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giovedì 22 novembre 2018

Recensione: Gli eredi di Coeter - Promesse e fantasmi di Matteo Daniele Gualtieri

Per questa nuova recensione parliamo di un altro fantasy, 'Gli eredi di Coeter' di Matteo Daniele Gualtieri!

Titolo:  Gli eredi di Coeter - Promesse e fantasmi

Autore:  Matteo Daniele Gualtieri

Formato:  cartaceo (brossura), ebook

Edito da: Editrice GDS


Genere: Epic fantasy, sword&sorcery

Pagine: 566

Prezzo: 22€ cartaceo, 3,49€ in Ebook






Trama

 Le Grandi Nazioni del continente di Coeter vivono una pace apparente, garantita da labili alleanze e un precario equilibrio. Equilibrio che rischia di essere stravolto da un oscuro complotto. Protagonisti ignari sono Eruner e Aider, due giovani guerrieri della Gilda Unita che scopriranno presto che dietro la trappola ordita alle loro spalle si cela qualcosa di più grande. Qualcosa che ha scoperchiato una serie di intrighi e giochi di potere che potrebbero spezzare per sempre il filo sottile che lega le Grandi Nazioni. Tra cospirazioni di palazzo, alleanze imprevedibili e vili tradimenti, il destino di Coeter è nelle loro mani.

Prima di cominciare con la recensione vera e propria è giusto fare una precisazione: questo è il primo capitolo di una trilogia fantasy. Non è classificabile come fantasy classico quanto piuttosto come epic fantasy. I due protagonisti sono Aider e Eruner, entrambi appartenenti alla Gilda Unita. Il romanzo inizia proprio con una missione appena affidatagli: dovranno infatti ricercare un uomo e ucciderlo sul posto. Sanno che gli ordini non si trasgrediscono e anche se, durante una ricognizione, qualche dubbio li affligge, faranno di tutto per portare a termine il loro compito.
Sarà proprio da questo momento che i due si ritroveranno invischiati in qualcosa che non avevano previsto, un raggiro che li ha fatti cadere in una trappola che potrebbe pericolosamente diventare mortale. A questo punto starà ai due riuscire a cavarsela e scampare alla morte, in un momento in cui si cominciano a conoscere diversi personaggi e capire chi tra di loro può essere un probabile traditore.
Come già detto in altre recensioni quando ci sono situazioni del genere mi piace sempre mettermici d'impegno per cercare di arrivare alla soluzione. Anche stavolta ovviamente avevo i miei dubbi, eppure non ero totalmente convinta. Durante il finale, quando si viene a scoprire questo particolare, sono rimasta decisamente impressionata e devo dire che non me lo aspettavo per come il personaggio si era proposto al lettore. Non è ovviamente un fattore negativo: se fosse stato facile immaginarselo, se ci fossero stati troppi indizi e dettagli palesi non sarebbe stato, appunto, impressionante.
E quindi devo dire che sul fattore sorpresa sono rimasta colpita in modo positivo.
La cosa bella di questo romanzo, e che comunque riprenderò più in là per parlarne più nel dettaglio, è che è un susseguirsi di eventi che sempre tengono accesa l'attenzione del lettore. Certo, ci sono capitoli in cui non c'è un episodio d'azione ma sono capitoli che ci introducono nel modo corretto in quello che sta per succedere e che quindi, nonostante la calma apparente, rendono comunque il lettore sempre attivo. Ed è questa una cosa che posso assolutamente apprezzare: le azioni non mancano di certo. I personaggi sono continuamente in movimento, passiamo da una soluzione di un caso a un altro, in questo modo il climax non si spegne e non ci sono stati capitoli che ho ritenuto noiosi.
I nostri due eroi infatti si ritroveranno a cambiare spesso: non solo psicologicamente, ma otterranno diversi incarichi e ognuno di essi è una tappa per la loro formazione. Fino a quando non arriviamo nel momento in cui saranno mandati alla ricerca dell'Inviato del Diavolo.
I capitoli finali che appunto si incentrano su questa ricerca 'non stanno fermi un attimo'. Innanzitutto andiamo a conoscere meglio i necromanti e quindi come funziona la magia in questo mondo. Abbiamo già avuto dettagli precedentemente, ma credo che sia proprio in quegli istanti che li vediamo 'attivarsi'. Come detto è il primo di una trilogia fantasy ed è ovvio quindi che abbiamo un finale parzialmente aperto. Perché dico parzialmente? Perché comunque sia il lettore può ritenersi soddisfatto: la ricerca viene completata, scopriamo chi era l'Inviato del Diavolo, perché ha agito di conseguenza e il modo in cui lo scrittore ce lo riporta mi è piaciuto così tanto che ne parlerò più avanti nella parte dedicata allo stile.

