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venerdì 22 maggio 2020

Recensione: 'Il corruttore' di Alessandro Caredda

Oggi voglio parlarvi di un altro romanzo dalle sfumature horror di Alessandro Caredda, 'Il corruttore'!



 Titolo: Il Corruttore

Autore: Alessandro Caredda

Edito da: Self Publishing

Genere: Horror

Formato: Cartaceo & digitale

Prezzo: 14,56€ cartaceo, 0,99€ su Kindle. Disponibile gratuitamente su Kindle Unlimited

Pagine: 522




Trama

A Sant’Antioco, un tranquillo paesino nel sudovest sardo, un bambino si perde dentro una miniera. Pochi giorni dopo, diversi omicidi sconvolgeranno la pace in cui versa il centro abitato da decenni. Nel mentre un prete, una tossicodipendente e un poliziotto si troveranno ad affrontare una minaccia paranormale assetata di sangue. L’unico indizio? Le piante e la cenere. Un romanzo che vi lascerà con il fiato sospeso fino alla fine, per poi sconvolgere ogni vostra convinzione e catapultarvi in uno scenario da incubo. Tre individui così diversi tra loro, possono affrontare una piaga simile?

Ci troviamo in un piccolo paesino sardo, Sant'Antioco dove non accade mai nulla di strano: è il classico posto tranquillo, dove sembra anche inimmaginabile che qualcosa di storto possa distruggere il clima pacifico di cui gode. Ma sarà proprio qui, in un giorno del 1995, che un ragazzino, Fabio Atzeni si perde in una miniera insieme ai suoi amici per dare prova di coraggio. Le ricerche iniziano immediatamente e hanno lieto fine: il bambino viene ritrovato e portato fuori dalla cava.
Ma qualcosa è cambiato in Fabio: lì, all'oscuro non era affatto solo. Aveva infatti conosciuto una strana creatura che non era riuscito bene a identificare ma che gli aveva promesso che sarebbe stato non solo un suo eterno amico ma che lo avrebbe fatto diventare al pari di un supereroe. Non avrebbe più dovuto dimostrare niente a nessuno e con lui sarebbe stato invincibile. Attirato da quelle promesse Fabio accetta con sé quell'amico, che si insidia nella sua mente e nel suo corpo. Presto Fabio perderà gradualmente il controllo di se stesso, affidandosi in modo completo a Melqart, così come si fa chiamare il suo amico. L'unico ad accorgersi che c'è qualcosa che non va nel comportamento di Fabio è Don Filippo che inizia a indagare colpito anche da come Fabio gli aveva risposto. Di certo non come risponderebbe un bambino della sua età. Melqart considera Don Filippo, così come il poliziotto Giovanni e la ragazza Daniela degli impiccioni che devono essere eliminati.
E Fabio è con lui e ha tutta l'intenzione di aiutarlo. Nel momento in cui Melqart capisce che ciò che doveva fare con Fabio è stato portato a compimento, inizia a formare un vero e proprio esercito partendo dai genitori di Fabio. Un esercito di esseri umani ottenebrati dal pensiero di Melqart a cui promette vita e gioia eterna. In cambio, dovranno portargli in sacrificio il primogenito maschio, o due figlie femmine. In questo modo Melqart si nutre dei loro corpi, del loro cuore, diventando sempre più potente e iniziando a mietere vittime grazie a quella natura terrificante che entra nei loro corpi martoriati e li divora. Ed è proprio qui che entra in scena il sovrintendente Giovanni, che dovrà scoprire chi è il responsabile di tutte queste morti. Morti strane, dato che il cadavere viene poi completamente ammantato dalla natura, il viso si sfigura in un'unica corteccia e troppe piante rosse stanno contaminando il posto. E l'altra impicciona che andrà fermata è Daniela, una ragazza tossicodipendente che proprio grazie alle dosi di eroina che si inietta riesce come attraverso un limbo, ad arrivare in un mondo che gli altri non riescono a percepire riuscendo così a distrarre Melqart facendogli scappare qualche preda. Melqart sa che dovrà quindi sbarazzarsi di questi tre impiccioni. L'ho trovato un testo davvero molto ansiolitico e le scene delle uccisioni sono state descritte davvero molto bene anche se su di questo ne parlerò meglio nella sezione dedicata allo stile. Andiamo ora a conoscere questi impiccioni di cui Melqart vuole sbarazzarsi.

