mercoledì 17 novembre 2021

Recensione: 'Requiem d'inverno' di Krisha Skies

 Inizia oggi il Review Tour dedicato a 'Requiem d'inverno' ultimo romanzo uscito per Words Edizioni!
Oggi è il giorno della mia tappa e dopo averlo letto in anteprima ecco quindi cosa ne penso!



Titolo: Requiem d'inverno

Autrice: Krisha Skies

Edito da: Words Edizioni

Genere: Fantasy Romance/ Dark/ Mito di Ade

Formato: Cartaceo & digitale

Prezzo: 2,99€ digitale, 15,90€ cartaceo

Data di lancio: 15 novembre 2021

 

 

Trama

 «Ti ho dato il tuo primo bacio. L’unico che non ricorderai.»

Lenora ha tutto ciò che potrebbe desiderare: è giovane, bella, ricca, anche se sprovvista di titolo nobiliare. Eppure, la sua vita non è come quella delle altre fanciulle dell’alta società della Repubblica. Il profumo inebriante dei narcisi, le maschere di pizzo, i raffinati balli aristocratici nascondono misteri legati alla morte e alla sorte dell’anima. Misteri noti solo a quelle come lei: gli Oboli, donne nate con il dono di poter aprire varchi tra il mondo dei vivi e quello dei morti. In una società in cui il denaro può comprare un posto nei Campi Fioriti dell’oltretomba, dietro lauti compensi Lenora presta i suoi servigi a facoltosi borghesi e a influenti aristocratici, protetta dall’irruente fratello maggiore Julian e desiderata dal perverso Duca di Burdak. Durante una delle traversate oltre la soglia dell’Ade, però, qualcosa sembra andare storto: la giovane incappa nel sovrano dell’oltretomba, l’affascinante e pericoloso Sommo Giudice Acheron. Ma cosa lega Lenora e Acheron? E quando lei ne implorerà l’aiuto, cosa pretenderà in cambio il Dio dei Morti? 

Questo è praticamente quel tipo di romanzo di cui ho così tanta voglia di parlarne che devo cercare di frenarmi per non fare spoiler. La lettura è stata fantastica; nonostante sia abbastanza corposo l'ho divorato senza neanche rendermene conto. Partiamo dal fatto che può piacere a una larga fetta di pubblico in quanto non è soltanto un fantasy ma è anche un romance, riprende dal mito di Ade ed è anche decisamente dark. Questi generi si mescolano alla perfezione regalandoci una storia che sinceramente non ho mai letto altrove prima di adesso.

La prima cosa a cui ho pensato infatti è che l'autrice ha avuto una fantasia non indifferente nel creare questo suo mondo così ben articolato, con tutte le regole che ne conseguono. Ora, non so quanto tempo l'autrice abbia impiegato a scrivere questo romanzo, ma deve averci ragionato veramente molto perché non c'è neanche un singolo dettaglio che non venga spiegato. Più andavo avanti e più scoprivo nuove cose che non solo mi affascinavano ma che trovavo innovative. Ripeto, non deve essere stato facile ma l'intento dell'autrice è ben riuscito; la storia funziona e il worldbuilding è oltre la perfezione.

Lenora Beaufort è una giovane donna che ha avuto il dono di essere un Obolo, ovvero colei in grado di creare un arco (il suo di narcisi) che collega il mondo dei vivi a quello dei morti. Il suo compito è quello di 'traghettare' il defunto oltre il varco dove lo aspettano i Campi Fioriti. Lenora non ha solo questo compito che già di per sé è molto importante; gli Oboli devono comunque essere donne forti e con un buon controllo del defunto, anche perché, una volta nell'oltretomba dovranno dare parte della loro forza vitale al Giudice che si troveranno di fronte. Se quello sarà soddisfatto dell'energia che riceverà dall'Obolo, accetterà di portare con sé il defunto. Lenora viene pagata profumatamente per questi servigi e riesce quindi a portare avanti la famiglia, vessata dai debiti che gli ha lasciato il padre.
A questo punto della storia mi sono sorte spontanee delle domande: cosa succederebbe se la famiglia del defunto non può pagare? Cosa succede invece a chi muore da solo o comunque abbia una qualsiasi altra situazione? Ebbene, l'autrice risponde perfettamente a queste domande, creando davvero un universo particolareggiato e facendo anche comprendere meglio il lavoro che svolge il tanatoesteta - un'altra figura di grosso rilievo e decisamente affascinante. C'è chi addirittura nella Repubblica non vuole fare quella fine, ovvero andare nei Campi Fioriti. Ci si chiede come mai, non dovrebbe proprio essere il sogno di tutti? Non dovrebbero pregare che anche loro possano avere quella fortuna? E di nuovo non è così, e anche in questo caso l'autrice fornisce un'ottima spiegazione.
In pratica non c'è una singola cosa che rimane senza risposta, nulla a cui l'autrice non abbia pensato. 

