giovedì 31 marzo 2022

Recensione: 'Io sarò il tuo porto' di Salvatore Improta

 Buongiorno a tutti!
Ieri è uscito il nuovo romanzo edito da Words Edizioni, 'Io sarò il tuo porto' di Salvatore Improta ed ecco qui la mia recensione. Buona lettura!


Titolo: Io sarò il tuo porto

Autore: Salvatore Improta

Edito da: Words Edizioni

Genere: Narrativa storica

Formato: Digitale, prossimamente cartaceo

Prezzo: 2,99€ digitale, 15,90€ cartaceo

Data di lancio: 30 marzo 2022



Trama

San Giovanni a Teduccio, est di Napoli. Un posto che, da sempre, non è città e nemmeno periferia. Attaccato al porto, alle pendici del Vesuvio e bagnato dal mare di Vigliena. La guerra, però, non bada a queste piccolezze e dove c’è una fabbrica, dove c’è un porto, dove passa una linea ferroviaria, ci sono obiettivi da distruggere. Le bombe angloamericane cadono sulla Napoli del 1942, mentre Antonio, Ciro e Maddalena - tre ragazzi del posto - cercano di resistere agli eventi che ormai fanno parte della quotidianità. La scuola è ferma, il lavoro manca: scene attuali, specchio crudo e reale di quartieri che ancora oggi sembrano abbandonati alla loro sorte. La loro vita è vissuta nei giorni a cavallo tra la fine del regime e l’armistizio, rallenta e accelera al ritmo dettato dalle sirene che annunciano gli attacchi. Amore e amicizia, il dolore della disperazione e la resistenza tra le strade della città. E la speranza, infine. Ma cosa sarà rimasto di quei ragazzi che davanti al mare di Napoli si emozionavano, sognando a occhi aperti?

Perfettamente attuale con ciò che stiamo vivendo, leggere 'Io sarò il tuo porto' conferisce quel retrogusto che ci fa immergere in una situazione lontana con l'eco di quello stesso dolore che risuona nel presente. Quando si legge una storia come questa ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale riusciamo sempre a condividere e a sentire nostre le preoccupazioni e i dolori che erano costretti a subire la gente dell'epoca, ma oggi questo ci fa ancora più male. Mentre leggevo alcune parti mi sembrava di sentirle più contemporanee che mai, che quelle scene le possiamo vedere anche adesso, che c'è qualcuno che sta affrontando la stessa barbarie.
Ecco perché dovrebbe essere importante la storia. La storia ci educa, ci insegna a non ripetere gli stessi errori, ci fa capire quali sarebbero le conseguenze di una data azione. Eppure, nonostante già sappiamo, nonostante la storia ci illustri alla perfezione tutte le problematiche, ecco che l'uomo ricade nello stesso vizio. E allora la storia in realtà è solo destinata a ripetersi, mai a correggere e a sanare.

Ci troviamo a Napoli, precisamente a San Giovanni a Teduccio, e il 1942 sta per finire. I nostri protagonisti, gli adolescenti Antonio, Ciro e Maddalena, sperano insieme alle loro famiglie che quel 1943 che sta per arrivare sia finalmente l'anno della svolta, l'anno in cui la guerra finirà, ma come ben tristemente sappiamo, non sarà così. Manca la vita quotidiana, che ormai sembra talmente lontana che quasi non ricordano più com'era prima, quando erano spensierati, la gente aveva un buon lavoro, non esisteva il coprifuoco, non si doveva correre via da casa quando suona l'allarme per via dei bombardamenti, non si rischiava la vita ogni giorno, non solo per la guerra in sé ma anche per la mancanza di viveri. E non solo di quelli, ma anche il necessario per una corretta igiene personale giornaliera. Chiedono di lavarsi accuratamente con il sapone onde evitare l'infestazione dei pidocchi ma ormai anche il sapone è diventato un bene di lusso. Si avverte molta tristezza ma anche rabbia nelle loro parole. Sono troppi anni che ormai la guerra va avanti ed è come se quegli anni fossero stati strappati via con ferocia, come se non avessero vissuto. Tutto si è fermato, tutti si devono adeguare. Ma è anche normale che a lungo andare la gente non riesce più a sottostare alle regole. C'è lo sconforto, il cibo che manca e che viene razionato in una maniera ridicola, qualsiasi cosa si ha la si tiene come il tesoro più prezioso. Antonio, per esempio, vorrebbe continuare a studiare e a leggere al lume di candela ma anche le candele sono diventate poche ed essenziali, per questo dovrà cercare di farsele bastare più che può. Inoltre, se una candela almeno dura a lungo, un fiammifero no. Una volta usato è da buttare via.

