Recensioni, letteratura, consigli di scrittura

Cerca nel blog

lunedì 28 gennaio 2019

Recensione: 'Il viaggio degli eroi. Il giuramento' di Cristian Taiani

Oggi parliamo del libro di Cristian Taiani, 'Il viaggio degli eroi. Il giuramento'!


Titolo: Il viaggio degli eroi. Il giuramento

Autore: Cristian Taiani

Edito da: Self publishing

Formato: cartaceo (brossura), Kindle

Genere: Fantasy

Pagine: 380

Prezzo: 12,00€ cartaceo, 2,00€ su Kindle





Trama

Nel mondo di Inglor una apparente pace sta per essere minata da un antico e malvagio male, un’oscurità che già in passato aveva causato la più grande guerra che le Sette Terre avessero mai visto. Cantata e narrata dai bardi come la Guerra Sanguinosa, uomini ed elfi ne presero parte abbandonate invece dalle più antiche stirpi dei nani, gloriosa fu la battaglia dove venne cacciato il senza nome e il suo suddito Zetroc. Venti ere dopo il male ritorna, tra le strade di Radigast capitale delle Sette Terre, sul suo cammino incontrerà Rhevi una ragazza per metà umana per metà elfa cresciuta con l’amore di nonno Otan proprietario della locanda l’Orso Bianco, dopo l’abbandono della madre elfa il padre perso nel dolore si arruola nell'esercito dell’imperatore Adon Vesto, di lui la povera bambina perde ogni traccia, la ragazza che sogna di allontanarsi dalla realtà di quella città che non l'accetta avrà il modo di realizzare il suo desiderio ma a che prezzo? In tre sfideranno il destino alla ricerca della libertà cominciando il viaggio, scoprendo misteri più grandi di loro, tra magie, guerre, nani, draghi e viaggi nel tempo si ritroveranno a diventare gli eroi che Inglor aspettava.Conoscerete gli elfi di luce, gnomi a bordo di navi volanti, profezie leggendarie, eccentrici pirati e i perfidi elfi di tenebra.

Prima di cominciare con la recensione vera e propria credo che ci sia un aspetto fondamentale da tenere in mente per comprendere ed entrare al meglio nel mondo di questo libro. L'autore infatti dichiara di aver preso ispirazione per la sua storia dopo una campagna di un gioco di ruolo da lui ideata. Il motivo per cui credo che sia importante saperlo è perché, infatti, il libro ha molte caratteristiche che ricordano un gioco di ruolo, per questo gli amanti del genere potranno apprezzarlo ancora di più. Ed è anche il motivo per cui si discosta da un fantasy se così vogliamo definirlo 'classico', nonostante ne abbia tutte le condizioni: il viaggio, gli eroi, la profezia.
La distinzione è data dal tema del viaggio e dagli eroi stessi, ognuno dei quali è ben determinato e differenziato. Esattamente come in un gdr ognuno di loro svolge il proprio ruolo e il viaggio è intrapreso in modo tale che gli stessi protagonisti possono potenziarsi, incontrare alleati e nemici oltre che nuovi generi di mostri. Il mondo di Inglor ha già visto una guerra sanguinosa e, ora che sono passate venti ere, sembrerebbe che una nuova minaccia stia per ripresentarsi. Nella città di Radigast i primi segni sono chiari: conosciamo i primi due protagonisti, la mezzelfa Rhevi, che vive e lavora nella locanda con suo nonno e Talun, appena diventato un mago a tutti gli effetti. Nel voler soccorrere un uomo ferito che giunge nella locanda, attiveranno quella che sarà la profezia che li aveva già predestinati. I due si ritrovano infatti marchiati, impossibilitati da questo punto in avanti a disobbedire a Cortez, pena la morte. Costretti quindi a cercare la strana foglia che Cortez ambisce, incontreranno un nuovo personaggio, Adalomonte, o semplicemente Ado, e insieme a lui inizieranno il viaggio che li porterà verso un destino che mai avrebbero immaginato di affrontare. Oltre a conoscere gli elfi, i nani e ad affrontare nuovi generi di mostri duranti il viaggio, capiranno anche il vero motivo che spinge Cortez a volere non solo loro, ma Ado stesso. Ho apprezzato la leggenda che si narra riguardo lo strano marchio, quello del lupo e del leone, altri non sono che Zetroc, il maligno e Zarcan, il benevolo. Una volta appresa questa storia cominciamo a ricollegare qualche pezzo per formare il puzzle del racconto cercando di capire cosa lega Cortez a Zetroc stesso. Il viaggio sarà sempre molto movimentato, tanto che infatti non ci imbatteremo mai in momenti di noia dato che i protagonisti passano da un'avventura (o da un pericolo) all'altro. Mi è piaciuto anche il fatto che per spostarsi utilizzino l'Artefatto Vascello. Inizialmente sembrava un vascello come un altro fino a quando, per necessità, non ha cominciato a volare. Una chicca che mi è piaciuta e che ha reso diverso il viaggio intrapreso dagli eroi. Menzione speciale per il finale: senza entrare troppo nel dettaglio credo che sia un messaggio di fondo. Il male è sempre in agguato e può colpire quando meno te lo aspetti.

