sabato 26 febbraio 2022

Recensione: 'Requiem di primavera' di Krisha Skies

 Buon pomeriggio a tutti! Ieri è finalmente uscito 'Requiem di primavera' che stavo aspettando veramente con ansia! Eccovi quindi la mia recensione. Se vi siete persi la recensione di 'Requiem d'inverno', il primo volume, potete recuperarla cliccando qui


 

Titolo: Requiem di primavera

Autrice: Krisha Skies

Edito da: Words Edizioni

Genere: Dark fantasy, mitologico

Formato: Digitale, prossimamente cartaceo

Prezzo: 2,99€ digitale, 15,90€ cartaceo




Trama

Il mondo dell’oltretomba non è semplicemente la dimora dei defunti, ma terra di creature infide, di anime destinate a perdersi o a salvarsi, di demoni e dèi. Qui, dove persino nei paradisiaci Campi Fioriti si annidano insidie, Lenora è costretta a cominciare la sua nuova vita al fianco del principe Acheron, rinunciando alla propria esistenza mortale. Tanti sono però i segreti che il Sommo Giudice cela, così come gli innumerevoli peccati commessi in nome della vendetta e del desiderio di redenzione. Eppure, i gesti inaspettatamente teneri e le premure che le rivolge fanno vacillare Lenora nel proposito di non cedere al serrato, quanto inspiegabile, corteggiamento del Principe degli Inferi. Quando il loro legame muta in qualcosa di profondo e passionale, però, scioccanti rivelazioni sconvolgono vita e cuore di Lenora, che diventa consapevole di essere lo strumento per la fine di Acheron o per la sua salvezza. Nel mondo dei vivi, intanto, l’inverno ha ormai ceduto il passo alla primavera e le note del Requiem suonate nella cattedrale di Kraven potrebbero nascondere le chiavi del destino dell’Ade.

Come sa chi ha letto 'Requiem d'inverno' il libro finiva con un bel cliffhanger. Ho aspettato questi mesi con trepidazione, non vedevo l'ora di continuare la lettura e non sono rimasta affatto delusa.
Se potessi riassumere questo romanzo in poche parole, direi tranquillamente 'colpi di scena'.
Perché sì, ci sono talmente tanti colpi di scena che a ogni capitolo non sai mai cosa puoi aspettarti ancora. Sarà infatti difficile per me non fare spoiler! Ma quello che vi posso dire è che è come se un puzzle avesse trovato finalmente tutti i suoi tasselli. La cosa che più mi ha affascinata è che ci sono certe rivelazioni che durante la lettura uno non aveva neanche quasi notato. Anche i più piccoli dettagli, quei personaggi talmente secondari che erano apparsi per un brevissimo tempo, tutto ha una sua spiegazione. Sono rimasta sinceramente sconvolta, nel senso positivo. Tanto che infatti mi sta venendo voglia di rileggere 'Requiem d'inverno', per vedere con occhi diversi tutti quei passaggi che a una prima lettura possono sembrare tranquilli. E invece no, in questi romanzi non c'è un attimo di tregua. Anche la cosa più piccola ha un suo significato, tutto si ricollega e la lettura diventa impossibile da abbandonare, anche se abbiamo davvero un bel tomo. Se quindi pensate di leggere una scena 'normale', state pur tranquilli che alla fine non lo sarà!

Dove eravamo quindi rimasti con il nostro cliffhanger? Lenora aveva accettato di rimanere per sempre nell'oltretomba in cambio di avere salva la vita di Julian, l'amato fratello. Per quasi tutto il romanzo infatti andremo a scoprire l'aldilà, le sue zone, come funziona, la storia che c'è dietro. Se infatti in 'Requiem d'inverno' abbiamo conosciuto il mondo terreno, la Repubblica e la Sororitas, in questo ultimo romanzo andremo a conoscere meglio la parte fantastica e mitologica. Non solo infatti andremo a scoprire che fine hanno fatto i fratelli e la sorella di Acheron, ma anche l'eterna lotta silenziosa che si protrae fra lui e suo padre, Orpheus, con i conseguenti peccati che Acheron sente di avere e per i quali non crede di meritare la corona di re; è un principe infatti, come tiene a ribadire. Si viaggerà molto, tra i Campi Fioriti, la Landa del Peccato, l'Erebo e dove dimora Ardha. Ogni luogo ha le sue caratteristiche, i suoi terribili costumi e ci fa notare come un luogo paradisiaco come dovrebbero essere i Campi Fioriti dove tutto sembra sempre caduto in una perenne gioia, sia in realtà terribile visto dagli occhi di Lenora. Il suo incontro con l'amica, Karola, mi ha infatti fatto stringere il cuore. Per un umano è meglio dimenticare, meglio lasciarsi tutto alle spalle e vivere una vita perfetta che alla fine risulta stucchevole, o come dice Vanth, parecchio noiosa. Così come abbiamo la conferma che nei Campi Fioriti può andarci veramente chiunque, basta che paghi e che abbia un Obolo forte a farlo traghettare. Potrebbe essere sicuramente ingiusto, ma visto ciò che vede e vive Lenora non sa più se è ciò che qualcuno potrebbe davvero desiderare. 

