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domenica 12 febbraio 2023

Recensione: 'Ghe jera na toseta...' di Sandra Dal Pra

 Buonasera a tutti!
Per il mese di febbraio nel gruppo Facebook 'Editoria non a pagamento' stiamo leggendo il libro di Sandra Dal Pra, 'Ghe jera na toseta'. Io l'ho appena finito di leggere quindi ecco qui cosa ne penso!


Titolo: Ghe jera na toseta... (C'era una bambina...)

Autrice: Sandra Dal Pra

Edito da: Robin Edizioni

Genere: Narrativa

Formato: Cartaceo & digitale

Prezzo: 4,99€ digitale, 9,50€ cartaceo





Trama

Bruna, una donna realmente esistita, è ormai in pensione quando riceve  inaspettatamente una lettera dalla Svizzera. All’improvviso è costretta a riportare a galla i ricordi più duri e veri legati alla sua vita: quando da bambina curava le mucche sull’Altopiano di Asiago, il lavoro in pasticceria, il primo matrimonio, ma soprattutto l’eccidio della sua famiglia durante la strage nazifascista.
Bruna è una delle tante eroine che, in silenzio, ha subito la Storia senza mai farsi annientare. Appartiene a quella generazione di persone che ha costruito l’Italia e che è doveroso ricordare.

Quando ho letto la trama di questo romanzo già non vedevo l'ora di iniziare la lettura, c'è tutto ciò che infatti mi attrae: è un romanzo storico e in più racconta una storia di vita vera, della madre dell'autrice, che è riuscita magistralmente a farcela conoscere grazie a questa biografia toccante e intensa. Non c'è nulla di inventato qui; si parla di Storia, del capitolo più brutto che l'umanità ha dovuto subire.

Bruna, la nostra protagonista, è una donna veneta che ha sempre lavorato e che è sempre stata un sostegno per la sua famiglia. Sin da giovane si è meritata il rispetto di tutti svolgendo egregiamente i suoi lavori, dal pascolo delle vacche alla pasticceria. Tornare a casa con del cibo, dei vestiti e dei soldi per la sua famiglia ormai numerosa la fa sentire orgogliosa di se stessa, e a ben vedere. Bruna non si tira mai indietro se c'è qualcosa da fare per sostenere le persone che ama e infatti per tutta la sua vita si dedicherà al lavoro per non far mancare nulla a nessuno, o quantomeno a far arrivare l'essenziale. Per lavoro infatti si sposta spesso, da Thiene, a Berna, fino al lago di Como. Bruna ha viaggiato molto e la lontananza non le ha mai fatto paura. Solo un capitolo della sua vita l'ha destabilizzata; la Seconda Guerra Mondiale sconvolge totalmente quella sicurezza che pensava di essersi creata. Gli uomini vengono richiamati al fronte, ma anche quando ritornano e sembra che il peggio sia passato, ecco che i nazifascisti irrompono nelle loro vite compiendo una strage a cui purtroppo Bruna assisterà. Quando succede, Bruna è una donna sposata con una bambina, Antonietta, ancora piccola. E in quelle condizioni vivrà il periodo più brutto, perdendo non soltanto le sue cose ma anche gli affetti più cari. Un capitolo che la vedrà però combattiva, pronta a rimettersi in piedi per salvare ciò che le è rimasto, prima fra tutte, sua figlia. 

Bruna l'ho ammirata nel corso della lettura; leggendo quello che le accade in quel periodo della sua vita ti si stringe proprio il cuore, ancor di più quando sai che sono cose successe realmente, che l'autrice non sta inventando nulla. E allora ti immagini questa donna, che ha visto la morte in faccia e che da sola ha dovuto rialzarsi e proseguire con il dolore a lacerarle il petto. Non si può non ammirarla, non essere orgogliose per lei anche se non la conosciamo. La sua storia ci trafigge, ci pugnala, ci fa ricordare quella parte di storia che non è così lontana da noi come pensiamo.
Eppure Bruna sa che può continuare, può coronare il suo sogno di ricostruirsi una sua famiglia, sposandosi e avendo Sandra, la nostra autrice. Ero felice per lei quando leggevo perché se lo è meritato e capivo perfettamente come si sentiva, come doveva sopportare le chiacchiere che la colpivano alle spalle perché nonostante fossero passati degli anni aveva 'osato' rifarsi una famiglia. Ma Bruna a quel punto è proprio altrove: è in un posto nuovo, ha ottenuto un altro lavoro, respira proprio un'aria che non aveva mai provato prima, dove tutto le sembra migliore e le dà il coraggio di andare avanti.

