sabato 26 febbraio 2022

Recensione: 'Requiem di primavera' di Krisha Skies

 Buon pomeriggio a tutti! Ieri è finalmente uscito 'Requiem di primavera' che stavo aspettando veramente con ansia! Eccovi quindi la mia recensione. Se vi siete persi la recensione di 'Requiem d'inverno', il primo volume, potete recuperarla cliccando qui


 

Titolo: Requiem di primavera

Autrice: Krisha Skies

Edito da: Words Edizioni

Genere: Dark fantasy, mitologico

Formato: Digitale, prossimamente cartaceo

Prezzo: 2,99€ digitale, 15,90€ cartaceo




Trama

Il mondo dell’oltretomba non è semplicemente la dimora dei defunti, ma terra di creature infide, di anime destinate a perdersi o a salvarsi, di demoni e dèi. Qui, dove persino nei paradisiaci Campi Fioriti si annidano insidie, Lenora è costretta a cominciare la sua nuova vita al fianco del principe Acheron, rinunciando alla propria esistenza mortale. Tanti sono però i segreti che il Sommo Giudice cela, così come gli innumerevoli peccati commessi in nome della vendetta e del desiderio di redenzione. Eppure, i gesti inaspettatamente teneri e le premure che le rivolge fanno vacillare Lenora nel proposito di non cedere al serrato, quanto inspiegabile, corteggiamento del Principe degli Inferi. Quando il loro legame muta in qualcosa di profondo e passionale, però, scioccanti rivelazioni sconvolgono vita e cuore di Lenora, che diventa consapevole di essere lo strumento per la fine di Acheron o per la sua salvezza. Nel mondo dei vivi, intanto, l’inverno ha ormai ceduto il passo alla primavera e le note del Requiem suonate nella cattedrale di Kraven potrebbero nascondere le chiavi del destino dell’Ade.

Come sa chi ha letto 'Requiem d'inverno' il libro finiva con un bel cliffhanger. Ho aspettato questi mesi con trepidazione, non vedevo l'ora di continuare la lettura e non sono rimasta affatto delusa.
Se potessi riassumere questo romanzo in poche parole, direi tranquillamente 'colpi di scena'.
Perché sì, ci sono talmente tanti colpi di scena che a ogni capitolo non sai mai cosa puoi aspettarti ancora. Sarà infatti difficile per me non fare spoiler! Ma quello che vi posso dire è che è come se un puzzle avesse trovato finalmente tutti i suoi tasselli. La cosa che più mi ha affascinata è che ci sono certe rivelazioni che durante la lettura uno non aveva neanche quasi notato. Anche i più piccoli dettagli, quei personaggi talmente secondari che erano apparsi per un brevissimo tempo, tutto ha una sua spiegazione. Sono rimasta sinceramente sconvolta, nel senso positivo. Tanto che infatti mi sta venendo voglia di rileggere 'Requiem d'inverno', per vedere con occhi diversi tutti quei passaggi che a una prima lettura possono sembrare tranquilli. E invece no, in questi romanzi non c'è un attimo di tregua. Anche la cosa più piccola ha un suo significato, tutto si ricollega e la lettura diventa impossibile da abbandonare, anche se abbiamo davvero un bel tomo. Se quindi pensate di leggere una scena 'normale', state pur tranquilli che alla fine non lo sarà!

Dove eravamo quindi rimasti con il nostro cliffhanger? Lenora aveva accettato di rimanere per sempre nell'oltretomba in cambio di avere salva la vita di Julian, l'amato fratello. Per quasi tutto il romanzo infatti andremo a scoprire l'aldilà, le sue zone, come funziona, la storia che c'è dietro. Se infatti in 'Requiem d'inverno' abbiamo conosciuto il mondo terreno, la Repubblica e la Sororitas, in questo ultimo romanzo andremo a conoscere meglio la parte fantastica e mitologica. Non solo infatti andremo a scoprire che fine hanno fatto i fratelli e la sorella di Acheron, ma anche l'eterna lotta silenziosa che si protrae fra lui e suo padre, Orpheus, con i conseguenti peccati che Acheron sente di avere e per i quali non crede di meritare la corona di re; è un principe infatti, come tiene a ribadire. Si viaggerà molto, tra i Campi Fioriti, la Landa del Peccato, l'Erebo e dove dimora Ardha. Ogni luogo ha le sue caratteristiche, i suoi terribili costumi e ci fa notare come un luogo paradisiaco come dovrebbero essere i Campi Fioriti dove tutto sembra sempre caduto in una perenne gioia, sia in realtà terribile visto dagli occhi di Lenora. Il suo incontro con l'amica, Karola, mi ha infatti fatto stringere il cuore. Per un umano è meglio dimenticare, meglio lasciarsi tutto alle spalle e vivere una vita perfetta che alla fine risulta stucchevole, o come dice Vanth, parecchio noiosa. Così come abbiamo la conferma che nei Campi Fioriti può andarci veramente chiunque, basta che paghi e che abbia un Obolo forte a farlo traghettare. Potrebbe essere sicuramente ingiusto, ma visto ciò che vede e vive Lenora non sa più se è ciò che qualcuno potrebbe davvero desiderare. 