Ma chi sono quindi i nostri protagonisti? Antonio è un ragazzo che conosciamo inizialmente con le fattezze di uno che sembra ancora lontano dal diventare uomo. Fa l'aiuto barbiere anche se ormai sono in pochi quelli che vanno al salone, sta sempre insieme all'amico Ciro, sogna e ammira da lontano la bella Maddalena e ascolta sempre le storie su Napoli dal Barone, che sembra uscito direttamente dall'Ottocento per i suoi modi di fare. Dà del 'voi' a chiunque e fa sognare con i suoi racconti.
Tutti questi personaggi però si sentono come se la loro vita fosse stata messa in pausa e l'unica cosa che resta è la speranza. La speranza che tutto quello finisca, ma sembra peggiorare, e quindi anche quella piccola, fioca luce di speranza si affievolisce. Forse non finirà mai. Forse non vivranno più come quel tempo che stanno per dimenticare.
Di solito, e questo lo sa chi legge spesso le mie recensioni, non riporto citazioni dai libri che leggo, ma stavolta voglio fare un'eccezione e farvi leggere questo pezzo molto significativo che racchiude perfettamente l'essenza di ciò che provano non solo i personaggi, ma anche ciò che provano le persone oggi.

Oggi mi sento diverso. Confuso e consapevole. La vita in guerra è attesa, è sospensione. Ogni giorno è buono per morire o per tornare alla vita. Campiamo di speranza, vogliamo che il domani arrivi in fretta anche se non sappiamo cosa potrebbe portarci. Vorrei chiudere gli occhi per riaprirli in un giorno nuovo, dove tutto è finito. Darei qualsiasi cosa per cancellare ogni singolo pensiero legato a questa guerra. Ogni altro pensiero, tranne lei. Maddalena. Lei non deve finire. Devo ancora viverla

Il 1943 non è quell'anno risolutivo che si sperava, neanche quando viene annunciato l'armistizio a settembre. C'è chi festeggia pensando che sia la fine della guerra, chi è speranzoso credendo che sia almeno l'inizio della fine, e poi ci sono quegli anziani, che vengono presi per pazzi, quando dicono che stanno arrivando delle problematiche ancor maggiori. Napoli viene disastrata, diventa una città fantasma dove i suoi cittadini si muovono per le vie come delle anime in pena, magri per via della fame, sporchi, in cerca di qualunque cosa per sopravvivere. Non sanno più chi è che li sta minacciando, se i tedeschi, gli inglesi o gli americani appena arrivati. Sanno solo che nonostante la debolezza dei loro corpi, nei loro occhi c'è ancora quella scintilla che li fa proseguire e combattere, a imbracciare un fucile per la prima volta. C'è chi, come Antonio, proprio non riesce, chi come Ciro che invece si sente in dovere di farlo.
Ed è proprio nel 1943, ai primi di giugno, che Antonio si separa non solo da sua madre ma anche da Maddalena. La situazione sta diventando così critica che le donne vengono portate a Tramonti, in quello che prima era un convento di suore. Maddalena sente molto la mancanza di Antonio e l'inizio non è facile. I primi due mesi sono stati insopportabili, le giornate si sono susseguite uguale alle altre e sembra non riuscire a legare con nessuno. Inoltre prendersi cura degli animali, compito che le hanno affidato, non è semplice per qualcuno che non l'ha mai fatto e ogni cosa le deve essere spiegata.
Ma ecco che le cose migliorano, Maddalena inizia a sentirsi parte integrante di Tramonti e l'amicizia che stringe con Lidia è ciò che riesce a farla andare avanti. Il suo pensiero è sempre fisso a Napoli, a quel mare che ha abbandonato, anche se non sa che può scorgerlo anche da lì.
Lidia diventa un'amica fidata e la ragazza dovrà capire esattamente cosa vuole fare della propria vita. Si trova lì è unicamente per salvarsi ma sa che non è quello l'obiettivo che vuole portare a termine. In più, provenendo da una famiglia ebrea, vuole sapere che fine ha fatto la sua famiglia.

