“Sposatemi.”
Joy lo fissò per un minuto eterno,
incapace di pensare, incapace di muoversi o parlare. Si disse che stava dando i
numeri. Non poteva aver detto una cosa del genere.
“Sposatemi,” disse di nuovo il duca.
“Oh ...” Si mise una mano sulla bocca
e fece un passo indietro. Lo aveva detto. Lo aveva detto davvero.
Era morta ed era andata nel paradiso
delle streghe.
Con poco più del suo pollice e indice,
le tirò il mento in avanti e la baciò ancora e ancora e ancora, sempre molto
gentilmente. “Sposami,” le sussurrò contro la bocca. “Sposami.”
“Non posso.” Ma la sua bocca
traditrice cercò quella del duca.
“Certo che puoi. Sei maggiorenne.” Le
passò di nuovo le labbra sulle sue, sfiorandole appena la bocca.
“No, voglio dire che posso, ma non
posso.”
Le erano appena uscite le parole di
bocca quando la baciò, a lungo e profondamente, una carezza umida e languida
che le fece scordare come si faceva a pensare. Le avvicinò le labbra
all’orecchio.
“Sarai una duchessa.”
“No...”
La zittì con un altro bacio, tirandola
tutta contro di sé. Poi la bocca del duca lasciò la sua…
“Non posso.”
…e si spostò al suo orecchio.
“Sposami, Joyous MacQuarrie.”
“Ummmmmm.”
Le sfiorò l’orecchio con la lingua
facendola rabbrividire.
“Non vi conosco.” Voleva guardarlo in
viso e cercò di tirarsi indietro.
Cominciò a baciarle il collo. “Col
matrimonio risolveremo questo dettaglio. Fidati di me.”
“Ma l’amore?”
Si fermò vicino alla sua spalla. “Sei
innamorata di qualcuno?”
“No.”
“Allora non c’è niente che possa
fermarci.”
“Ma ci siamo appena incontrati, e solo
per caso.”
“Si fanno in continuazione matrimoni
combinati tra persone che non si sono mai incontrate.”
“Ma voi siete il Duca di Belmore.”
“Lo so,” le sussurrò all’orecchio
ormai umido. “E tu sei scozzese.”
“Ma… ma…”
“Non ti piacerebbe essere una duchessa?”
La sua voce profonda era così dolce, così tranquilla.
Joy era ormai persa nei sogni evocati
dalle sue parole.
“La mia duchessa.”
Lei non disse una parola. Le labbra
del duca la coprivano di baci leggeri come farfalle.
“Mmh?” La bocca del duca le sfiorò la
tempia. “Non ti piacerebbe?”
“Non ne sono sicura… Be’, voglio dire,
sì… cioè, no.”
“Sei senza argomenti.” La baciò
ancora.
Joy sospirò.
“Sposami, Scozzesina.”
“Sono una strega.”
“La maggior parte delle donne lo
diventa prima o poi.”
“No. Voi non capite. Io sono una vera
strega.”
“E io posso essere un vero bastardo.
Ci abitueremo l’uno all’altra. Non m’interessa cosa pensi di essere. Voglio che
tu mi sposi.”
“Non possiamo sposarci.”
“Sì che possiamo. Adesso. Oggi.”
“Adesso?”
“Sì, adesso.”
Le venne da ridere. “Non ci si può
sposare come se nulla fosse.”
“Sono il duca di Belmore. Farò tutto
ciò che voglio,” disse con tale convinzione che Joy ne rimase sbalordita. La
guardò, con il volto rilassato e occhi imperscrutabili. “Nessuno metterà in
discussione il matrimonio, perché io sono il Duca di Belmore.”
Non poteva dargli torto. Un duca
faceva come voleva.
“Vivrai a Belmore Park.” Le accarezzò
la mascella con i pollici.
“Ma…”
“Avrai tutto ciò che vuoi.”
“Ma…”
“Ti piacerebbe, vero?”
“Be’, sì, ma va tutto troppo in
fretta.”
Col dito le percorse dolcemente la
linea della mascella. Le posò le labbra sulle sue e sussurrò, “Sposami,
Scozzesina.”
Le si chiusero gli occhi. Avrebbe
fatto quasi qualsiasi cosa per sentirlo chiamarla di nuovo in quel modo. La
baciò di nuovo. Dopo alcuni momenti lunghi e teneri, si ritrasse. “Come ho
detto, sei senza argomenti.”