domenica 20 giugno 2021

[Segnalazione] 'Khatru' di Riccardo Pro

 Buona domenica a tutti!
Oggi voglio segnalarvi il romanzo 'Khatru' di Riccardo Pro, edito da Eretica Edizioni e candidato al premio Campiello 2021. Nel testo gentilmente inviato dall'autore che troverete qui sotto, oltre alla trama, troverete anche un commento del Comitato di Lettura del Premio Calvino 2020 e il giudizio di tre autori.
Buona lettura!


Titolo: Khatru

Autore: Riccardo Pro

Edito da: Eretica Edizioni

Genere: Narrativa storica

Prezzo: 15,20€





Anno 1638: in una bolla di sopravvivenza, mistero, meraviglia e terrore, una temeraria spedizione nell’immensa foresta siberiana diventa esplorazione di spazi della mente, e la cupida ricerca di tesori e ricchezze rivelerà una dimensione da incubo

 1638. Michail Fëdorovič, primo zar Romanov, invia una spedizione a esplorare un’area remota e ancora vergine della Siberia lungo il fiume Vilyuy. Il romanzo segue la storia avventurosa e drammatica di questo gruppo di temerari, attraverso le voci alternate di due personaggi molto diversi, Simon Dejnev – un giovane riflessivo tenente della guardia, l’uomo che dieci anni dopo scoprirà il passaggio tra Artico e Pacifico – e l’irrequieto e vitalissimo capitano cosacco Aleksander/Sasho Hovorov, brutale ma colto, avido ma capace di insospettate introspezioni e speculazioni. A comandare la spedizione è il colonnello di cavalleria russo Pavel Majtakov, e ne fanno parte – oltre alle voci narranti – il medico veneziano di origine ebrea David Cornaro, il naturalista francese Henri de la Palme conte di Deville, il cartografo siriano Bassam ibn-Tahit inviato dal sultano Murad IV, la guida/interprete evenka Mevan, più alcuni russi, cosacchi, tartari, yakuti e un mongolo. Fin dall’inizio il viaggio si preannuncia difficilissimo. Addentrandosi nel territorio, forti di invenzioni moderne come il cannocchiale ma alla deriva di un mondo arcaico ed estremo, febbricitante di sogni, visioni edesperienze sciamaniche, i Nostri trovano aree commercialmente ricchissime (animali dalla pelliccia pregiata, giacimenti minerari), ma anche pericoli in quantità. Rabbrividiscono all’apparire di ombre minacciose all’incerto confine tra realtà esterne e tutte interiori. Un romanzo che non pretende di dare risposte ma pone senz'altro molte domande sulla forza invisibile che condiziona i destini, sullo sfondo di un paesaggiograndioso e fluido, quasi possedesse una sua volontà. Khatru è anche un'occasione per dipingere un affresco delle pulsioni e passioni degli uomini del Seicento, la cui temerarietà e cupidigia li immerge in una dimensione di sopravvivenza, di mistero, di meraviglia e di terrore. Uomini i cui limiti non sono dissimili da quelli degli uomini di oggi, incastrati in una realtà di difficile comprensione ma costretti, loro malgrado, ad esplorare gli spazi della mente, a compiere atti contrari alla loro natura, a vivere e sopravvivere con coraggio e con alterne fortune. Il volume si compone di 190 pagine. È diviso in dieci capitoli ed un epilogo, raccolti in tre parti. Una semplice intestazione all’inizio dei paragrafi indica ogni passaggio di voce narrante all’interno dei capitoli. La narrazione è preceduta da una breve introduzione al quadro storico e da una epistola inviata da uno dei personaggi alla sua consorte. 

 


