Recensioni, letteratura, consigli di scrittura

Cerca nel blog

sabato 21 settembre 2019

Recensione: 'I Viandanti di Eirahn' di I Viandanti

Come vi avevo promesso, ecco qui la mia recensione per 'I Viandanti di Eirahn', un progetto che ha visto coinvolto diversi autori!






Titolo: I viandanti di Eirahn

Autori: Lorenzo Basilico, Andreina Grieco, Davide Lambiase, Nicole Lewin, Elide Molinai, Giovanni Nikiforos, Carlo Porrini, Jordan River, Vincenzo Romano

Edito da: Kindle Direct Publishing

Genere: Raccolta di racconti fantasy

Formato: Cartaceo (brossura), ebook

Pagine: 190

Prezzo: 11,99€ cartaceo, 2,99€ ebook



Link acquisto: Amazon

Nota importante: tutto il ricavato delle vendite di questa antologia sarà devoluto a sostegno dei progetti di Opportunity Onlus (https://www.volontariatoinitalia.it). 

 Trama


Nove racconti ambientati su Eirahn, ambientazione originale di Vincenzo Romano.
Nove storie di avventura, di mistero, di azione, sentimenti, amore e odio.
              Da ciascuna delle penne che si è cimentata in questa impresa ha preso vita una vicenda originale. I lettori di Mezzosangue ritroveranno anche qualche vecchia conoscenza…

Lo avevo già detto nella segnalazione, ed è scritto nella nota, ma è sempre bene sottolineare il progetto umanitario che c'è dietro questa raccolta di racconti. Il ricavato andrà infatti a Opportunity Onlus, un'associazione che utilizza i beni confiscati alla camorra convertendoli in spazi di divertimento per bambini e ragazzi. Trovo che sia un progetto entusiasmante e mi dispiace anche non esser riuscita a scoprirlo prima dato che avrei partecipato volentieri, ed è per questo che sono davvero  felice di scrivere questa recensione.
Innanzitutto, partendo da una questione puramente soggettiva, ha in sé due caratteristiche che mi piacciono molto. La prima è il genere, fantasy, che come molti di voi sapranno è insieme allo storico il mio genere preferito e per seconda cosa è una raccolta di racconti. Amo leggere i racconti, specialmente come quando in questo caso sono stati scritti da più persone diverse. Trovo che sia molto interessante vedere come un gruppetto di persone abbia analizzato un argomento in modo differente dagli altri, ma ambientato nello stesso mondo, in questo caso a Eirhan, ambientazione originale di Vincenzo Romano. Gli autori si sono infatti concentrati su un punto comune: esistono delle pietre di potere, c'è chi fa di tutto per averle, chi ci si ritrova invischiato senza nemmeno sapere cosa siano. I nove autori hanno quindi scritto nove racconti utilizzando questo elemento in comune a seconda del proprio punto di vista.
Le pietre possono essere usate per distruggere, per ottenere ciò che si vuole, per avere semplicemente potere ed essere temuti. Molto spesso i personaggi non si domandano su quali potrebbero essere gli effetti catastrofici di un loro utilizzo, ma sono intenzionati comunque a possederle.
Ciò alimenta l'egoismo, e in alcuni casi l'odio. Certo è che i protagonisti si ritrovano ad averle di fronte e le loro reazioni sono completamente diverse.
Mi è piaciuto molto che ogni autore abbia scelto un luogo della mappa dove ambientare il proprio racconto, mappa consultabile nel testo.
Immaginavo che, per esempio, Andreina scegliesse il deserto dato che l'abbiamo già conosciuta con il suo Yohnna (e se te lo sei perso, puoi recuperarlo cliccando qui!)
Partiamo ora con una panoramica generale dei protagonisti di questi racconti!

