venerdì 18 gennaio 2019

Recensione: 'La città dell'assedio' di Luca Buggio

Oggi parliamo del secondo volume di Luca Buggio, 'La città dell'assedio'! Se vi siete persi la recensione del primo libro, ovvero 'La città delle streghe', potete recuperarla cliccando qui!
 

Titolo: La città dell'assedio

Autore: Luca Buggio

Edito da: La Corte Editore

Formato: Cartaceo (brossura), Kindle

Genere: Narrativa storica, mistero

Pagine: 393

Prezzo: 17,90€ cartaceo, 8,99€ Kindle





Trama

Estate 1706: il Ducato di Savoia vive la stagione più drammatica della guerra contro la Francia del Re Sole. Tutte le piazzeforti sono cadute, Torino resiste nella morsa di un assedio sanguinoso e un cadavere orrendamente mutilato, all'ombra del Santuario della Consolata, potrebbe far dubitare i torinesi della protezione di Dio. A Gustìn, fidata spia del Duca, viene chiesto di usare la razionalità di cui va fiero per smentire le superstizioni e trovare un colpevole in carne e ossa. Indagando tra gli angoli più bui di Torino, Gustìn si avvicina a segreti che vanno oltre ogni sua immaginazione. Laura, giovane saponaia di Borgo Dora, conosce parte di questi segreti, eppure non riesce a ricordarli. Consapevole dei misteri celati dietro le case e i vicoli della città, Laura cerca di sopravvivere all'assedio francese. Entrambi arriveranno a sfiorare il cuore più profondo e misterioso di Torino, popolato da creature terrificanti, crudeli, misericordiose. E scopriranno che, forse, i misteri che nasconde la città, sono ancora più grandi di quello che pensavano.


Ci troviamo a Torino e gli eventi si svolgono tra luglio e agosto del 1706. Abbiamo lasciato i nostri protagonisti in una situazione a dir poco drammatica, con l'avanzata dell'esercito francese e l'efferratezza di crimini mostruosi di cui ancora non si è individuato il colpevole.
Gustìn, spia del Duca, è incaricato di scoprire chi si cela dietro il terribile 'Omicidio della Consolata',  che ha visto le proprie vittime sbranate in modo orribile. Ci ritroviamo quindi con l'interrogativo che era stato posto nel primo libro: realtà o fantasia?
C'è un uomo dietro questi crimini o una creatura sovrannaturale considerando l'aspetto del cadavere che è stato rinvenuto? Più volte infatti nel romanzo si evidenzia come nessun essere umano possa essere capace di ridurre un corpo in quel modo, sbranandolo come se fosse stata una bestia.
Ed è proprio in questo secondo volume che la pista per Gustìn si farà più chiara -anche se il ragazzo ancora non riesce a comprendere fino a fondo. Certo però è che il lettore ha finalmente un'idea precisa e sappiamo sotto che punto di vista dobbiamo cominciare a intendere i delitti.
Laura, la saponaia di Borgo Dora, vive ancora con Fioreste e continua nel suo lavoro vendendo saponi e boccette profumate. Ora che il padre non è in grado di mandare avanti la famiglia, è lei che dovrà farsi carico di tutto. Inizialmente è disorientata e ha poca fiducia in se stessa  in particolar modo quando capisce che proprio grazie al suo lavoro, se riesce a farsi benvolere dalle persone giuste, può superare la carestia ormai alle porte. Si fa aiutare da Alberto, un giovane di bell'aspetto che ha dichiarato il suo amore per lei e che, come farebbe un marito, la rassicura e la protegge. Tuttavia, lei non sa se riesce a ricambiare i suoi sentimenti. Questi suoi dubbi verranno presto inaspriti quando un giorno, mentre salva un bambino da una possibile galera, incontra Gustìn. Il tanto sospirato incontro avviene nella maniera più calma e direi anche inaspettata possibile. Con molta naturalezza i due si conoscono, ridono già sin dal primo incontro e quando si lasciano entrambi non possono fare a meno di smettere di pensare all'altro.

