Oggi voglio portare alla vostra attenzione 'Quando il sole si prendeva sui terrazzi' di Nadia Dicursi!
Un libro che mi ha piacevolmente commossa, quindi ecco la mia recensione!
Titolo: Quando il sole si prendeva sui terrazzi
Autrice: Nadia Dicursi
Edito da: Self publishing
Genere: Narrativa biografica
Formato: Digitale
Prezzo: 3,00€ o gratis su Kindle Unlimited
Pagine: 123
Trama
Affreschi di una famiglia napoletana del dopoguerra, colta nel momento
di affrancarsi dalla povertà portata dalle conseguenze del conflitto
appena passato, con i giovani presi dal desiderio di volersi affacciare
alle nuove opportunità di rinascita e di svago offerte dalla
ricostruzione. Di contro, genitori rimasti severi e distanti, presi dai
problemi pratici propri della sopravvivenza, e per il momento non
interessati ad altro. Poi la trasformazione attraverso gli anni,
l'emancipazione, il passaggio di una generazione...
Premetto che amo leggere libri che parlano di storie di vita vera, e specialmente di come era diversa la situazione familiare in un periodo come quello del dopoguerra. Non ho potuto che restare incollata alle pagine di questo libro e di immedesimarmi in ogni persona, capire cosa provassero e allo stesso tempo rendermi conto di come quello che può essere visto come un periodo in cui alla famiglia veniva dato un valore diverso, ci siano comunque dei problemi che creavano disagio tra fratelli e sorelle. In questo romanzo, l'autrice ha voluto parlare della famiglia di sua madre, composta dai genitori, cinque sorelle e un fratello. Vivevano tutti nella stessa abitazione e si sa, lo spazio era talmente poco che era impossibile avere la propria privacy, un elemento che mancava a molti e che si desiderava più di ogni altra cosa. Eppure, quando qualcuno dopo essersi sposato doveva andare via ecco che arrivava l'angoscia di dover vivere altrove, senza i propri cari e in un contesto che diventava ancora più difficoltoso da accettare. In ogni capitolo ci viene narrata la storia di ogni zia, zio, nonno e nonna e naturalmente della stessa madre dell'autrice. Una numerosa famiglia di Napoli che ha vissuto la città quando c'era ancora complicità, ma anche pregiudizi e divieti. Una famiglia che come tutte le altre doveva fare attenzione alle spese dato il periodo bellicoso e non poteva quindi permettersi di accontentare tutti. Ogni capriccio doveva essere messo da parte per cose più importanti. I desideri erano visti come dei semplici vizi non significativi, tanto che, se infatti qualcuno della famiglia riusciva in qualcosa come per esempio un'attività sportiva, non veniva seguito perché non considerato come una cosa fondamentale da fare nella vita. Biosgnava piuttosto sopravvivere, lavorare, dedicarsi ai beni di prima necessità e badare alla famiglia anche se spesso i componenti più giovani venivano lasciati crescere da soli, senza troppe attenzioni perché, tra lavoro e spese, non ce n'era veramente il tempo. Eppure, nonostante l'aria che si respirava, nonostante dovessero vivere in una palazzina colpita da un attacco e mezza distrutta, la famiglia non demordeva ma si rimboccava le maniche. Si arrivava pure a fare gli equilibristi in casa ma nulla li avrebbe costretti ad andarsene. Ogni problema aveva la soluzione giusta. E si andava avanti, con dignità e decoro, gli elementi essenziali e fondamentali per ogni famiglia che si rispetti. Essere una famiglia povera ma rispettabile era un ottimo biglietto da visita, specie perché tutti davano il proprio contributo lavorando.
Napoli stessa aveva un odore e un sapore diverso: la si viveva in maniera spontanea, una terra che nessuno avrebbe mai voluto lasciare e se capitava, ci si tornava dopo poco. Dava un senso di integrità e comunità che sinceramente noto ancora nell'attuale Napoli. Una radice che è rimasta ben ancorata alle sue origini.
Personaggi
Come detto, i protagonisti di questo romanzo sono la famiglia dell'autrice. Ovviamente ognuno di loro è diverso e ha il proprio carattere.
Carlo è l'unico fratello. Di Carlo sappiamo che ha avuto una bella storia d'amore con Marisa durata dieci anni e che poi, improvvisamente, tutto finì. Carlo sposò un'altra ragazza, molto più combattiva di Marisa tanto che lei nemmeno provò a riconquistare Carlo perché troppo 'spaventata' dal carattere della sua nuova fiamma. Eppure, nonostante tutto tra loro fosse finito, l'autrice lo ricorda di come spesso la nominasse e di come la descrivesse con premura. Indubbiamente per Carlo è l'unica donna che abbia davvero amato. Lo zio dell'autrice morì di cancro e fu quindi il primo familiare con cui lei si affacciò alla morte. Quasi come se fosse una cosa impossibile da digerire, effimera e che naturalmente lascia il suo segno.
