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venerdì 17 agosto 2018

Intervista a Giulio Perrone, editore e scrittore

Durante la presentazione della casa editrice Giulio Perrone Editore presso la libreria di Roma Assaggi ho avuto l’opportunità di intervistare l’editore, oltre che scrittore, Giulio Perrone. Cominciamo!

La casa editrice è stata fondata il 19 marzo 2005 da lei e da Mariacarmela Leto. Quali sono stati i cambiamenti più importanti della Giulio Perrone Editore nel corso di questi anni?

Alcuni aspetti sono rimasti gli stessi, siamo partiti dalla narrativa italiana contemporanea perché era quella che ci interessava di più raccontare facendo scouting su autori esordienti. Abbiamo avuto la fortuna di far esordire autori come Paolo di Paolo, Chiara Valerio, Giorgio Nisini, Giuseppe Aloe che si sono fatti strada e alcuni dei quali sono finiti in case editrici molto importanti. Dall’altra parte c’è stata anche la ricerca di raccontare delle storie con una formula diversa che era quella del racconto breve, non particolarmente usata nel mondo editoriale nel 2005-2007, con autori già affermati come Dacia Maraini e Sandra Petrignani. Nel tempo si sono aggiunti nuovi progetti, nuove collane, sempre trattando il tema della contemporaneità, come Biotón che racconta grandi personaggi del Novecento sia della musica che del cinema, scegliendo una visuale che fosse quella di persone vicine all’artista e che lo raccontassero soprattutto dal lato umano oltre che quello professionale e artistico.

Proprio in merito a Biotón qual era la caratteristica che le faceva scegliere un determinato personaggio?

Abbiamo scelto personaggi che hanno raccontato il Novecento, segnandolo con quello che avevano detto, non solo con quello che avevano fatto. Ci sono state delle incursioni anche in aree differenti, come il libro su Giancarlo Siani che anche se non era un artista è stato comunque un personaggio importante nella società civile. 

Come nasce la collana Passaggi di dogana?

 Passaggi di dogana è una collana molto importante per noi ed è stata ideata da Mariacarmela Leto. Prova a raccontare i luoghi utilizzando lo strumento letterario, gli scrittori e i loro libri ed è come se accompagnasse il lettore mano nella mano attraverso le città. È una collana molto apprezzata dai librai e funziona come insieme, nel senso che i libri più importanti tendono a trainare quelli più particolari. Da poco è uscito Profondo Sud scritto da Seba Pezzani che è un traduttore oltre che esperto di letteratura americana e A Lisbona con Antonio Tabucchi di Lorenzo Pini. Cerchiamo sempre di far uscire almeno tre-quattro titoli all’anno per completare il paesaggio.

Qual è il testo che secondo lei meglio rappresenta la collana Hinc, incentrata sulla nostra attualità?

Ci sono stati molti testi che hanno segnato questa collana. Sicuramente Raccontami la notte in cui sono nato di Paolo di Paolo, libro che gli ha consentito di avere successo e che poi è diventato un autore Feltrinelli ed Einaudi ottenendo molte ristampe. Un altro titolo molto importante è certamente La logica del desiderio di Giuseppe Aloe che è stato finalista al premio Strega 2012. Cito altri due titoli Ognuno sta solo di Chiara Valerio che è stato il suo primo romanzo e La demolizione del mammut di Giorgio Nisini, entrambi hanno avuto un ottimo successo di critica e ne siamo molto legati. Un punto di snodo per questa collana è sicuramente  Le notti blu di Chiara Marchelli, candidato al prestigioso premio Strega 2017 che ha ricevuto sin da prima della sua uscita grandi apprezzamenti anche da parte dei librai. 

Nelle collane della Giulio Perrone Editore non ne esiste una di genere, potrebbe nascerne una in futuro?

Ci abbiamo pensato molto e l’unico settore su cui poteva esserci un interesse reale e forte era il noir che abbiamo già raccontato attraverso Hinc. Preferiamo però concentrarci sull’uscita di tre-quattro titoli all’anno che potrebbero anche essere di genere, ma che abbiano comunque qualcosa di importante da raccontare. Nella seconda parte dell’anno uscirà una nuova collana per ragazzi, sempre di narrativa perché l’idea rimane quella di raccontare delle storie ma con un taglio diverso e che potrebbe quindi diventare un genere specifico, appunto quello per ragazzi.

È stata sua l’idea di fondare il ‘Circolo di lettura Walter Mauro’?

È stata un’idea condivisa con Mariacarmela. L’obiettivo era quello di aprirsi all’esterno perché pensiamo che la casa editrice debba stare vicina al pubblico, agli autori, agli scrittori, a chiunque voglia farne parte. Ci sembrava adatto almeno una volta al mese aprirci ai libri degli altri, dar loro uno spazio per  incontrarsi con i lettori per la presentazione delle loro opere. Il nostro scopo era quello di ospitare scrittori, coinvolgerli e creare una sinergia con il pubblico.

Avete mai aperto dei concorsi di scrittura?

Li abbiamo fatti per diversi anni anche con l’idea di fare scouting, ora non ce ne occupiamo più. Autori però come Gabriele Santoni o Giuseppe Rizzo sono usciti dai concorsi che abbiamo organizzato. Ora pensiamo che si debba trovare una formula differente, delle caratterische nuove altrimenti è un meccanismo che ha perso la sua efficacia. 

Per la pubblicazione dei vostri libri vi affidate ai testi che vi arrivano per mail o attraverso lo scouting?

Sia per scouting e leggiamo quello che riceviamo tramite mail. Negli ultimi anni lavoriamo in sinergia con nuove agenzie letterarie ,con agenti giovani che stanno portando una ventata di novità nel settore. Sono degli interlocutori preziosi perché conoscono il nostro catologo e ci fanno delle proposte interessanti.

Consigli per gli editori che vogliono aprire una casa editrice?

Adesso è più difficile perché nel 2005, soprattutto a Roma, l’editoria ha vissuto un momento magico inziato nel ‘95 e proseguito per molti anni. Siamo partiti con piccole risorse, oggi serve un investimento più grande e delle nuove idee, una visione diversa. Mi auguro che arrivino nuovi editori con progetti differenti e spero sempre che lo spazio si allarghi per arricchire il progetto e il ragionamento intorno ai libri.

Da quanto tempo partecipate al Salone Internazionale del libro di Torino?

Da sempre, tranne per il primo anno perché eravamo nati troppo tardi e non potevamo iscriverci. Credo che rappresenti una sfida importante quest’anno, soprattutto per noi editori indipendenti che abbiamo sostenuto il Salone portando avanti il progetto perché l’obiettivo è che continui, che abbia una sua storia. 

La casa editrice offre l’opportunità di partecipare a corsi di editoria, scrittura creativa e giornalismo culturale. Da quando avete iniziato?

Abbiamo iniziato subito nel 2006 perché pensiamo che la formazione sia un elemento importante che ci ha consentito di trasmettere quello che avevamo imparato e perché tanti che vi hanno partecipato hanno continuato a lavorare nel settore.



Ringrazio ancora Giulio Perrone per questa intervista e colgo l'occasione per segnalarvi anche il suo ultimo libro uscito per la casa editrice Rizzoli Consigli pratici per uccidere mia suocera.
A presto!