Esce oggi il nuovo romanzo di Nadia Dicursi, autrice che abbiamo già conosciuto.
Ecco cosa ne penso di 'Vita morte e miracoli'! Buona lettura.
Titolo: Vita morte e miracoli
Autrice: Nadia Dicursi
Edito da: Self Publishing
Genere: Narrativa
Pagine: 190
Formato: Kindle
Prezzo: 2,99€
Trama
Tre storie apparentemente slegate l'una dall'altra ripercorrono il
tratto della vita, soffermandosi sull'aspetto energizzante ed
evanescente di essa, la cui essenza, come un fiore di ibisco che
rappresenta l'incanto fuggevole di un istante, è in “Un caffè sospeso”;
quello dell'ultima latet, il giorno del commiato, talvolta, del fiore
più triste, l'unica forma concreta di vita che irrompe “Nel cuore di
Marzo”; senza tralasciare durante il suo breve o lungo percorso, i
miracoli, in cui con un po' di fantasia, l'autrice riesce a “crederci”
in “Attaccàteve 'o tram.” "Ai Miracoli" più precisamente, un quartiere
della sua Napoli.
L'autrice ci porta nuovamente in un'atmosfera familiare, in momenti che ognuno di noi può aver vissuto e con i quali dobbiamo a volte averne a che fare anche senza volerlo.
Il romanzo è strutturato in tre novelle, ognuna delle quali vuole porre l'attenzione su un diverso momento della vita. Nella prima che andremo a leggere 'Un caffè sospeso' il tempo si dilata. Possono essere anche passati due anni, ma tra Tea e Lorenzo tutto potrebbe tornare a come era prima che si perdessero di vista. Potrebbero essere distanti, cinici anche, perché in effetti la lontananza dovrebbe davvero recidere un rapporto. Ma quando quella persona ti è rimasta in mente, quando quella persona ha significato per te attimi importanti della tua vita anche un singolo dettaglio ha valore.
La prima che si è allontanata è Tea ed è anche la prima a farsi avanti dopo due anni parlando a Lorenzo via mail di un libro che ha scritto. Quando passano alle domande di rito, come stai, come procede la vita, ecco che la situazione sembra farsi fredda almeno per Lorenzo che ancora ne risente di quell'allontanamento. Ma quando i due si chiamano, tutto sembra tornare alla normalità come se quel lasso di tempo non fosse mai avvenuto. Decidono finalmente di prendersi quel famoso caffè, nella libreria che Lorenzo definisce 'la loro'. Un punto di incontro nel quale avrebbe sempre voluto portare Tea. Ma Lorenzo è sposato e la moglie proprio due anni fa li aveva beccati, definendo in parole ancor più pesanti, Tea una poco di buono. In più Lorenzo aveva anche trovato un'altra ragazza ma non passava dei momenti come quelli che passava con Tea.
Nella seconda novella 'Nel cuore di marzo' l'autrice affronta un tema che ci ha visti tutti partecipi, nostro malgrado: la quarantena iniziata lo scorso marzo. E qual è la cosa peggiore che ci sarebbe potuta capitare in quel periodo? Ammalarci, certo, ma anche se è per altri motivi. Zia Giulia è infatti una signora con ancora tanta voglia di vivere. Ma poco prima della quarantena cade e si rompe il femore: è quindi costretta ad andare in ospedale ma quel luogo proprio non la convince. Non riesce a starci. Tanto che in una nuova struttura pretenderà anche di essere portata via. E lì, nella negligenza, nell'allontamento dei suoi cari che non possono più farle visita a causa del lockdown, cosa può fare la zia Giulia se non rendersi conto che si sta spegnendo nel periodo più nefasto possibile senza nessuno al suo fianco?