Una chicca che mi è piaciuta tantissimo del romanzo è che ogni tanto i capitoli sono intervallati da delle lettere. Lettere che si scambiano Antonio e Maddalena e successivamente anche altri personaggi che non vi sto a svelare. La cosa bella e che ho molto avvertito è che per loro è un'assoluta novità scrivere lettere a qualcuno. Non pensavano che lo avrebbero mai fatto, quindi è un'azione eccitante, sia per il fatto in sé sia per l'attesa di una risposta che quando arriva viene consumata a forza di riletture. Non è sempre facile procurarsi della carta quindi il minimo pezzettino è perfetto per l'utilizzo. Cercano di scrivere poco, ma abbastanza per ricoprire l'intero foglio, scrivendo piccolo piccolo per fare entrare tutto ciò che vogliono dire all'altro. Ecco, questi sono passaggi che ho amato alla follia, ho avvertito alla perfezione quei momenti furtivi, quel fare di tutto pur di scrivere anche solo poche righe, quel sentirsi anche un po' inadatti.

Le storie dei personaggi mi sono piaciute tutte e mi hanno fatto commuovere. Sinceramente non saprei dire se mi è piaciuta di più la storia travagliata di Antonio e Maddalena o quella di Ciro e Lidia, il primo che si sente una persona di pochi valori, che non ha molto da offrire a parte il riparare scarpe, e l'altra che invece vuole buttarsi, sperimentare qualcosa di nuovo, fuggire da quello che le si prospetta per avere una vita tutta sua. Le decisioni che possono prendere non sono facili, e le ho condivise.

Ho apprezzato anche lo stile del romanzo, non solo perché è ben scritto ma anche perché ci fa respirare proprio l'aria salmastra di Napoli, ci fa addentrare in quelle vie grazie all'utilizzo - non eccessivo e perfettamente godibile - del dialetto napoletano, che è una vera e propria lingua con la sua grammatica a tutti gli effetti. Così come ho anche amato le note, che non solo ci traducono delle frasi ma ci fanno conoscere e capire meglio alcuni dettagli. Bella la chicca di nominare ogni capitolo con i titoli delle canzoni di Pino Daniele. E chi se non lui, per omaggiare Napoli!

Questo è un romanzo da leggere, specialmente adesso. Ci saranno delle parti che vi faranno stringere il cuore, vi faranno toccare realmente cos'è che porta la guerra, con le sue restrizioni, con le sue perdite, a farci vivere un popolo che non ha scelto nulla di tutto quello. Un popolo che è costretto a subire, a vedere i propri cari portati via, a fare cose che non avrebbero mai immaginato di fare. A vedere feriti, morti per le strade, a sorprendersi di come anche un nemico venga però seppellito con tutti gli onori.
Perché in guerra tra i civili non ci sono nemici. Tutti perdono e la speranza li unisce.

Un libro che merita e che vi consiglio. Lo premio con il massimo del punteggio.



venerdì 11 marzo 2022

Recensione: 'Olio su tela' di Tatjana Ciotta

 Buongiorno a tutti!
Oggi vi porto la recensione dell'ultimo romanzo uscito di casa Words Edizioni 'Olio su tela' di Tatjana Ciotta. Buona lettura!

 

 

Titolo: Olio su Tela

Autrice: Tatjana Ciotta

Edito da: Words Edizioni

Genere: Narrativa generale, storico/romance

Formato: Digitale, prossimamente cartaceo

Prezzo: 2,99€ digitale, 15,90€ cartaceo



Trama

 In una piccola casa d’aste di Boston stanno per essere messi in vendita alcuni oggetti appartenuti a una donna morta in solitudine in una grande villa della città. Tra questi, un misterioso ritratto a olio da subito riconosciuto come un originale di un artista del XIX secolo. L’uomo è noto per aver dipinto sempre lo stesso soggetto, ma questa volta l’opera ritrae una sconosciuta con un violino. Qual è la storia che si cela dietro quelle pennellate? E chi è la donna dipinta? Mentre la casa d’aste s’impegna per sbrogliare il mistero, frammento dopo frammento viene fuori, attraverso lettere, parole e ricordi, una storia fatta di guerre, ossessioni, amori e amicizie che hanno lasciato tracce indelebili nel tempo.

