venerdì 18 ottobre 2019

Recensione: 'E lo chiamano amore' di Annamaria Vargiù

Oggi voglio parlarvi di questa raccolta di racconti, 'E lo chiamano amore' di Annamaria Vargiù. L'ho trovata una lettura che dilania, fa riflettere e ti scombussola. Positivamente.



Titolo: E lo chiamano amore

Autrice: Annamaria Vargiù

Edito da: Porto Seguro Editore

Genere: Narrativa, raccolta di racconti

Formato: Cartaceo (brossura)

Prezzo: 12,90€

Pagine: 136




Trama

Quelli di "E lo chiamano amore" sono amori fatti di sopraffazione e violenza, sia fisica che psicologica. Sono turpi, dolci illusioni che si trasformano in incubi. E sono oscuri. Amori che si presentano affascinanti e seducenti e finiscono poi per aggrapparsi alla vittima e succhiarne la linfa vitale. Con questa raccolta, Annamaria Vargiù ci presenta sapientemente la faccia più spietata di un sentimento crudele che usurpa il nome di amore. E che spesso costringe al silenzio le stesse vittime

Penso che una lettura del genere debba necessariamente sconvolgerti. E questi racconti ci riescono, infatti, alla perfezione. Nove racconti, ognuno dei quali ci presenta l'amore sotto sfaccettature diverse. L'amore è quel sentimento puro, piacevole, che chiunque dovrebbe provare nella vita. Ci viene sempre presentato come un qualcosa di meraviglioso e senza negatività. Come potrebbe, d'altronde, essere un male? Eppure a volte si ama troppo, si sfocia nella gelosia, nel ricatto ed ecco che si passa alle violenze e stai lì a chiederti come è stato possibile, come si è arrivati fino a lì.
Le vittime in questo caso non riescono quasi mai a reagire: non solo perché è stato improvviso e magari c'è il pensiero che tutto possa tornare a posto ma ci si costringe, anche per evadere da quell'incubo, che in realtà è giusto, che non sta succedendo niente di così catostrofico. Ecco che la vittima comincia a darsi la colpa. E anche quando invece si ribella e prova a fuggire non sempre tutto va come sperato, specie se non c'è nessuno che tende una mano ad aiutare.
A volte, si ha paura di parlarne quindi si lanciano dei segnali nella speranza che la persona che abbiamo davanti capisca e ci aiuti. Questo è già qualcosa che succede nel primo racconto, quella che mi ha spiazzata di più e che considero infatti il mio preferito.
La cosa che fa male di questi racconti è che anche se sono tutti episodi di fantasia, nel mentre che leggi pensi subito che in realtà quel fatto è già successo. Che nel mondo, a qualcuna o qualcuno è successa esattamente quella cosa. L'orrore e la frustazione prendono allora il sopravvento.
E il motivo per cui questi racconti toccano così tanto il cuore è anche per il finale: sono stati costruiti in una maniera così veritiera che quindi non sempre hanno un risvolto felice. E anche se tale può sembrare c'è quel retrogusto amaro che comunque ti lascia riflettere. E capisci anche che per la vittima in questione riprendersi non sarà affatto facile.
Ho trovato questo testo davvero significativo e reale e penso tutti dovrebbero leggerlo. Il messaggio che si legge tra le righe è un volerci schiaffare, sì, proprio uno schiaffo morale, una realtà che magari è sotto i nostri occhi, che colpisce qualcuno che abbiamo vicino e non ce ne rendiamo conto. Perché nella maggior parti dei casi quando ce se ne accorge, è già troppo tardi.