Il romanzo però non è solo questo, è molto di più. Lenora è una protagonista coraggiosa ma porta dentro di sé un grosso dolore segnato da una perdita importante e di cui infatti sono curiosa di sapere come influenzerà ancora il personaggio. Perché sì, 'Requiem d'inverno' è una duologia.
Vive con la madre e l'amato fratello Julian, che per lei rappresenta tutto.
Inizia a essere corteggiata dal duca di Burdak da cui sua madre spera di poterne trarne un vantaggioso matrimonio che risolleverà la famiglia. Ma per Lenora ci sono altre avventure, decisamente più interessanti che la aspettano. Durante una traversata infatti qualcosa non va come dovrebbe e fa la conoscenza del principe, il Sommo Giudice Acheron. Non comprende come questo incontro sia potuto accadere né cosa lui voglia da lei, una semplice umana che stava portando a termine il suo lavoro come qualsiasi altro Obolo. Sta di fatto che il loro incontro la segnerà per sempre, diventerà talmente importante che lo stesso principe capisce che bisogna difenderla dai suoi nemici. Ma Lenora non è pronta a un qualcosa del genere: il suo è quello che in narrativa viene chiamato 'il rifiuto all'avventura' (tra l'altro posizionato correttamente nella storia). E la si può capire: Lenora vuole vivere la sua vita, vuole stare con Julian a cui tiene più di chiunque altro, quello che le è successo è troppo grande da comprendere o sopportare. Ma nonostante tutto quello che le accade nell'aldilà si dimostra coraggiosa, tanto che lo stesso Acheron la apostrofa come se fosse una gatta selvatica sempre pronta a graffiare.
Ed è qui che inizia a nascere qualcosa in Lenora, un qualcosa che però non ha ancora un termine ben definito. Si dimostra spaventata ma allo stesso tempo è ammaliata dall'incredibile bellezza di Acheron. Però la persona per cui davvero si immolerebbe rimane Julian e lo dimostra più volte.
Personalmente spero che si avvicini sempre di più a Acheron che a Julian, per diversi motivi, anche perché reputo il principe più interessante. Sono infatti curiosa di sapere cosa esattamente è successo a Lenora, perché è stata 'scelta'. Infatti già non vedo l'ora di poter leggere il prossimo romanzo!

Questo è un libro non solo delicatissimo, ma che affronta argomenti differenti, alcuni dei quali per niente facili da trattare. E non mi riferisco al semplice fatto che si parla di vita oltre la morte, o di quello che succederà al corpo o altro ancora, ma c'è proprio un tocco dolce e drammatico che riveste l'intero romanzo. Mi si sono inumiditi gli occhi quando Lenora porta con sé la sua giovane amica morta di parto. C'è un particolare momento in quella scena che mi ha fatto davvero accartocciare il cuore e da lì ho capito quanto in realtà possa essere pericolosa una traversata del genere, non solo fisicamente ma anche emotivamente parlando. Non manca neanche la componente dark, ma che comunque non è così 'pesante' o difficile da digerire. Resta una lettura adatta davvero a tutti. Sicuramente una delle scene che ho trovato più cruente non è stata nessuna di quelle nell'oltretomba quanto una in particolare con il duca di Burdak che davvero mi ha fatto odiare quel personaggio quando speravo che un minimo di gentilezza ci fosse in lui. I flashback poi che ha Lenora riguardo la sua perdita del passato e del rimorso che la attanaglia sono stati tra i miei momenti preferiti. Non solo perché erano drammatici e toccanti ma anche perché mi sono sentita di capire meglio il personaggio di Lenora. La sua figura è stata caratterizzata alla perfezione con la tecnica dell'incluing che traspare specialmente proprio da questi flashback.

Ho trovato davvero interessante lo stile, specie per l'utilizzo del presente. Devo dire che con questa storia è decisamente azzeccato perché in questo modo mi sono sentita di comprendere ancor più Lenora e di vivere tutte le sue disavventure come se fossi accanto a lei. Ottimo anche l'inizio in medias res che ci butta a capofitto nella storia senza quasi farci prendere fiato. Sono gli inizi migliori, non si fa in tempo a cominciare che già si viene completamente risucchiati dalle pagine! La lettura scorre quindi tranquilla e la mole di pagine non si avverte minimamente. Detto tutto questo non posso fare altro che consigliarvi questa splendida lettura di cui avrei tanta voglia di parlarvi di altro ma so che vi farei degli spoiler!
Leggetelo voi e fatemi sapere cosa ne pensate!





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