Eccomi qui nel recensire un altro romanzo della nostra bravissima Elisa Averna che ringrazio tanto per avermelo inviato in cartaceo. Buona lettura!
Titolo: Chiodi di ghiaccio
Autrice: Elisa Averna
Edito da: Bertoni Editore
Genere: Narrativa contemporanea
Formato: Cartaceo (brossura)
Prezzo: 19,50€
Pagine: 516
Trama
ll romanzo, drammatico dalle sfumature noir, è ambientato tra Roma e Londra dal 1998 al 2010 e raccontato in prima persona dalla protagonista in forma di diario posteriore agli eventi. Soleandra, giovane disoccupata, si scopre sosia di Sara, sua quasi coetanea da poco tragicamente deceduta. Tra uno slancio di generosità, il bisogno di lavorare e l’attrazione per un affascinante amico della famiglia di Sara, Soleandra si lascia coinvolgere nel rischioso gioco di accettare il ruolo di Sara, che parenti e amici decidono di inscenare per preparare l’ancora ignara nonna alla scomparsa della nipote. Ipersensibile e granitica nelle sue scelte, Soleandra sarà risucchiata in un vortice di conflitti interiori che la condurranno a una crisi identitaria. Chi ha rubato la vita a chi? Dalle rispettive oscurità, il “dialogo” tra le due donne s’infittisce. Soleandra cadrà in un labirinto di incubi, esasperato da una malattia degenerativa della vista che lei subirà come una punizione di Sara, ma che accetterà come catarsi. Trascorsi dodici anni dai fatti che hanno segnato profondamente la sua vita, Soleandra si rivolge a Sara nella trascrizione della loro vicenda, affinché entrambe trovino pace
Come ho già detto in un'altra recensione di Elisa Averna, possiamo considerare l'autrice una garanzia. Anche se questo romanzo è decisamente più lungo rispetto agli altri che vi ho portato, l'ho comunque letto in breve tempo per quanto ero rimasta inglobata nella storia. Quello che apprezzo in particolar modo, oltre lo stile scorrevole e chiaro, è che le sue trame sono sempre originali. Nulla di già letto, nulla di cui vi ho già parlato. Per questo nell'iniziare a leggere un libro di Elisa si ha la certezza assoluta che andremo a scoprire una storia diversa dalle altre. Ho notato quanto l'identità della protagonista sia davvero molto importante ed emerge infatti in ogni libro dell'autrice. C'è sempre infatti il nesso preponderante in cui si cerca la propria identità perché si è persa. La protagonista inizia quindi un vero percorso per ritrovarsi, perché è accaduto un qualcosa che le ha strappato l'anima e ora deve pian piano riprendere i pezzi della sua vita per farli combaciare di nuovo.
In questo romanzo la nostra protagonista è Soleandra, una ragazza in cerca di lavoro. Quando anche l'ultimo colloquio fissato sembra essere andato a monte, la ragazza si rifugia in una chiesa dove si sta tenendo un funerale. Ed è qui che tutto cambia per lei quando un'anziana donna le si avvicina scambiandola per sua nipote Sara. Viene quindi a sapere che quella Sara che tanto le somiglia è morta in un incidente e nessuno ha detto alla nonna della dipartita della nipote per non causarle una sofferenza incredibile. Dato che la famiglia ancora non sa come comportarsi, hanno detto ad Anna Maria, così si chiama la nonna, che la nipote è a Londra impegnata in un tour dato che è una violoncellista. La famiglia di Sara, di cui ha poco perso pure il padre che non ha retto a così tanto dolore, chiede a Soleandra di interpretare solo per tre giorni la parte di Sara e fare compagnia ad Anna Maria. Nel frattempo, loro cercheranno di trovare il coraggio di comunicare la triste notizia. Ma una recita iniziata solo per tre giorni è destinata ad allungarsi: Soleandra viene invitata da Lorenzo, coinquilino di Sara, ad andare a Londra per tre mesi per prendersi cura di Nora, una ragazzina irruenta con cui Sara aveva, con fatica, stretto amicizia. Soleandra accetta il lavoretto e nel mentre scrive lettere alla nonna fingendosi Sara. Ben presto però Soleandra entra in un tunnel dal quale non riesce più a scappare e il fantasma di Sara sembra governare le sue giornate. Si rende conto, infatti, che non è più lei a tirare le redini della propria vita, si sente quasi di fare uno sgarro imperdonabile a Sara, di averle rubato la vita o di vivere per lei. Le sembra di averle rubato la famiglia e anche Lorenzo, di cui si innamora. Inizia quindi un circolo vizioso dal quale Soleandra capisce che è ora di riprendere in mano la propria vita per quanto sarà doloroso.
