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venerdì 5 giugno 2020

Recensione: 'Verbum. Custos Verbi' di Niccolò Toderi

Eccoci qui per una nuova recensione!
Oggi vi parlerò di 'Verbum. Custos Verbi' di Niccolò Toderi, da poco uscito!


Titolo: Verbum. Custos Verbi

Autore: Niccolò R. V. Toderi

Edito da: Bookabook

Genere: Distopico, Sci-fi

Formato: Cartaceo & digitale

Prezzo: 18,00€ cartaceo, 6,99€ digitale


Pagine: 392

Data di lancio: 14 maggio 2020



Trama

In un futuro lontano, la metropoli di Neo Babylon è l'ultimo baluardo dell'esistenza umana alla fine di un'era di guerre e sconvolgimenti. I migliori tra gli uomini hanno lasciato il pianeta in cerca di una nuova speranza, ma dopo mille anni non hanno ancora fatto ritorno. Chi è rimasto ha ereditato un mondo in declino, progredito nella tecnologia ma irrigidito dalle ferree leggi che lo governano. Fra le vie della città, degli individui capaci di scorgere il futuro attraverso le pieghe del tempo e dello spazio - i Custos - agiscono al servizio di un bene superiore ma incomprensibile per chi diffida del loro potere. Quando la città inizierà a tremare a causa di una serie di misteriosi attacchi terroristici, i Custos saranno l'unica possibilità per evitare l'estinzione del genere umano.

Oggi voglio parlarvi di un romanzo distopico che però riesce a mixare altri diversi generi, spaziando dal sci-fi al fantasy. L'ho trovato di un'originalità davvero incredibile, oltre al fatto che prende ispirazione dalla religione, dalla teoria politica -specie quella greca-, la psicologia e l'antropologia. Sicuramente è un libro ben pensato e che ha una struttura solida specie per quanto riguarda le gerarchie e come viene amministrata la giustizia. Questo è il primo libro di cinque, divisi in un 2+3, ovvero due cicli narrativi.  Alla fine del romanzo c'è una lunga e dettagliata appendice che ci permetterà di muoverci meglio all'interno del libro. Trovo che sia stata una scelta più che ottima in quanto durante la lettura non scadiamo in pesanti infodump -le spiegazioni che ci vengono fornite sono necessarie sul momento- e per tutto il resto possiamo consultare appunto l'appendice. In modo tale da non venire mai 'interrotti' bruscamente. Ci troviamo a Neo Babylon e i migliori uomini della città sono partiti in cerca di una speranza dopo tante guerre che li hanno sconvolti. Non sono ancora tornati e chi è rimasto ha un compito preciso: far rispettare la legge, nel modo più ferreo possibile.
Sono i Custos quelli che devono mantenere l'ordine fra la popolazione e dovrebbero essere delle figure rispettabili a cui si deve cieca obbedienza. Dico 'dovrebbero' però da qualche tempo ciò non avviene più. La gente inizia a ribellarsi ai Custos, protendendo alla rivolta. Quando un Custos prova a calmare una situazione o a salvare qualcuno, ecco che ha la visione che sta per essere attaccato e che deve andarsene nel minor tempo possibile. Cosa sono le visioni dei Custos? Si chiamano apokalypses, visioni fugaci ed esatte del tempo a venire, le potremmo quindi intendere come profezie. Grazie a quelle, i Custos possono intravedere cosa succederà nell'immediato e poter quindi accorrere nel posto esatto dove c'è bisogno di aiuto. Quello che noi noteremo è che Orfeo e specialmente Laocoonte all'inizio, avranno delle visioni non proprio incoraggianti, tanto che quest'ultimo sarà costretto ad andarsene via. Inoltre, la parola di un Custos è da considerarsi come legge. Un loro ordine è da prendere alla lettera e bisogna obbedire seduta stante. E questo quando abbassa la kaluptra per parlare. I Custos ci vengono infatti presentati come persone silenziose, che si 'limitano' ad agire e a far rispettare la legge. Un Custos che parla e che abbassa la kaluptra per farlo è da considerare la sua parola come legge a tutti gli effetti.
Il cittadino in questione non può far altro che obbedire.
Questa è una cosa che assolutamente ho adorato. Non solo la trovo originale ma anche molto attinente a quello che è il background creato dall'autore. I Custos sono personaggi che affascinano e che vivono nel tempio dell'ordine, Ieron. A capo dell'Ordine c'è la Metera che ha il compito di controllare ogni singola cosa, evitare pericoli per i Custos, far rispettare il Codice e la Verità.
Riguardo la Verità ho amato tantissimo come è stata interpretata: il Custos infatti non deve comprenderla. E qui si potrebbe arrivare a una contraddizione. Ma ci viene spiegato infatti che la Verità non è un qualcosa che si può possedere ma da vivere attraverso l'intuizione. Essere sia la Verità che servirla è un compito imprenscindibile del Custos. Nel momento in cui il Custos inizia a farsi troppe domande, come vedremo nel romanzo, potrebbe essere cacciato dall'Ordine. Le emozioni infatti potrebbero annebbiare la Verità e potrebbero vanificare il dono delle visioni che hanno. Non a caso uno dei passaggi che più mi è piaciuto del romanzo è proprio quando Orfeo ingerisce dell'artemisia, una sostanza che altera i sensi ma che riesce ad ampliare la percezione.
Il Custos ha il dovere di servire la Verità per l'intera vita, gli orfani che sono riconosciuti aventi il dono vengono condotti allo Ieron per iniziare il loro addestramento. Da quel momento potranno anche scegliersi un nome, una prova più che altro, quella di sapere quale sarà il proprio nome.

