sabato 21 dicembre 2019

Recensione: 'Dream Halls: L'Isola del Tempo che non c'è' di Massimo Prevete

Eccoci qui con la recensione del secondo volume di Dream Halls di Massimo Prevete!
Se avete perso la prima recensione 'Dream Halls: la vita al crepuscolo' potete recuperarla cliccando qui!


Titolo: Dream Halls: l'Isola del tempo che non c'è

Autore: Massimo Prevete

Edito da: Self publishing

Genere: Young adult, distopico, urban fantasy

Formato: Cartaceo (brossura), digitale

Prezzo: 12.70€ cartaceo, 2.99€ digitale

Pagine: 238

Data di lancio: 11 dicembre 2019



Trama

Il morbo che aleggia su Chromium non vuole placarsi, e, anzi, imperversa sulla metropoli senza fare prigionieri. Le vittime aumentano, fino a estendere l'emergenza sanitaria alla periferia. Se in molti preferiscono gettare bandiera bianca, traslocando fuori città in preda al panico... Richard è di diverso parere. Celine ha contratto il sonno perpetuo che caratterizza gli altri pazienti. Richard non ha ricevuto sue notizie, dopo la fatidica serata alla Wonderland, e si ritira nel suo guscio solitario dopo aver appreso le condizioni in cui riversa la ragazza. Ma ci vuole poco affinché scopra che Celine è caduta preda di una minaccia ben più grande. Coinvolto suo malgrado in un disegno imprevedibile, Richard è chiamato a rispondere presente nel più bizzarro degli scenari. Rincorrendo le orme di colei che ha scombussolato il suo mondo, e di cui già non può fare a meno.

Questo libro l'ho apprezzato anche più del primo per diversi motivi. Abbiamo l'elemento fantasy e distopico molto più accentuato rispetto al precedente volume, il che per me non è mai un male. C'è più mistero e l'autore ha creato un universo alternativo, lo chiamo adesso così ma poi spiegherò meglio, che per me è risultato davvero azzeccato. Ero sempre incuriosita durante la lettura, volevo saperne di più di questo vestibolo delle anime e di come era stato immaginato. In più, ho trovato che lo stile di scrittura è migliorato, ma di questo ne parlerò nella sezione dello stile.
Cos'è successo quindi? Abbiamo lasciato i nostri protagonisti, Celine e Richard, dopo una giornata alla Wonderland in cui Celine dopo aver incontrato uno strano figuro cade addormentata proprio come sta succedendo a tanti altri a Chromium. Richard, insieme a Daen, cerca di scoprire attraverso le telecamere di sorveglianza chi sia questo personaggio con cui Celine ha parlato prima di cadere vittima del sonno. Ma la parte che ho trovato più interessante è stata proprio quella di Celine, che si risveglia nel vetsibolo delle anime. Ne esistono tanti altri di vestiboli, ognuno protetto dal proprio apostolo ed è lì che le anime delle persone addormentate sono cadute. Celine è andata lì di sua spontanea volontà perché ha tutta l'intenzione di ritrovare l'amica Saeki e trascinarla fuori. Ma oltre questo compito, l'apostolo che tramite lo specchio l'ha fatta cadere addormentata e portata lì, le affida una missione importante. Le racconta infatti che il motivo di tutte quelle anime intrappolate nei vestiboli è a causa di un altro apostolo che si sta ribellando e l'unico modo per fermarlo è rubargli l'artefatto con il quale intrappola le sue vittime. In più, deve trovare la chiave per uscire da lì, ma l'apostolo non sa darle alcuna informazione a riguardo. Celine viene quindi lasciata sola a vagare nel vestibolo, non avendo proprio alcuna idea di dove trovare la chiave e di come sia fatta, quando compare una ragazzina di quindici anni che ne dimostra molti di meno: Jade. Jade è un'anima rimasta anche lei intrappolata in quel vestibolo anche se non rivela mai a Celine come ha fatto a entrarci. Jade guiderà Celine durante il suo viaggio all'interno del vestibolo e cercherà di farle capire com'è che quel modo onirico sia fatto. Ecco, questi sono stati capitoli decisamente interessanti. Il vestibolo è formato dai grigi, i blu e i bianchi. I grigi non sono altro che elementi comuni, di poco interesse e che si trovano facilmente nel vestibolo e che lo rivestono. I blu sono elementi che rifuggono alla staticità e fanno immergere in un posto in cui tutto muta. Quelli pericolosi sono proprio i bianchi: sono delle deformazioni del vestibolo e non si sa cosa succede se qualcuno osasse passare attraverso. Vengono creati da anomalie come può essere il momento in cui un'anima viene catturata e compare nel vestibolo. Non rimangono lì per sempre: quando la loro energia si esaurisce ecco che scompaiono come se non fossero mai apparsi. Inoltre Celine dovrà confrontarsi con il fatto che all'interno del vestibolo il tempo passa diversamente che nel mondo reale. Per questo a un certo punto non riesce più a capire quanto tempo è passato, per quanto tempo ha provato a uscire da lì e tutto le sembra confuso. Fino a quando un grigio velato di bianco non la mette in contatto con la realtà per poco tempo.