Nella scorsa recensione vi avevo detto che mi sarebbe piaciuto sapere più su Madelaine, la sorellina di Lenora e Julian. Sono stata accontentata ma sicuramente non nel modo che pensavo! Non posso dilungarmi oltre, ma è incredibile come tutto si ricolleghi. Potrebbe a tratti sembrare macabro, triste, eppure è tutto perfettamente bilanciato per quello che è la storia. Anche per quanto riguarda il duca, la cavalcata di Lenora nella neve, qualsiasi cosa ha un suo senso. E quindi adesso capiamo ancora meglio il rimorso di Lenora. Ce ne avevamo fatto già un'idea nel precedente volume ma adesso le cose sono ancora più chiare e possiamo capire meglio il suo senso di frustrazione e di colpevolezza che la ragazza sente. Ma non sarà soltanto questo che verrà svelato: come funziona la Sororitas e specialmente gli Oboli è un altro colpo di scena pazzesco. Mi ero fatta delle domande, sul perché i giudici avessero bisogno dell'energia vitale degli Oboli come pagamento per traghettare il defunto verso i Campi Fioriti e adesso ha tutto un ragionamento logico dietro che mai mi sarei immaginata. In pratica, non c'è nulla in questi romanzi che viene spiegato con un semplice 'perché sì, è così che funziona e basta'. Che lo avrei anche tranquillamente accettato per questo aspetto! Ma l'autrice va ancora più a fondo e ci fornisce una spiegazione dettagliata di tutto che va a ricongiungersi con il passato che Acheron vuole celare a Lenora. Che dire poi di quando la ragazza scopre cosa le è veramente successo! Lì ero molto in dubbio: sinceramente non sapevo come si sarebbe comportata Lenora ma vi posso dire che l'avrei capita perfettamente con entrambe le reazioni che avrebbe potuto avere. Perché è difficilissimo capire cosa fare, come si sarebbe dovuta sentire, come avrebbe dovuto guardare adesso Acheron. Non è una situazione semplice che si può risolvere con del dialogo e basta, è un qualcosa che va a smuovere l'anima di Lenora, di tutto ciò che è stata la sua vita da cinque anni a questa parte e prendere una decisione non è affatto facile. Neanche io effettivamente avrei saputo come prenderla nel momento esatto in cui le viene rivelata una certa verità; è talmente immenso che sinceramente avrei capito e approvato qualsiasi suo comportamento.

Ci sono state delle scene che mi hanno fatto letteralmente spuntare le lacrime agli occhi e lo dico perché anche se mi commuovo facilmente quando leggo un romanzo è comunque difficile farmi piangere. L'autrice in questo caso ci è riuscita! Voglio sorvolare la parte di Madelaine perché penso che lì chiunque diventerebbe una fontana, quindi mi voglio concentrare in particolare sul momento del supplizio, o meglio, dell'espiazione di Acheron. Non perché la scena era troppo cruenta e insopportabile da leggere, non per quello che Acheron ha dovuto patire per due giornate intere. Ma per quello che ha dovuto subire Lenora, con Orpheus accanto a sussurrarle che era colpa sua, con tutto quello che ha poi in seguito scoperto: è una scena che è stata descritta magistralmente, anzi, non descritta, mostrata, e che riesce alla grande a smuoverti il cuore. In quel momento mi sono immedesimata più che in Acheron in Lenora, a tutto quello che stava subendo. Forse il suo non era un dolore fisico, ma le ha squarciato l'anima. Vedere qualcuno che ami soffrire, avere gente intorno che ti instilla dubbi proprio in quel momento drammatico, è un vero e proprio crollo psicologico.
L'altra scena che mi ha fatto piangere è stata in particolare una frase, che non vi posso riportare (ma è stupenda!) in seguito a una scoperta da parte di Lenora su un qualcosa che aveva dimenticato e che ora le ha riaffiorato la memoria. Il tutto è legato anche ai particolari e bellissimi occhi cangianti di Acheron che mi hanno letteralmente conquistata. Un passo magnifico, splendido, scritto con una intensità tale che non potrà non rimanere per sempre impresso nel mio cuore. Un libro che non dimenticherò di certo.