Nella scorsa recensione vi avevo detto che mi sarebbe piaciuto sapere più su Madelaine, la sorellina di Lenora e Julian. Sono stata accontentata ma sicuramente non nel modo che pensavo! Non posso dilungarmi oltre, ma è incredibile come tutto si ricolleghi. Potrebbe a tratti sembrare macabro, triste, eppure è tutto perfettamente bilanciato per quello che è la storia. Anche per quanto riguarda il duca, la cavalcata di Lenora nella neve, qualsiasi cosa ha un suo senso. E quindi adesso capiamo ancora meglio il rimorso di Lenora. Ce ne avevamo fatto già un'idea nel precedente volume ma adesso le cose sono ancora più chiare e possiamo capire meglio il suo senso di frustrazione e di colpevolezza che la ragazza sente. Ma non sarà soltanto questo che verrà svelato: come funziona la Sororitas e specialmente gli Oboli è un altro colpo di scena pazzesco. Mi ero fatta delle domande, sul perché i giudici avessero bisogno dell'energia vitale degli Oboli come pagamento per traghettare il defunto verso i Campi Fioriti e adesso ha tutto un ragionamento logico dietro che mai mi sarei immaginata. In pratica, non c'è nulla in questi romanzi che viene spiegato con un semplice 'perché sì, è così che funziona e basta'. Che lo avrei anche tranquillamente accettato per questo aspetto! Ma l'autrice va ancora più a fondo e ci fornisce una spiegazione dettagliata di tutto che va a ricongiungersi con il passato che Acheron vuole celare a Lenora. Che dire poi di quando la ragazza scopre cosa le è veramente successo! Lì ero molto in dubbio: sinceramente non sapevo come si sarebbe comportata Lenora ma vi posso dire che l'avrei capita perfettamente con entrambe le reazioni che avrebbe potuto avere. Perché è difficilissimo capire cosa fare, come si sarebbe dovuta sentire, come avrebbe dovuto guardare adesso Acheron. Non è una situazione semplice che si può risolvere con del dialogo e basta, è un qualcosa che va a smuovere l'anima di Lenora, di tutto ciò che è stata la sua vita da cinque anni a questa parte e prendere una decisione non è affatto facile. Neanche io effettivamente avrei saputo come prenderla nel momento esatto in cui le viene rivelata una certa verità; è talmente immenso che sinceramente avrei capito e approvato qualsiasi suo comportamento.

Ci sono state delle scene che mi hanno fatto letteralmente spuntare le lacrime agli occhi e lo dico perché anche se mi commuovo facilmente quando leggo un romanzo è comunque difficile farmi piangere. L'autrice in questo caso ci è riuscita! Voglio sorvolare la parte di Madelaine perché penso che lì chiunque diventerebbe una fontana, quindi mi voglio concentrare in particolare sul momento del supplizio, o meglio, dell'espiazione di Acheron. Non perché la scena era troppo cruenta e insopportabile da leggere, non per quello che Acheron ha dovuto patire per due giornate intere. Ma per quello che ha dovuto subire Lenora, con Orpheus accanto a sussurrarle che era colpa sua, con tutto quello che ha poi in seguito scoperto: è una scena che è stata descritta magistralmente, anzi, non descritta, mostrata, e che riesce alla grande a smuoverti il cuore. In quel momento mi sono immedesimata più che in Acheron in Lenora, a tutto quello che stava subendo. Forse il suo non era un dolore fisico, ma le ha squarciato l'anima. Vedere qualcuno che ami soffrire, avere gente intorno che ti instilla dubbi proprio in quel momento drammatico, è un vero e proprio crollo psicologico.
L'altra scena che mi ha fatto piangere è stata in particolare una frase, che non vi posso riportare (ma è stupenda!) in seguito a una scoperta da parte di Lenora su un qualcosa che aveva dimenticato e che ora le ha riaffiorato la memoria. Il tutto è legato anche ai particolari e bellissimi occhi cangianti di Acheron che mi hanno letteralmente conquistata. Un passo magnifico, splendido, scritto con una intensità tale che non potrà non rimanere per sempre impresso nel mio cuore. Un libro che non dimenticherò di certo.