Personaggi / Temi trattati

In questa sezione mi soffermo sempre nel delinare i caratteri dei personaggi. Stavolta ho deciso di fare una distinzione, perché penso sia più importante concentrarsi sul tema trattato di ogni racconto.
Come avevo già detto, i racconti sono nove e il mio preferito è stato proprio il primo. Trovo che sia stato scritto anche in modo magistrale, con delle frasi ad effetto che spiazzano e che sembrano darti una bella scrollata. La protagonista si sposa con un suo collega di lavoro: sembra il classico principe azzurro, tutto premuroso e gentile fino a quando non comincia a prendere il controllo della sua vita. Non deve più andare a lavoro, non deve più uscire (a che serve?), deve rimanere a casa e la sera deve fargliela trovare bella tirata a lucido altrimenti che cosa ha fatto durante il giorno mentre il povero marito ha sgobbato in ufficio? Non è più padrona di se stessa. Notiamo inoltre il classico comportamento nella figura del marito decisamente bipolare. A volte è dolce, la accarezza come se non fosse successo niente, le prepara addirittura la cena. Un secondo dopo le ficca la testa nel water e quando lei, stremata, lo raggiunge a letto, lui la abbraccia di nuovo tranquillo. Una situazione del genere che è allarmanete e maledettamente reale si trasforma in una vera e propria situazione di pericolo. In questo caso, come in molti, la vittima ha paura di parlare perché teme di non essere compresa. D'altronde il marito si mostra sempre affettuoso con i suoi amici, addirittura c'è chi la invidia perché ha il marito premuroso che non vuole farla faticare a lavoro. E manda una richiesta d'aiuto silenzioso a Gelmosina, la cara signora che si è presa cura di lei fin da bambina. Il messaggio le sarà arrivato? Il finale è stato un qualcosa di spiazzante, che già avevo cominciato a intendere ma non ne ero del tutto certa. Sta di fatto che l'ho amato. Allo stesso tempo, ci si chiede, uscire da una situazione del genere quanto può essere comunque difficoltoso? Come ci si lascia tutto alle spalle? Gli altri racconti non sono da meno: c'è quello in cui la protagonista non riesce a capire i comportamenti del marito che fa passare giorni, anche settimane senza parlarle. La cosa peggiore non è certo questa: il marito infatti la costringe ad avere rapporti sessuali, convinto che sia il rimedio per qualsiasi male. Lui si difende quando lei lo minaccia: è solo un marito che vuole fare pace nel modo più passionale possibile. In questo caso il finale dà altri tipi di brividi. C'è quello della signora che dopo aver passato una vita ad accudirsi degli altri, viene portata in una casa di riposo quando vedono che non riesce più a parlare. L'unica consolazione della donna è la lettura, ma una volta che si ammala le tolgono anche quell'unica gioia che ha, come se il non parlare significasse anche non saper più leggere. Lasciata da sola, senza la magia della lettura, è questa la fine che dovrebbe fare una donna che si è sempre presa cura della sua famiglia? Quante altre situazioni troviamo del genere, dove anche la cosa che più faceva stare bene viene tolta?
Un altro racconto che mi ha molto colpita e che mi ha fatto salire un odio incredibile mentre lo leggevo è quello di Dario e Salvatore. Salvatore riesce a conquistare Dario, un ragazzo ancora acerbo, genuino e che da poco è rimasto solo. Dario pensa di aver trovato una piacevole compagnia, qualcuno che, anche se è sposato e ha una figlia, può dargli veramente amore e fargli vedere un pezzo di cielo. Salvatore però si rivela essere un mostro che lo ricatta: o lo paga o farà dire alla figlia cose che lo devasteranno per sempre. Mi ha toccata all'inverosimile la scena di quando Dario è in classe e l'unico che sembra accorgersi del suo malessere è un bambino che lo invita a sorridere e a guardare quanto è azzurro il cielo. Dario è una persona che da solare ne esce completamente stravolta. Ricattato, minacciato, vessato. E quel cielo sarà la sua unica via di fuga.
Gli altri racconti trattano temi altrettanto delicati: la donna che viene rapita per farla prostituire, il padre che abusa della figlia, un amore ostacolato ai tempi delle leggi razziali in cui mi è piaciuto molto come la storia tra i due giovani venga comunque intervellata da episodi di violenze e abusi che devono essere raccontate per lasciar riflettere su ciò che è realmente stato e che mai più, nella società odierna e futura, deve più riaccadere. O come non pensare alla terribile storia della donna che viene costretta a non lavorare dal marito e poi quello la lascia anni dopo andandosene con una donna affermata perché lei invece non ha fatto nulla nella vita? Una storia che accade quante volte? Troppe. In questi casi il carnefice ha sempre ragione. Devi restare a casa a badare la casa. Sei rimasta a casa e non hai fatto niente nella vita.
Per il marito della protagonista questa è una situazione logica.

Stile

Penso che si sia capito. Ho letteralmente amato questo stile perché è perfetto per una narrazione del genere che tocca temi così importanti. Lo stile è conciso, dritto al punto e spiazzante. L'autrice sa dosare benissimo le frasi ad effetto, ogni racconto ha un finale perfetto, scritto magistralmente.
Niente fronzoli, è duro, diretto, esattamente come è la realtà. Se potessi dare come punteggio a questo testo più di cinque stelle lo farei. Ve lo consiglio, leggetelo, arrabbiatevi e agite, sempre.


Nessun commento:

Posta un commento