Buonasera a tutti!
Per il mese di aprile, sul gruppo di lettura 'Solo editoria non a pagamento' organizzato da Elisa Averna, stiamo leggendo 'Anime immonde' di Giuseppe Vivona. Io l'ho finito di leggere, quindi ecco a voi cosa ne penso.
Titolo: Anime immonde
Autore: Giuseppe Vivona
Edito da: Jack Edizioni
Genere: Thriller, paranormal
Formato: Digitale & cartaceo
Prezzo: 3,90€ digitale, 10,00€ cartaceo
Data di lancio: 23 aprile 2022
Pagine: 206
Trama
Un romanzo, tre storie: quella di un uomo in fuga da una vita
infelice e dalle sue responsabilità; quella di una donna misteriosa con
parenti ultrareligiosi e amicizie ambigue; quella di un commissario
acuto ma stronzo, insopportabile e, per questo, solo e isolato.
Tre
vite che si legano e si scontrano, sullo sfondo dei loro demoni
interiori e di quelli che arrivano da qualche altro luogo, fino alle
estreme conseguenze.
Una setta di esorcisti deviati, che conduce
esperimenti su uomini e donne posseduti, con l’obbiettivo non di
liberarli ma di controllare i fenomeni, e i demoni, per portare la “loro
Fede” alla vittoria.
Queste le vicende che si snodano fra la
Sardegna e la Lombardia, con la realtà di tutti i giorni a fare da
cartina tornasole, in un vortice di terrore, dolore, sangue e paura.
Un
racconto in cui ogni personaggio cerca una sua forma di redenzione,
nutre i suoi demoni e, piaccia o no, ha le sue buone ragioni.
Devo ammettere che appena ho comnciato a leggere questo romanzo, sin dai primi capitoli, mi sono resa conto di quanto mi sarebbe piaciuto. Il thriller è un genere che mi piace molto, ancora di più se condito con una bella spruzzata di horror/paranormal. Inizialmente non ero proprio convintissima che fosse anche paranormal, questo perché pensavo che alcune cose che il protagonista vedeva fossero frutto della sua allucinazione, ma più andavo avanti, più le cose diventavano chiare.
Di che parla innanzitutto questo romanzo? Alessio è un quarantenne ormai stufo della vita che conduce, e anche abbastanza depresso dopo il divorzio con la moglie per un tradimento di lei che non è mai riuscita ad ammettere ma neanche a negare. E' stufo anche del suo lavoro ed è proprio mentre è in attesa in uno studio medico che questa sua rabbia repressa viene fuori, picchiando dei pazienti in una maniera gravissima, che gli costa ovviamente delle denunce. Non volendo affrontare questo problema che ha causato decide di fare come nel 'Il fu Mattia Pascal', ovvero ha intenzione di scappare e cambiare identità. Quella che gli sembra una fantasia sciocca e irrealizzabile diviene ben presto realtà: si imbarca subito su un aereo per arrivare in Lombardia. Mentre è sull'aereo fa la conoscenza di Elena, che sembra incuriosita molto da ciò che ha da raccontare. Quando finalmente sbarcano, non avendo lui un posto dove andare, Elena gli offre un alloggio negli appartamenti di sua cugina che ora è assente e anche la promessa che grazie a un suo amico gli farà avere dei documenti falsi per iniziare in tutto e per tutto la sua nuova vita da fuggitivo.
Come potrete ben immaginare questo viaggio di Alessio avrà degli ostacoli, e non da poco. Saranno ostacoli che mineranno sia alla sua sanità mentale che a quella fisica, fra spargimenti di sangue, evocazioni di creature del male e storie di possessioni mai curate. A questo punto devo precisare che il romanzo si suddivide sotto tre punti vista: il primo che è quello di Alessio, il secondo che sarà di Elena e il terzo quello del commissario Marrone, che appunto indagherà su ciò che succederà in seguito.
Alessio l'ho trovato un tipo sia coraggioso che ingenuo. Ammetto che in effetti ci vuole un coraggio fuori dal normale per prendere tutto e scappare via. In molti lo pensano ma chi realmente va fino in fondo? Se io avessi commesso un crimine, per esempio, per quanto possa essere disperata la mia vita, non riuscirei a fare un salto nel buio del genere. Invece lui lo fa ed è determinato ad andare avanti, mandare al diavolo tutto e ottenere i documenti falsi. Allo stesso tempo però è parecchio ingenuo; e non perché tende a fidarsi di sconosciuti ma perché dei piccoli campanelli d'allarme c'erano eccome, sono stati anche disseminati bene per tutto il romanzo. Elena invece è un tipetto particolare, eccentrico e sicuro di sé, e questo lo capiamo sin dall'inizio, quando la vediamo fin troppo incuriosita del racconto di Alessio, tanto da rendersi subito disponibile ad aiutarlo perché quella storia adrenalica la eccita parecchio. Il loro è un gioco ben calibrato, da chi pensa di avere in mano le redini della partita e di chi invece è solamente ingannato. Non mancheranno i colpi di scena, specie quando entreranno in azione le forze del male, in un contesto inquietante ma che a me, amante del genere, è piaciuto parecchio.
Ho inoltre adorato il finale; secondo me è giustissimo così com'è, sotto un certo senso è anche giusto e adatto a questi tipi di romanzi. Pensavo che sarebbe finito diversamente e invece sono rimasta colpita nel senso positivo del termine.
Lo stile è inoltre pulito, diretto, conciso anche molto vivace e non le manda di certo a dire, ma di nuovo trovo che sia una scelta stilistica assolutamente adeguata al contesto. Non ho trovato errori di battitura o altro, il climax si mantiene sempre alto e ho avuto sempre più voglia di sapere cosa sarebbe successo dopo. Interessante anche vedere la situazione attraverso tre punti di vista. Devo dire che c'è una cosa in particolare che mi sarebbe piaciuto leggerla attraverso il punto di vista di Alessio, ma alla fine ho trovato il tutto molto piacevole.
Lo consiglio quindi agli amanti del genere, sono sicura che vi terrà incollati come me alle pagine!
Lo premio con il massimo del punteggio.