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martedì 20 giugno 2023

Recensione: 'Ancora vivo' di Gaetano Cappello

 Buonasera a tutti!
Continuano le mie recensioni sui miei acquisti del Salone del Libro di Torino e oggi siamo alla volta di 'Ancora vivo' di Gaetano Cappello, autore che già conoscete, per chi mi segue!
Ecco quindi la mia recensione.

 

Titolo: Ancora vivo

Autore: Gaetano Cappello

Edito da: Words Edizioni

Genere: Thriller psicologico

Formato: Cartaceo & digitale

Prezzo: 3,99€ digitale, 15,90€ cartaceo

Data di lancio: 9 maggio 2023



Trama

 
Perché un ostaggio dovrebbe aver paura del presunto salvatore?

Unity, la città al di sopra di ogni dolore. Il simbolo della rinascita... ed emblema dell'ipocrisia del genere umano. È qui che Dwight Mckeagan vive la vita che le proprie menzogne hanno costruito. Un'esistenza comoda, che nasconde gli strascichi di un matrimonio insoddisfacente e di una carriera deludente. Mentre droghe psicotrope scorrono come sangue nelle vene della città e le ideologie si sventrano solo per accaparrarsi favori politici, Dwight è costretto a fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni.

Ancora Vivo è un viaggio di redenzione tra le lordure del subconscio e le nudità dell'anima. Una storia oscura e straniante in cui l'uomo comune diventa ago della bilancia e metafora di dualismo.
Luce e ombra. Bene e male. Vita e morte.
Nel mezzo, una sola certezza: farà male!
 Se la mia recensione di 'Tenebre a Quiet Ridge' vi aveva fatto incuriosire o quantomeno fatto capire lo stile particolare dell'autore, preparatevi perché 'Ancora vivo' è una scrittura sperimentale che riesce alla perfezione, figlia di un tempo ormai passato a cui forse non siamo più abituati ma di cui ne abbiamo disperatamente bisogno quando leggiamo perle simili, perché non solo la trama e la costruzione ti fanno rimanere a pensare, ma vengono accompagnate da una scrittura che non ritroviamo in altri autori del genere.
Questo è un romanzo che possiamo considerare breve, si potrebbe anche leggere nel giro di pochi giorni, ma ci ho volutamente dedicato più tempo. Questo perché non è un libro che va letto e basta. Questo è un libro che va compreso, che scuote, che ti fa rimanere a lambiccare il cervello nel tentativo di capire come funziona la psiche del nostro protagonista. Farlo è stato piacevole e devastante allo stesso tempo: senza nulla dire del finale, avevo iniziato a comprendere qualcosa grazie all'ottimo incluing che l'autore ha disseminato lungo tutto il romanzo, fornendoci quei piccoli, ma davvero piccoli dettagli che iniziano a instillarti il dubbio, subito dopo te lo fugano, dopo ancora ci torni a pensare. E che dire se non è proprio questo che un lettore dovrebbe ricercare nella sua lettura.
Ma di che parla appunto il romanzo? La storia è ambientata nel futuro, precisamente nel 2098 e ci viene spiegato in una maniera piuttosto geniale, grazie all'articolo di un blog come prologo e poi epilogo, cosa è successo alla New York che conosciamo, le battaglie malavitose che hanno lacerato le vene pulsanti della città, la bestia che si annida nelle persone che la respirano, un'aria davvero irrespirabile oserei dire, nulla di ciò che si respira invece su Unity, la città sopraelevata, una città costruita davvero nel cielo, dove invece si vive una vita diversa, la vita a cui tutti ambiscono e per cui farebbero carte false - letteralmente! - per ricevere il tanto agognato Sky Pass. E Dwight, il nostro protagonista, un poliziotto stanco della sua condizione, rispecchia alla perfezione quello che è il contesto urbano. 