Personaggi

Cominciamo a parlare dei protagonisti e poi mi concentrerò sui personaggi secondari che più mi sono piaciuti. Rhevi è una mezzelfa bellissima, che non avendo padre e madre vive con suo zio Otan aiutandolo nella locanda l'Orso Bianco. Nonostante un lavoro del genere, Rhevi si tiene allenata con la scimitarra elfica lasciata da sua madre, di cui riesce ad intuire un qualcosa di magico e certamente diverso da qualsiasi altra scimitarra. La vediamo come un personaggio molto energico e combattivo, è sicura di se stessa e inizia il viaggio con coraggio, pur mancandole il nonno. Talun è appena diventato mago e per festeggiare si reca alla locanda dove quindi conoscerà Rhevi. Come personaggio mi è piaciuto ancora di più, l'ho trovato sia dolce che con il giusto caratterino capace di affrontare i battibecchi con Ado. Non ha fatto altro che studiare la magia per tutta la sua vita, impossibilitato a uscire dall'Accademia e per questo motivo ha dedicato tutto il suo tempo allo studio rendendolo il migliore. Quando finalmente diventa mago e può finalmente uscire ed essere libero, certo non si immaginava un'avventura del genere. Il viaggio penso che cambi più Talun che Rhevi. Talun infatti, non solo si rende molto spesso utile grazie alla sua magia -non per questo Rhevi sia da meno- ma è anche il personaggio che ha una perdita significativa e che corromperà irrimediabilmente il suo futuro. Quando si scopre il legame che c'è tra lui e il cronomante sono rimasta veramente spiazzata perché non me lo immaginavo. E mi sono posta a quel punto la stessa domanda di Elanor. Ne parlerei ancora ma mi sto rendendo conto che rischierei di fare troppo spoiler. Anche il finale del personaggio mi ha scossa e su questo mi ricollegherò in seguito. Parliamo ora di Adalomonte. Quando viene trovato in pessime condizioni da Rhevi e Talun ho cominciato a sospettare di lui, anche per via di come si rende odioso a tratti agli occhi del mago. Man mano che si avanza nella lettura ci si rende conto di quanto sia complesso il personaggio, della sua fuga e del suo viaggio tormentato, destinato ad essere il corpo di rimpiazzo di un altro. Burbero, facilmente irascibile e potente, lo si apprezza di più quando il viaggio prende il pieno ritmo. Ho anche apprezzato il legame che si viene a creare tra lui e Rhevi questo perché pensavo che un qualcosa del genere sarebbe nato con Talun, il che me lo avrebbe reso abbastanza prevedibile. Dato che così non è stato, ho ammirato e apprezzato questa scelta. Voglio citare anche altri personaggi come il re degli elfi Oronar e del dolore che ha provato in seguito a ciò che accade a Melidor, suo figlio. Ne aveva avuto già una visione ma non ne era mai stato preparato. Considerando che io mi ero affezionata subito a Melidor quella scena è stata abbastanza traumatica e ne sono rimasta dispiaciuta. Agata e Breno anche sono stati due personaggi adorabili, anche se avrei preferito che il loro primo incontro fosse stato più passionale. Non che lo sia stato ma penso che Breno, prima di dare le dovute spiegazioni ad Agata, avrebbe fatto meglio a correre subito da lei per abbracciarla. O forse sono troppo sentimentale io, c'è da dire!
Infine, un cenno anche ai cattivi della situazione: Cortez, l'alchimista Horsk e Creep. Hanno macchinato tutto e già da tempo cercavano una soluzione al loro problema catturando Ado. Io amo i cattivi e direi che tra tutti loro spicca ed è promosso a pieni voti Creep. Proprio come il suo nome, appena mi ritrovavo a leggere una scena in cui lui c'era, ecco che diventava inquietante. Ne avevo, vi giuro, quasi paura. Credo che sia uno dei personaggi più d'impatto, quello che davvero quando sta per arrivare ne si temono le conseguenze. Quando si legge che si intravede una chioma di capelli rossi già si sa che è lui e ci si prepara a quello che combinerà stavolta. L'ho adorato, nonostante sia così terribile... ma è proprio questo il motivo! Inoltre verso il finale si comincia a capire qualcosa su ciò che succede dopo una sua probabile morte dalla quale riesce sempre a venirne fuori. Trovo che sia un aspetto assolutamente interessante e quindi sono curiosa di saperne di più. Quindi sì, Creep di sicuro domina la scena. Mi ricollego, come avevo già preannunciato, a ciò che succede a Talun. E purtroppo mi accorgo ancora di non poter fare spoiler, ma se vi ho incuriosito a sufficienza, beh, è un buon pretesto per leggere il romanzo!

Stile

Ed eccoci, infine, a parlare dello stile di cui avrei una annotazione da fare, che possa essere un consiglio futuro per l'autore. Come avvenimenti non ho nulla da dire: il climax è sempre alto proprio perché come avevo già detto in ogni capitolo succede qualcosa quindi l'attenzione del lettore rimane sempre alta. Non ho trovato nessun errore ortografico se non qualche sparuto errore di battitura.
Quello che invece può essere migliorato è l'utilizzo dello show don't tell. Quando infatti ci viene presentato un nuovo personaggio si tende a descriverlo subito, o a menzionare il fatto che sia, per esempio, buono, forte, intelligente e via dicendo. Queste caratteristiche di un personaggio è sempre meglio non descriverle, ma appunto mostrarle. Troppe descrizioni devono essere affievolite con questa bella tecnica, che tra l'altro ogni tanto viene usata specialmente nei combattimenti, quindi il mio consiglio è di usarla più spesso e di mostrare quindi come si comporta un personaggio piuttosto che descriverlo. A parte questa annotazione non ho però altro da dire.
Il romanzo si aggiudica un punteggio quasi pieno!


L'autore



Cristian Taiani nasce a Civitavecchia il quindici ottobre 1983, figlio di un'umile famiglia il papà pasticcere e la mamma casalinga, fin dalla tenera età dimostra la sua inesauribile fantasia, è solo un bambino quando comincia a scrivere storie e a desiderare di diventare uno scrittore. L'illuminazione per il Viaggio degli eroi nasce durante una notte, dopo aver concluso una campagna da lui ideata di un gioco di ruolo. Comincia a buttare giù alcune idee, scritte a mano su un quaderno, completamente autodidatta e senza nessuno studio letterario viene guidato solo dalla sua passione, ardente e acquisita leggendo i suoi autori preferiti, tra questi spiccano i due maestri inglesi Dickens e Tolkien. Pian piano le sue idee si trasformano in dialoghi, eventi e infine in un racconto. Affina la sua visione trasformandolo in un romanzo vero e proprio. Lascia però la sua opera incompleta per qualche anno, fino al giorno in cui si imbatte di nuovo nel piccolo file lasciato lì. La passione, la volontà e la determinazione lo aiutano a finire quello che aveva iniziato, dimostrando a molti che i sogni, anche piccoli e a volte dimenticati, possono avverarsi.

giovedì 24 gennaio 2019

Recensione: 'Mosaico: Le due croci' di Marco De Luca

Oggi parliamo del secondo volume di Marco De Luca, ovvero 'Mosaico: le due croci'! Se avete perso la mia recensione del primo volume, 'Mosaico: una storia veneziana', potete recuperarla cliccando qui!