Lo stile è assolutamente perfetto. So che per qualcuno potrà sembrare un'esagerazione, ma lo show don't tell è reso magistralmente e la tecnica dell'incluing non ha una falla. Nel disseminare informazioni per poi dare il colpo di grazia, l'autrice ne è certamente una maestra. Per alcune cose uno può anche provare a indovinare, ma per tutto il resto Krisha è stata bravissima a non farci nemmeno accorgere di tutti gli indizi che ci aveva lasciato. Nessun deus ex machina, tutto ciò che accade aveva una spiegazione che noi avevamo già letto senza neppure che ce ne accorgessimo. Sono rimasta sorpresa a ogni pagina, a ogni capitolo. Più si va verso la fine, più è un incedere di rivelazioni che fanno sorprendere. Ho letto tantissimi libri, fatte molte recensioni, ma mai mi era capitato di rimanere così meravigliata alla conclusione di una storia. Riesco spesso a indovinare alcuni particolari ma l'autrice mi ha messo veramente a dura prova. Il sentirmi emozionata per una rivelazione è un qualcosa che adoro quando leggo un libro. Poche sono state le scene che ero riuscita a prevedere, quindi i colpi di scena con me hanno funzionato alla perfezione. Per il finale posso dire che è successa una cosa che speravo con tutta me stessa! Non posso dire quale ovviamente ma mi ha fatto molto piacere.

Che dire, infine. Lenora è un personaggio che era già coraggiosa ma qui prende davvero le redini della situazione. In molte occasioni infatti continua a fare di testa sua, non dando retta ai consigli di Acheron o di Vanth. Ma cerca come può di districare da sola il problema, anche se questo significa mettersi in guai grossi. Ovviamente per quanto Lenora possa cominciare a innamorarsi davvero di Acheron, non può non sentire la mancanza del mondo terreno e della sua famiglia specialmente. Ha il desiderio di poterli rivedere almeno un'ultima volta. Come vi avevo detto a inizio recensione non tutto il romanzo è ambientato nell'oltretomba, ma una parte anche nel mondo terreno. Ecco, si sente una differenza incredibile: per quanto l'aldilà possa apparire minaccioso, crudele e tetro, anche dall'altra parte non è che si stia tanto bene e la differenza è molto rimarcata. Per molte cose ho trovato il mondo terreno ancora più spietato, specie per quello che accade a Lenora. Come se i vivi potessero arrecare maggior danno. Lenora sarà costretta a sopportare delle dure conseguenze e ho apprezzato tantissimo quanto lei si sia mostrata forte e coraggiosa, impedendosi di mostrare un briciolo di debolezza. Allo stesso tempo, Acheron, principe dell'oltretomba, si mostra in difficoltà in alcune occasioni. Mostra cioè il lato sensibile a Lenora, facendole capire che non ha davvero il potere di controllare ogni cosa, che ha commesso degli errori e che ha intenzione di farsi perdonare, non importa quale sia il prezzo da pagare. Anche una divinità come lui per alcune situazioni può sentirsi quasi umana, ma cerca di prendersi le sue responsabilità e di fermare quella sofferenza che sente di aver causato. La loro è una storia tormentata, ma soddisfacente. Non c'è niente che venga risolto con poco, ognuno è chiamato a fare dei sacrifici, di rimediare a ciò che ha fatto o semplicemente rischia per il bene dell'altro. Ci sono attimi di pace, di infinita delicatezza e dolcezza, ma sono attimi conquistati e che sanno essere di passaggio. Acheron e Lenora hanno bisogno di crescere insieme, di svelare ogni dettaglio perché non è più il tempo dei segreti. Ora che sono un'unica cosa devo fidarsi completamente l'uno dell'altro se vorranno stare di nuovo insieme.

Un romanzo meraviglioso, un ottimo proseguimento che tanto avevo aspettato e di cui non sono rimasta delusa. Requiem è una lettura che non si dimentica, è una lettura che non può mancare e che si adatta a qualsiasi lettore, non soltanto a chi piace già il genere. Questa è una storia così ben costruita che infatti deve arrivare a un pubblico maggiore, perché tutti possono apprezzarla e amarla. Ne sono sicura.

Non posso quindi che premiarlo con il massimo del punteggio!




giovedì 24 febbraio 2022

Intervista a Domenico Di Pinto

 Buon pomeriggio a tutti!
Pochi giorni fa vi ho segnalato il romanzo 'Vite Intrecciate' di Domenico Di Pinto un MM contemporaneo edito dalla casa editrice GDS Edizioni.
Ho avuto il piacere di intervistare l'autore, quindi ecco qui le sue risposte!
Buona lettura!



Ciao Domenico! Grazie per partecipare a questa intervista. Cominciamo parlando dell’ispirazione che hai avuto per il tuo romanzo, raccontaci come si è sviluppato!

