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giovedì 9 luglio 2020

[Segnalazione] 'Gli spiriti selvaggi' di Andrea De Angelis

Oggi voglio segnalarvi il primo di una serie di romanzi fantasy di Andrea De Angelis, 'Gli spiriti selvaggi'! Di seguito troverete tutte le informazioni e degli estratti che l'autore ha gentilmente concesso.



Titolo: Gli spiriti selvaggi, Libro primo - La leggenda dei Cavalieri di Asha

Autore: Andrea De Angelis

Edito da: Dapprima con CE, ora in self publishing

Genere: Fantasy

Formato: Cartaceo & digitale

Prezzo: 1.99€ Kindle, 14,90€ Cartaceo

Link al sito: qui



Trama

In un mondo anticamente popolato dai draghi, ha luogo un terribile crimine. Chi ne è il misterioso autore? Uno Spirito Selvaggio di nome Mohegan, mercenario e cacciatore di elemendraghi, dovrà affrontare, insieme a compagni di viaggio inaspettati, un misterioso nemico che si muove nell'ombra di oscure leggende e di occulti oggetti magici. Lo attenderà un viaggio attraverso terre selvagge, territori di caccia di bestie fameliche, in cerca di risposta a misteri insoluti nelle leggende del passato e alle oscure verità che li circondano. Un cammino costellato di intrighi, passioni, sfide, sangue e battaglie.
Vincitore di premi e concorsi e protagonista di interviste per la RAI, Gli Spiriti Selvaggi è un romanzo evento. Sul sito ufficiale, scoprirai anche la prima Opera Multimediale D’Autore mai realizzata, un progetto unico nel suo genere fatto di di musica, illustrazione, videogiochi e tanto altro!


Estratti

“Silenzioso come il freddo alito della morte, il Sihildrakôl, il Drago Nero, atterrò sulla balconata e la pietra tremò. Somigliava ad un Lavico dei Vulcani, ma era un esemplare insolitamente grande; sebbene avesse maestose ali nere dalla membrana scura, gli arti anteriori erano piccoli e deformi. La pelle era spessa e coriacea, scura come l’onice e costellata di scaglie che riflettevano la luce dei fulmini e delle eruzioni vulcaniche. Con sguardo torvo, Ragos si avvicinò alla bestia, infilò un piede nella staffa e si sedette sulla sella. Spronò il rettile e lo fece alzare in volo.
Attorniati da un silenzio cupo e crudele, attraversarono valli desolate e montagne aride diretti verso la prossima meta.
Il vento era cambiato e con esso qualcos’altro. Quella notte, il fato aveva intrapreso un nuovo e imprevedibile sentiero.”


2
“Gli anni si susseguirono, l'incessante sensazione di essere diverso non era mai passata. Col tempo, aveva capito che quelli come lui, nei villaggi, non erano bene accetti. Che venivano emarginati, se non addirittura immolati o sacrificati… erano maledetti, malvisti dagli dei.
Così aveva imparato a cavarsela da solo, a nascondere le proprie capacità, a usarle raramente. Si spostava di abitato in abitato, attendeva fuori dalle locande che venissero gettati gli avanzi dei pasti.
Poi, un giorno, li vide. Erano fieri, nelle loro armature di cuoio e acciaio, con le loro armi affilate e taglienti. “Spiriti Selvaggi”, li chiamavano quelli del villaggio, mercenari e cacciatori.
Il ragazzo lì seguì, di nascosto. Li vide cacciare creature selvatiche e fameliche, chiamate elemendraghi. Si cibò degli avanzi dei loro banchetti, finché un giorno non lo scoprirono.”



