Buona domenica a tutti!
Oggi voglio segnalarvi il romanzo di Fabrizio Valenza, 'L'isola dei morti'. Troverete qui di seguito tutte le informazioni e anche un bell'estratto!
Titolo: L'isola dei morti
Autore: Fabrizio Valenza
Edito da: Self Publishing
Genere: Narrativa, occulto
Formato: Cartaceo & digitale
Prezzo: 3,99€ digitale, 8,99€ brossura, 14,99€ rigida
Pagine: 172
Grafico: Enrico Valenza
Trama
Anno 1885. Andrea Nascimbeni è un antropologo veronese che si
reca sulla cosiddetta “isola dei morti”, al largo della costa ligure di
Zoagli, dopo averne viste rappresentate le “esotiche” strutture
funerarie nei dipinti dell’amico Arnold Böcklin. L’intento di innovare i
suoi studi, lo immerge nella soffocante atmosfera della cittadina senza
nome, dove l’architettura destinata ai trapassati riceve maggiori
attenzioni di quella dei viventi.
Il delirio lo avvolge ora dopo ora,
forse provocato dai numerosi sinistri misteri in cui si imbatte.
Nemmeno la febbre può, però, impedirgli di rintracciare i sepolcri
aperti e nascosti alla vista di visitatori fortuiti. Esacerbato dai
segreti dell’isola e dall’omertà dei suoi abitanti, Nascimbeni trova un
momentaneo conforto solo in una donna, della quale si invaghisce. Nulla
è però come sembra e l’incontro con un uomo avvolto dal mistero lo
mette sul chi va là, quando lo invita ad abbandonare l’isola.
L’antropologo,
tuttavia, s’ingegna per rimanervi nascosto fino alla vicina festa del
“32” ottobre, come viene scherzosamente definita dalla locandiera che lo
ospita, perché sa che si tratta del momento in cui potrà capire quali
strani riti funerari si celebrano in quel luogo. L’esperienza
sull'isola diverrà talmente insostenibile, da provocare il suo abbandono
della professione.
Una curiosità: per descrivere la cittadina nella quale il protagonista si trova immerso, l’autore si è ispirato a un particolare architettonico tipico del centro Italia, la cosiddetta “porta dei morti”.
L'autore
Di origini siciliane e con il pallino di raccontare il mondo secondo il mio punto di vista, dopo nove anni di lavoro in banca, ho deciso di cambiare vita per darmi una svolta verso il meglio. Ho deciso nel 2004 di insegnare nelle Scuole dell’Infanzia. Avendo a che fare giornalmente con i bambini dai 3 ai 6 anni, lascio spazio a quello che Jung chiamava il Puer Aeternus: si diverte lui e diverte me. A partire dal 2007 ho iniziato a pubblicare romanzi, prima con il self-publishing e un buon successo (Storia di Geshwa Olers), poi con molti editori, per lo più medio-piccoli, e risultati altalenanti. Ora, dopo 15 romanzi e 15 anni, ho deciso di ritornare all’autopubblicazione”. ( https://fabriziovalenza.net/chi-sono/ )
Estratto
Puntai l’attenzione sulla diversità delle soglie che contraddistingueva gli ambienti non utilizzati: erano porte chiuse, murate e prive di scale. Furono questi particolari a riportare in superficie la memoria di ciò che vidi in Toscana, Professore, oltre che nel corso di alcuni viaggi in centro Italia, in Umbria e, credo, anche nel Lazio. Le cosiddette porte dei morti, cioè quelle aperture, che sapete di derivazione etrusca, poste accanto all’ingresso delle case, attraverso le quali si faceva passare il feretro di un defunto. Quelle aperture venivano poi murate dopo aver tolto l’anta di legno. Il motivo per cui si faceva una cosa così strana? Lo dico non per insegnarlo a voi, ma per sottolineare quale ragionamento mi si andava formando nella mente: la convinzione che l’oscura signora con la falce, se avesse voluto far ritorno in quella casa, avrebbe trovato il passaggio sbarrato. Superstizioni, appunto, e pensieri che però mi fecero rabbrividire.
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