Titolo: Mosaico: Le due croci

Autore: Marco De Luca

Formato: Kindle, cartaceo (brossura)

Edito da: Self-publishing

Genere: Narrativa storica

Pagine: 365

Prezzo: 13,00€ cartaceo, 0,00€ su Kindle Unlimted, 2,99€ Kindle










Trama

 Anno Domini 1581. Il Vicerè di Napoli è disposto a tutto pur di conquistare Venezia, la regina del Mediterraneo. Alfredo Dandolo, nobile veneziano senza scrupoli, è l’uomo adatto per colpire la città dei Dogi dall’interno. Una reliquia custodita a Costantinopoli è la merce di scambio richiesta all’uomo per diventare Doge; Iñacio Cortés il mercante scelto per riportarla a Venezia. Tra intrighi e inganni, Cortés verrà catapultato nella Mantova dei Gonzaga, città tanto bella quanto pericolosa. Passando da pedina a giocatore, accompagnato da due donne, sarà lui a dover fermare l’avanzata spagnola. Ci riuscirà?
La vera protagonista di Mosaico è però la Serenissima Repubblica, e più ancora gli uomini e le donne che la animano come tessere di un mosaico: uomini di stato, seducenti cortigiane, sicari senza scrupoli, avidi mercanti e cospiratori visionari.


Siamo nel 1581, quindi prima degli eventi narrati in 'Mosaico: una storia veneziana'. Ciò significa che scopriremo come alcuni personaggi che già conosciamo si siano incontrati, dettaglio che ho trovato davvero molto interessante e che mi ha anche fatto affezionare di più ai personaggi stessi perché ho potuto comprenderli meglio.
Ma andiamo con ordine: il nobiluomo Alfedo Dandolo paga al nostro protagonista, Iñacio Cortés, un viaggio per Venezia portando con sé una reliquia, un cranio di San Gregorio Illuminatore, per fare in modo che la città possa beneficiare del suo sacro influsso. Ben presto però Cortés che è stato semplicemente sfruttato, rischia di passare la sua vita ai Pozzi e che Dandolo altro non vuole fare che prendere Venezia con l'aiuto degli spagnoli. Sarà a questo punto che intercorre Florian, che liberando Cortés gli propone un accordo per sventare Alfredo: ovvero partire con due donne per Mantova, fingendosi un pittore per incontrarne il duca e fare in modo che possa trattenere Dandolo il tempo necessario. Le due donne con cui Cortés si metterà in viaggio le abbiamo già conosciute: sono Inés e Chiara Fracassa, l'una completamente diversa dall'altra e, ovviamente, avranno differenti ruoli. Inés è obbligata a fare il lavoro sporco, mettendo in gioco la sua integrità sia fisica che morale, mentre per quanto riguarda Chiara è la donna perfetta per ammaliare il duca e riuscire ad ottenere un appoggio in cambio, naturalmente, di favori vantaggiosi. La trama è davvero molto intrigante, perché non solo ci ritroviamo con dei complotti da entrambe le parti, ma abbiamo anche scene d'azione da far rimanere con il fiato in gola oltre che un'accuratezza storica davvero sublime.
Andiamo quindi a vedere meglio com'è che si muovono questi personaggi, la cui maggior parte, abbiamo già conosciuto nel precedente volume.

Personaggi

Come non riconoscere subito il protagonista, Iñacio Cortés grazie alla sua solita imprecazione! Dopo il viaggio con Alfredo Dandolo si ritrova immediatamente nei guai. Sarà Florian che riuscirà a farlo uscire dalle prigioni, ma in cambio, dovrà agire per lui e ottenere il favore del duca di Mantova per la cattura dello stesso Alfredo in combutta con gli spagnoli. Sicuramente Iñacio non è uno sprovveduto: sa come adattarsi e non si lamenta molto della missione affidatagli se non alla fine ritenendo di non avere ottenuto la giusta ricompensa. Gli viene chiesto di comportarsi come non si era mai aspettato di fare ma riesce a reggere al gioco e a interpretare un pittore in visita al duca scortato da Chiara Fracassa. Lei stessa alla fine della messinscena lo adula, dicendogli di aver fatto un ottimo lavoro riuscendo ad apparire distante e misantropo quanto bastava. Inutile dire, dato che già lo sappiamo, che Cortés avrà un colpo al cuore sin dal primo momento che la incontra. Vorrebbe poter stare soltanto una notte con lei, ma sa anche che vale troppi ducati per uno come lui. E anche quando ha la disponibilità di stare in sua compagnia, rimanda, sapendo che ciò non farebbe altro che accrescere la sua bramosia nei confronti della ragazza. Chiara è indubbiamente bella, una 'leonessa', scaltra e intelligente. Quando Florian la incontra per la prima volta sa che è la donna perfetta a cui affidare la sua missione: sa come comportarsi con gli uomini, sa essere discreta, sa fingere all'occorrenza. Nonostante la veda come una semplice ragazza di appena sedici o diciassette anni rimane incantato dalla sua intelligenza di cui ne dà prova la stessa casa di Chiara, piena di oggetti e libri molto rari che solo un occhio intenditore può capirne la preziosità. Nonostante lei si vesta in modo semplice, Florian capisce, così come Cortés, che si trova davanti a una donna dalle straordinarie capacità che in qualche modo riesce a nascondere. Chiara fa impazzire qualsiasi uomo, non solo grazie al suo charme, al suo profumo di calicanto che incanta subito il duca, ma anche grazie al suo acume e al fatto che sembra avere una risposta a tutto. Durante una spiegazione che Chiara dà a Cortés mentre sono in viaggio, la stessa Inés rimane ammaliata dalle sue parole. Il che vuol dire molto perché Inés sta bene alla larga da Chiara: sa che sono due donne troppo diverse. Inés l'avevo adorata nel precedente libro e non ho potuto fare altro che provare una grandissima compassione nei suoi confronti. Viene ingaggiata per questa missione perdendo molti dei suoi affetti nella speranza che possa vedere di nuovo sua madre. Quando viene torturata, nonostante la scena non sia descritta in una maniera cruenta e brutale, mi ha lasciato comunque un groppo in gola e sono stata in agitazione tutto il tempo. Quando però, anche la sua morale alla fine viene macchiata, mi sono sentita di compatirla ancora di più. Quella, se posso dire, è stata una scena che seppur brevissima è stata anche più toccante della tortura stessa. Stavolta non è un male fisico, è un male che colpisce Inés nell'anima in modo perpetuo come lo sarà anche la menomazione alla sua mano. Se quindi Inés ne esce abbastanza annientata, anche se conserva il suo carattere forte e autoritario, Chiara ne esce come una donna che con eleganza e furbizia ha ottenuto ciò che voleva. Con questo non voglio dire che per questo motivo io odi Chiara, assolutamente. Per come sono i personaggi e considerata la loro origine è più che giusto e naturale che le cose, anche se possono far male, debbano andare verso questa direzione. Le ho amate entrambe e sicuramente hanno fatto più di Cortés per lo sviluppo della trama.
Cortés per gran parte della missione lo vediamo geloso di Chiara. Quando il duca chiede che lei gli venga a fare compagnia, non è che finga più di tanto nella sua recita nel mostrarsi un po' contrariato.
Poi, anche a lui spetterà il lavoro sporco, macchiandosi anche del sangue di un innocente.
Mi è piaciuto inoltre il discorso finale che Inés ha con Florian: quando Florian le offre dei ducati mensili per sua madre, Inés gli ricorda che quella si fa pagare non è certo lei ma qualcun'altra. Non ho potuto fare a meno di sorridere e di trovare questa una risposta degna di Inés.
Non ve la riporto corretta e per intero perché fa molto effetto nel leggerla da soli, vi dico solo che io l'ho molto apprezzata! Su Florian sono combattuta: inizialmente mi stavo affezionando ancora di più a lui. Sappiamo che è un personaggio ambiguo, che sfrutta la gente ma allo stesso tempo se vuole la aiuta e ammetto che mi stava piacendo fino alla fine. Ho pensato che avrebbe dovuto comportarsi in una maniera diversa con Inés e Cortés ma ragionandoci bene se si fosse comportato diversamente non avrebbe ricalcato quello che è il suo personaggio: scaltro ed egoista. E alla fine è proprio per quello che il personaggio può piacere! Molta compassione per il duca, che si è trovato nella ragnatela di Chiara non dubitando di nulla. Una scena davvero piacevole da leggere perché fa rimanere il lettore incollato alle pagine e dove quindi vediamo Chiara sfoderare le sue abilità.