Se c'è una cosa che io ho letteralmente adorato più di tutto è sicuramente come questo dualismo presente nell'architettura costruita dall'autore sia esattamente ciò che affligge Dwight. L'ho trovato davvero geniale, così come riuscivo a intendere come si sentisse, qual era il labile confine tra falsità e verità, tra compostezza e bestialità che urla di emergere, tra la sporcizia e la perfezione solo apparente. E allora, effettivamente, esiste davvero questo dualismo, mi sono chiesta? Sicuramente New York è nella disperazione più totale, un mondezzaio dal quale tutti vorrebbero scappare, ma l'unica cosa che si coglie di differente è la facciata, tra un mondo e l'altro. Perché sempre di corruzione si tratta, solo che ci viene presentata in una maniera differente. Dwight rimane sconvolto dopo un evento traumatico sul lavoro. Certo, verrà osannato perché è riuscito in un caso sconvolgente, ma ormai quell'episodio lo ha segnato irrimediabilmente. E potremmo pensare che sì, può anche starci, è normale essere psicologicamente sconvolti dopo un trauma molto importante, in cui è stato torturato e sicuramente avrà pensato di perdere la vita. Eppure succede in Dwight qualcosa di diverso; una consapevolezza di se stesso, forse, il riuscire a capire tramite un trauma che sta costruendo dei castelli in aria, proprio come lo è Unity, magari? Ma alla fine ciò che rimane non è l'illusione di volere che qualcosa vada esattamente come vogliamo che ci porta quindi a modellarla a seconda di ciò che potrebbe stare bene a noi o alla nostra società? Dwight si scontra con se stesso, con la sua psiche, con la sua voglia di urlare un qualcosa di recondito che potrebbe aver visto, faccia a faccia, nel momento più devastante della sua carriera e della sua vita. Non esiste redenzione, forse, non esiste innocenza. E questo Dwight non lo sta comprendendo adesso. Lo ha sempre saputo dentro di sé. Riuscire quindi a psicanalizzare questo personaggio è tutt'altro che facile, e sono sicura che molti ci vedranno anche sfumature diverse da quelle che ho compreso io, di certo, ci spinge a capire anche molto di noi stessi e di ciò che ci circonda tutti i giorni.
Vorrei parlare anche di altri personaggi di forte spessore che sono stati tra i miei preferiti; Stan, il collega di Dwight, l'ho amato sin dalla prima comparsa. Stan è completamente diverso da lui, è più retto, quasi più innocente mi verrebbe da dire, comunque una persona che secondo me un minimo di speranza ancora ce l'ha. E soprattutto è davvero un caro amico e lo dimostra ogni volta. Anche nelle situazioni più abiette, Stan è sempre lì nel tentativo di proteggere il suo amico più che collega.
Diane e Samantha Ross sono le due donne principali del romanzo e non potrebbero essere l'una più differente dell'altra. Entrambe hanno però i loro problemi che, guarda un po', si interfacciano proprio con la città e con le persone che la vivono. Diane ama Dwight, nella maniera più sincera possibile, è una persona che davvero vediamo come sensibile e a tratti quasi indifesa. Pensa continuamente al bene di Dwight e inizia a cogliere le sfumature, ciò che di diverso pian piano inizia a sfiorare il suo animo.
Samantha combatte, giorno dopo giorno, in un contesto in cui bisogna davvero farsi furbi per riuscire ad andarsene via. Con Dwight ha sicuramente un rapporto che più distrugge le apparenze, almeno inizialmente, fino a quando non capirà quanto, fino alla fine, quell'uomo abbia pensato ancora a lei.
Due vittime differenti, due modi di combattere differenti, ma comunque donne che alla fine è come se riuscissero a comprendere un lato che pensavano non sarebbero mai riuscire ad accettare.
'Ancora vivo' è un romanzo che lacera, che distrugge la psiche umana portandosi dietro le bugie che crea. Cosa ne rimane quindi? Un finale che è in grado sia di sconvolgere ma che ci fa realizzare anche come non sarebbe potuta finire diversamente. Credo infatti che sia perfetto e che rispecchia benissimo il messaggio che voleva trasmettere. Come dicevo a inizio recensione ci sono alcuni dettagli che riescono a farti capire che piega prenderà la storia; l'esito non può che essere inevitabile.
Spero di esser riuscita a farvi incuriosire perché questo romanzo vale tantissimo anche solo per lo stile, uno di quelli che davvero non se ne leggono più in giro. Fatevi trascinare nel vortice di Unity, leggete questa meraviglia! Lo premio ovviamente con il massimo del punteggio.





 

 


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