Personaggi
Il romanzo è scritto in prima persona, attraverso il punto di vista di Soleandra che scrive un diario nel quale riporta tutti gli avvenimenti a Sara. Parla quindi con lei e con se stessa, le racconta di cosa le sta capitando nella 'sua' vita, come a volerla rendere partecipe fino al punto in cui avrebbe dovuto renderle la sua identità. Le pagine del libro sono infatti intervallate dalle date, che partono dal 1998 fino al 2010. In tutti quegli anni Soleandra riversa quindi le sue preoccupazioni e le sue ansie rispetto a quello che le sta per accadere. Ingannare Anna Maria però non è così arduo come le era sembrato: si affeziona davvero alla famiglia di Sara come se fosse la sua e cerca di aiutare la nonna ad affrontare la morte del figlio spingendola a dipingere ancora. Soleandra però non finge con tutti: se qualcuno la scambia per Sara quando è a Londra spiega sempre che non è lei. Questo mi ha fatto capire che per quanto abbia accettato è ancora ancorata alla sua vita e vuole cercare di trovare il suo posto. Così vedremo Soleandra alle prese con Nora, con Lorenzo, con Biagio e anche con la piccola Rossella. Ognuno di loro sarà decisivo per la sua volontà di riprendere in mano la sua vita, più di tutti Lorenzo di cui si è innamorata. Un amore ricambiato ed è anche un amore che le rimarrà impresso per sempre nella pelle. Tuttavia, Soleandra inizia dopo qualche anno a perdersi: non si sente più se stessa e quando scopre di avere una malatta irreversibile agli occhi non vuole che Lorenzo ne sia partecipe. Quella malattia che l'ha colpita la vede un po' come una punizione, come se la stessa Sara la stia punendo. E quella è una cosa che deve affrontare da sola, lontana da tutti, solamente fra le braccia di Biagio che l'ha aspettata per così tanti anni. Soleandra è davvero convinta di aver sbagliato e che tutto quello che le sta capitando è lo scotto da pagare per tutto ciò che ha combinato in quegli anni. Arriva al punto in cui davvero non ce la fa più. Mi è piaciuto davvero molto leggere della disperazione di Soleandra che si appella a Sara, perché l'ho trovata davvero una parte profonda e densa. Arriviamo al punto in cui anche noi lettori capiamo come si sta sentendo, a passare un'intera vita a rubare la vita di un'altra. E sarà soltanto quando lei accetterà se stessa in ogni sua sfaccettatura, quando inizierà a vedere i suoi problemi come quelli che identificano lei e soltanto lei che sarà pronta a fare il grande passo per riconquistare la sua vita.
Vorrei comunque parlare di Nora, personaggio che mi ha colpito tantissimo anche perché l'ho vista come una ragazza bisognosa di attenzioni in una maniera raggelante. Si comporta in quel modo irruente per cercare di attirare le attenzioni di genitori assenti, in particolar modo della madre, non importandosene di cosa le potrebbe capitare: alla fine la si può anche comprendere, essere eccessiva in tutto è un modo per lei di non cadere nell'oblio come lo è agli occhi della madre. E' un modo per lei di emergere. Se nessuno la nota, allora sarà lei stessa a farsi notare, non importa quanto questo le farà male. Quello che ho apprezzato di Nora è che un personaggio coerente: si affeziona alle persone, così come si affezionerà a Soleandra, ma sempre che il suo carattere aggressivo le rimane ancorato nell'anima e sarà difficile per lei sbarazzarsene dopo un'intera vita a giocare la parte in quel modo.
Lorenzo e Biagio sono gli uomini a cui Soleandra si aggrapperà e devo dire che in più di un'occasione sono rimasta dispiaciuta per Biagio, ho sempre avuto la sensazione che Soleandra non fosse mai stata sincera al cento per cento con lui. Lorenzo è quello che potremmo definire la sua anima gemella e i loro destini sono ormai irrevocabilmente intrecciati. Eppure Soleandra continua a vederlo come un uomo che non avrebbe dovuto appartenere alla sua vita. Ecco che il senso di colpa la porta a fare una scelta difficile.
Stile
Come vi ho scritto prima, il romanzo si presenta come le memorie che Soleandra scrive per Sara, raccontandole cosa le succede con il passare degli anni. Abbiamo uno stile accattivante, che davvero ti fa fremere perché vuoi sapere come andrà a finire e cosa deciderà di fare Soleandra con Anna Maria anche se poi, alla fine, è Anna Maria quella che mi ha sorpresa. Non ho trovato errori, né infodump, la tecnica del raccontare sotto forma di diario è una prerogativa che ho visto in tutti i libri finora letti dell'autrice e questo mi piace, mi sa tanto di suo 'marchio di fabbrica', un modo per riconoscerla.
Detto questo, premio il romanzo con il massimo del punteggio.