Stile

Limpido, preciso, non ho trovato il minimo errore e soprattutto scorrevole. Anche quando ci sono delle digressioni storiche l'attenzione è sempre alta. Sarà perché già di mio amo la storia quindi parti del genere sono sempre interessanti per me, ma davvero, non appesantiscono il romanzo e non fanno scendere il climax. Ottimo uso dei dialoghi diretti che rendono più accesa l'andatura del testo e ottimo show don't tell. Come per il primo libro ho adorato l'uso, durante la scrittura delle lettere, del parlato comune del tempo o comunque dell'utilizzo dei termini dell'epoca. Sono chicche che piacciono e che fanno capire quanto studio e lavoro c'è stato dietro il libro. Studiarsi infatti tutta la storia, tutti gli usi e i costumi e rappresentare la Venezia della fine del '500 in maniera impeccabile è un lavoro mostruoso che però ha dato i suoi frutti. Questo rende interessante il libro non solo a livello di trama ma anche a livello storico: non so voi, ma io sono sempre interessata a imparare cose nuove o ritrovarmi in un libro elementi che già so e che voglio quindi vedere come verranno utilizzati. Mi è piaciuto il primo libro, lo avevo infatti premiato con cinque stelle perché c'era lo stesso lavoro certosino. Questo secondo, devo dire che l'ho anche apprezzato di più!
E quindi, naturalmente, premiato anche il seguito -per non dire prequel!- con cinque stelle piene.

martedì 22 gennaio 2019

[Segnalazione] 'Mosaico: Le due croci' di Marco De Luca

Segnaliamo oggi l'uscita del secondo volume di 'Mosaico: le due croci' di Marco De Luca uscito lo scorso 19 gennaio. Ho già recensito il primo volume e se vi siete persi la mia recensione potete recuperarla cliccando qui!


 Titolo: Mosaico: Le due croci

Autore: Marco De Luca

Formato: Kindle, cartaceo (brossura)

Edito da: Self-publishing

Genere: Narrativa storica

Pagine: 365

Prezzo: 13,00€ cartaceo, 0,00€ su Kindle Unlimted, 2,99€ Kindle





Trama

 Mosaico: Le due croci è la seconda prova d’autore di Marco De Luca, pugliese trapiantato in Veneto, tornato alla penna dopo il successo della sua opera prima, Mosaico: una storia veneziana. Il romanzo, pubblicato in self-publishing su Amazon, grazie al passaparola e alle recensioni positive in un anno ha totalizzato circa 2.000 acquisti, e poco meno di 90.000 pagine lette su Kindle Unlimited.

Anche in questa seconda opera, che prende luogo tra Venezia e Mantova sul finire del Cinquecento, si percepisce una passione sconfinata per la storia della Serenissima.
L’avventuriero Iñacio Cortés ritornerà sulla scena per sventare un complotto che minaccia la Repubblica alcuni anni prima degli eventi narrati in Mosaico: una storia veneziana. Le pagine del nuovo libro saranno perciò l’occasione non solo di incontrare personaggi già conosciuti, ma anche di approfondirne le motivazioni assistendo al loro primo incontro con il portoghese.
Tutto inizia a Costantinopoli, quando il nobiluomo veneziano Alfredo Dandolo assume il neo-capitano Cortés per portare a Venezia una reliquia trafugata. Solo una volta raggiunta la Laguna, il portoghese scoprirà di essere coinvolto in una cospirazione degli spagnoli e rischierà di marcire a vita nelle carceri cittadine. Sarà un patrizio in piena ascesa politica, Fabio Florian, a dargli la possibilità di riscattarsi offrendogli una missione incredibilmente delicata a Mantova: dovrà convincere Guglielmo Gonzaga, con le buone o con le cattive, ad abbandonare la sua alleanza con la Spagna. Al fianco dell’improvvisato difensore di Venezia ci saranno solo due donne, vecchie conoscenze del lettore ma incontrate qui da Cortés per la prima volta: Chiara Fracassa, colta e astuta cortigiana, e Inès Flandres, malfattrice che ha promesso il suo aiuto in cambio della libertà per sé e per la madre.
Anche in Le due croci, però, la vera protagonista resta la Regina del Mare, e più ancora gli uomini e le donne che la animano come tessere di un mosaico: uomini di stato, cortigiane deliziose, sicari, avidi mercanti, nobili decaduti, eroi di guerra, corsari rinnegati e cospiratori visionari, tutti cercano di fare di Cortés la propria pedina. Infatti, pur essendo un’opera di fantasia, alla base della saga Mosaico c’è un appassionato lavoro documentario su fonti storiche e storiografiche. Ad esso si aggiunge una narrazione efficace e semplice, che fornisce il giusto ritmo a un’opera che è prima di tutto un coinvolgente e immaginoso racconto d’avventura.