Uno dei due protagonisti è un personaggio storico realmente esistito, l’esploratore russo Semen (Simon) Ivanovitch Dejnev (1608?-1673), che nel 1648 aveva scoperto il passaggio fra l’Artico e il Pacifico (75 anni prima del danese Vitus Bering che diede quindi il suo nome allo stretto che separa l'Asia dall'America del nord, pur non essendone il legittimo ‘scopritore’). Gli altri personaggi, frutto della mia immaginazione, animano una narrazione certamente romanzata ma collocata, con il massimo grado di perizia di cui sono stato capace, nel contesto delle spedizioni di esplorazione di quel preciso decennio del XVII secolo. La motivazione che mi ha spinto a realizzare quest’opera è duplice: da una parte l’interesse per l’avventura straordinaria, capace di generare grandi storie destinate ad illuminare i vivi, più che venerare i morti. Dall’altra la mia grande passione per la Storia, che fornisce le lezioni più importanti, che costituisce lo sfondo delle nostre vite e di quelli che hanno vissuto prima di noi: il Seicento era il secolo ideale per essere coinvolti in imprese del genere narrato in Khatru, strane bolle privilegiate che a volte dispensavano meraviglie e ricchezze ma più spesso rivelavano dimensioni da incubo. C’è una arbitrarietà nelle cose del mondo che va ancora indagata. L’uomo è molto più di quello che crede di essere; la natura è molto più di ciò che essa manifesta ai nostri occhi. Questa ricerca è ciò che più interessa anche me, che sono immerso come tutti, soprattutto come i due protagonisti narratori, Simon e Aleksander, nella corrente inquieta e magmatica dei ‘cercatori di verità’

 Estratto della scheda del Comitato di lettura del Premio Calvino, XXXIII edizione

 Il romanzo, va detto subito, è di grande fascino, la storia molto interessante e i personaggi felicemente costruiti. L’autore offre alla vicenda un registro narrativo nel complesso congruo e l’efficacia è buona. La suggestione “extraterrestre” delle strane cupole è giustamente lasciata fuori dal tessuto narrativo. L’ingresso del lettore nel concreto della vicenda resta un po’ pacato ma più avanti le descrizioni sono assai equilibrate e il ritmo “prende” assai di più. 

 Seguono i commenti di alcuni autori che hanno letto l’opera:  

Massimo Roscia, autore di La strage dei congiuntivi (Exòrma, 2014), Di grammatica non si muore (Sperling & Kupfer 2016), Peste e Corna. Come disintossicarsi da luoghi comuni, frasi fatte e compagnia bella (Sperling & Kupfer 2018): "Nel romanzo di Riccardo Pro funziona tutto: idea, plot, organizzazione dei contenuti, ritmo narrativo, stile, morfosintassi. Avvincente la storia, l’ambientazione, la descrizione dei luoghi e degli oggetti, e la concatenazione degli eventi così ben dispiegata da parte di un esordiente. Pro è molto bravo a dare vita ai suoi personaggi, manifestandone con originalità indole, carattere e sentimenti. Il tono è molto coerente con il registro e con la narrazione odeporica sviluppata sotto forma di diario. Ottimo debutto."

Stefano Solventi, autore della Prefazione al romanzo e autore di La meccanica delle ombre (Cicorivolta, 2015) e Nastri. Una favola post-rock (Eretica, 2017): "Riccardo Pro è abilissimo a far serpeggiare l'azione nel corpo cavernoso della Storia (la prima metà del '600), modulando la tensione tra personaggi vividi, che definisce radicandoli nel loro tempo e sottoponendoli a una costante pulsione introspettiva. Tragedia e ambizione procedono intrecciate in una natura così inospitale che assume aspetti quasi lovecraftiani, tra villaggi dimenticati da dio, incursioni di predatori, malattie insidiose e una inquietante, sensuale ragazza cieca. L'io narrante si alterna tra i due antagonisti dando vita a un contrappunto serrato tra avidità e vendetta, fedeltà alla causa e mancanza di scrupoli. Se Pro è attento a regolare il registro della narrazione sulla "voce" di turno, è il linguaggio - con quella mediazione intrigante tra antico e contemporaneo - a rappresentare il valore aggiunto di un romanzo potente e insolito"

Massimo Padalino, autore di Capossela. Il ballo di San Vinicio (Arcana 2013), Space is the Place. Storie di spazio, storie di spazi (Meridiano Zero 2016), Il gioco (Meridiano Zero 2016): "La scrittura di Riccardo Pro, nel suo romanzo d'esordio, KHATRU, riesce ad essere al contempo chirurgica e potente. Chirurgica, perché non incappa mai in alcuna sbavatura e si mantiene sempre controllata. Potente, perché riesce a intrecciare una trama complessa e avvincente in una ambientazione romanzesca storica in cui Pro si trova molto a suo agio. La sua è una abilità non da poco." 