Il finale, contemporaneo, vede Bruna come una donna matura, con entrambe le sue figlie adulte che riceve una lettera. Parte che si ricollega al prologo. Il passato è tornato a bussare di nuovo alla sua porta ma stavolta Bruna non ha niente da temere. Tutti suoi sacrifici, i dolori passati, stanno ricevendo la loro giusta ricompensa.

Nonostante questo sia un romanzo piuttosto breve, che si può leggere tranquillamente in poco tempo, vi lascerà addosso una sensazione struggente, vi rimarrà impresso nella mente e ve la graffierà, facendovi rimanere a pensare alle situazioni disagiate che i nostri nonni sono stati costretti a patire, nessun escluso. Certo, non tutte le vicende saranno uguali, ma la sofferenza di quel periodo li accomuna ed è una parte di storia che non è distante dalla nostra epoca; tutti noi conosciamo sicuramente qualcuno che quel supplizio lo ha vissuto dal vivo. E dobbiamo, in tutti modi, portare avanti la loro memoria, esattamente come ha fatto Sandra.

Una lettura meravigliosa e commovente che vi consiglio di leggere. La premio con il massimo del punteggio.



venerdì 10 febbraio 2023

Recensione: 'Ciatu Miu' di Manuela Fanti

Buonasera a tutti!
Oggi vi voglio parlare della mia ultima lettura, il romanzo breve di Manuela Fanti, autrice che avete già conosciuto qui sul blog, 'Ciatu miu'! 


Titolo: Ciatu Miu

Autrice: Manuela Fanti

Edito da: Nulla Die

Genere: Narrativa

Formato: Cartaceo

Prezzo: 14,00€




Trama

La storia di Giulia comincia con un trauma devastante, un abuso fisico e psicologico, consumato fra le mura domestiche. La cornice è un paese della Toscana a fine anni quaranta. La memoria la protegge, fino a quando, all’improvviso, inizia a tormentarla con flashback inquietanti. I segni delle percosse sul corpo ne nascondono altri, quelli ossessionanti della psiche. Consapevole della sua instabilità emotiva, Giulia riesce a fidarsi solo di Sebastian, un compagno di scuola, che sarà la chiave empatica per affrontare il dolore, fino al momento dell’inatteso distacco. Da adulta, parte per la Sicilia, terra natale del ragazzo, inseguendo ciò che sente pulsare sepolto dalla sporcizia che si è portata dentro per vent’anni. Capirà di avere inseguito e trovato un sentimento, cui non voleva concedersi, e l’importanza del valore di una famiglia siciliana, nel luogo in cui poteva salvarsi ed essere sé stessa. Sebastian era quel luogo.

Manuela è un'autrice che ha il potere di avvolgerti nelle sue storie grazie alla sua penna davvero incredibile e devastante, specie quando si tratta di lasciarti il segno. Anche questo romanzo, seppur breve, ti lascia delle tematiche addosso difficili da strappare via. Perché nella tristezza di Giulia, e anche nella sua attiva ricerca e voglia di sentirsi viva, un po' ci si riconosce e vogliamo sapere cos'è che le aspetta e come ha intenzione di risollevarsi.

Di cosa parla il romanzo? Siamo negli anni Quaranta, in Toscana, e Giulia vive insieme ai suoi genitori. La sua infanzia, così come i primi anni dell'adolescenza, non è affatto facile a causa del padre, costantemente ubriaco, che comanda a bacchetta sia lei che sua madre, seminando un autentico terrore. Suo padre, quando è in quelle condizioni, non perdona niente, anche se effettivamente non c'è nulla di cui Giulia debba scusarsi. E così la ragazza vive con la paura delle botte che riceve da suo padre. Pian piano, con il passare del tempo, Giulia ha dei ricordi di quando era più piccola e teme che possa essere successo ben di peggio. L'unica ancora di salvezza che ha è Sebastian, un ragazzino che viene a scuola con lei e con cui si intrattiene a parlare anche se suo padre non vuole. Non ha nessun altro; né sua madre che ha talmente paura che non l'ha mai difesa, né riesce a dirlo a qualche sua compagna di classe. Questo per lei è un segreto troppo grande da sopportare ma allo stesso tempo non riesce a esternarlo per chiedere aiuto. L'unico che davvero riesce a smuoverla è sempre e solo Sebastian.
La vita, però, è imprevedibile e se ogni tanto ti viene in aiuto, altrettanto si prende e porta via. I due ragazzi si separano anche se nessuno dei due avrebbe voluto che accadesse. Ritroviamo una Giulia adulta, che ha cercato di farsi strada da sola, grazie al proprio talento, per riuscire a ottenere un lavoro dignitoso ma che allo stesso tempo non ha mai abbandonato l'idea di rincorrere quel sogno che per troppo ha accantonato. Un sogno che la porterà in Sicilia.