Ciao, grazie per questa opportunità che mi stai dando, davvero. Pertanto, sembra sempre così facile parlare del proprio romanzo e del lavoro che ci sta dietro, ma in realtà non è affatto facile. Il mio primo romanzo è nato in un periodo molto particolare della mia vita, nell'afosa e tormentata estate del 2016: un periodo incasinato, strano, della mia vita. In quel periodo leggevo molto, mi ero avvicinato al mondo del romance, che tra l'altro non mi apparteneva affatto, devo essere sincero. Una volta che mi sono avvicinato a quel mondo, dentro di me, ho sentito che in qualche modo potevo trovare un po' di me stesso in quelle storie tormentate, ma piene di sentimenti, in particolare, quelle MM e tema LGBTQ +. Da lì, subito dopo aver letto altri racconti di altri autori emergenti e famosi, scavando sempre più dentro di me, ho iniziato a scrivere cose, parole, sul note del mio smartphone. Lo facevo tutti i giorni, mi sfogavo, buttavo via tutto, tutto quello che stavo vivendo, tutte le emozioni contrastanti diventavano l'insieme di qualcosa, come un diario quotidiano. Ma allo stesso tempo, senza rendermene conto del tutto, stavo creando la storia di un'altra persona, ovvero Adam Donovan, (protagonista di Vite Intrecciate), è come se parlasse per me perché in quel momento stavamo vivendo le stesse situazioni . Ci siamo riconosciuti subito, è stato, direi, amore a prima vista senza ombra di dubbio. Lui è una parte di me, e io sono una parte di lui: ci completiamo a vicenda. Tutto è nato spontaneamente e senza forzare gli eventi. Il resto è quello che è diventato oggi dopo tanti anni di lavoro, rilettura, revisione, modifica, cancellazione, continua riprogrammazione. Cinque anni sono volati, cinque anni di alti e bassi, ma comunque belli.


Ho letto che, correggimi se sbaglio, la tua storia è nata inizialmente su Wattpad. Cosa ne pensi di questa piattaforma? Come ti sei trovato? 

Si esatto: Vite Intrecciate nasce sulla piattaforma “Wattpad”, in quel famoso 2016, ma subito dopo. Più leggevo quelle storie, più sentivo che anch'io dovevo scrivere qualcosa, dovevo raccontarmi. Condividere. Wattpad era una community, oggi è cambiata molto, di persone legate dalla stessa passione, ovvero la lettura e la scrittura. Inizialmente mi sono trovato molto bene come semplice spettatore, dopo non so cosa mi sia preso, lo ammetto, anche perché mi spaventava mettermi in gioco concretamente e scrivere qualcosa di mio, ma ho deciso di scrivere la mia storia, dapprima in maniera passiva, pubblicavo molto poco, raramente, forse perché non ero sicuro di quello che stavo facendo, non ero pronto, non ero preparato. Con il tempo le cose sono cambiate: ho iniziato a scrivere sempre di più e ad essere molto regolare, a volte anche due volte a settimana se potevo: stavo diventando più veloce, più organizzato, spinto, anche dalle esigenze dei lettori che, giorno dopo giorno, crescevano e si appassionavano alla storia di Adam e Chris: c'è chi si schierava dalla parte dell'uno o dell'altro, questo mi ha portato a continuare, tanto che dopo qualche anno ho scelto il percorso professionale per pubblicare il libro. Wattpad, mi ha dato tanto, mi ha fatto conoscere persone molto intraprendenti, editori, scrittori e scrittori, colleghi,amici, persone del settore: credo sia un'ottima occasione per chi vuole davvero mettersi in gioco da quel punto di vista. Anche se, nel tempo, la piattaforma ha subito delle modifiche dopo che alcuni sono stati pubblicati da importanti case editrici e sono diventati dei bestseller, tanto da aumentare una forte concorrenza tra le persone, che in qualche modo, seppur stimolante, cambiava la stessa idea e direzione, di chi forse, all'epoca aveva fondato Wattpad. Case editrici, case di produzione cinematografica, si sono impossessate di quella piattaforma che giorno dopo giorno era cambiata, non mi sentivo più mia, così, dopo tanto tempo, ho deciso di andarmene, ma conserverò sempre quel ricordo da dove tutto è nato. Attenzione, non voglio dire che cambiamento sia sinonimo di negativo, anzi. Tutto il contrario, ma sono del parere che Wattpad sia cambiato totalmente negli anni, se prima ti dava davvero quella possibilità di metterti in gioco liberamente, oggi è sempre più orientato al marketing, alle vendite, commercio, non più alla passione stessa del mondo letterario, secondo me.

Raccontaci il tuo percorso che ti ha visto arrivare alla pubblicazione. Come è stato rapportarsi con una casa editrice?

