Buona domenica a tutti!
Oggi voglio segnalarvi il romanzo 'Khatru' di Riccardo Pro, edito da Eretica Edizioni e candidato al premio Campiello 2021. Nel testo gentilmente inviato dall'autore che troverete qui sotto, oltre alla trama, troverete anche un commento del Comitato di Lettura del Premio Calvino 2020 e il giudizio di tre autori.
Buona lettura!
Titolo: Khatru
Autore: Riccardo Pro
Edito da: Eretica Edizioni
Genere: Narrativa storica
Prezzo: 15,20€
Anno 1638: in una bolla di sopravvivenza, mistero, meraviglia e terrore, una temeraria spedizione nell’immensa foresta siberiana diventa esplorazione di spazi della mente, e la cupida ricerca di tesori e ricchezze rivelerà una dimensione da incubo
1638. Michail Fëdorovič, primo zar Romanov, invia una spedizione a esplorare un’area remota e ancora vergine della Siberia lungo il fiume Vilyuy. Il romanzo segue la storia avventurosa e drammatica di questo gruppo di temerari, attraverso le voci alternate di due personaggi molto diversi, Simon Dejnev – un giovane riflessivo tenente della guardia, l’uomo che dieci anni dopo scoprirà il passaggio tra Artico e Pacifico – e l’irrequieto e vitalissimo capitano cosacco Aleksander/Sasho Hovorov, brutale ma colto, avido ma capace di insospettate introspezioni e speculazioni. A comandare la spedizione è il colonnello di cavalleria russo Pavel Majtakov, e ne fanno parte – oltre alle voci narranti – il medico veneziano di origine ebrea David Cornaro, il naturalista francese Henri de la Palme conte di Deville, il cartografo siriano Bassam ibn-Tahit inviato dal sultano Murad IV, la guida/interprete evenka Mevan, più alcuni russi, cosacchi, tartari, yakuti e un mongolo. Fin dall’inizio il viaggio si preannuncia difficilissimo. Addentrandosi nel territorio, forti di invenzioni moderne come il cannocchiale ma alla deriva di un mondo arcaico ed estremo, febbricitante di sogni, visioni edesperienze sciamaniche, i Nostri trovano aree commercialmente ricchissime (animali dalla pelliccia pregiata, giacimenti minerari), ma anche pericoli in quantità. Rabbrividiscono all’apparire di ombre minacciose all’incerto confine tra realtà esterne e tutte interiori. Un romanzo che non pretende di dare risposte ma pone senz'altro molte domande sulla forza invisibile che condiziona i destini, sullo sfondo di un paesaggiograndioso e fluido, quasi possedesse una sua volontà. Khatru è anche un'occasione per dipingere un affresco delle pulsioni e passioni degli uomini del Seicento, la cui temerarietà e cupidigia li immerge in una dimensione di sopravvivenza, di mistero, di meraviglia e di terrore. Uomini i cui limiti non sono dissimili da quelli degli uomini di oggi, incastrati in una realtà di difficile comprensione ma costretti, loro malgrado, ad esplorare gli spazi della mente, a compiere atti contrari alla loro natura, a vivere e sopravvivere con coraggio e con alterne fortune. Il volume si compone di 190 pagine. È diviso in dieci capitoli ed un epilogo, raccolti in tre parti. Una semplice intestazione all’inizio dei paragrafi indica ogni passaggio di voce narrante all’interno dei capitoli. La narrazione è preceduta da una breve introduzione al quadro storico e da una epistola inviata da uno dei personaggi alla sua consorte.
