venerdì 22 gennaio 2021

Recensione: 'Anathema' di Chiara Kiki Effe

 Oggi voglio parlarvi di una novella uscita da poco di Chiara Kiki Effe, 'Anathema'! Buona lettura.


Titolo: Anathema

Autrice: Chiara Kiki Effe

Edito da: Self Publishing

Genere: Fantasy paranormale

Formato: Cartaceo & digitale

Prezzo: 0,89€ digitale, 6,00€ cartaceo




Trama

"Da tempo vividi sogni riempivano le sue notti e si ripresentavano nei momenti più impensati, scaraventandola in un luogo tanto sconosciuto quanto tremendamente familiare.
Così reali, quei sogni: il verde cangiante dei bambù, il profumo del sottobosco umido, la limpidezza del cielo, e quel bambino che lei stessa, bambina, sentiva d’amare con tutto il cuore.
Ma chi era, lui?
E chi era, Kichi?”

Madeleine Lee Mori è una guida turistica, vive a Parigi, e divide l'appartamento con Hime Yuki.
Solo nei suoi sogni, però, prova sentimenti che la vita reale non riesce a darle.
Ma qualcosa sta cambiando. Memorie sopite, dimenticate, premono per venire fuori.
La verità deve essere svelata.

Ho letto questa novella in un intero pomeriggio, ma anche se è stata breve, devo dire che è stata talmente intensa che ho continuato a leggere perché volevo proprio scoprire che cosa sarebbe accaduto. Madeleine Lee Mori è una ragazza che sta per compiere trent'anni, vive a Parigi insieme alla sua gatta Hime Yuki e fa la guida turistica. Ha avuto una storia con Pierre, talmente innamorato di lei che ha lasciato la moglie, ma per Madeleine non c'è altro se non attrazione fisica. Pierre la fa sentire protetta ma non lo ama e su questo punto è onesta e diretta. Non ricopre Pierre di false speranze, è lui che proprio non riesce a starle distante. Madeleine però si ritrova in un punto in cui, a quasi trent'anni, non è mai riuscita ad avere una relazione seria, mai una volta che si sia innamorata sul serio. Le cose iniziano a diventare strane quando comincia a sognare alcune scene che le ricordano qualcosa, come se appunto non fossero semplici sogni, ma qualcosa di più. Forse qualcosa che ha dimenticato. In questi sogni, oltre a una bambina di nome Kichi, c'è anche Kyoden, un ragazzo bellissimo con cui ha rapporti che le sembrano perfettamente reali. Ben presto, non riuscirà a pensare ad altro che a quel bel ragazzo che sogna. Mentre è così avvilita, legge anche il libro, ritrovato per caso, della leggenda del gatto vampiro. A questo punto infatti la narrazione cambia, e leggiamo davvero le pagine del libro, una scelta che io adoro sempre perché mi fa entrare di più nel ritmo della narrazione e a immedesimarmi con il personaggio. Quando Madeleine incontrerà -senza la sua volontà!- Daisuke Kimura ecco che finalmente tutti i tasselli del puzzle andranno al loro posto.
Un'altra cosa che mi è piaciuta di questa novella è il fatto che ci sia una bella influenza giapponese, che come sa chi mi conosce, io ne sono sempre stata affascinata. Questo particolare mi ha resa ancora più curiosa di sapere di più riguardo la leggenda del gatto vampiro e volevo vedere come l'autrice avrebbe unito questi due particolari, il background giapponese e i vampiri.
Mi è piaciuto moltissimo leggere la storia di Hamori e della principessa Tamiko, alla fine non sapevo bene a chi delle due affezionarmi di più, perché se da una parte comprendevo perfettamente come si sentiva Tamiko, dall'altra è anche vero che Hamori non ne avesse alcuna colpa.

Personaggi

Madeleine è una ragazza che si ritrova in un punto della vita di cui non sa bene cosa fare. Ha un lavoro, è vero, che le piace e rende soddisfatti i turisti, ma vive da sola, rimasta senza padre e con la madre lontana che comunque sente spesso ma vede poco. La realtà con la fantasia comincerà a mescolarsi: pensa di essere già stata a una festa dove ha incontrato Kyoden, la leggenda del gatto vampiro non le sembra una storia qualsiasi ed è come se qualcosa in lei si stesse smuovendo, solo che non sa cosa. Madeleine mi è sembrato un personaggio molto con la testa sulle spalle. Anche se è una sognatrice -in tutti i sensi- anche se è una persona molto fantasiosa, inizialmente discerne molto bene ciò che è reale e cosa no. Per questo è confusa e non riesce a capire cosa le sta succedendo.
Quando viene portata davanti a Daisuke Kimura acquista un buon sangue freddo: certo alcuni suoi comportamenti così sicuri poi li ho compresi meglio, ma allo stesso tempo, quando non sapeva chi fosse, è rimasta controllata e quasi sicura di sé, anche se la situazione poteva finire male. Per un momento ho quasi pensato che avrebbe distrutto una tazza di porcellana per nasconderne un pezzo tagliente mentre controllava quella stanza!
Kyoden compare relativamente poco ma già in quelle scene si riesce a percepire il legame profondo che lo lega a Madeleine. E non è soltanto per la leggenda e la maledizione. Anche il 'rito' che Madeleine e Kyoden devono compiere non è semplicemente un rito al quale sono obbligati, anche perché, altrimenti, Madeleine non avrebbe mai accettato. Mi è piaciuto questo loro legame, che è andato oltre il tempo, lo spazio che li divideva, oltre qualsiasi maledizione. Ho adorato la parte in cui Madeleine capisce che quando qualcuno è destinato a un'altra persona può essere appunto soltanto quella, e non importa quanta distanza e quante persone possono mettersi di mezzo. Nemmeno gli anatemi.
Come dicevo prima, altri due personaggi che mi sono piaciuti sono state la principessa Tamiko e Hamori, secondo me entrambe senza alcuna vera colpa. Posso capire come si sia sentita Hamori, ormai innamorata e che comunque doveva obbedire, e posso capire anche come si sia sentita Tamiko che in quanto principessa si è sentita oltraggiata. Ha abbassato la testa molte volte, ha permesso anche molti incontri, ma alla fine c'è un limite per tutto. 

Stile

Stile fluido, ottimo show don' tell che mi ha fatto davvero sentire il profumo dei fiori di loto. Il climax si mantiene sempre molto alto e infatti non c'è stato un singolo capitolo che mi abbia annoiata.
Ho apprezzato, come detto prima, l'intervallo di narrazione con la leggenda del gatto vampiro che ha permesso un ottimo full immersion nella storia e mi ha aiutata a capire bene gli elementi e a ricollegarli mentre raggiungevo il finale. Non ho trovato errori né di battitura né di ortografia.
Detto questo, premio il romanzo con il massimo del punteggio.


 

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