro difficoltoso, ma ben riuscito.

Stile

Come detto a inizio recensione, l'autrice è una garanzia. Non ho trovato un errore che fosse uno, neanche con la lente d'ingrandimento! Questo romanzo ha uno stile a cui do un 10/10 pieno più che meritato. L'autrice non si perde in nessun infodump, va dritta al punto, esprime chiarezza utilizzando soltanto i termini essenziali, ci mostra e non ci racconta, ogni sfaccettatura del carattere dei personaggi ce la fa vivere attraverso scene d'azione. Non serve quindi che lei ricalchi ciò che è in grado di mostrare. Non avendo quindi nessun consiglio da dare, perché per me deve continuare così, do il punteggio pieno a questo romanzo.

sabato 21 dicembre 2019

Recensione: 'Dream Halls: L'Isola del Tempo che non c'è' di Massimo Prevete

Eccoci qui con la recensione del secondo volume di Dream Halls di Massimo Prevete!
Se avete perso la prima recensione 'Dream Halls: la vita al crepuscolo' potete recuperarla cliccando qui!


Titolo: Dream Halls: l'Isola del tempo che non c'è

Autore: Massimo Prevete

Edito da: Self publishing

Genere: Young adult, distopico, urban fantasy

Formato: Cartaceo (brossura), digitale

Prezzo: 12.70€ cartaceo, 2.99€ digitale

Pagine: 238

Data di lancio: 11 dicembre 2019



Trama

Il morbo che aleggia su Chromium non vuole placarsi, e, anzi, imperversa sulla metropoli senza fare prigionieri. Le vittime aumentano, fino a estendere l'emergenza sanitaria alla periferia. Se in molti preferiscono gettare bandiera bianca, traslocando fuori città in preda al panico... Richard è di diverso parere. Celine ha contratto il sonno perpetuo che caratterizza gli altri pazienti. Richard non ha ricevuto sue notizie, dopo la fatidica serata alla Wonderland, e si ritira nel suo guscio solitario dopo aver appreso le condizioni in cui riversa la ragazza. Ma ci vuole poco affinché scopra che Celine è caduta preda di una minaccia ben più grande. Coinvolto suo malgrado in un disegno imprevedibile, Richard è chiamato a rispondere presente nel più bizzarro degli scenari. Rincorrendo le orme di colei che ha scombussolato il suo mondo, e di cui già non può fare a meno.

Questo libro l'ho apprezzato anche più del primo per diversi motivi. Abbiamo l'elemento fantasy e distopico molto più accentuato rispetto al precedente volume, il che per me non è mai un male. C'è più mistero e l'autore ha creato un universo alternativo, lo chiamo adesso così ma poi spiegherò meglio, che per me è risultato davvero azzeccato. Ero sempre incuriosita durante la lettura, volevo saperne di più di questo vestibolo delle anime e di come era stato immaginato. In più, ho trovato che lo stile di scrittura è migliorato, ma di questo ne parlerò nella sezione dello stile.
Cos'è successo quindi? Abbiamo lasciato i nostri protagonisti, Celine e Richard, dopo una giornata alla Wonderland in cui Celine dopo aver incontrato uno strano figuro cade addormentata proprio come sta succedendo a tanti altri a Chromium. Richard, insieme a Daen, cerca di scoprire attraverso le telecamere di sorveglianza chi sia questo personaggio con cui Celine ha parlato prima di cadere vittima del sonno. Ma la parte che ho trovato più interessante è stata proprio quella di Celine, che si risveglia nel vetsibolo delle anime. Ne esistono tanti altri di vestiboli, ognuno protetto dal proprio apostolo ed è lì che le anime delle persone addormentate sono cadute. Celine è andata lì di sua spontanea volontà perché ha tutta l'intenzione di ritrovare l'amica Saeki e trascinarla fuori. Ma oltre questo compito, l'apostolo che tramite lo specchio l'ha fatta cadere addormentata e portata lì, le affida una missione importante. Le racconta infatti che il motivo di tutte quelle anime intrappolate nei vestiboli è a causa di un altro apostolo che si sta ribellando e l'unico modo per fermarlo è rubargli l'artefatto con il quale intrappola le sue vittime. In più, deve trovare la chiave per uscire da lì, ma l'apostolo non sa darle alcuna informazione a riguardo. Celine viene quindi lasciata sola a vagare nel vestibolo, non avendo proprio alcuna idea di dove trovare la chiave e di come sia fatta, quando compare una ragazzina di quindici anni che ne dimostra molti di meno: Jade. Jade è un'anima rimasta anche lei intrappolata in quel vestibolo anche se non rivela mai a Celine come ha fatto a entrarci. Jade guiderà Celine durante il suo viaggio all'interno del vestibolo e cercherà di farle capire com'è che quel modo onirico sia fatto. Ecco, questi sono stati capitoli decisamente interessanti. Il vestibolo è formato dai grigi, i blu e i bianchi. I grigi non sono altro che elementi comuni, di poco interesse e che si trovano facilmente nel vestibolo e che lo rivestono. I blu sono elementi che rifuggono alla staticità e fanno immergere in un posto in cui tutto muta. Quelli pericolosi sono proprio i bianchi: sono delle deformazioni del vestibolo e non si sa cosa succede se qualcuno osasse passare attraverso. Vengono creati da anomalie come può essere il momento in cui un'anima viene catturata e compare nel vestibolo. Non rimangono lì per sempre: quando la loro energia si esaurisce ecco che scompaiono come se non fossero mai apparsi. Inoltre Celine dovrà confrontarsi con il fatto che all'interno del vestibolo il tempo passa diversamente che nel mondo reale. Per questo a un certo punto non riesce più a capire quanto tempo è passato, per quanto tempo ha provato a uscire da lì e tutto le sembra confuso. Fino a quando un grigio velato di bianco non la mette in contatto con la realtà per poco tempo.