Alla casa editrice ci sono arrivato dopo, sicuramente dopo aver iniziato a pensare che quello lì, poi, sarebbe diventato un romanzo. Dopo l'esperienza di Wattpad che in qualche modo, nel bene e nel male, mi ha formato, ho deciso di spingermi oltre il mio limite: mandare tutto quanto presso una casa editrice. Non è stato tutto nell’immediato perché prima avevo deciso di lavorare di nuovo alla storia sulla trama, ma qualcosa non andava... sentivo che mancava qualcosa alla storia, che mancava una struttura portante di tutto. Dal 2019 ho iniziato a stilare una lunga lista di case editrici, tra le più comuni, soprattutto nel genere in cui mi interfacciavo, ovvero Romance MM e LGBTQ+, dalle più famose a quelle medie, ma non mi approcciavo solo con quelle "Rainbow", ma andavo anche oltre, anche chi non si occupava prettamente di quel genere lì. Non è stato facile, sono onesto: tante porte si sono chiuse in faccia, soprattutto da quelle importanti del genere.Tutto questo mi demoralizza, mi ha fatto sentire che stavo facendo qualcosa di sbagliato, che non era la mia strada. Ancora in quel periodo, però, quando ricevevo "NO" cercavo sempre di capire perché, cercavo di indagare, chiedevo, sempre con educazione e rispetto, perché rifiutavano il mio lavoro. Alcuni si sono limitati a non accettare il romanzo per "direttive editoriali" o per scelte di strategia commerciale, o che il romanzo fosse corposo e da aggiustare molto. Tra i tanti c'è stata una volta, quando, dopo aver ricevuto il rifiuto da una famosa editrice di una casa editrice digitale Rainbow, non del tutto convinto, ho chiesto, lo ammetto forse avendo torto, ma forse dettato solo dal semplice motivo di capire se “quello che ho scritto faceva schifo”. Bene, ha risposto: mi ha raccontato tutte le ragioni per cui l'avevano portata a rifiutare il mio romanzo. Mi ha scritto una lunga mail, cosa che, lo specifico, non doveva fare, ma ha voluto comunque darmi dei consigli e aiutarmi. Ha detto che non "faceva schifo" ma ci dovevo lavorare sodo dal punto di vista strutturale e della trama, dei personaggi, della storia, proprio perché sapeva benissimo di cosa hanno bisogno i lettori compulsivi dei romanzi di MM, quindi è stato giusto che dovevo saperlo. Si è anche complimentata con me, mi ha detto che se avessi avuto un buon editor ad analizzarlo e a lavorarci, il libro avrebbe sicuramente preso forma. Ho ringraziato, chiesto scusa per essere stato insistente e forse poco professionale, e ho accettato il suo consiglio, anche se una parte di me avrebbe voluto pubblicare con loro: sono sincero.Alla fine ho conosciuo una ragazza, una scrittrice di paranormal romance e editor, ci scrivevamo spesso ed eravamo interessati alle nostre storie e ai nostri progetti, quindi, le ho detto che volevo migliorare, si è subito offerta come editor per il mio lavoro, ho accettato, poi, dopo averci pensato a lungo ed avendo considerato ogni alternativa, ho firmato con GDS Editrice. Da lì, subito dopo, è iniziato il processo di cambiamenti, revisioni, lavoro costante e stressante, anche per tutto il 2020 e gran parte del 2021, fino ad oggi, 2022, con la pubblicazione del mio romanzo. Non so cosa accadrà, non si sa mai, ma sono felice di aver realizzato il mio sogno più grande.
 

Dato che sei un grande fan di Stephen King pensi che un giorno potresti scrivere anche tu di un genere horror?

Stephen King è il maestro dei maestri. Sono cresciuto con le sue storie inquietanti e i suoi primi successi, come Carrie o IT il pagliaccio, Misery, ecc. Ho sempre amato il modo in cui scrive, mettendo ogni parola su carta e trasformandola in una storia terrificante e inquietante. Sa farti entrare nella storia con assoluta destrezza e professionalità: nessuno è come lui, in quel genere, secondo me. Mi piacciono molto i temi dell'horror, del mistero e del soprannaturale, sono la mia passione sin da quando ero bambino. Ma, a dire il vero, non so se posso scrivere un romanzo completamente del genere horror, forse un crime, forse potrebbe succedere, ma non credo che l'horror sia il mio "timbro": sono romantico, sono più dipendente dalle storie d'amore in cui anche lì, in senso metaforico, ti strappano le budella.

C’è qualche altro autore che ammiri?