Riccardo Pro (Roma, 3 Aprile 1970) è un polistrumentista, autore e cantante italiano. Ideatore della rassegna musicale Odori Sotterranei (1990-2000), è considerato uno dei fondatori della scena indie-rock dell’area di Frosinone. Con formazioni diverse, ha pubblicato sette album ed ha composto più di cento brani con relativi testi in italiano, inglese e francese. E’ attualmente leader della formazione Samsa Dilemma. Con una laurea in Scienze Politiche, un’abilitazione all’insegnamento di discipline giuridiche ed economiche, una esperienza in fanteria con il grado di sotto-tenente, una patente di mediatore interculturale ed una decennale esperienza in project management nel settore della ricerca scientifica, vive con la sua famiglia in provincia di Trento dal 2007. Il suo blog è: https://samsadilemma.com/blog/

venerdì 18 giugno 2021

[Segnalazione] 'S. Holmes e il mistero della mummia' di Cinzia Giorgio

 Esce oggi il romanzo di Cinzia Giorgio illustrato da Lilith Chevalier, 'S. Holmes e il mistero della mummia' edito da The Pink Factory Publishing! Di seguito tutte le informazioni.

 

Titolo: S. Holmes e il mistero della mummia

Autrice: Cinzia Giorgio

Illustrazioni: Lilith Chevalier

Edito da: The Pink Factory Publishing

Collana: Red Riding Hood

Genere: Narrativa per ragazzi

Formato: Ebook & cartaceo

Data di lancio: 18 giugno 2021


Trama

 Sidney Holmes, pronipote del grande investigatore Sherlock, ha appena ereditato la casa del prozio al 221B di Baker Street. Mettendo ordine nella soffitta, il ragazzo trova per caso un vecchio baule appartenuto a Sherlock. Intanto, suo padre Nigel è alle prese con un’inquietante mummia egizia appena arrivata al British Museum. Sideny e il suo migliore amico e compagno di studi, Andrew Morris, accorrono in aiuto dello studioso e conoscono Jane Watson, che lavora sulla mummia con un famoso paleopatologo. Tra direttori di museo vanesi, omicidi, fantasmi illustri, apparizioni sinistre e mummie sussurranti, Sidney avrà più di un grattacapo: chi ha ucciso Willy, il custode del museo? Chi ha rubato il papiro con la maledizione della mummia? Chi si nasconde dietro agli inquietanti rumori che sembrano provenire dal sarcofago? E soprattutto, dov'è finito il diamante di cui parla il papiro?


mercoledì 16 giugno 2021

Recensione: 'James Biancospino e i giorni dell'ardesia' di Simone Chialchia

 Eccoci qui con la recensione del secondo volume di Simone Chialchia, 'James Biancospino e i giorni dell'ardesia'! Se vi siete persi la recensione del primo volume potete recuperarla cliccando qui!


 

Titolo: James Biancospino e i giorni dell'ardesia

Autore: Simone Chialchia

Edito da: Aporema Edizioni

Genere: Urban Fantasy

Formato: Cartaceo & digitale

Prezzo: 15,10€ cartaceo, 3,00€ digitale



Trama

 Dopo le mirabolanti avventure affrontate nel sedicesimo secolo, James Biancospino torna al presente ed è di nuovo costretto a destreggiarsi nell’eterna guerra tra la setta della Confraternita della Luce e quella degli Oscuri. Tra duelli mozzafiato, affetti contrastati ed estenuanti iniziazioni, l’epopea del protagonista si snoda attraverso tre continenti, alla ricerca dell’arcano potere nascosto nell’ardesia, l’unico che sembra in grado di risolvere in modo definitivo le sorti del conflitto.

Siamo arrivati al secondo volume e devo dire che molti misteri sono stati svelati. Alcuni di questi misteri, come l'identità di James, il motivo del suo nome inglese e il suo cognome italiano che tanto mi avevano dato da pensare allo scorso libro, sono venuti a galla con dei colpi di scena che non vedevo l'ora di scoprire. Diciamo che su questa parte non ci avevo totalmente azzeccato con le mie deduzioni quindi è stato un momento veramente interessante da leggere. Ma andiamo con ordine.
Questo romanzo lo potrei dividere a metà: nel senso che da una parte abbiamo il lungo allenamento del nostro protagonista che impara quindi per bene a utilizzare le pietre - anche se molti potrebbero definirlo avvantaggiato negli allenamenti considerando tutto ciò che ha fatto nel primo volume, tanto da vederlo come il prescelto - e la seconda parte dedicata allo svelamento di tutte quelle informazioni che tanto avevamo bramato di conoscere. Un momento in cui James si mette a confronto, scopre se stesso, il suo passato, il suo compito e deve quindi interfacciarsi con una realtà completamente nuova per lui tale da scombussolarlo, giustamente, oserei aggiungere.