Personaggi

Richard Neumann è alla disperata ricerca dell'uomo che Celine ha incontrato prima di cadere vittima del sonno. Si fa aiutare non tanto da Daen, quanto da Amberle, sua sorella. Quello che lo sconvolge di Amberle, che vuole farsi chiamare Saffron, è di come sia cambiata una volta che le viene presentato il lavoro da fare, ovvero cercare l'uomo misterioso. Da timida e impacciata, Saffron è tutt'altro: loquace, sa quel che fa e procede dritta nel suo lavoro facendosi aiutare anche dai suoi colleghi. Richard non si dà pace: quando arrivano i primi riscontri di quell'uomo non si sa nulla, come se non esistesse. Ma è quando si addormenta che riesce a entrare in contatto con Celine, come se quel mondo onirico avesse esaudito, tramite un bianco, il desiderio della ragazza di rivederlo. Inizialmente Richard non crede né a quello che lei gli racconta né che quello sia reale. Per lui è soltanto un sogno, fino a quando la ragazza non lo invita a renderlo più reale di quanto non sia già. Per quanto questa scena mi sia piaciuta perché l'ho trovata anche stilisticamente ben realizzata non riesco ancora ad empatizzare con quello che provano i protagonisti per un motivo molto semplice, ovvero il loro legame di sangue. A meno che, e di questo mi sta venendo un po' il dubbio, i due non lo abbiano. Il che mi farebbe rivedere tutta quanta la scena e l'avanzamento della loro relazione che nel primo libro mi era piaciuta perché si era instaurato un rapporto di fiducia tra i due. Celine è la vera protagonista di questo secondo volume e come si è ben capito ho adorato le scene in cui c'era lei che vagava nel vestibolo. Ho trovato interessante non solo il suo approccio ma anche come si è mossa. Nel senso che, anche in una situazione di panico come potrebbe essere quella in cui lei si invischiata da sola, mantiene comunque il suo sangue freddo e il suo sarcasmo tanto che risponde a tono allo stesso apostolo. Inoltre, anche se sembra che stia perdendo tempo perché non riesce a trovare la chiave, in realtà Celine sta sperimentando molto in quel luogo, avvicinandosi anche ad elementi che potrebbero farla svanire nell'etere e quindi non farla risvegliare mai più.
Il personaggio che la guida, Jade, è molto particolare e mi è piaciuto leggere del suo passato anche se ancora non ci viene rivelato come mai quella ragazzina si trova lì. Ha passato un'infanzia terribile, a vagare per le strade con un senso di colpa. Non voleva infatti essere etichettata come colei che era rimasta a guardare mentre si consumava una tragedia. Continua però a non avere fortuna anche dopo che è stata accolta da una signora che le dimostra un poco di affetto materno. Ed è quando che Jade rimane ancora sola che non sappiamo più cosa le sia successo ma, come potrete benissimo immaginare, ne sono molto incuriosita.

Stile

Come detto all'inizio trovo lo stile dell'autore migliorato. Nella scorsa recensione avevo infatti scritto che l'autore tendeva ad essere prolisso, tuttavia non lo riscontro sempre come un problema dato che a me piace quel tipo di stile. Certamente bisognava tagliare qualche scena superflua, ma tutto sommato non mi disturbava. Trovo in questo caso che l'autore sia sempre prolisso ma molto di meno rispetto al primo volume anche perché ho notato che le scene in cui ripete più volte la stessa cosa sono diminuite e utilizza termini indispensabili ed essenziali. In più ci sono tantissimi dialoghi che come saprà chi mi segue da un po' adoro e che fanno in modo che la lettura scorra molto più fluida. Mi sono infatti trovata benissimo, i dialoghi li ho trovati realistici, alcuni mi hanno fatto spuntare un sorriso e ho apprezzato quelli tra Celine e Jade perché avevano una doppia funzione. Tramite i loro dialoghi ci veniva anche mostrato come funziona un vestibolo e quindi si è usato molto bene lo show don't tell dato che non c'è nulla di raccontato ma tutto ci appare vivido nella nostra mente. Il che la reputo una cosa difficile da realizzare, ovvero mostrarci un nuovo mondo senza scadere nel raccontato. Credo che l'autore ci sia riuscito quindi premio questo libro con il massimo del punteggio.