Oltre a King, ovviamente, sono cresciuto con le storie di J. K. Rowling, la "mamma" di Harry Potter! Ho sempre amato la saga di Potter, ho sempre sognato di vivere nel suo mondo magico. E ti dirò che credo ancora nel mondo magico di Harry Potter, perché non smetti mai di essere un po' bambino, giusto? Nel campo del romance e della narrativa LGBT ce ne sono molti che mi piacciono, André Aciman ad esempio è uno dei miei preferiti: ho amato moltissimo la storia di Oliver ed Ennio in "Chiamami col tuo nome": mi ha fatto sognare ad occhi aperti per un’intera estate. Amo il suo modo di scrivere di sentimenti in modo molto dettagliato, ricollegandosi all'epoca storica e senza tutti quei fronzoli. Poi mi piacciono molto le storie, queste a sfondo prevalentemente erotico MM, di K.C. Wells, Leta Blake, R. J. Scott, ma il mio preferito è sempre Cardeno C. Lui, beh, mi ha fatto amare follemente e soffrire come un cane allo stesso tempo. In genere queste sono le storie che preferisco, devono suscitare qualcosa in me, devono sempre, in qualche modo, raccontare una parte di me, o qualcosa che sono o ho vissuto: è una ricerca di me stesso in ogni frammento

Qual è stata la scena che è stata più difficile da riportare nel tuo libro, sia stilisticamente che emotivamente parlando?

Ci sono così tante scene difficili che ho scritto e rivissuto mentre le scrivevo nel mio romanzo, non voglio mentire su questo. Ma ce n'è una, che forse, secondo me, è la chiave dell'intera trama che rappresenta ciò che stanno vivendo i due personaggi della storia, Adam e Chris, ovvero l'altalena delle emozioni, di un continuo ottovolante. Ed è nel capitolo quarantacinque, che i due si ritrovano, saturi, sfiniti, emotivamente e fisicamente distrutti nell'affrontare la loro realtà, quella da cui, ormai, anche volendo, non possono più scappare. Stilisticamente non è stato facile perché, emotivamente, ti strappa dentro, senti che si trovano di fronte alla scelta più grande in assoluto che potrebbe cambiare tutto per loro, che potrebbe cambiare il concetto della loro relazione, che potrebbe essere o l'inizio o la fine di tutto. Quindi dovevi rendere il tutto credibile e reale. Emotivamente non era facile scrivere perché ricordava vecchie ferite e vecchie emozioni di quel momento, ma sapevo che dovevo far provare a chi lo leggeva la stessa emozione e la stessa paura di guardarsi negli occhi quando era arrivato il tempo di saltare o restare sospesi nell'aria

Qual è il messaggio che questo libro vuole comunicare ai lettori?

Con questa storia voglio che chi la legge possa ritrovare se stesso. E no, non vuole essere una frase retorica che spesso tutti gli scrittori/scrittrici dicono, assolutamente no. Da lettore, sono uno, come ho già detto, che tende a cercare un po' di "Domenico" nei racconti, sia che sia in un momento, in una situazione particolare, sia in un ricordo, una frase, una canzone, anche un secondo, ma mi piace ritrovarmi, sentirlo, strano a dirsi, ma l'autore in quel momento parlare di me, di qualcosa che mi appartiene, un po' come facciamo con le canzoni dei nostri cantanti preferiti. Con Vite, volevo che coloro che lo leggessero e stavano vivendo lo stesso momento o situazione in cui Adam si trovava, potessero dire: "Oh mio Dio, ma farei la stessa cosa!" oppure "Cavolo, ma allora sono davvero...". Vorrei, dato che il protagonista si interroga fin dalle prime pagine sul suo orientamento sessuale e sulla propria vita, mettendo in discussione tutto, così come spesso accade a chi si affronta per la prima volta, a chi accetta quello che è. Il mio è stato un passo di accettazione con me stesso insieme ad Adam. Voglio che coloro che leggono il mio romanzo possano porsi le stesse identiche domande, o le stesse paure o fare le scelte che fa Adam: voglio che siano complementari: che sia il protagonista immaginario che il protagonista reale debbano sentirsi collegati in modo simile, (ovviamente è soggettivo), che si sentano meno soli e tutt'uno con la storia. Se ciò accade, quella sarebbe la gratificazione migliore per me come scrittore, ma principalmente come essere umano. Perché in quel caso so di aver dato qualcosa a coloro che, se lo desiderano, impareranno qualcosa. Ad essere se stessi, nel bene e nel male, sempre


Il tuo libro è uscito da poco, come stai vivendo questi primi momenti post-pubblicazione?