Personaggi

Richard Neumann è alla disperata ricerca dell'uomo che Celine ha incontrato prima di cadere vittima del sonno. Si fa aiutare non tanto da Daen, quanto da Amberle, sua sorella. Quello che lo sconvolge di Amberle, che vuole farsi chiamare Saffron, è di come sia cambiata una volta che le viene presentato il lavoro da fare, ovvero cercare l'uomo misterioso. Da timida e impacciata, Saffron è tutt'altro: loquace, sa quel che fa e procede dritta nel suo lavoro facendosi aiutare anche dai suoi colleghi. Richard non si dà pace: quando arrivano i primi riscontri di quell'uomo non si sa nulla, come se non esistesse. Ma è quando si addormenta che riesce a entrare in contatto con Celine, come se quel mondo onirico avesse esaudito, tramite un bianco, il desiderio della ragazza di rivederlo. Inizialmente Richard non crede né a quello che lei gli racconta né che quello sia reale. Per lui è soltanto un sogno, fino a quando la ragazza non lo invita a renderlo più reale di quanto non sia già. Per quanto questa scena mi sia piaciuta perché l'ho trovata anche stilisticamente ben realizzata non riesco ancora ad empatizzare con quello che provano i protagonisti per un motivo molto semplice, ovvero il loro legame di sangue. A meno che, e di questo mi sta venendo un po' il dubbio, i due non lo abbiano. Il che mi farebbe rivedere tutta quanta la scena e l'avanzamento della loro relazione che nel primo libro mi era piaciuta perché si era instaurato un rapporto di fiducia tra i due. Celine è la vera protagonista di questo secondo volume e come si è ben capito ho adorato le scene in cui c'era lei che vagava nel vestibolo. Ho trovato interessante non solo il suo approccio ma anche come si è mossa. Nel senso che, anche in una situazione di panico come potrebbe essere quella in cui lei si invischiata da sola, mantiene comunque il suo sangue freddo e il suo sarcasmo tanto che risponde a tono allo stesso apostolo. Inoltre, anche se sembra che stia perdendo tempo perché non riesce a trovare la chiave, in realtà Celine sta sperimentando molto in quel luogo, avvicinandosi anche ad elementi che potrebbero farla svanire nell'etere e quindi non farla risvegliare mai più.
Il personaggio che la guida, Jade, è molto particolare e mi è piaciuto leggere del suo passato anche se ancora non ci viene rivelato come mai quella ragazzina si trova lì. Ha passato un'infanzia terribile, a vagare per le strade con un senso di colpa. Non voleva infatti essere etichettata come colei che era rimasta a guardare mentre si consumava una tragedia. Continua però a non avere fortuna anche dopo che è stata accolta da una signora che le dimostra un poco di affetto materno. Ed è quando che Jade rimane ancora sola che non sappiamo più cosa le sia successo ma, come potrete benissimo immaginare, ne sono molto incuriosita.

Stile

Come detto all'inizio trovo lo stile dell'autore migliorato. Nella scorsa recensione avevo infatti scritto che l'autore tendeva ad essere prolisso, tuttavia non lo riscontro sempre come un problema dato che a me piace quel tipo di stile. Certamente bisognava tagliare qualche scena superflua, ma tutto sommato non mi disturbava. Trovo in questo caso che l'autore sia sempre prolisso ma molto di meno rispetto al primo volume anche perché ho notato che le scene in cui ripete più volte la stessa cosa sono diminuite e utilizza termini indispensabili ed essenziali. In più ci sono tantissimi dialoghi che come saprà chi mi segue da un po' adoro e che fanno in modo che la lettura scorra molto più fluida. Mi sono infatti trovata benissimo, i dialoghi li ho trovati realistici, alcuni mi hanno fatto spuntare un sorriso e ho apprezzato quelli tra Celine e Jade perché avevano una doppia funzione. Tramite i loro dialoghi ci veniva anche mostrato come funziona un vestibolo e quindi si è usato molto bene lo show don't tell dato che non c'è nulla di raccontato ma tutto ci appare vivido nella nostra mente. Il che la reputo una cosa difficile da realizzare, ovvero mostrarci un nuovo mondo senza scadere nel raccontato. Credo che l'autore ci sia riuscito quindi premio questo libro con il massimo del punteggio.


 

Nessun commento:

Posta un commento