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sabato 5 luglio 2025

Recensione: 'L'Italia s'è persa' di Matteo Daniele Gualtieri

Buonasera a tutti!
Eccoci con una nuova recensione! Ringrazio tantissimo Matteo che mi ha inviato la copia cartacea del suo 'L'Italia s'è persa'. Ecco quindi cosa ne penso.


 

Titolo: L'Italia s'è persa

Autore: Matteo Daniele Gualtieri

Edito da: Pav Edizioni

Genere: Storico

Formato: Cartaceo & digitale

Prezzo: 9,00€ cartaceo, 1,99€ digitale

Pagine: 110

Data di lancio: 23 marzo 2025 

 

 

Trama

 Italia, marzo 1945.
La Seconda Guerra Mondiale è ormai agli sgoccioli. A Pontepiana, piccolo paese perso tra le colline fuori Milano, Carlo Rigomonti, maresciallo-capo della Repubblica Sociale Italiana, è chiamato a indagare su un luogo del crimine che ricalca alla perfezione il modus operandi della Banda Mameli, un gruppo di eversivi talmente fuori controllo da non essere riconosciuto neanche dai ranghi ufficiali della Resistenza. Per Carlo, la comparsa della Banda Mameli è l’ennesima sfida di un conflitto che sta mettendo a dura prova il suo stesso credo. Sentimento che sta provando anche Danilo, detto Morino, diviso tra il desiderio di vendetta per ciò che il regime fascista gli ha portato via, e la paura di perdere la propria umanità in nome di un bene superiore. Due uomini più simili di quanto possano immaginare, legati da una guerra fratricida e l’ultimo incombente atto di forza di Mazzini, il misterioso leader della Banda Mameli

 

Ci troviamo di fronte a un romanzo che affronta una versione difficile di una parte di storia di cui spesso molti tendono a ignorare le persecuzioni effettuate, con la giustificazione del fatto che il nemico facesse ben peggio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, in Italia, è infatti storicamente noto che si fosse creata la Resistenza, quel gruppo di partigiani che lottava strenuamente contro l'invasore. Ed è altrettanto vero, però, che anche da parte loro ci fossero delle vere e proprie persecuzioni, utilizzando la stessa violenza perpetrata dal nemico, anche contro gli stessi italiani che osavano familiarizzare con i tedeschi. L'autore ce ne dà il giusto esempio con il suo romanzo; la Banda Mameli è un gruppo di persone che ha deciso di farsi giustizia, e nella maniera più brutale possibile. Fra questi c'è Danilo, che in realtà pensa spesso a quello che fanno e in che modo lo fanno, ma è convinto di avere una possibilità di vendetta e un futuro migliore, da vivere insieme a colei che ama. Ha inoltre molta fiducia nel loro capo e ha eseguito i suoi ordini per quanto gli fosse possibile. Carlo Rigomonti è il loro bersaglio, il nemico per eccellenza, quel maresciallo della Repubblica Sociale Italiana che vogliono vedere morto e per il quale, infatti, ordiranno un piano. Ma ecco che inizia a farsi labile il confine tra vittima e carnefice. E Danilo imparerà a vivere quella parte di sé, la parte di sé clemente, che non pensava avrebbe ritrovato in uno scenario di guerra  e morte.

Penso che il punto forte del romanzo sia appunto il fatto che non ci sia un vero eroe; ognuno di loro si è macchiato di gravi crimini anche se in nome di un buon ideale. Tutti hanno compiuto gesta deprecabili, chi più, chi meno. Certo, c'è chi come Danilo ha dei ripensamenti, cerca anche di salvare vite quando può anche se questo dovesse significare mettersi contro la sua stessa banda ed essere accusato di essere un traditore, ma comunque, in un modo o in un altro, tutti si sono macchiati di qualche colpa. Non troverete infatti degli eroi completamente puliti; troverete però lealtà, senso del sacrificio, persone disposte a immolarsi, a sapere che verranno sicuramente uccise, pur di inseguire il loro credo. Pur di fare in modo che invece altri possano farcela. C'è stata infatti una scena di questo tipo che mi ha molto commossa.

L'autore inoltre giostra molto bene il suo stile di scrittura e non ne sono sorpresa; Matteo è infatti un autore che già conosce chi mi segue e sa bene anche che utilizza ottimamente lo show don't tell. Per esempio, nel personaggio di Reuss, rappresentato sin da subito come malvagio, non abbiamo comunque idea della sua efferratezza fino a quando non ci viene presentata una scena, in cui, con una singola mossa ai danni di un altro personaggio, capiamo subito che razza di uomo sia; è una scena che non lascia adito a dubbi, che ci rimane impressa nella testa, che da lì non può andarsene via. Ed è questo che deve fare un libro, anche a costo di disturbarci. Deve entrarci nella mente. Deve farci ricordare.

Anche l'inizio è ottimo, e non è mai da sottovalutare. Capiamo subito come agisce la Banda Mameli, come non guarda in faccia a nessuno, neanche agli stessi italiani che decidono di dare un po' troppo confidenza ai tedeschi. Non c'è nessun perdono, da parte loro. Si rendono ai loro occhi dei nemici, al pari dei tedeschi, e come loro devono essere trattati. Non c'è clemenza alcuna. Non vengono ascoltate le loro preghiere. Agiscono, nel modo peggiore, anche se sono i loro stessi connazionali. Ed è quindi subito che entra in gioco la veridicità della storia: in nome di un ideale si compiono le stesse gesta dei nemici. Lo stesso orrore viene perpetrato, non fermato. Può esserci quindi una redenzione? Può esserci quindi una presa di coscienza che questo macabro gioco deve finire? Danilo ne dà la prova. La prima, proprio quando incontra Carlo. In cui il suo confine tra giusto e sbagliato inizia ad avere dei contorni meno sbiaditi. Il nemico diventa un semplice uomo.

Se amate i romanzi storici, ambientati nella nostra Italia, che mostrano la verità nuda e cruda e poco zuccherata, questo è il libro che fa per voi. Ottima scrittura, ottimo coinvolgimento, pensieri che vi martelleranno la testa e vi faranno vedere in chiaro ogni fazione. Che sembra quasi la stessa. Un triste destino che anche al giorno d'oggi incessantemente si ripete.