Personaggi

Nove protagonisti, ognuno dei quali si rapporta con le pietre in un modo diverso. Come potrebbero mai reagire dei bambini che a causa delle pietre vedono il loro luogo trasformato, con la terra secca, con la moria degli animali che ha portato via gli amati aironi di Myra? Abbiamo in questo caso una presa di coscienza molto semplice, vista dagli occhi di alcuni ragazzini, ma che allo stesso tempo fa riflettere e mette i brividi. L'egoismo scaturito dalle pietre per un tornaconto personale, collide con la visione fanciullesca che non desidera altro che veder tornare il proprio posto brulicante di vita. Anche alla fine del racconto la speranza è accesa nei loro cuori, proprio perché hanno un modo di intendere e guardare diverso da quello che può essere un punto di vista adulto.
Odd, invece, è tormentato da dei fantasmi che può raggirare compiendo delle buone azioni. Per questo, molti nella locanda, rimangono esterrefatti quando decide di aiutare un povero vecchio che può permettersi di pagarlo veramente una miseria. Non è quello che gli interessa. I fantasmi saranno sempre lì, anche quando entra nella grotta per recuperare la statua maledetta che per il vecchio è così importante. Una volta completata la missione non potrà che compiere un ultimo gesto significativo che per quanto possa sembrare un peccato, è in questo caso una liberazione, una buona azione nonostante l'atmosfera drammatica. Nel racconto di Ramal, vediamo in azione le pietre.
Ramal è un Cacciatore e tutti lo conoscono come lo Scorpione. Il suo è un ingaggio semplice: portare Xandir, che già possiede delle pietre, a cercare quella del fuoco. Il ragazzo ha però in mente tutt'altro piano che gli si ritorcerà contro. Nel momento infatti in cui compare la Jinn Ayah capirà che una terribile maledizione è appena piovuta su di lui. Abbiamo visto il potere magico delle pietre e quello che possono causare. Ma è la Jinn che alla fine porta la situazione a suo favore. Mi è piaciuto come la maledizione che ha invece Ayah si ricolleghi al romanzo dell'autrice, una chicca che mi ha fatto molto piacere leggere. Allo stesso modo mi è piaciuta la maledizione che ha invece Manobianca Senzapace e che gli dà il nome che si è autoinflitto. Devo dire che sono stata molto in ansia per tutta la lettura del racconto dato che non riuscivo a figurarmi cos'è che avrebbe fatto il protagonista. Ho trovato affascinante come riesca a farti intuire ciò che ha intenzione di fare al gruppo di banditi, ma allo stesso tempo fino all'ultimo pensi che si frenerà, specie quando si trova di fronte a un ragazzino. Per questo devo dire che mi ha molto stupita, positivamente parlando.
Alkis ha ottenuto il potere della pietra e l'ha utilizzato eccome. Quasi non sembra essersi accorto del passare del tempo, di quanto l'avesse usata. Ma tutto ha un limite: mi è molto piaciuto il finale, quando Alkis si rende conto che comunque sia il suo tempo è giunto, ma prima della conclusione vuole esaudire quell'ultimo suo desiderio. Come se, improvvisamente, in realtà il tempo non fosse volato via. Dandoci quindi quella sensazione che, anche con un potere del genere che può farti scomparire se troppo usato, se si sa dosare si è ancora in tempo di fare ciò che si ama.
Così come ho trovato molto affascinante cosa fa la pietra a Assur. La pietra del sogno, manda naturalmente dei sogni particolari. Sogni però che hanno un'utilità decisamente incredibile dato che è possibile rimediare ai propri errori, a meno che poi non si voglia fare una fine orribile. Quello che fa rimanere a pensare è che Assur avrebbe preso decisioni sbagliate inizialmente, una singola decisione che lo avrebbe portato su un altro tragitto.
Rauros, il nano in groppa al suo grifone, è in missione per salvare degli elfi che sono misteriosamente spariti. Quando si ritrova a lottare contro il nemico, rimane incredulo quando nota che una volta sconfitto di quello non rimane altro che una pietra. Qual era quindi il suo potere e cosa l'aveva condotto a quella fine? Sa bene cosa fare di questo potere invece il mago Medol che ha intenzione di riportare in vita Amethyst e per farlo utilizza, nel vero senso del termine, l'anima di una Cacciatrice morta durante uno scontro con un Custode. Questo si ripercuoterà aspramente sul mago. Non posso naturalmente dirvi come per non fare spoiler ma sono rimasta decisamente sorpresa e credo che sia anche un 'fine' giusto a quello che lui stava per fare, che era contro la volontà di altre persone.
Nell'ultimo racconto ho ritrovato il clima di ansia, sono rimasta incollata alle pagine seguendo tutto il percorso di Kai, alla ricerca di un messaggio che gli è stato lasciato. Quando capisce che dovrà fare attenzione ottiene l'aiuto di Anja per arrivare a destinazione. La strada è stata certamente impervia, ma ogni volta che si è trovato di fronte a un problema è riuscito a evitarlo grazie alla sua intelligenza e al suo sangue freddo.

Stile

Ovviamente si tratta di nove stile differenti, c'è chi ha optato per una terza persona, chi per una prima. Chi ha utilizzato diversi punti di vista. Quello che ho visto è che certamente sono autori capaci, che hanno dato il loro meglio per realizzare dei godibili racconti. Hanno inoltre caratterizzato molto bene i personaggi, tanto che ho empatizzato con tutti loro. Nel primo racconto ho anche apprezzato i diversi modi di parlare dei bambini che li rendono subito molto vivi e specialmente riconosciamo subito chi sta parlando da un semplice dialogo.
Vi consiglio assolutamente di acquistare questa raccolta, non solo per il progetto umanitario che c'è dietro ma anche perché godrete sicuramente di una piacevolissima lettura, frutto dello sforzo di nove autori!



Nessun commento:

Posta un commento