La terza novella 'Attacateve 'o tram' racconta le vicende di Maria e Teresa, nella Napoli degli anni '60. Il racconto è condito con espressioni napoletane che rendono i dialoghi vivi e ci fanno immergere perfettamente nell'atmosfera oltre che farci vivere i drammi di Maria che scopre cose riguardo suo figlio che mai si sarebbe immaginata.
Personaggi
Vi ho già fatto conoscere i personaggi delle tre novelle. Persone completamente diverse ma che hanno a cuore momenti particolari della vita. Tea e Lorenzo sono due personaggi che a loro volta hanno tradito i compagni per vivere la loro storia clandestina. Con la differenza che Lorenzo, anche se è stato scoperto, ha ancora sua moglie e Tea è stata lasciata perché tradita a sua volta. Tea è indubbiamente la persona più intraprendente tra i due, Lorenzo ce la descrive come una che si fa odiare anche facilmente e che forse non può essere subito presa in simpatia tanto che anche con lo stesso Lorenzo si comporta in modo strano. Ma Lorenzo sa che comunque sia non può stare senza di lei, e anche se è arrabbiato basta una semplice mail, poi una telefonata, ed ecco che quelle emozioni che Tea gli aveva lasciato riemergono. Quel caffè che era rimasto sospeso per due anni accorcia il tempo: è come sei i due non si fossero mai lasciati. Bastano le parole giuste, dopo un più che naturale iniziale diverbio, e la passione si riaccende.
Zia Giulia invece ci lascia timorosi. Forse perché troppo, in questo momento, vicina a noi. I familiari a un certo punto smettono di andare a trovarla in ospedale, sia perché non possono proprio, ma anche perché loro stessi non vogliono per tutelarsi. E la zia Giulia, a cui proprio non piacciono gli ospedali, si ritrova sola quando prima almeno era accudita e poteva stare con le persone che amava. Sta male in un momento in cui nemmeno un funerale potrebbero farle. Nessuno potrebbe andare a darle l'ultimo saluto. Si rompe il femore in un momento drammatico, in un momento in cui, se fosse stato diverso, forse sarebbe stata differente anche la sua sorte e non avrebbe affrontato il tutto da sola e in delirio.
Questa è stata la novella che più di tutte e tre mi è piaciuta, proprio perché mi ci sono immedesimata molto. Sarà che era anche un mio pensiero, una vera e propria paura. Tanto che anche adesso il timore non se n'è andato. Una novella che colpisce proprio perché nessuno di noi vorrebbe essere zia Giulia.
Nell'ultima novella, Maria e Teresa hanno diversi diverbi tra cui spunta fuori anche un figlio illegittimo di cui Maria proprio non sa nulla. Ma non è soltanto questo: Maria è una donna di casa, si muove bene in quello che è il suo ambiente e conosce tutte le sue vicine. L'atmosfera che si respira è quella di casa, di un luogo a noi familiare e che ci fa spuntare un sorriso perché può ricordarci cose belle. In un contesto del tutto affettivo, con i dialoghi in stretto napoletano che danno quel tocco in più e rendono verosimile l'intera vicenda.
Stile
Lo stile è pulito e si legge tranquillamente senza dover tornare indietro a rileggere qualcosa.
Come già detto, la terza novella ha la particolarità dei dialoghi in dialetto, mentre l'indiretto resta in italiano, ciò ci permette di immergerci completamente in quegli anni sessanta a Napoli. Trovo che far parlare i personaggi esattamente come parlerebbero nella realtà fa in modo che il lettore possa comprendere appieno anche le sensazioni e gli umori dei protagonisti.
La prima novella è invece un alternarsi tra email e telefonate. Un'invenzione che mi è piaciuta molto perché rende il tutto particolare e anche moderno. Lo stile quindi cambia, a seconda della storia che ci viene presentato e queste differenze le ho apprezzate perché rendono particolare ogni vicenda. Resta impressa anche per questo motivo.
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martedì 30 giugno 2020
Recensione: 'Vita morte e miracoli' di Nadia Dicursi
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