«Non badate ai ricchi vestiti del nobiluomo che mi accompagnava: questa città sa tributare enorme rispetto alla ricchezza e ai diritti di nascita, perché sa che per prosperare ha bisogno di ducati e protezione, ma nel suo cuore, lo sappiamo entrambi, preferisce gli uomini che sanno di sale a quelli che profumano di cipria. Sono loro a capire davvero quanto sia unica al mondo; e anche se Venezia offre il suo lusso e le sue celebrazioni ai suoi uomini più ricchi e prestigiosi, io credo che siano gli altri, a conti fatti, a meritarsi il suo amore.»


Quarta di copertina

 Il libro vi ha incuriosito? Attendavate l'uscita di questo secondo volume?
Potete acquistarlo su Amazon:
cliccando qui se preferite il cartaceo, o qui se preferite il formato Kindle.

Presto recensirò questo libro, quindi vi consiglio di rimanere in attesa!
Aggiornamento!|  La recensione è pronta e potete leggerla cliccando qui!

 


lunedì 21 gennaio 2019

Come si supera il blocco dello scrittore?

A tutti è capitato almeno una volta nella vita di avere il blocco dello scrittore. Avete magari la trama in mente, avete anche fatto la scaletta degli eventi, eppure non riuscite ad andare avanti.
O ancora, avete il classico blocco: le idee -magari poche- che vi vengono in mente non vi entusiasmano per niente. Se provate a scrivere cestinate il tutto dopo poche righe. Proprio non vi piace! Decisamente è una situazione terribile ma ognuno di noi ha trovato il modo per superarla.



Ammetto di essere in questo frangente un po' ipocrita. Perché sto per darvi dei consigli su come affrontare il blocco dello scrittore quando io stessa sono impelagata in questo problema da anni. Eppure ho trovato degli accorgimenti che in molte occasioni mi hanno aiutata, quindi perché non parlarne?




Come superare il blocco dello scrittore:

  • Musica: So che suona estremamente banale ma credo che davvero una canzone possa aiutare. E no, non mi sto riferendo a canzoni che magari avete sul cellulare che ascoltate a ripetizione ogni giorno. Non dovete cercare qualcosa che è troppo vicina a voi, dovete cercare qualcosa che vi è sconosciuta. Una nuova canzone è capace di farvi risvegliare un certo interesse, magari siete al centro commerciale, mandano una canzone e pensate 'Ah, questa starebbe bene come sottofondo in quella scena che sto scrivendo!'. Con me ha funzionato? Sì. Mi trovavo a una festa medievale -già di per sè perfetta se si sta tentando di scrivere un fantasy- e passano una canzone molto, anzi decisamente epica. La mia amica, armata di Shazam, ha saputo darmi il titolo della canzone che ho ritrovato su YouTube. Era una canzone che dava la carica, perfetta per scrivere di un combattimento o di un'impresa eroica. Mi ha salvata un po'.
  • Scadenze: Ahia, qua devo ammettere che ho sia la risposta positiva che negativa da darvi. Quello che voglio però dirvi è: quando siete alle strette e dovete scrivere per forza il modo per scrivere state certi che lo trovate. Lo so, qualcuno di voi starà pensando che non riesce a scrivere sotto pressione o comunque se proprio dovesse riuscirci scriverebbe da schifo. Ma intanto avete scritto, no? Avrete comunque una bozza sulla quale lavorare. Fissatevi quindi una data di scadenza e cercate con tutti voi stessi di rispettarla. Con me ha funzionato? Sì. Mi era stato chiesto di scrivere un racconto in due mesi. Non avevo né trama né niente in mente. Zero assoluto. Eppure quella data di scadenza mi ha fatto riuscire nell'intento. In un mese ho delineato trama, scaletta e personaggi, nell'altro l'ho scritto. Scrivevo tutte le sere, guardando con ansia il calendario. Molte volte, dopo aver finito di scrivere una scena, pensavo: Ah, se solo avessi avuto tempo l'avrei scritta meglio. Sapete che vi dico? A distanza di mesi, quando ormai potevo leggere il mio scritto con calma, ho cambiato pochissimo. Con me ha funzionato? No. E invece c'è stato anche un evento in cui non ha funzionato. Avevo tre mesi di tempo per inviare il mio manoscritto alla mia casa editrice dei sogni. Manoscritto che, voglio precisare, era terminato ma che avevo intenzione di aggiustare. Non ci sono riuscita. Ci tenevo così tanto che sapevo avrei bisognato più di tre mesi per aggiustarlo e modificarlo come volevo e per una cosa così importante non volevo mettermi fretta. Un risultato però l'ho ottenuto lo stesso! Erano anni che volevo rimetterci mano e grazie a quella scadenza, anche se non rispettata, ho cominciato di nuovo a scrivere. Per questo vi dico che, sia se va bene, sia se va male, le date di scadenza sanno fanno il loro lavoro sulla nostra mente.
    Grave of a Suicide Victim di Wilhelm Kotarbiński.
  • Immagini: Un'immagine è in grado di rievocare in noi qualcosa che poi scaturisce in una storia. O che semplicemente può darci la giusta spinta per andare avanti. Quante volte siete entrati in un museo e siete rimasti incantati davanti a un quadro? Quante volte davanti a un'immagine qualsiasi trovata su Intenet avete pensato 'wow, come nel mio romanzo' o 'e se nel mio romanzo succedesse questo?'. Scommetto spesso, dai. Io sono una tipa malinconica e quindi mi piacciono le immagini malinconiche -ovviamente-, drammatiche, scabrose (?). Se siete come me, vi consiglio di farvi un giro sulla pagina Facebook Macabre Art. Scusate lo spam, nemmeno conosco gli admin della pagina, ma è davvero bellissima. Sulla pagina in questione ho trovato questa immagine che mi ha ispirata in un modo sconsiderato. E a voi? Non rievoca qualcosa di bello e struggente? Quindi, con me ha funzionato? Sì.