Il romanzo è tra i 90 selezionati della VII edizione del Premio Internazionale di Letteratura Città di Como e si è aggiudicato il secondo posto alla II edizione del Premio letterario nazionale Città di Grosseto "Amori sui Generis". 

Un romanzo che sa decisamente come prenderti e a non farti mollare le pagine. Ci ho trovato davvero di tutto, dal mistero, al romance, agli accenni storici, generi talmente ben amalgamati tra loro che hanno composto quello che è un romanzo di tutto rispetto, intrigante oltre che ben scritto.
Nonostante infatti sia molto lungo sono riuscita a leggerlo solamente in un pomeriggio e in una nottata. Per me era impossibile staccarmi anche perché la curiosità che ti assale durante la lettura è talmente tanta che vuoi scoprire di più di tutti quegli intrecci che l'autrice è stata in grado di costruire.
Abbiamo diversi salti temporali, dal 1867, al 1984 e poi ancora dal 1872 al 1868, il 1894 e il 1925... sì avete capito bene, in questo libro si viaggia eccome e ogni anno è fondamentale per completare il puzzle così come sono molto di aiuto le lettere e i telegrammi che intervallano i capitoli.
Su questo devo fare un appunto: il romanzo è suddiviso in tre parti, e già nella prima iniziamo a leggere le lettere di personaggi che ancora non incontriamo ma che arriveranno tra la seconda e la terza parte. Ho cercato di fare molta attenzione a quello che c'era scritto in modo tale da ben ricollegarle quando sarei arrivata alla parte con quei personaggi. Tuttavia, quando ho finito di leggere il libro ho deciso di andarmi a rileggere quelle lettere della prima parte, anche se comunque si capisce benissimo, e ho ritrovato dei dettagli favolosi che mi hanno fatto proprio pensare 'non c'è neanche una singola frase data al caso!'. Alcune parti che infatti a prima lettura mi sono sembrate tranquille, hanno poi trovato il loro colpo di scena man mano che si avanza nella lettura. Una chicca che ho un sacco adorato.  

Ma di cosa parla questo romanzo? Spiegarlo in breve è veramente difficile. In una casa d'aste a Boston alcuni oggetti di una signora appena deceduta stanno per essere venduti. Tra questi spiccano un violino e un dipinto di Henry Bates. Un dipinto particolare, perché Henry era solito dipingere sempre la stessa donna ma in questo caso si ha un'eccezione. Il mistero di scoprire chi è la donna del dipinto ci porta a viaggiare nel tempo, a conoscere quei personaggi le cui vite si sono intrecciate nel bene e nel male.
Come vi dicevo il romanzo è diviso in tre parti ed è incredibile più come si va avanti più i tasselli inizino ad andare al loro posto. Durante la lettura ho cambiato spesso idea su alcune cose e alla fine nulla di quello che avevo immaginato si era rivelato giusto. Come scrivo sempre nelle mie recensioni, quando questo succede ne sono enormemente felice. Significa infatti che l'autrice è riuscita a sorprendermi, che sono riuscita a emozionarmi, che sono stata in apprensione, che mi sono lambiccata il cervello e sono tutte sensazioni che rendono davvero viva la mia lettura e me la fanno apprezzare ancora di più.