3

“Mohegan riuscì finalmente a guardare in viso il fuggiasco.
Nel momento in cui gli era stato sfilato il manto di dosso, il cacciatore aveva notato che non aveva lineamenti duri né mascolini, ma ora poté finalmente rendersi conto che era in realtà una ragazza, molto più giovane di lui e di tutti i presenti.
Indossava un pettorale e una gonna di cuoio inciso e ricamato che lasciavano parti delle braccia, della vita e delle gambe scoperte. Aveva bracciali e collane che le ornavano i polsi e le caviglie, una cinta intorno alla vita a cui era attaccata una spada. I capelli, folti e scuri, le partivano dalla fronte e finivano legati in una coda di cavallo dietro il capo, mentre erano tagliati molto corti sulle tempie. Gli occhi erano verdi, le lunghe ciglia scure li incorniciavano in uno sguardo profondo e indomito. Aveva la pelle olivastra e i lineamenti pronunciati le davano un aspetto esotico e attraente. Un’espressione selvaggia si dipinse sul suo volto, mentre imprecava contro le guardie.
Mohegan si rese conto che la stavano strattonando forte, troppo forte. Un soldato le strappò dalla cinta una sacca che conteneva gioielli e collane.
«Hai rubato una volta di troppo, ladra!»
«Lasciami, sporca guardia!» urlò la ragazza. «Non sono per te quei gioielli!»”



4

“La domanda giunse dall’oscurità: «Cosa credi che provi un drago quando muore, senziente o meno che sia? Come posso essere sicuro che non riserveresti lo stesso trattamento a uno come me?»
«Non sono un assassino!» ribatté lo Spirito Selvaggio. «Non caccerei mai sendraghi! Io faccio il mio dovere, cercando di salvare vite! Non so cosa tu voglia da me, ma voi draghi non siete tutti uguali. Alcuni di voi sono nobili nell’animo e meritano di vivere, altri sono selvaggi come bestie e cercano solo morte e distruzione! La loro vita non ha alcun valore.»
«Davvero? Verrebbe da dire che voi umani non siate poi così diversi. Non credi?»
Mohegan rimase sorpreso dal peso di quelle parole. Aprì la bocca, ma non riuscì a trovare nulla da dire per rispondere al drago.
«Siete differenti l’uno dall’altro. Alcuni di voi sono generosi, altri malvagi e corrotti. Tu chi credi di essere? Credi di meritare di vivere?»
Mohegan cercò di liberarsi dalle catene, non voleva più ascoltare quel discorso.
«Chiunque cerchi morte e distruzione merita solo di essere affrontato! Umano o drago che sia! Se incontrassi qualcuno che volesse insensatamente distruggere delle vite lo combatterei, a prescindere dalla sua natura!»
Il drago sospirò. Lo sbuffare risuonò forte tra le rocce. «La morte non è l’unica soluzione possibile», commentò.
Dall’ombra che circondava le colonne, fuoriuscì il possente Tricorno delle Montagne che osservò dall’alto il cacciatore incatenato e impotente. Le sue scaglie verdi, rosse e marroni come le foglie sbocciate dell’acero montano, brillarono nella luce vibrante delle torce e i suoi occhi si mossero come per scrutare ancora più a fondo nell’animo del cacciatore.
Il muso era ricoperto di scaglie tranne che sulla parte superiore del capo, da cui partiva una grande placca ossea che si diramava in tre corni rivolti verso il collo. Le squame che proteggevano il corpo andavano ingrandendosi in direzione del dorso fino a diventare anch’esse delle larghe placche che percorrevano tutta la schiena fino alla punta della coda. Le possenti ali verdastre accompagnavano i suoi movimenti rimanendo vicine ai fianchi, bilanciando l’imponente peso del corpo.”


L'autore

Sono nato a Roma il 15 luglio del 1987. Appassionato di letteratura Fantasy e di tutte le declinazioni del Genere, da sempre scrivo e racconto di mondi fantastici e da diversi anni mi dedico al raccontare storie dalle Terre di Asha. Appassionato anche di Arte e della Grafica 3D, ho studiato Arte al Liceo Artistico A. Caravillani di Roma, mi sono diplomato in Illustrazione alla Scuola Internazionale di Comics e mi sono specializzato in tecniche di Computer Grafica diplomandomi come Autodesk Certified Professional. Da sempre, quindi, scrivo, disegno e mi appassiono a nuove tecnologie informatiche. Compongo anche musica, avendo studiato pianoforte e composizione. Il progetto Gli Spiriti Selvaggi è l’insieme delle mie attitudini, convogliate in un grande esperimento di scrittura, ma anche multimediale, che comprende grafica, musica e interattività.
 

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