Personaggi

Come dicevo l'incontro tra Gustìn e Laura, i due protagonisti, non è forzato. Mentre leggevo il capitolo non mi ero resa conto che era 'giunto il momento' che i due si incontrassero e quindi sono rimasta piacevolmente sorpresa. I due hanno caratteri che credo siano abbastanza simili: nonostante provengano da situazioni diverse e hanno provato sofferenze diverse, i due sono in grado di viaggiare sulla stessa onda. Questo me lo ha fatto intendere come già i due riescono a ridere per una schiocchezza durante il loro primo incontro, una sciocchezza che però già li rende uniti e specialmente simili. Nonostante Laura abbia Alberto, un giovane molto più bello di Gustìn, più a modo e all'apparenza più protettivo e nonostante Gustìn abbia Costanza, una bella donna che sembra sempre sapere cosa voglia, i due troveranno l'uno nell'altro quello che sembra veramente mancargli.
Entrambe sono persone coraggiose e con un dono che i due ancora non hanno scoperto di avere.
Gustìn non si tira indietro di fronte a nessuna missione, anche se quella che gli si presenta è tremenda e lo costringe a indagare trovando indizi che avrebbe preferito non vedere mai in vita sua. Sa anche come riconoscere il pericolo e riesce a scappare per salvarsi la vita. Quando entra in'un'abitazione è molto attento ai dettagli, riesce a riconoscere i segni delle superstizioni e capire se ci sono altri passaggi all'interno della casa. Quindi abbiamo sicuramente un ragazzo intelligente che vuole sempre stare dalla parte della razionalità. Alla fine però capisce che i sogni che molto spesso cominciano a disturbare le sue notti sono più reali di quanto immagina. Milo, l'amico morto della sua infanzia e che ha causato in lui un 'odio' per le preghiere, sembra parlargli davvero.
Allo stesso tempo abbiamo Laura che nonostante possa sembrare molto calma, timida, paurosa, ha qualcosa che la contraddistingue: innanzitutto sin dal primo libro si vede quanto coraggio possa mostrare in una situazione di pericolo. Come è corsa di notte in cerca di aiuto non temendo l'Uomo di Crocicchio, anche adesso la vediamo con una scintilla negli occhi, ardente di fede. Anche lei sa che c'è qualcosa di sovrannaturale, che riesce a vedere delle sagome a forma di angelo ma che subito dopo non riesce a ricordare. Comincia a rendersene conto, a rendersi conto che sta dimenticando delle vicende proprio perché c'è qualcuno che glielo comanda. Inoltre, nonostante si vergogni molto delle sue mani, distrutte dalla soda caustica, sono rimasta davvero sorpresa in senso positivo quando, a cena, le ha mostrate a Gustìn. Pensavo che non avrebbe colto l'invito di Costanza, che avrebbe continuato a celargliele, invece le ha mostrate pur non volendo andare oltre alla questione. Credo che sia stato un grandissimo passo avanti per lei considerando come, durante un'aggressione e dopo averle tolto i guanti, le veniva da piangere non tanto per l'aggressione in sè ma per la vergogna che qualcuno l'avessa vista in quelle condizioni.
Per questo dico che i due personaggi, seppur diversi per molti aspetti, sono inclini allo stare insieme e hanno molti punti in comune che li faranno avvicinare ancora di più, specialmente adesso che entrambi riescono a vedere ed entrare in contatto con qualcosa di più grande di loro.
Voglio anche riagganciarmi al personaggio di Costanza, che mi era rimasta abbastanza indifferente per tutta la lettura e non conservavo per lei sentimenti di antipatia. Alla fine del libro, nonostante io possa capire il suo atteggiamento, resto nella decisione di non condividerlo affatto. Ha progettato tutto e ha fatto in modo di allontanare i protagonisti nell'arco di una serata, eppure il suo tentativo fallisce. Questo l'ho trovato veramente un passaggio ben fatto perché mi ero aspettata che da quel momento in avanti sarebbe nata la classica incomprensione. Eppure, se anche inizialmente c'è stata, viene spenta subito grazie alla determinazione di Gustìn e la capacità di ascolto di Laura.
Non so adesso come la loro relazione possa evolversi e se Laura abbia davvero compreso il tutto, ma questo passaggio finale l'ho davvero apprezzato perché ha superato le mie aspettative.
Non vedo poi l'ora di leggere di più riguardo Raffaele, personaggio che mi interessa davvero tantissimo.

Stile

Come nel primo libro, lo stile è limpido e senza alcun errore. Unito a questo, c'è l'attenzione dell'autore nei particolari. Siamo in un momento storico realmente accaduto, in una Torino settecentesca, e abbiamo una coerenza storica eccezionale. Si vede che l'autore si è impegnato tantissimo nel ricercare tutte le particolarità dell'epoca facendocela apprezzare e vivere come se noi fossimo lì. Le accuratezze storiche hanno anche molto da insegnarci: e come dico sempre la cosa bella di un libro è anche quando ti insegna qualcosa, lasciandoti delle curiosità che non sapevi e che ora ricorderai sicuramente. Per dirvi, addirittura la copertina è perfetta e ben studiata. Attraverso di essa l'autore -e in questo caso anche Valerio Minato-  è riuscito a rievocare perfettamente quello che sarà l'atmosfera del suo libro. Lo voglio sottolineare perché mi piace quando c'è questa cura dei particolari certosina. Ci fa capire che siamo davanti a un libro ben studiato, con un editing fatto eccezionalmente. Vi consiglio la lettura di questo libro perché non solo la trama è avvincente ed è scritto benissimo da 10/10 ma anche perché c'è davvero un sacco di lavoro storico dietro che vale la lettura di ogni singola pagina.
Per questo la mia votazione è cinque stelle su cinque.


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