Voglio parlarvi ora dei personaggi che più mi sono piaciuti. Sono davvero tantissimi, quindi mi sarà impossibile nominarli tutti, per questo segnalerò quelli che mi hanno attratta di più. Sicuramente i primi che hanno attirato la mia attenzione sono stati Henry e Julian di cui ho notato subito un parallelismo, ma andiamo con ordine. Henry è un pittore logorato nell'anima. Ha un passato travagliato, è rimasto senza una famiglia fino a quando un amico di suo padre, Charles Hamilton, diventa il suo tutore. Una volta compiuti ventuno anni, Henry però decide di restare dagli Hamilton, sente che ormai è quello il suo posto ma specialmente il suo cuore è catturato da Penelope, una delle figlie di Charles, che diventa la sua musa principale, troppo desideroso di catturare per sempre quegli occhi così vivaci. L'animo di Henry però sarà tormentato da numerose altre sventure, Madame diventa la sua più cara confidente e la giovane Hellen inizia a pizzicare il suo cuore in una maniera diversa da quella di Penelope. Riesce proprio a sentirne la differenza, ma all'inizio non saprà esattamente come descriverla e a darle un nome. Non sempre però Henry è confuso; ci sono state parecchie volte che Henry prende decisioni anche avventate, che prova il tutto e per tutto, che si lascia facilmente trasportare dalla rabbia e... dalla gelosia. Dopo un forte evento Henry sente il bisogno di stare da solo e di estraniarsi quindi dagli amici e da chi gli voleva bene. Così è anche Julian. Anche lui inizia ad avere degli atteggiamenti rabbiosi, la gelosia si impossessa di lui, sente il bisogno di pretendere, i suoi attimi di incertezza diventano momenti in cui cerca di prendere ciò che pensa gli appartenga e sempre nel momento di sconforto tende ad allontanarsi dai suoi amici più cari, come Dylan e J.J. che provano come possono di scrivergli spesso lettere (molte delle quali sono quelle che appunto leggeremo durante la prima parte). Hellen e Penelope sono due donne molto diverse ma che in un modo o in un altro attirano l'attenzione di Henry. Penny sembra più civettuola e spesso Henry non riesce a capire cosa le passa per la testa. Tende infatti a estraniarsi rispetto agli altri, predilige musiche cupe quando suona al pianoforte, si dimostra distaccata quando in realtà dentro di sé vorrebbe urlare ciò che prova veramente. Hellen è più delicata, più incline al perdono, tende a fidarsi anche se sa che potrebbe commettere un errore, ma l'errore più grande che fa ed è anche quello che sua sorella cerca di farle notare è che sembra seguire la strada più sicura, ovvero quella che hanno disegnato gli altri per lei. Inizialmente Hellen cerca di compiacere come può, ma appena una situazione le scompiglia la vita ecco che la vediamo andare contro tutto e tutti anche a costo di perdere l'ammirazione della sua famiglia e una stabilità che pensava di aver trovato e che fosse quanto ciò le serviva dalla vita. Inutile dirvi che la sua storia è così ricca di dettagli che andranno poi a intrecciarsi con quelli di Julian e sono sicura che vi innamorerete di lei. L'ho amata tantissimo come personaggio, Penny non è affatto una donna vanagloriosa come vuole dimostrare, ma ho comunque preferito Hellen a lei, così come mi sono molto affezionata a Julian anche se spesso non ho condiviso alcuni suoi atteggiamenti, specie per come si comporta in seguito con Charlotte. Nonostante ciò, Julian così tutti gli altri, sono personaggi che funzionano proprio perché hanno le loro sfaccettature che li rendono vivi. Nessuno è perfetto e loro hanno sbagliato, chi più chi meno, ma tutti hanno commesso atti che condanniamo, con cui non siamo concordi e sono proprio i difetti che fanno vivere il personaggio come se fosse una persona reale. Tramite le loro insicurezze, i loro errori, siamo portati ad amarli e a capirli. Ho apprezzato il legame tra sorelle che c'è tra J.J. e Lily, di come Dylan sia un ragazzo semplice, onesto, che ha ottenuto tutto ciò che voleva dalla vita perché se l'è guadagnato, ho amato Eloise che ha voluto darsi una vera e propria iniezione di autostima e ha cercato di rivendicare ciò che era veramente, anche se ha fatto arrabbiare sua madre. Ha avuto coraggio, è stata decisa, è stato come dare uno schiaffo a tutto ciò che si voleva nascondere. Mi è piaciuto anche come è stata trattata con il giusto riguardo la pazzia che prende Victoria, la paura che quell'RH negativo possa causare problemi ai figli che avrà, la consapevolezza che non si può fare nulla. Si tratta di famiglie distrutte da un male invisibile, a cui non si può porre rimedio e lambisce come fuoco la sicurezza di due ragazze.
Sono tutti personaggi che funzionano e specialmente c'è una cosa che ho apprezzato da morire. Quando si ha un numero così alto di personaggi molti autori tendono a sbrigarsela descrivendo subito come sono fatti e specialmente chi sono e cosa fanno. Sembrerebbe essere la normalità ma non è così e non è così infatti che si è comportata l'autrice.
Un esempio lampante che mi viene in mente adesso è quando ci vengono presentate Primrose e Eloise. Non sai chi sono, non sai quali legami di parentela hanno con gli altri e l'autrice te lo fa scoprire, poco per volta, tramite una scena in show e tramite alcuni dialoghi - che però ci confermano il tutto in un secondo momento. Questo è presentare un personaggio in una maniera perfetta. Ho imparato a conoscerli con le scene, con quello che facevano, per molte cose ci arriviamo da soli, non abbiamo una lista di spiegoni dannosi che rovinano la nostra esperienza di lettura. Ed è così per tutti. La conferma arriva dopo, la scena è quella che viene prima ed è giusto così.