  •  Brainstorming: Cos'è o già lo conoscete? Prometto che a breve vi porterò proprio un articolo dedicato al brainstorming perché in effetti ho molto da dire e voglio portarvi anche degli esempi pratici che ho realizzato io stessa -ma siate clementi con me! Detto letteralmente, il brainstorming è una tempesta di cervelli. Sicuramente in ambito lavorativo questa espressione acquista una sfumatura diversa ma noi vogliamo analizzarla nella scrittura. Con me ha funzionato? Eccome, doppio e triplo sì. Ammetto che è il mio modo migliore per scampare al blocco dello scrittore. Cosa bisogna fare? Bisogna partire da un'idea, anche dalla più stupida. Perché ricordate che in questo primo step l'idea di partenza non è determinante. Da questa idea deve cominciare la tempesta. Fatevi mille interrogativi. Come potrebbe procedere? Come influenza il personaggio? E scrivetelo! Questo passaggio è importantissimo. Gettate su un qualsiasi quadernino, taccuino, quello che avete, la vostra idea all'apparenza stupida. Subito dopo, fatevi la domanda, trascrivetela e rimanete a ragionare davanti al foglio. Di getto, perché è così che funziona, scrivete la risposta alla domanda che vi siete posti. La domanda alla vostra risposta non sarà ancora quella giusta, ma andate avanti. Perché non è quella giusta? Perché l'idea di partenza non era buona, quindi la risposta che vi darete non può essere buona al primo tentativo. Da quella risposta sbagliata continuate: fate esplodere le idee, anche quelle più malsane, quelle che non c'entrano assolutamente niente, vagliatele e chiedetevi sempre perché  non funziona. Vi giuro che arriverete alla risposta. Cosa faccio io? Motivo per cui volevo fare un articolo a parte: volevo mostrarvi un mio esempio di pagina di quadernino da brainstorming. Sono solita dividere a colori le domande e le risposte che mi do. Fino a quando non arrivo all'idea che mi illumina. Vedrete come le mie pagine sono tutte un 'eh ma così non...'  'ma se succede questo non...' fino a quando non raggiungo il Nirvana. 

  • Videogiochi e fumetti: Perché no? Scommetto che c'è almeno un videogiocatore o un appassionato di manga fra di voi. Alcune storie sono davvero fenomenali e ci trasportano all'interno come se stessimo leggendo un libro. Addirittura a volte ci sentiamo più ispirati grazie alle colonne sonore che ci accompagnano durante l'avventura di un jrpg. O sono i disegni che ci sconvolgono positivamente. Con me ha funzionato? Sì. E no. In che senso? Nel senso che sì, è naturale che molte storie che ho letto o giocato mi abbiano influenzata ma il consiglio che vi do è di non farvi trasportare troppo. Altrimenti succede come un decennio fa, quando ci fu il boom degli scrittori fantasy e sembrava di leggere dei manga senza disegni. Questo è importante: manga e videogiochi per quanto belli possono essere non hanno spesso idee universalmente accettate o che stanno bene in un romanzo. Se scrivete fantasy, fate attenzione a non prenderne troppo spunto. Io ho preso spunto da qualche opera, lo ammetto, ma l'ho cambiata e resa logica per un romanzo. Non sono uguali, fidatevi. Ricordate che un libro ha bisogno di una 'regia', se così vogliamo definirla, diversa. Ma è ovvio, no? 
  • Forum di scrittori: E mi direte voi, che c'entra? C'entra perché, per esperienza personale, ho notato che entrando in un forum di scrittori e parlando con altri che hanno il mio stesso problema o che semplicemente scrivono del mio stesso genere, mi sono sentita motivata. Parlare con altre persone, simili a noi, scrittori come noi, ci rende più appassionati. Ci fa venire voglia di aprire il nostro documento Word o che altro avete e cominciare a scrivere, spesso salvandoci dal blocco dello scrittore perché ormai abbiamo trovato l'esuberanza che ci serve. Con me ha funzionato? Sì. Non solo in un forum, ma anche parlare privatamente con altri ragazzi mi smuove sempre. Non sono sicura se quel giorno scriverò bene o male? Non importa, comunque sia, ho voglia di scrivere.
  • Altri libri: Non so se capita anche a voi, ma leggere un libro che mi piace tantissimo mi sblocca nella maggior parte delle volte. Spesso, per esempio, io non comincio a scrivere se prima non leggo qualche pagina della mia autrice preferita. E non perché voglio copiarla, anzi, che brutto termine, ma perché quando leggo sono affascinata dal suo stile di scrittura e sento che se mi mettessi immediatamente a scrivere dopo la lettura potrei quasi emularla. Quasi, ovviamente. Ma ho la sensazione di scrivere meglio! Capita anche a voi? Con me ha funzionato? Non sempre. In alcune occasioni mi lascio talmente affogare dalla lettura che preferisco continuare a leggere piuttosto che interrompere per scrivere. 
Per il momento queste sono quelle che mi vengono in mente. E voi, come lo sconfiggete il blocco dello scrittore? Avete anche voi un 'modello' da seguire per riuscire a vincerlo? Fatemelo sapere, sono curiosa!

venerdì 18 gennaio 2019

Recensione: 'La città dell'assedio' di Luca Buggio

Oggi parliamo del secondo volume di Luca Buggio, 'La città dell'assedio'! Se vi siete persi la recensione del primo libro, ovvero 'La città delle streghe', potete recuperarla cliccando qui!
 