Già nella scorsa recensione avevo fatto caso al cambiamento di James, da persona annoiata a persona che si mette in mezzo, che vuole dare una mano, molto spesso mettendosi nei guai. Era una trasformazione giusta e coerente, di un ragazzo che aveva soltanto bisogno di essere spronato. In questo romanzo partiamo quindi con un James che sa già cosa è in grado di fare, che si sente anche abbastanza sconvolto quando torna nel suo periodo, ma quando tutti i pezzi si incastrano, ecco che riprende coscienza di sé e sa come deve comportarsi. Ma avrà davanti due ostacoli: uno come già detto, quello di scoprire cose che gli erano state a lungo taciute, anche da parte della madre, e l'altra è fare i conti con persone che da tempo si stanno allenando all'utilizzo delle pietre e alle regole imposte, regole che sinceramente non pensava fossero così rigide ma che decide comunque di accettare di sua spontanea volontà. E anche il confrontrasi con i maestri, come Evans, il suo coach non proprio alla mano e che non vede l'ora di vederlo commettere un errore.

Nella prima parte del romanzo James conosce una parte della sua realtà completamente nuova e decide di dare il meglio di se stesso in questi allenamenti, supportato anche da Scarlet con la quale definisce per bene la sua relazione iniziata nel precedente volume. Animato dai suoi vecchi amici e da nuovi propositi, James imparerà a destreggiarsi in quello che è un mondo a lui sconosciuto e forse non proprio così perfetto come avevano voluto fargli credere. La lotta che è destinato a combattere ha certamente motivi onesti e rispettosi, ma coloro che tendono le corde di tutto il teatrino non sono poi così benigni.
Dovrà infatti rapportarsi con dei superiori come Clayton Wellington, maestro che insegna i poteri nascosti delle pietre, Wilburn lo stregone della confraternita e rincontrare altre vecchie conoscenze, alcune delle quali decisamente pericolose.
Dopo il tradimento che hanno dovuto tutti subire nel primo libro, ora sono più accorti che mai, specialmente James che sotto questo punto di vista è maturato ancora di più. Come se quasi non esistesse il ragazzino annoiato che porta a passeggio il suo cane come era all'inizio.

Alla fine di questi allenamenti, James deve prendere una decisione, anche se il suo desiderio sarà quello di diventare ricercatore ostacolato dal suo coach Evans. Lì ha capito che le regole sono dure, lo ha potuto constatare vedendo cosa è successo a Liam o a chiunque ha osato ribellarsi decidendo di sfidare un suo superiore. Ho trovato questa una parte molto introspettiva, che ha preparato James per la parte finale del romanzo che ho considerato più dinamica. Per quanto infatti l'inizio sia stato doveroso per darci le informazioni appropriate, ho comunque preferito l'ultima parte, che mi ha dato azione e la scoperta di ciò che mi incuriosiva.

Tuttavia non ci sono infodump, scene estremamente descrittive che quindi rallentano l'andamento di un capitolo. Sono tutte parti fondamentali e necessarie e l'autore ha svolto davvero un buon lavoro dato che in molte occasioni c'era effettivamente il problema di poter cadere in uno di questi errori, ma devo dire che le scene si sono intervallate nella maniera giusta e accompagnano il lettore centellinando ogni tanto le informazioni fino al finale, come giusto che sia.

Come sempre ho adorato l'utilizzo delle pietre, adoro proprio l'idea di fondo che ha avuto l'autore e non potevo esserne più attratta di così dato che non solo amo le pietre ma anche i pianeti a loro correlati.
L'ambientazione l'ho trovata decisamente diversa da quello del primo volume, anche più cupa sotto certi aspetti e questo per me non può che esserne un fattore positivo. Ci sono troppe nuove problematiche che il nostro protagonista deve affrontare, anche perché non dimentichiamo il fatto che alla fin fine James non ha voluto niente di tutto ciò. Certo, lo ha accettato, ha affrontato stavolta di sua volontà quello che gli hanno detto di fare, quando invece nel primo volume ci si è ritrovato completamente dentro, ma sempre che ha scoperto un qualcosa che pensava non esistesse e che non lo riguardasse. Probabilmente era ciò che serviva alla sua vita, ma questo è stato un viaggio che lo ha portato a scoprire aspetti difficili da accettare, ma che, ragionandoci, aveva diritto di sapere.

Anche questa volta vi consiglio assolutamente questo romanzo e se avete perso il primo, recuperatelo subito!