Lo stile quindi è davvero ben strutturato. Abbiamo un prologo che mi ha letteralmente distrutta per quanto ci ho ragionato sopra - da lì derivano infatti tutte le mie congetture iniziali che poi si sono sfaldate! L'autrice è stata veramente brava! - un inizio quindi in medias res che subito ti butta a ragionare e ad addentrarti nel clima della storia, dialoghi efficaci e mai noiosi, che anzi rivelano tutti quei piccoli particolari che andremo a cogliere in un secondo momento, show don't tell reso alla perfezione. Non scherzo quando dico che non ho trovato una sola scena resa male o in un tell piatto.
Ottimo incluing. Se non è ottimo questo! Praticamente è il romanzo perfetto per far capire questa tecnica, come disseminare i dettagli e le caratteristiche di un personaggio centellinandoli per tutti i capitoli per poi avere il quadro preciso soltanto alla fine. E qui un quadro lo abbiamo davvero, la chiave che ha fatto smuovere quella cara signora Claire così tanto intenzionata a scoprirne di più.

Questo romanzo è un autentico gioiello, ogni scena è un tassello fondamentale che andrà a comporre questa opera in tutte le sue pennellate. Alcune sono decise, altre sono tenui, c'è dolore, ci sono lacrime, amori che non sono riusciti a nascere, altri che si sono consumati come fuoco. Ogni frase è un gradino che ti porta a comprendere meglio, è ragionata, studiata, amata.
Non sottovalutiamo inoltre la grande ricerca storica che c'è dietro, i cui appunti ci vengono illustrati alla fine del romanzo con dovizia di particolari. C'è veramente di tutto. Studio, tecnica eccellente, una storia indimenticabile, personaggi realistici che ami e allo stesso tempo odi, vorresti strattonarli, vorresti abbracciarli. Vi consiglio caldamente la lettura di questo romanzo perché è una di quelle che non si può perdere. L'autrice ha scritto che ha impiegato molto per tessere la storia finale e lo si vive perfettamente. Questo libro è stato amato fino all'ultima lettura, trattato con cura e passione.
Lo premio con il massimo del punteggio.




giovedì 10 marzo 2022

[Segnalazione] 'Disgregazioni' di Marco Antonio Sergi & Simone Capriotti

 Buon pomeriggio a tutti!
Oggi vi segnalo la raccolta poetica di Marco Antonio Sergi con le illustrazioni del co-autore Simone Capriotti, 'Disgregazioni' edito da Eretica Edizioni. Qui di seguito trovate tutte le informazioni.


 

Titolo: Disgregazioni

Autore: Marco Antonio Sergi

Co-autore: Simone Capriotti

Edito da: Eretica Edizioni

Genere: Poesia

Formato: Cartaceo

Prezzo: 15,20€ ora scontato

 

Trama

Un incontro fra due artisti che si sono ritrovati vittime delle stesse inquietudini e che, con linguaggi differenti, hanno provato a esplorare ciò che si nasconde dietro il passaggio fugace di un volto, dentro l’incubo di orbite vuote fin troppo espressive. Vecchi ricordi che tornano sfocati ma forti di una qualche misteriosa verità, fallimenti, depressione, rinascita. Quando l’Io si trova “disgregato” nella crescita e nel passare incessante del tempo, l’arte sembra l’unica strada percorribile per affrontare i propri demoni, per rialzarsi di nuovo. 