Vivo, come sempre, ogni situazione in modo contrastante: c'è tanta ansia, tensione, terrore, attesa e preoccupazione, ma allo stesso tempo tanta felicità, gioia, soddisfazione, orgoglio e riscatto perché dopo tanti anni, dopo continui sacrifici, notti in bianco sulla tastiera del mio pc, posso finalmente vedere il mio "bambino" nelle mani di altre persone. Ora appartiene a tutti, ora appartiene a chiunque voglia far parte della storia di Adam o Chris, o degli altri componenti di Vite. Tutto questo mi rende in qualche modo, seppur in maniera del tutto marginale, un po' responsabile nei confronti di chi leggerà questa storia. Questo è certo che poiché avevo deciso che Adam avrebbe lasciato «Word» per raggiungere mete a lui sconosciute, ero consapevole che sarebbe successo di tutto. Ricevo messaggi da persone che non conosco che mi dicono che si stanno godendo la storia, persone che si congratulano con me, che decidono di far conoscere il mio lavoro attraverso i mezzi a loro disposizione: mi riempie il cuore di gratitudine per ognuna di quelle persone. Sono felice, e me la voglio, comunque vada, vivere in modo sereno perché so che sarà un'esperienza che cambierà tutto il mio percorso, e sicuramente, nel tempo, mi farà crescere sempre di più nel mio campo .

Raccontaci come ti rapporti con la scrittura. Scrivi tutti i giorni o hai spesso il classico blocco dello scrittore? Preferisci scrivere in silenzio o il rumore non ti disturba?

Scrivere per me è tutto: annoto sempre ogni pensiero ovunque sia, ogni parola, frase, momento che sto pensando, che sto vivendo e che, inconsapevolmente, sto trasformando in una storia: ora non dormo nemmeno di notte più perché penso sempre a cosa posso scrivere il giorno dopo, un criceto in continuo movimento. All'inizio ero molto lento e passivo nello scrivere, non lo facevo impegnandomi e dandogli il tempo necessario per svolgere un lavoro soddisfacente. Poi, nel corso degli anni, ho iniziato a scrivere molto velocemente, con assoluta leggerezza, con maggiore frequenza, pensando ai miei obiettivi per quella particolare storia senza perdermi in chiacchiere. Certo anche io come tutti ho avuto il famoso "blocco dello scrittore" ma è durato pochissimo perchè essendo, come dicevo, un pensatore continuo, per me è molto facile buttare giù le idee e diventare storie. Amo scrivere ovunque: qualche volta in un McDonald's tra un cheesburger, una Coca Cola e il rumore infernale dei bambini mentre giocavano nel castello delle fate, o anche sulla spiaggia, scrivevo spesso lì, a prescindere delle persone intorno a me che prendevano il sole o chiacchierano ad alta voce. Anche in biblioteca mi è capitato spesso di scrivere, o in una caffetteria della mia città: sono una persona che sa adattarsi alle situazioni, anzi, mi piace di più scrivere nei luoghi pubblici perché, osservando chi mi circonda, posso trane ispirazione continua. Perché ogni scrittore, a modo suo, ha bisogno del proprio motore emotivo e della propria ispirazione.

Siamo arrivati alla fine di questa intervista! C’è qualcosa che ti piacerebbe aggiungere?

Peccato, avrei parlato a lungo, non si nota che sono loquace e prolisso, vero? A parte questo, vorrei ringraziarvi personalmente per questa opportunità che mi stai dando perché per noi emergenti e non, il vostro sostegno è importante. Anzi, a questo proposito vorrei ringraziare il vostro ruolo di blogger, lo faccio perché da quando è uscito il mio romanzo e mi sono interfacciato con voi, ciascuno, con educazione, uguale rispetto, professionalità e profondo amore per il mondo dei libri , mi ha accolto e sostenuto con tanto entusiasmo, facendomi sentire parte di quello che fanno, perché sono del parere che quello di scrittore e blogger sia un rapporto complementare: entrambi si danno qualcosa in modo reciproco. Quindi i miei ringraziamenti vanno a te e al tuo lavoro per il quale ho profondo rispetto e gratitudine. E vorrei che tutti i miei colleghi fossero grati quando uno di voi ci permette di darci una possibilità, che si tratti di una segnalazione, un piccolo articolo, una recensione, un'intervista e un rifiuto. Sarò difettoso, potrebbe anche essere, ma ringrazio sempre qualcuno quando mi danno la possibilità di farmi conoscere in questo modo, ringrazio anche per i rifiuti perchè secondo me essere educati è la prima forma di rispetto e professionalità . Dobbiamo rimanere sempre umili, miei cari. Scusa lo sfogo, ma sentivo di volerlo dire. L'ultima cosa, se posso, e finisco. A tutti coloro che sono là fuori e amano leggere, scrivere e pubblicare: non mollate mai! Studiate, perfezionate, appasionatevi, siate dediti, curiosi, coraggiosi, create il vostro stile, amate quello che fate, e soprattutto: credete in voi stessi perché se non lo fate voi per primi, nessun altro lo farà per voi. Ascoltatevi dentro, sempre. Credete nei sogni perché fidatevi, un giorno quei sogni possono uscire dai cassetti. Grazie ancora per questa opportunità Jessica e a Luce sui libri.