Personaggi/ worldbuilding

Perché associo i personaggi al worldbuilding? Perché anche se forse può non sembrare, ci sono tantissimi personaggi e questo perché il mondo che è stato creato è decisamente vasto. Abbiamo infatti tante nazioni con le loro città, province, eserciti, stemmi e via dicendo.
Se ci sono così tante città ci sono ovviamente diversi personaggi che a parte viverci, le amministrano. Quindi ho trovato una cura maniacale nella creazione dei personaggi e del mondo.
Lo scrittore ci fornisce una utilissima appendice alla fine del romanzo: andate a consultarla perché non è semplicemente un elenco di città, nazioni e quant'altro, ma fornisce anche spiegazioni sull'esercito, sullo stemma e c'è anche una lista di curiosità per ciascuna di esse. Io l'ho trovato davvero un ottimo lavoro, fa sentire quanta cura c'è stata e quanto lavoro dietro è stato fatto per la sua creazione. Dà comunque l'idea di un qualcosa che non è stato inventato da un giorno all'altro, è una certezza. Le appendici non devono essere obbligatorie, ma quando ci sono, io le apprezzo sempre. Parliamo quindi dei personaggi: tanto lavoro c'è dietro ai due protagonisti, Aider e Eruner. Il primo è un lupo mannaro e il secondo è chiamato 'Il Diavolo' e questo per un particolare marchio a seguito di una battaglia a cui ha partecipato insieme al suo amato fratello Isil.
Mi piacerebbe spendere qualche parola in più in merito a questa battaglia ma sarebbe troppo spoiler anche se comunque ho un'annotazione da fare e ne parlerò nella sezione dello stile.
Ho letteralmente adorato il rapporto che c'è tra loro due: nonostante infatti i due si conoscano da appena due anni, il loro legame è davvero fortissimo. Un rapporto di vera fratellanza, di reciproco rispetto e affetto. Ogni volta che uno di loro è nei guai, o pensa di non farcela in quella determinata situazione, ecco che il pensiero va subito all'amico con cui tra l'altro condivide un motto!
Questo si sente, si avverte, ed è costruito in maniera esemplare. Anche il loro background è curato. Per alcune cose ci è stato dato un accenno, di cui infatti sono curiosa, e che quindi vedremo nei prossimi libri. Le loro storie sono davvero interessanti: non so infatti dire chi preferisca tra i due. Credo che lo scrittore sia stato così bravo nel descrivere il loro rapporto che non riesco a scegliere proprio perché li vedo troppo come un duo, davvero indivisibili. Quindi il mio apprezzamento va sinceramente per entrambi. Se vi posso dire con certezza che i due protagonisti sono stati creati bene, non significa che non è stata data la stessa cura anche per gli altri. Essendoci tanti personaggi è difficile ovviamente stare dietro tutti eppure riusciamo a riconoscerli, sono distinti gli uni dagli altri. A me è piaciuto tantissimo il personaggio di Shaeros della Luce, inizialmente infatti non riuscivo a inquadrarlo proprio perché avevo intuito che avesse un carattere particolare. E così è stato. Personaggi del genere, un po' camaleontici, mi affascinano sempre, quindi posso dire che è stato uno dei miei personaggi preferiti del romanzo. Menziono ovviamente anche Kayla, il personaggio femminile protagonista, anche chiamata Figlia del Vento. Coraggiosa e molto malinconica, ecco come la descriverei. Incuriosisce subito e volevo appunto scoprire quale fosse il suo passato. Il motivo di questa sua malinconia è condivisa con Eruner e ciò riesce a creare un legame -non per forza d'amore- con lui davvero personale e profondo.
Motivo che sarà anche lo scatenarsi di un loro 'litigio', se così vogliamo definirlo, che creerà un rimpianto per entrambi ma che proprio grazie alla solidità della loro amicizia e dei loro trascorsi riusciranno comunque a superare.