Marco Antonio Sergi, nato a Frascati (RM) nel 1985, è un docente di italiano e italiano per stranieri, scrittore e musicista. Durante gli anni dell’università si innamora della poesia e inizia a scrivere i sui primi versi. Parallelamente porta avanti vari progetti musicali in cui riveste il duplice ruolo di cantante e bassista, occupandosi della stesura di tutte le liriche.

Simone Capriotti, nato a Roma nel 1981, è appassionato di diverse forme d’arte. Negli anni sperimenta il disegno, la pittura, la scultura e la fotografia. Inizia il suo percorso in un istituto statale d’arte, partecipa poi a progetti collettivi e artistici, pubblicando alcuni libri di fotografia e di viaggio.

 


lunedì 7 marzo 2022

[Segnalazione] 'In viaggio con LISA: Destinazione Ghana' di SelkInk in collaborazione con ProjectsAbroad

 Buon pomeriggio a tutti!
Oggi voglio segnalarvi un progetto molto importante, 'In viaggio con LISA: Destinazione Ghana' di SelkInk, il primo volume di una collana solidale (disponibile sia in italiano che in inglese) realizzato grazie anche alla collaborazione di ProjectsAbroad, associazione internazionale che opera nei Paesi in via di sviluppo per favorire l'istruzione infantile. A loro sarà dedicata parte dei proventi ricavati dalla vendita dei libri.
Mi raccontano che: Il progetto nel quale il libro è incluso ha il nome “LISA”, acronimo di “Libri per un’Istruzione Solidale e Accogliente”, un’iniziativa nata dalla voglia di sfruttare il potere delle storie, di creare ponti tra realtà diverse e soprattutto dalla volontà di trasformare la solidarietà in un atto concreto.Il progetto si pone, fra gli obiettivi, quello di portare nelle scuole e fra i ragazzi la conoscenza di culture straniere e di persone loro coetanee che vivono lontano e in condizioni diverse, per far loro comprendere fin dall'età scolastica i valori dell'accoglienza, dell'inclusività e dell'integrazione attraverso la conoscenza dell'altro.

Trovo che sia un progetto davvero importante e costruttivo. Vi lascio alla scheda tecnica nella speranza che vi abbia incuriosito!


Titolo: In viaggio con LISA: Destinazione Ghana

Collana: LISA. Libri per un'Istruzione Solidale e Accogliente

Realizzato da: SelkInk e ProjectsAbroad

Genere: Narrativa Illustrata

Target: Dai 7 ai 15 anni

Formato: Cartaceo (brossura) & Ebook

Prezzo: 18,00€ cartaceo, 7,00€ ebook

Copertina: Plastificata lucida

Ricordo che parte dei proventi andrà a ProjectsAbroad per sostenere l'istruzione di bambini e ragazzi!

 Questo è il primo bullet journal di Lisa, una ragazzina sveglia e curiosa che un giorno decide di lasciare la sua amata Edimburgo per fare il primo vero viaggio della sua vita... in Ghana!
Questo diario di bordo racchiude tutte le testimonianze che Lisa ha raccolto durante il suo viaggio. Storie, disegni e fotografie di bambini e ragazzi speciali incontrati durante il percorso, perché, come diceva suo nonno Dougal, il luogo lo fanno le persone che lo abitano.
Non vi resta che aprire il diario e viaggiare con Lisa!

giovedì 3 marzo 2022

[Segnalazione] 'Santa Maria Maggiore a Roma' di Mario Cipollone

 Buon pomeriggio a tutti!
Oggi vi segnalo 'Santa Maria Maggiore a Roma' di Mario Cipollone, un libro che contiene ben 85 foto. Di seguito trovate tutte le informazioni.

 

 

Titolo: Santa Maria Maggiore a Roma

Autore: Mario Cipollone

Edito da: MMC Edizioni

Genere: Architettura

Formato: Cartaceo

Prezzo: 22,80€



Cosa tratta

 Un libro che descrive e porta alla scoperta della miriade di avvenimenti e messaggi presenti nei mosaici, sculture e dipinti posti sia all'interno che all'esterno di una basilica che appare quasi un palazzo nobiliare. Un approccio nuovo, laico e disincantato a un eccezionale scrigno d'arte, di devozioni e memorie; a un formidabile catalizzatore di leggende e storie; a un ambizioso manifesto politico; a una basilica vetrina per Maria e per uomini di fede e di potere, vanesi e spregiudicati oltre misura. Contiene 85 foto B/N. Realizzato in carta patinata e copertina plastificata con bandelle.