Titolo: La città dell'assedio

Autore: Luca Buggio

Edito da: La Corte Editore

Formato: Cartaceo (brossura), Kindle

Genere: Narrativa storica, mistero

Pagine: 393

Prezzo: 17,90€ cartaceo, 8,99€ Kindle





Trama

Estate 1706: il Ducato di Savoia vive la stagione più drammatica della guerra contro la Francia del Re Sole. Tutte le piazzeforti sono cadute, Torino resiste nella morsa di un assedio sanguinoso e un cadavere orrendamente mutilato, all'ombra del Santuario della Consolata, potrebbe far dubitare i torinesi della protezione di Dio. A Gustìn, fidata spia del Duca, viene chiesto di usare la razionalità di cui va fiero per smentire le superstizioni e trovare un colpevole in carne e ossa. Indagando tra gli angoli più bui di Torino, Gustìn si avvicina a segreti che vanno oltre ogni sua immaginazione. Laura, giovane saponaia di Borgo Dora, conosce parte di questi segreti, eppure non riesce a ricordarli. Consapevole dei misteri celati dietro le case e i vicoli della città, Laura cerca di sopravvivere all'assedio francese. Entrambi arriveranno a sfiorare il cuore più profondo e misterioso di Torino, popolato da creature terrificanti, crudeli, misericordiose. E scopriranno che, forse, i misteri che nasconde la città, sono ancora più grandi di quello che pensavano.


Ci troviamo a Torino e gli eventi si svolgono tra luglio e agosto del 1706. Abbiamo lasciato i nostri protagonisti in una situazione a dir poco drammatica, con l'avanzata dell'esercito francese e l'efferratezza di crimini mostruosi di cui ancora non si è individuato il colpevole.
Gustìn, spia del Duca, è incaricato di scoprire chi si cela dietro il terribile 'Omicidio della Consolata',  che ha visto le proprie vittime sbranate in modo orribile. Ci ritroviamo quindi con l'interrogativo che era stato posto nel primo libro: realtà o fantasia?
C'è un uomo dietro questi crimini o una creatura sovrannaturale considerando l'aspetto del cadavere che è stato rinvenuto? Più volte infatti nel romanzo si evidenzia come nessun essere umano possa essere capace di ridurre un corpo in quel modo, sbranandolo come se fosse stata una bestia.
Ed è proprio in questo secondo volume che la pista per Gustìn si farà più chiara -anche se il ragazzo ancora non riesce a comprendere fino a fondo. Certo però è che il lettore ha finalmente un'idea precisa e sappiamo sotto che punto di vista dobbiamo cominciare a intendere i delitti.
Laura, la saponaia di Borgo Dora, vive ancora con Fioreste e continua nel suo lavoro vendendo saponi e boccette profumate. Ora che il padre non è in grado di mandare avanti la famiglia, è lei che dovrà farsi carico di tutto. Inizialmente è disorientata e ha poca fiducia in se stessa  in particolar modo quando capisce che proprio grazie al suo lavoro, se riesce a farsi benvolere dalle persone giuste, può superare la carestia ormai alle porte. Si fa aiutare da Alberto, un giovane di bell'aspetto che ha dichiarato il suo amore per lei e che, come farebbe un marito, la rassicura e la protegge. Tuttavia, lei non sa se riesce a ricambiare i suoi sentimenti. Questi suoi dubbi verranno presto inaspriti quando un giorno, mentre salva un bambino da una possibile galera, incontra Gustìn. Il tanto sospirato incontro avviene nella maniera più calma e direi anche inaspettata possibile. Con molta naturalezza i due si conoscono, ridono già sin dal primo incontro e quando si lasciano entrambi non possono fare a meno di smettere di pensare all'altro.

Personaggi

Come dicevo l'incontro tra Gustìn e Laura, i due protagonisti, non è forzato. Mentre leggevo il capitolo non mi ero resa conto che era 'giunto il momento' che i due si incontrassero e quindi sono rimasta piacevolmente sorpresa. I due hanno caratteri che credo siano abbastanza simili: nonostante provengano da situazioni diverse e hanno provato sofferenze diverse, i due sono in grado di viaggiare sulla stessa onda. Questo me lo ha fatto intendere come già i due riescono a ridere per una schiocchezza durante il loro primo incontro, una sciocchezza che però già li rende uniti e specialmente simili. Nonostante Laura abbia Alberto, un giovane molto più bello di Gustìn, più a modo e all'apparenza più protettivo e nonostante Gustìn abbia Costanza, una bella donna che sembra sempre sapere cosa voglia, i due troveranno l'uno nell'altro quello che sembra veramente mancargli.
Entrambe sono persone coraggiose e con un dono che i due ancora non hanno scoperto di avere.
Gustìn non si tira indietro di fronte a nessuna missione, anche se quella che gli si presenta è tremenda e lo costringe a indagare trovando indizi che avrebbe preferito non vedere mai in vita sua. Sa anche come riconoscere il pericolo e riesce a scappare per salvarsi la vita. Quando entra in'un'abitazione è molto attento ai dettagli, riesce a riconoscere i segni delle superstizioni e capire se ci sono altri passaggi all'interno della casa. Quindi abbiamo sicuramente un ragazzo intelligente che vuole sempre stare dalla parte della razionalità. Alla fine però capisce che i sogni che molto spesso cominciano a disturbare le sue notti sono più reali di quanto immagina. Milo, l'amico morto della sua infanzia e che ha causato in lui un 'odio' per le preghiere, sembra parlargli davvero.
Allo stesso tempo abbiamo Laura che nonostante possa sembrare molto calma, timida, paurosa, ha qualcosa che la contraddistingue: innanzitutto sin dal primo libro si vede quanto coraggio possa mostrare in una situazione di pericolo. Come è corsa di notte in cerca di aiuto non temendo l'Uomo di Crocicchio, anche adesso la vediamo con una scintilla negli occhi, ardente di fede. Anche lei sa che c'è qualcosa di sovrannaturale, che riesce a vedere delle sagome a forma di angelo ma che subito dopo non riesce a ricordare. Comincia a rendersene conto, a rendersi conto che sta dimenticando delle vicende proprio perché c'è qualcuno che glielo comanda. Inoltre, nonostante si vergogni molto delle sue mani, distrutte dalla soda caustica, sono rimasta davvero sorpresa in senso positivo quando, a cena, le ha mostrate a Gustìn. Pensavo che non avrebbe colto l'invito di Costanza, che avrebbe continuato a celargliele, invece le ha mostrate pur non volendo andare oltre alla questione. Credo che sia stato un grandissimo passo avanti per lei considerando come, durante un'aggressione e dopo averle tolto i guanti, le veniva da piangere non tanto per l'aggressione in sè ma per la vergogna che qualcuno l'avessa vista in quelle condizioni.
Per questo dico che i due personaggi, seppur diversi per molti aspetti, sono inclini allo stare insieme e hanno molti punti in comune che li faranno avvicinare ancora di più, specialmente adesso che entrambi riescono a vedere ed entrare in contatto con qualcosa di più grande di loro.
Voglio anche riagganciarmi al personaggio di Costanza, che mi era rimasta abbastanza indifferente per tutta la lettura e non conservavo per lei sentimenti di antipatia. Alla fine del libro, nonostante io possa capire il suo atteggiamento, resto nella decisione di non condividerlo affatto. Ha progettato tutto e ha fatto in modo di allontanare i protagonisti nell'arco di una serata, eppure il suo tentativo fallisce. Questo l'ho trovato veramente un passaggio ben fatto perché mi ero aspettata che da quel momento in avanti sarebbe nata la classica incomprensione. Eppure, se anche inizialmente c'è stata, viene spenta subito grazie alla determinazione di Gustìn e la capacità di ascolto di Laura.
Non so adesso come la loro relazione possa evolversi e se Laura abbia davvero compreso il tutto, ma questo passaggio finale l'ho davvero apprezzato perché ha superato le mie aspettative.
Non vedo poi l'ora di leggere di più riguardo Raffaele, personaggio che mi interessa davvero tantissimo.