Quello che cattura del romanzo è l'intenso stile dell'autrice. Viene infatti usato un ottimo show don't tell, tanto che ogni scena ci viene descritta attingendo ai cinque sensi; mi sembrava davvero di avvertire l'odore di una camera, di un luogo, così come le sensazioni che prova Giulia, talmente struggenti che era come se le avvertissi anche io. Giulia è diventata una donna indipendente, questo è certo, ma dentro di sé è rimasta una macchia che fatica a togliersi di dosso. Come si può, in effetti, dimenticare una cosa del genere? Non solo i tormenti del padre ma anche il distacco da Sebastian. Giulia quindi è cresciuta con un macigno sul petto, che è sempre rimasto lì, che non è mai andata completamente a sollevare anche se tutti i giorni le ricordava che era lì e che non se ne sarebbe andato. Anche i ricordi nebulosi della sua infanzia hanno contribuito a intensificare il suo malessere. E deve fare chiarezza; e non solo per la sua memoria ma anche per come vuole che vada il resto della sua vita.
Per Sebastian è la stessa cosa; lui ha sofferto di alcuni drammi familiari piuttosto sconvolgenti. I loro sono due dolori differenti ma li hanno fatti avvicinare più di quanto si aspettassero e la lontananza non può scalfire un sentimento del genere, anche se sembrava fosse messo in disparte.

Penso che ognuno di noi si possa ritrovare nelle parole di Giulia, anche se si hanno passato tormenti diversi. Ma la cosa bella di questo romanzo è che il messaggio ti arriva dritto al cuore; riesce a comunicare e a farci capire cos'è che Giulia sta patendo, la sua incredibile voglia di ribellarsi, di farla finita, di scappare. Ce lo spiegano molto bene le scene in cui è con il padre e i suoi piccoli tentativi di far finire tutto quello che le accade, anche quando sa che potrebbe ricevere un'altra razione di botte. Ma lei, con coraggio, agisce, anche quando tutto intorno a lei è statico, immobile, incapace di attuare una vera e propria rivoluzione. Per questo, per poter cambiare deve pensarci lei in prima persona. Perché nient'altro la aiuterà. Sa che è sola contro il suo piccolo mondo opprimente.

'Ciatu miu' è un romanzo che intreccia dissapori a speranze, che lega le famiglie, le amicizie e ci racconta di un amore che sboccia nell'avversità. Nel momento in cui sembra meno opportuno. Conosciamo una storia di vita vissuta, di drammi legati alla malavita, talmente terribili con cui sembra impossibile tentare una via di fuga. Oppure è fattibile? La caratteristica migliore è che riusciamo a comprendere, a vivere, a scorgere in questi passi qualcosa che ci appartiene e che è ciò che dovrebbe lasciarci una lettura una volta ultimata.

Bellissimo stile, proprio come accennato, dialoghi verosimili, contraddistinti anche da qualche sfumatura dialettale che rende quindi più immersiva la lettura e ci fa sentire meglio il posto in cui si svolgono le dinamiche. Non ho riscontrato errori e la lettura è stata fluida, avvincente. Non vedevo proprio l'ora di sapere come avrebbe agito la nostra protagonista, quali altri ostacoli avrebbe potuto incontrare. Arriviamo, inevitabilmente, a fare il tifo per lei, a sperare che tutte le sue amarezze vengano cancellate.

Una storia incisiva ma che pericolosamente lascia il segno nei nostri cuori e nelle nostre menti.
Non posso fare altro che consigliarvi questa lettura.