Personaggi

Inizio con il parlare proprio di Daniela perché è quella che più mi ha conquistata, visto il suo 'particolare' modo di distrarre Melqart. Daniela ha perso entrambi i genitori che nonostante lei si sia sempre comportata come una figlia modello, la consideravano una fallita. Per questo, una volta adulta, ha cominciato a iniettarsi grosse dosi di eroina che l'hanno resa quella che è: una che non riesce più a disintossicarsi. Quando torna a Sant'Antioco, dopo la dipartita dei genitori, continua a drogarsi. E sarà proprio in questi momenti, dove lei non è più cosciente che incontrerà Paola, una vecchietta ultranovantenne relegata in quel mondo onirico che soltanto persone come loro possono entrarvi. Daniela capisce che Paola è stata abbandonata dalla sua famiglia ed è sempre sotto morfina, sempre sotto controllo affinché non possa disturbare con i suoi lamenti. Infatti è sola con la badante. Un modo che quindi l'ha resa estranea alla realtà, stando sotto farmaci, quindi si ritrova a vagare in un limbo che non è terreno. Ed è qui che Daniela e Paola si incontrano e si rendono conto di poter distrarre Melqart dall'uccidere le sue vittime e addirittura ad anticiparlo. Paola ha visto fin troppo e sarà presto in pericolo. Per questo Daniela ha tutta l'intenzione di salvarla ma nel continuare a fare così, è consapevole di rischiare un'overdose. Mi è piaciuta questa parte anche se naturalmente è tristemente reale nel suo dolore. Mi ha colpita più il fatto che Daniela sembra essere arrivata a un io onirico, a un livello della percezione della realtà che la rende pericolosa agli occhi di Melqart. Un problema così tremendo in cui lei ora si caccia non per sola volontà ma per cercare di salvare delle vite. Una specie di controsenso a ben pensarci, ma che colpisce e che porta a pensare. Per questo, nonostante quello che possa comportare, è stata una scelta che mi ha affascinata e intristita. Paola poi è un personaggio che ho amato, lei non è in quel mondo surreale perché lo vuole, a differenza di Daniela ai primi tempi: è infatti una persona abbandonata e che fino alla fine cercherà di fare qualcosa di buono. Giovanni Russo è un poliziotto che spera in una promozione e indaga in queste strane morti e avvenimenti. Ma sarà davvero l'unico a prendere sul serio la situazione, specie quando poi verrà aiutato da Don Filippo e da Daniela che lo metterà in guardia e che gli dimostra come riesce a distrarre quel mostro. Tra i due protagonisti maschili però quello che più mi è piaciuto è stato Don Filippo, un prete non credente. La sua storia infatti per me è stata molto interessante e quando pensano di poter combattere Melqart grazie a una profonda fede perché lo vedono come il diavolo, devo ammettere che mi ha fatto morire la frase che ha pronunciato per quell'occasione. Non vi svelo quale! Solo vi dico che l'ho trovata meravigliosa. Don Filippo, nonostante non sia un uomo così devoto, è però il primo che pensa a una possessione demoniaca quando Fabio gli parla e aiuterà come può Giovanni. Lui è stato anche l'unico personaggio accusato della scomparsa di Fabio e sbattuto in carcere per un mese. Mese che non dimenticherà di certo e che gli rimarrà sempre impresso.


Stile

Ho già letto un romanzo di Alessandro e che vi ho anche recensito, quindi penso di conoscere lo stile dell'autore: privo di errori e molto forte con le descrizioni. In senso positivo ovviamente: in un romanzo horror come questo abbiamo bisogno di rimanere scioccati e l'autore ci descrive molto bene quello che sta succedendo, fornendoci dei particolari che ci rimarranno ben impressi.
Mi sono piaciuti molto anche i dialoghi, realistici e ben strutturati. L'unica cosa che mi verrebbe da consigliare è quella di sfoltire alcune scene, specie quando si racconta un po' troppo di un personaggio secondario che non rivedremo più. Però, a parte accorciare alcuni capitoli, non ho altri accorgimenti da fare, considerando che mi è piaciuto anche il finale. Realistico, sicuramente così ne parlerebbero i notiziari. Se siete amanti del genere non posso che consigliarvelo!


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