Stile

Come nel primo libro, lo stile è limpido e senza alcun errore. Unito a questo, c'è l'attenzione dell'autore nei particolari. Siamo in un momento storico realmente accaduto, in una Torino settecentesca, e abbiamo una coerenza storica eccezionale. Si vede che l'autore si è impegnato tantissimo nel ricercare tutte le particolarità dell'epoca facendocela apprezzare e vivere come se noi fossimo lì. Le accuratezze storiche hanno anche molto da insegnarci: e come dico sempre la cosa bella di un libro è anche quando ti insegna qualcosa, lasciandoti delle curiosità che non sapevi e che ora ricorderai sicuramente. Per dirvi, addirittura la copertina è perfetta e ben studiata. Attraverso di essa l'autore -e in questo caso anche Valerio Minato-  è riuscito a rievocare perfettamente quello che sarà l'atmosfera del suo libro. Lo voglio sottolineare perché mi piace quando c'è questa cura dei particolari certosina. Ci fa capire che siamo davanti a un libro ben studiato, con un editing fatto eccezionalmente. Vi consiglio la lettura di questo libro perché non solo la trama è avvincente ed è scritto benissimo da 10/10 ma anche perché c'è davvero un sacco di lavoro storico dietro che vale la lettura di ogni singola pagina.
Per questo la mia votazione è cinque stelle su cinque.


mercoledì 16 gennaio 2019

[Cover Reveal & Segnalazione]: Time Vampires. Codice Agatha di Therry Romano

Segnaliamo oggi, con la partenza del BlogTour dedicato, il nuovissimo romanzo edito da Astro Edizioni, 'Time Vampires. Codice Agatha' di Therry Romano!




Titolo: Time Vampires. Codice Agatha

Autore: Therry Romano

Edito da: Astro Edizioni

Genere: Fantasy Romance

Prezzo: 16, 90€








Parte il BlogTour per 'Time Vampires. Codice Agata'! Per rimanere aggiornati, vi posto le immagini per seguire le varie tappe che si svolgeranno nei prossimi giorni.

Come potete vedere qui sul blog, il giorno 1 febbraio, potrete leggere in anteprima gli estratti!

Così come non mancheranno le recensioni! Segnatevi le date!

L'appuntamento qui su 'Luce sui Libri' si ripeterà quindi il 1 febbraio per gli estratti e il 13 febbraio per la recensione! Incuriositi? Qualcuno di voi ha già letto la mia segnalazione, ve la ripropongo!

Trama

Kira, un’agente di una squadra “fantasma” assoldata da un’organizzazione privata, indaga sulla strana morte del professor Krainager, amico di Max, suo capo e tutore. Dopo essere approdata a Memphis sulle tracce di un sospettato, incontra Damien, un uomo misterioso che scambia per un militare.
Al loro primo contatto fisico, Kira riceve una strana scossa e una sensazione sgradevole che la destabilizza e le fa comprendere che quell’uomo non è ciò che appare. Proseguendo nelle sue indagini, scopre che Damien nasconde un segreto e l’incontro con il suo discepolo, Jamal, solleverà il velo su una dimensione sconosciuta e affascinante, che cancella tutte le razionali certezze della ragazza. Kira viene così catapultata nel mondo di esseri antichi, che appartengono a una élite di predatori. Simili a “vampiri”, sottraggono al genere umano una cosa di vitale importanza: il tempo.





 Strillo Quarta
Ti porteranno via la cosa più preziosa. Non è il tuo sangue, ma il tuo tempo. stanno arrivando... sei sicura di essere pronta? 



Biografia autrice

Therry Romano, laureata in Scienze dell’Amministrazione, lavora in una PA e sostiene progetti di volontariato. Sposata, due figli che adora e che la supportano. Ha pubblicato alcuni racconti brevi come: Questioni di carta e di pizzo, Il matrimonio della cugina, Diario di una fan; una favola paranormal, Kissmet, baci dal passato, un gothic romance Un graffio al cuore, uno YA dolcissimo Una fairy per gli Scream e un fantasy Angel Down. Il prequel di Time Vampires, uscito come episodio pilota, ha raccolto l’approvazione dei lettori, dando la possibilità al romanzo di venire alla luce.



Il romanzo ti ha incuriosito?
Puoi acquistarlo qui, sul sito della casa editrice!
-  http://www.astroedizioni.it/catalogo-libri/fantasy-romance/time-vampires-codice-agatha/
Potrai anche trovarlo nelle prossime fiere come il Romics, il Napoli Comicon e il Salone del Libro di Torino!