Lo stile è assolutamente perfetto. So che per qualcuno potrà sembrare un'esagerazione, ma lo show don't tell è reso magistralmente e la tecnica dell'incluing non ha una falla. Nel disseminare informazioni per poi dare il colpo di grazia, l'autrice ne è certamente una maestra. Per alcune cose uno può anche provare a indovinare, ma per tutto il resto Krisha è stata bravissima a non farci nemmeno accorgere di tutti gli indizi che ci aveva lasciato. Nessun deus ex machina, tutto ciò che accade aveva una spiegazione che noi avevamo già letto senza neppure che ce ne accorgessimo. Sono rimasta sorpresa a ogni pagina, a ogni capitolo. Più si va verso la fine, più è un incedere di rivelazioni che fanno sorprendere. Ho letto tantissimi libri, fatte molte recensioni, ma mai mi era capitato di rimanere così meravigliata alla conclusione di una storia. Riesco spesso a indovinare alcuni particolari ma l'autrice mi ha messo veramente a dura prova. Il sentirmi emozionata per una rivelazione è un qualcosa che adoro quando leggo un libro. Poche sono state le scene che ero riuscita a prevedere, quindi i colpi di scena con me hanno funzionato alla perfezione. Per il finale posso dire che è successa una cosa che speravo con tutta me stessa! Non posso dire quale ovviamente ma mi ha fatto molto piacere.

Che dire, infine. Lenora è un personaggio che era già coraggiosa ma qui prende davvero le redini della situazione. In molte occasioni infatti continua a fare di testa sua, non dando retta ai consigli di Acheron o di Vanth. Ma cerca come può di districare da sola il problema, anche se questo significa mettersi in guai grossi. Ovviamente per quanto Lenora possa cominciare a innamorarsi davvero di Acheron, non può non sentire la mancanza del mondo terreno e della sua famiglia specialmente. Ha il desiderio di poterli rivedere almeno un'ultima volta. Come vi avevo detto a inizio recensione non tutto il romanzo è ambientato nell'oltretomba, ma una parte anche nel mondo terreno. Ecco, si sente una differenza incredibile: per quanto l'aldilà possa apparire minaccioso, crudele e tetro, anche dall'altra parte non è che si stia tanto bene e la differenza è molto rimarcata. Per molte cose ho trovato il mondo terreno ancora più spietato, specie per quello che accade a Lenora. Come se i vivi potessero arrecare maggior danno. Lenora sarà costretta a sopportare delle dure conseguenze e ho apprezzato tantissimo quanto lei si sia mostrata forte e coraggiosa, impedendosi di mostrare un briciolo di debolezza. Allo stesso tempo, Acheron, principe dell'oltretomba, si mostra in difficoltà in alcune occasioni. Mostra cioè il lato sensibile a Lenora, facendole capire che non ha davvero il potere di controllare ogni cosa, che ha commesso degli errori e che ha intenzione di farsi perdonare, non importa quale sia il prezzo da pagare. Anche una divinità come lui per alcune situazioni può sentirsi quasi umana, ma cerca di prendersi le sue responsabilità e di fermare quella sofferenza che sente di aver causato. La loro è una storia tormentata, ma soddisfacente. Non c'è niente che venga risolto con poco, ognuno è chiamato a fare dei sacrifici, di rimediare a ciò che ha fatto o semplicemente rischia per il bene dell'altro. Ci sono attimi di pace, di infinita delicatezza e dolcezza, ma sono attimi conquistati e che sanno essere di passaggio. Acheron e Lenora hanno bisogno di crescere insieme, di svelare ogni dettaglio perché non è più il tempo dei segreti. Ora che sono un'unica cosa devo fidarsi completamente l'uno dell'altro se vorranno stare di nuovo insieme.

Un romanzo meraviglioso, un ottimo proseguimento che tanto avevo aspettato e di cui non sono rimasta delusa. Requiem è una lettura che non si dimentica, è una lettura che non può mancare e che si adatta a qualsiasi lettore, non soltanto a chi piace già il genere. Questa è una storia così ben costruita che infatti deve arrivare a un pubblico maggiore, perché tutti possono apprezzarla e amarla. Ne sono sicura.

Non posso quindi che premiarlo con il massimo del punteggio!




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