A presto.

 

 

mercoledì 23 febbraio 2022

[Segnalazioni] 'La magnolia bianca' e 'Cacciatori di morte' di Modus Operandi

 Buon pomeriggio a tutti!
Oggi vi porto ben due segnalazioni, sono due romanzi di Modus Operandi, collettivo di scrittura creativa. Di seguito tutte le informazioni sui due libri.

 

 

 

Titolo: La magnolia bianca

Autori: Sara Carucci & Alessio Miraglia

Presentato da: Modus Operandi

Genere: Fantasy di ispirazione Mitologica




Trama

Satana” non è un nome: è un titolo, e come tale può essere ceduto. Lucifero sente che l’Inferno non è più il suo posto e ha bisogno di nominare un successore. Il primogenito Akab, colui a cui spetta tale onere, non appare però interessato a regnare: Demone dell’Arte, dedito al vino e alla poesia, la sola aspirazione di Akab è divenire umano e vivere fra i mortali. Offeso dal suo atteggiamento ribelle, Lucifero recide le sue ali e lo esilia sulla Terra, dove scoprirà che la libertà può essere una cieca illusione. E dove Akab, come suo padre prima di lui, conoscerà la Magnolia Bianca.

Alessio Miraglia
Compositore e vincitore di molteplici premi musicali, Alessio Miraglia ha pubblicato dodici album, tra Italia e Stati Uniti. È inoltre produttore, conduttore e curatore di AM Garden Show, a sua volta vincitore come programma televisivo originale. Negli Stati Uniti ha collaborato nei dipartimenti musicali e sonori di molti film, come Beauty and the Beast (2017), Batman V. Superman – Dawn of Justice (2016), The Brooklyn Banker (2016) e Toy Story 4 (2019). Ha vinto il prestigioso “Academy of Contemporary Music Award” per il Miglior brano pop del 2017 e il Miglior album strumentale all’International Music Contest (2018).
Per maggiori informazioni, potete visitare il suo sito: www.alessiomiraglia.com

Sara Carucci
Sara Carucci considera Cime Tempestose il Libro, Nothing else matters la Canzone e Harry Potter la Saga. Appassionata di gatti, cani e true crime, sfrutta la sua laurea in Storia e critica dello spettacolo pubblicando articoli per YouPopCorn. Nel 2020 ha fondato modus operandi, nato come canale YouTube dedicato ai racconti horror. È mancina, femminista e ha la erre moscia. Ama scrivere. 



 

 

 

Titolo: Cacciatori di morte

Autore: Fabio Antinucci

Presentato da: Modus Operandi

Genere: Folk horror post apocalittico





Trama

L’Orrore, evento apocalittico e inatteso, lo ha trasformato in un luogo abituato al soprannaturale, inospitale e cupo. Oltre che da guerre, genocidi e dittature, l’umanità è afflitta dalla piaga dei demoni. Gruppi paramilitari specializzati si impegnano, in cambio di compensi cospicui, a proteggere la popolazione. Diogene è uno di questi. Capitanata dal generare Abel Guitierrez, Diogene è reputata la migliore compagnia di tutti i Califfati. E la più rispettabile. Ma, più che agli incarichi da portare a termine o ai ricchi compensi, Abel Guitierrez ha qualcos’altro a cui pensare, che lo tiene sveglio di notte e lo fa tremare ogni volta che conduce i suoi uomini in missione: i suoi "uomini di punta", due potenti medium in grado di scacciare il Male con complessi rituali magici, altro non sono che sua moglie e sua figlia. Vittime di una maledizione contratta in circostanze misteriose, possono vedere quello che nessun altro umano dovrebbe mai vedere. Abel sa che l'unica speranza per proteggerle dall’opprimente regime della sua terra, che le vede come eretiche, è quella di portarle con lui e usarle come "armi" durante la Caccia. Ma sa anche che ogni minuto passato con lui in azione può essere per loro fatale…



Fabio Antinucci è content creator e newser per Player.it, portale d’informazione videoludica, e social media content creator per varie realtà. Da sempre appassionato di letteratura e cinema fantastico e innamorato dell’horror in (quasi) tutte le sue declinazioni, ha esordito con la trilogia di librigame di Child Wood, edita da Little Rocket Games. Nel 2020 è fra i fondatori di modus operandi, collettivo di scrittura creativa che ha esordito attraverso un canale YouTube di audioracconti. Cacciatori di Morte è il suo primo romanzo.