Quale strano incantesimo assopisce la nostra sensibilità e ci fa vivere indifferenti, senza provare stupore e meraviglia, in mezzo a straordinarie testimonianze del passato? Non sarà, con l’abitudine, anche il modo come vengono raccontate?
Santa Maria Maggiore a Roma cerca di farlo in modo diverso a proposito della più grande e forse prima basilica romana dedicata a Maria. La prima eretta da un papa come capo della Chiesa, violando una prassi costituzionale consolidata che riservava le costruzioni sacre all’imperatore, oppure a un magistrato su mandato del senato. E’ un libro difficile da definire. Sicuramente non è una guida, o almeno la solita guida perché, più che descrivere, mira a interpretare la Basilica. E pretende di farlo non svolgendo l’intero tema, ma indagando e divagando su alcuni argomenti, personaggi e avvenimenti che la concernono. Spesso proponendo al lettore più domande che risposte, più problemi che soluzioni.
Dalle storie che racconta e per come le racconta, mischiando fatti e miracoli, aneddoti e fantasie, sembrerebbe un romanzo, ma non lo è. O lo è solo a tratti. D’altra parte è troppo vasto l’argomento che affronta e troppe le lacune e le libertà che tuttavia l’autore si prende, perché possa essere definito un saggio. Anche se ne ha molte caratteristiche. Fra tutte quella di avanzare nuove interpretazioni o punti di vista su uno degli aspetti più singolari della Basilica, ovvero su mosaici del V secolo, per quanto a volte basandosi più sul buon senso e sull’intuito che su riscontri. Circostanza che farà di sicuro storcere il naso a qualche accademico, giustamente devoto e ostaggio delle fonti.
Con più irruenza e cattiveria, e una tesi da sostenere, non sarebbe sbagliato considerarlo un pamphlet. E a tratti effettivamente lo sembra. Per qualche nota moralistica, per esempio. Per l’approccio laico e a volte irriverente. Per il piacere di gettare ogni tanto qualche sassolino nello stagno. Oppure quando, attraverso una ricostruzione maliziosa dei fatti, cede alla tentazione di descrivere in poche righe personalità complesse, esasperandone spesso i difetti.
Su tutti quello della vanità connaturata ad artisti e mecenati. Vanesi gli uni, doppiamente vanesi gli altri. Anche se arcipreti, cardinali e papi. Anche se animati da sincera fede e devozione. Perché spesso dobbiamo a uomini siffatti, capaci di conciliare pulsioni diverse e contrarie, opere così importanti.
Lo scritto è destinato a un pubblico colto, ma non specialistico e non necessariamente romano. Si rivolge a quanti si apprestano a visitare Santa Maria Maggiore perché credenti o amanti delle belle arti, ai turisti più esigenti e curiosi, agli appassionati di storia e di storia religiosa in particolare, agli insegnanti e agli studenti delle scuole superiori e, perché no, ai viaggiatori della vicina Stazione Termini con un’ora da impiegare. In generale a quanti vogliono comprendere le ragioni che hanno determinato la costruzione della Basilica e ne hanno ispirato la forma, le decorazioni e i cambiamenti nel corso dei secoli. Il libro vorrebbe suscitare in coloro che vi passano spesso davanti senza entrarci, la curiosità di farlo. A chi l’ha visitata una volta, il desiderio di tornarci. A chi la frequenta abitualmente, la sorpresa di scoprirla un po' diversa dal giorno prima. E questo in poche pagine e con un linguaggio che si sforza di restare comprensibile.
Per recuperare il significato di questo eccezionale scrigno d’arte, di devozione e memorie, per non darne scontata l’esistenza, per apprezzarne il fascino, fatto anche di incongruenze e contraddizioni, il libro prende per mano il lettore e gli propone un vertiginoso, ironico e a tratti divertente viaggio lungo mille e seicento anni, attraverso tappe significative e spettacolari. E così, inevitabilmente, finisce per raccontare per l’ennesima volta le traversie di Roma. Una città poliedrica e unica al mondo, capace di reinventarsi continuamente; ridotta, in certi frangenti, a poco di più di un villaggio e però mai dimentica del suo passato imperiale.