La zia Elvira era invece una donna che nella vita ha patito molte disavventure che non si lenirono dopo il matrimonio con Franco e la nascita delle sue due figlie. Le stesse ragazze infatti, nate quindi in un'epoca decisamente diversa, pretendevano la loro libertà in un modo che ha sempre stonato alla zia Elvira, quasi come se non riuscisse a starle dietro. Era una donna anche molto particolare, che non dava alcun tipo di avvisaglia del suo malessere. E proprio come era stata in vita, senza preavviso se ne andò. La storia della prima sorella, Elda, è quella che mi ha lasciata con un groppo in gola. Mi ha fatto davvero male leggere della sua vita e di come abbia dovuto patire sin da giovane. Essendo la più grande era quella che aveva a cuore le faccende di casa e doveva prendersi cura delle sorelle più piccole. Portava a termine i suoi compiti con grande forza di volontà così come voleva che ogni cosa fosse perfetta e sempre a posto. Eppure questo ha fatto in modo che non vivesse appieno la sua giovinezza. Anche lei meritava di uscire e divertirsi come facevano le sorelle, meritava un po' di riposo -che in effetti una volta si concesse- quello che è certo è che avrebbe avuto bisogno di un'adolescenza molto più spensierata senza pensare continuamente a quello che c'era da fare in casa.
Ma non è nemmeno questo il peggio che le è potuto capitare, perché finché è stata in famiglia Elda era comunque un elemento amato e fondamentale. Sposa un despota, un uomo che la tratterà sempre male a tal punto che la stessa autrice arriva a litigare con lui. Ammetto di aver goduto non poco quando ho letto quella parte e ho ammirato l'autrice del coraggio che ha dimostrato e di come fosse assolutamente necessario. La fine della zia, colpita da ictus, mi ha fatto veramente stringere il cuore, specie leggere cosa fosse successo prima che questo ictus la colpisse. Credo che nessuno meriti un qualcosa del genere, tantomeno una persona che si è sempre presa cura della sua famiglia.
L'ho trovata una parte estremamente toccante e ci fa riflettere di come, episodi del genere, non sono sfortunatamente cessati dato che ancora si ripetono.
Zia Clara, una delle zie ancora in vita, ci viene descritta come la più bella e vanitosa. Lei lo sa e non ha alcuna remora nell'evidenziarlo. Avrebbe davvero potuto avere qualsiasi uomo ma sposa Elio, che non riesce a credere all'immensa fortuna che ha avuto nel sposarla. Elio sarà per sempre innamorato di lei, fino alla sua morte. L'ha trattata come una vera principessa, accondiscendendo a ogni sua richiesta e rendendola una donna amata e desiderata. Tuttavia, la zia Clara non vuole che si parli del passato. Forse, c'è qualcosa che vuole che resti solo per lei. Qualcosa sia di bello che di doloroso.
Triste è la storia della vita della zia Giulia che anche lei, come Elda, ha sposato un uomo che talmente non l'amava non ha mai nemmeno considerato l'unico figlio che hanno avuto. Neanche successivamente quest'uomo è riuscito ad amarli. Quello che racconta l'autrice è che la loro vita è immersa nell'indifferenza di l'uno verso l'altra. Mi ha dato come la sensazione che queste persone, nonostante i disagi che potevano passare vivendo tutti insieme nella stessa casa, stessero in realtà in una condizione privilegiata e fantastica, a contatto con la propria famiglia. E che dopo, quando hanno preso il largo, la situazione per alcuni sia peggiorata come se non potessero più vivere quello che tanto li rendeva uniti con altre persone.
Zia Lisa è la zia più buona e generosa. Tutti l'hanno amata proprio per il suo carattere dolce e solare e non ha nemmeno attirato particolari antipatie o invidie perché lei non era mai in competizione con nessuno. In pratica, vinceva senza mai partecipare e questo inteso per qualsiasi cosa.
La mamma dell'autrice, Caterina, andava molto d'accordo con Lisa. La sua sorella preferita. Caterina ha sempre sofferto il dramma del non essere curata. Nonostante fosse piccola e quindi bisognosa di attenzioni non facevano tanto caso a lei. Tranne Lisa che invece le stava accanto. Che si divertiva con lei e non la rimproverava quando giocava come Elda perché stava sporcando lì dove era stato appena pulito. Con Lisa, Caterina ha potuto sfogarsi sul famoso Giulio, il ragazzo di cui era infatuata e che vedeva ogni estate. Mi è piaciuto come sia riuscita a ribellarsi al carattere di Giulio, che sostanzialmente stava con lei e si divertiva pur non amandola. L'arrivo di Enrico ha mutato il carattere di Caterina, rendendola una donna sicura di sé, un cambiamento che non è potuto sfuggire a Giulio che si è ritrovato davanti una donna talmente diversa che non ha potuto davvero fare nulla.
Stile
Lo stile è quello del raccontato, che in quest'occasione non solo è azzeccato ma poi, capitolo dopo capitolo, ci viene mostrata alla perfezione la vita di una numerosa famiglia napoletana durante il dopoguerra. Una vita diversa, difficile, calorosa. Di quando il sole si prendeva sui terrazzi.
Ho davvero amato questo romanzo e una volta che ho cominciato a leggerlo non mi sono più fermata. Non dovete pensarla a una biografia che possiamo sentire distante: penso che invece ognuno di noi si riconosca in qualche racconto, anche dalle storie dei nostri genitori o dei nostri nonni.
E in questo romanzo ritroviamo quindi qualcosa che ci appartiene, che anche la nostra famiglia ci ha raccontato. Come se riconoscessi qualcuno dei protagonisti.
Leggere questo libro mi ha fatto sentire a casa.
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