Uno dei due protagonisti è un personaggio storico realmente esistito, l’esploratore russo Semen (Simon) Ivanovitch Dejnev (1608?-1673), che nel 1648 aveva scoperto il passaggio fra l’Artico e il Pacifico (75 anni prima del danese Vitus Bering che diede quindi il suo nome allo stretto che separa l'Asia dall'America del nord, pur non essendone il legittimo ‘scopritore’). Gli altri personaggi, frutto della mia immaginazione, animano una narrazione certamente romanzata ma collocata, con il massimo grado di perizia di cui sono stato capace, nel contesto delle spedizioni di esplorazione di quel preciso decennio del XVII secolo. La motivazione che mi ha spinto a realizzare quest’opera è duplice: da una parte l’interesse per l’avventura straordinaria, capace di generare grandi storie destinate ad illuminare i vivi, più che venerare i morti. Dall’altra la mia grande passione per la Storia, che fornisce le lezioni più importanti, che costituisce lo sfondo delle nostre vite e di quelli che hanno vissuto prima di noi: il Seicento era il secolo ideale per essere coinvolti in imprese del genere narrato in Khatru, strane bolle privilegiate che a volte dispensavano meraviglie e ricchezze ma più spesso rivelavano dimensioni da incubo. C’è una arbitrarietà nelle cose del mondo che va ancora indagata. L’uomo è molto più di quello che crede di essere; la natura è molto più di ciò che essa manifesta ai nostri occhi. Questa ricerca è ciò che più interessa anche me, che sono immerso come tutti, soprattutto come i due protagonisti narratori, Simon e Aleksander, nella corrente inquieta e magmatica dei ‘cercatori di verità’
Estratto della scheda del Comitato di lettura del Premio Calvino, XXXIII edizione:
Il romanzo, va detto subito, è di grande fascino, la storia molto interessante e i personaggi felicemente costruiti. L’autore offre alla vicenda un registro narrativo nel complesso congruo e l’efficacia è buona. La suggestione “extraterrestre” delle strane cupole è giustamente lasciata fuori dal tessuto narrativo. L’ingresso del lettore nel concreto della vicenda resta un po’ pacato ma più avanti le descrizioni sono assai equilibrate e il ritmo “prende” assai di più.
Seguono i commenti di alcuni autori che hanno letto l’opera:
Massimo Roscia, autore di La strage dei congiuntivi (Exòrma, 2014), Di grammatica non si muore (Sperling & Kupfer 2016), Peste e Corna. Come disintossicarsi da luoghi comuni, frasi fatte e compagnia bella (Sperling & Kupfer 2018): "Nel romanzo di Riccardo Pro funziona tutto: idea, plot, organizzazione dei contenuti, ritmo narrativo, stile, morfosintassi. Avvincente la storia, l’ambientazione, la descrizione dei luoghi e degli oggetti, e la concatenazione degli eventi così ben dispiegata da parte di un esordiente. Pro è molto bravo a dare vita ai suoi personaggi, manifestandone con originalità indole, carattere e sentimenti. Il tono è molto coerente con il registro e con la narrazione odeporica sviluppata sotto forma di diario. Ottimo debutto."
Stefano Solventi, autore della Prefazione al romanzo e autore di La meccanica delle ombre (Cicorivolta, 2015) e Nastri. Una favola post-rock (Eretica, 2017): "Riccardo Pro è abilissimo a far serpeggiare l'azione nel corpo cavernoso della Storia (la prima metà del '600), modulando la tensione tra personaggi vividi, che definisce radicandoli nel loro tempo e sottoponendoli a una costante pulsione introspettiva. Tragedia e ambizione procedono intrecciate in una natura così inospitale che assume aspetti quasi lovecraftiani, tra villaggi dimenticati da dio, incursioni di predatori, malattie insidiose e una inquietante, sensuale ragazza cieca. L'io narrante si alterna tra i due antagonisti dando vita a un contrappunto serrato tra avidità e vendetta, fedeltà alla causa e mancanza di scrupoli. Se Pro è attento a regolare il registro della narrazione sulla "voce" di turno, è il linguaggio - con quella mediazione intrigante tra antico e contemporaneo - a rappresentare il valore aggiunto di un romanzo potente e insolito"
Massimo Padalino, autore di Capossela. Il ballo di San Vinicio (Arcana 2013), Space is the Place. Storie di spazio, storie di spazi (Meridiano Zero 2016), Il gioco (Meridiano Zero 2016): "La scrittura di Riccardo Pro, nel suo romanzo d'esordio, KHATRU, riesce ad essere al contempo chirurgica e potente. Chirurgica, perché non incappa mai in alcuna sbavatura e si mantiene sempre controllata. Potente, perché riesce a intrecciare una trama complessa e avvincente in una ambientazione romanzesca storica in cui Pro si trova molto a suo agio. La sua è una abilità non da poco."
Riccardo Pro (Roma, 3 Aprile 1970) è un polistrumentista, autore e cantante italiano. Ideatore della rassegna musicale Odori Sotterranei (1990-2000), è considerato uno dei fondatori della scena indie-rock dell’area di Frosinone. Con formazioni diverse, ha pubblicato sette album ed ha composto più di cento brani con relativi testi in italiano, inglese e francese. E’ attualmente leader della formazione Samsa Dilemma. Con una laurea in Scienze Politiche, un’abilitazione all’insegnamento di discipline giuridiche ed economiche, una esperienza in fanteria con il grado di sotto-tenente, una patente di mediatore interculturale ed una decennale esperienza in project management nel settore della ricerca scientifica, vive con la sua famiglia in provincia di Trento dal 2007. Il suo blog è: https://samsadilemma.com/blog/