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domenica 13 settembre 2020

Recensione: 'Una manciata di cenere' di Luca Vanoli

Eccoci qui con una nuova recensione! Oggi vi parlerò di 'Una manciata di cenere' di Luca Vanoli, romanzo storico davvero affascinante. Buona lettura!




Titolo: Una manciata di cenere

Autore: Luca Vanoli

Edito da: Self Publishing

Genere: Giallo storico

Formato: Cartaceo & digitale

Prezzo: 10.00€ cartaceo, 3.00€ digitale





Trama

Stato Pontificio, Anno Domini 1655. Sul piccolo feudo di Monterotondo, a breve distanza da Roma, regnano felicemente da undici anni i marchesi Tebaldi. Offuscato da tanta prosperità, giace, dimenticato nel ricordo dei più, un oscuro anatema, scagliato al tempo della loro ascesa.
Ma, quando la morte inizia a serpeggiare sinistra tra i membri della famiglia, un cupo terrore si diffonde in tutto Monterotondo: il popolo, inquieto, teme di essere travolto dalla sventura dei signori…
A Roma, intanto, il conclave ha eletto un nuovo papa: Alessandro VII. Non potendo permettere che l’inizio del regno sia segnato da delitti irrisolti, la Curia decide così di inviare a indagare in incognito Tullio Corbet, un avvocato francese con doti investigative fuori dal comune, pronto a sacrificare tutto alla causa della giustizia, affiancato da Padre Seàn, un rigido gesuita di origini irlandesi.
Giunti a Monterotondo, i due uomini non tarderanno a essere travolti dagli eventi criminosi: i membri della famiglia Tebaldi, seppur chiusi in una fortezza di reticenza, mostreranno di avere più di uno scheletro nell'armadio. E in un turbinio di delitti sanguinosi, amori proibiti e segreti inconfessabili, i due investigatori proveranno a scoprire quali trame oscure si celano dietro la scia di morte che la maledizione sembra lasciare, inesorabile, dietro di sé…


Ho adorato questo libro per molteplici aspetti: innanzitutto trovo che lo stile sia godibilissimo, che non appesantisca nonostante le nozioni storiche che ne riceviamo. Poi, appunto, per il genere che è uno di quelli che prediligo. Aggiungiamoci anche il fatto dell'esistenza di una maledizione ed ecco che il romanzo ha tutta la mia attenzione. Trovo che l'autore abbia saputo come giocare con i vari elementi, che non erano affatto pochi. Oltre al fatto di dover scoprire il segreto di questa maledizione, la storia dei personaggi è stata costruita davvero bene  e il background studiato nei minimi dettagli. Rimango sempre piacevolmente sorpresa quando, leggendo un romanzo storico, si aggiungono quelle piccole informazioni che rendono la storia verosimile e ci fanno addentrare per bene nell'epoca di cui si sta narrando. Siamo nel 1665 e il papa ha appena consacrato la sua anima a Dio. Ma c'è qualcun altro che ha avuto lo stesso destino, ed è quello della famiglia dei marchesi Tebaldi. A poco a poco, ognuno di loro viene ritrovato morto. E se inizialmente poteva sembrare una tragica quanto inaspettata casualità, ecco che ne muoiono altri in situazioni talmente strane che portano il popolo di Monterotondo a pensare che sia tutto a causa della maledizione lanciata dai Barberini. Un presagio rovinoso anche per tutto il popolo, sicuro di incappare nella stessa sorte. Sembrerebbe che infatti questa presunta maledizione lanciata dai Barberini si stia svolgendo esattamente come la leggenda dice, dopo la morte dell'attuale papa. In più, al fianco delle vittime vengono sempre ritrovati oggetti che riconducono alle api -se non api stesse- che altri non sono che l'emblema della famiglia Barberini. Sembra che non ci siano dubbi. La maledizione è in atto perché la famiglia Tebaldi ha tradito la famiglia Barberini anni prima, costringendoli ad abbandonare le loro terre che divennero proprietà dei Tebaldi. La Curia decide di mandare un avvocato di tutto rispetto a indagare su queste tragiche fatalità: Padre Seàn sceglierà l'avvocato francese Tullio Corbet di cui ha già visto in atto le doti nel difendere strenuamente un povero maniscalco. Ma nel momento in cui i due, sotto mentite spoglie, arrivano alla tenuta dei Tebaldi, inizieranno a scoprire più di un intrigo nascosto e che porterebbe alla soluzione del caso.