Stile

Parliamo ora dello stile, in questa sezione ho rimandato la discussione su due argomenti. Ma andiamo con ordine: lo stile è diretto, nel senso che non ci sono parole di troppo che affaticano la lettura. Motivo per cui, nonostante le quasi 600 pagine, ho letto in  una maniera molto spedita. Ho notato che non vengono utilizzati molto spesso gli avverbi, il che è ottimo! Sono ridondanti e non fate caso a me se nelle recensioni ne abuso, in un romanzo meno ce ne sono, meglio è. A volte ci sono delle ripetizioni che però non guastano la lettura e che comunque scivolano piuttosto bene.
Il ritmo è calzante, un susseguirsi di eventi che riesce a mantenere alta la tensione.
Le due osservazioni che faccio sono le seguenti: ci sono alcuni errori, anche se pochi, e alcuni di questi non li posso considerare nemmeno dei veri e propri refusi, quanto errori di distrazione dato che successivamente non saranno ripetuti. Quindi delle semplici sviste. Gli altri andrebbero corretti invece, ma comunque sia sono pochi. Questo lo dico per non farvi pensare al fatto che sia pieno zeppo, perché assolutamente non è così. La seconda cosa è sullo show don't tell, al quale mi voglio ricollegare quando ho menzionato il personaggio di Eruner e la battaglia che ha dovuto affrontare contro Suffrix. Questo momento è davvero importante, non solo per conoscere il passato del protagonista, ma anche perché ci offre delle spiegazioni importanti per il proseguimento della lettura. Capisco quindi che deve essere un momento sia di azione, perché c'è una battaglia in corso, sia di spiegazione. Ho notato che a volte l'azione veniva interrotta per fornire la spiegazione, che giustamente al lettore serve! Altrimenti non capisce cosa sta succedendo. Ma consiglierei un maggior utilizzo del 'mostrare', del non avere paura nell'andarci piano. Perché lo dico? Perché lo scrittore è perfettamente in grado di farlo e ne avremo anche la conferma continuando la lettura.
Consiglio sempre, proprio in generale, di non avere fretta nello spiegare una scena. Attenzione: non fretta intesa nel senso letterale, ovvero che la scena è veloce e finisce nel giro di poche righe perché  non è così, anzi. Ma alcuni indizi e spiegazioni possono essere dati in modi alternativi senza spezzare l'azione. E lo scrittore lo fa eccome poi: per esempio, c'è un momento in cui Kayla sta ricordando qualcosa e viene usato come pretesto per darci una spiegazione importante. Questo va benissimo. Non stiamo interrompendo niente, anche se detto così può sembrare.
E l'altro esempio è perfetto per ricollegarmi al finale di cui volevo parlare: il mostrato qui è usato benissimo. Abbiamo, per avere le informazioni di cui necessitiamo, un diario. Ho adorato quella parte, è esattamente come dovrebbe essere. Quindi: ci viene fornita una spiegazione con un espediente che va più che bene -mi è piaciuto tantissimo leggere quella parte- senza avere nessuna interruzione e gustandoci la scena nella maniera appropriata.
Questo libro è certamente promosso e ne consiglio la lettura, sono sicura anche voi adorerete i due protagonisti e io sono curiosa di sapere cosa succederà!
La mia votazione è quattro stelle e mezzo, aggiustando queste due piccole cose avremo un cinque stelle piene!


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