Personaggi

Come già detto, i Custos hanno l'obbligo del silenzio. Non possono rivelare nulla e utilizzano la parola solo per dettare legge in circostanze opportune. Per questo sarà veramente pericoloso per Orfeo, il nostro protagonista, quando accetterà di parlare e rivelare ogni cosa riguardo ai Custos tramite un'intervista con Euridice. Orfeo risponderà a qualsiasi sua domanda, su come vengono costretti a inibire ogni sentimento anche se sono esseri umani come lei, quali sono le regole, le loro visioni... qualsiasi cosa. Ben presto però, non sarà soltanto Orfeo ad essere nei guai per aver permesso questa intervista -e per motivi che andremo a scoprire durante la lettura- ma anche la stessa Euridice che verrà vista dai rivoltosi insieme a un Custos. Il romanzo è infatti intervallato da capitoli che tratteranno il passato e altri il presente, con appunto l'intervista di Euridice. Man mano che proseguiamo riusciamo quindi a costruirci un quadro della situazione e come Orfeo è arrivato a tanto.
I due personaggi che inizieranno a far cedere Orfeo saranno Laocoonte e Giona. Devo ammettere che non so quanto Giona possa averlo influito dato che Orfeo tende sempre ad accusarlo di averli traditi e che non dovrebbe più trovarsi allo Ieron, eppure credo che sia un personaggio che lo abbia portato a porsi molti interrogativi. Giona l'ho trovato estremamente interessante: era un Custos ed ora non lo è più perché ha deciso lui stesso di rifuggirne, è un reciso. Un atto del genere prevede l'allontanamento e in casi gravi anche la morte. Eppure è rimasto lì, con loro, quando non avrebbe mai potuto farlo. I dialoghi che ha con Orfeo sembrano all'inizio molto a senso unico: Orfeo non riesce a comprenderlo, sembra quasi infastidito dalla sua presenza nonostante è palese che sia molto curioso della sua situazione e da che cosa gli abbia fatto cambiare idea così drasticamente. Laocoonte è poi quel personaggio da cui partiranno tutte le incertezze di Orfeo dal momento che viene attaccato. Prima c'erano le visioni che lo mettevano in guardia, fino a quando si è arrivato allo scontro decisivo. Da quel momento, nonostante le misure di sicurezza volute dalla Metera, Orfeo si rende conto che c'è proprio qualcosa non va. E quell'incertezza potrebbe provenire da qualcuno che è più vicino di quanto lui pensi.
Orfeo l'ho trovato un personaggio misurato: è naturale che svolga il suo lavoro al meglio che può, ma proprio come un essere umano a un certo punto non può che porsi delle domande che però sarebbero proibite. Il suo cambiamento sarà radicale e dovrà combattere per cercare di non mettere in pericolo sia le persone che sta cominciando ad amare sia quelle che già ama. Come la giovane orfane Cassandra, addestrata dallo stesso Orfeo. Una ragazzina molto spigliata ed energica che non ho potuto non amare sin dalla sua prima comparsa.

Stile

Come già detto prima, non ci sono infodump cosa che sarebbe potuto facilmente capitare considerando che l'autore aveva davvero molte cosa da spiegare visto il background così articolato che è riuscito a creare. Trovo infatti che sia stato un lavoro non indifferente e nessuna cosa viene lasciata al caso. Ho letto con piacere anche tutta l'appendice che vanta almeno una cinquantina di pagine e specialmente lì si nota quanto sia stato il tutto molto laborioso ma ben particolareggiato.
Non ho trovato errori grammaticali né altre incongruenze. Buoni i dialoghi, l'unico appunto che vi posso fare è che potrebbe sembrare, almeno inizialmente, che tutti abbiano una singola voce proprio perché tutti devono pensarla allo stesso modo. Comunque sia è attinente al testo.
Non posso quindi che consigliarvi questo romanzo premiandolo, sia per trama che per l'impegno, con il massimo delle stelline.






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