Personaggi

Tullio Corbet dimostra di essere quello che è: un uomo che ha a cuore il popolo e che ha intenzione di difendere quando una classe privilegiata approfitta di uno di loro per scampare alla giustizia. Lo conosciamo quindi con il processo al maniscalco, che lo porta ad affrontare una lunga scia di indagini che risolve in maniera brillante. Tullio non tralascia alcun dettaglio, sarà per questo che in effetti non è ben visto. Se qualcosa poteva essere insabbiata in poche mosse, ecco che Corbet analizza ogni cosa che ha a sua disposizione. Corbet è quindi un uomo brillante, astuto e metterà alla prova la sua intelligenza anche con il caso della maledizione dei Tebaldi. Il punto è che inizierà scoprire tanti altri dettagli che non hanno nulla a che fare con la maledizione ma che porteranno a galla quella che è una famiglia con più di uno scheletro nell'armadio. Corbet è ligio al dovere ma si lascia andare quando nella famiglia Tebaldi conosce Marianna. Il suo amore sembra essere corrisposto ma più di qualcuno lo mette in guardia sul carattere della ragazza, che sembra essere una facile preda e non serve con lei alcuna pozione d'amore. Corbet però è ossessionato, le ricorda un amore passato e più di una volta si confida con la ragazza che però sembra essere costretta ad andare in convento. Ho amato questo personaggio perché l'ho trovato molto umano: non resiste alle tentazioni ma allo stesso tempo non si lascia ingannare ed è sveglio e attento. Anche se in più di un'occasione rischia la vita riesce a uscirne, risaltando così il suo lato  brillante e intraprendente. Anche se Padre Seàn è di aiuto, è comunque lui che cerca indizi e che si mette in pericolo di prima persona. Così come sarà infatti lui a scoprire il segreto della povera Elena. Mi è piaciuta tantissimo la sua storia e sono rimasta in pena per lei fino alla fine. Il fatto che la tragicità colpisca più di uno di questi personaggi, per quanto possa sembrare triste, è perfettamente in linea con il testo. Per quanto possa essere brutale. Ed è per questo che mi è piaciuta nonostante abbia provato una grande rabbia. Avrei desiderato che per Elena le cose andassero diversamente ma in effetti sarebbe stato forzato. Di Sorella Angela era molto curiosa: ho avuto diverse supposizioni su questo personaggio e quando alla fine Corbet scopre chi è in realtà sono rimasta sorpresa: non ci era ancora arrivata del tutto così come non avevo capito chi era a 'comandare' la maledizione dei Tebaldi. O meglio, avevo i miei sospetti ma l'autore è stato in grado di sorprendermi dando poi delle risposte sensate. Anche se dovrebbe essere una cosa ovvia, lo apprezzo sempre quando alla fine viene spiegato tutto alla perfezione perché capita spesso che molti interrogativi vengano lasciati irrisolti. Ho amato anche come Corbet ha cercato di proteggere Stefano Lorenzi, inizialmente incolpato per gli omicidi. Ha combattuto nello stesso modo che gli abbiamo visto all'inizio del romanzo. Se da un lato mi sono ritrovata anche a parteggiare per Stefano, quando si viene a sapere che cosa ha fatto e come è relazionato con Beatrice e Gemma sono rimasta basita. In teoria non è completamente innocente -capirete meglio leggendo il romanzo, non posso farvi spoiler!- eppure Corbet sembra mettersi una mano sulla coscienza. Per questo i personaggi sono così intricati, nel senso positivo del termine. Sono personaggi freschi, verosimili, con le loro colpe e mai perfettamente innocenti. C'è sempre qualcosa che li macchia e questo li rende vivi.


Stile

Stile ottimo, non tedia quando ci vengono riportate delle nozioni storiche che anzi arricchiscono il romanzo, e i dialoghi sono verosimili. Così come ho amato i personaggi, ho amato anche la trama. Buon utilizzo dello show don't tell e nessun infodump. Non ho trovato nessun errore, né di grammatica né di battitura. Trovo che il testo sia stato revisionato con grande attenzione. Alla luce di tutto questo lo premio con il massimo del punteggio.



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