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giovedì 20 dicembre 2018

Recensione: 'Pistola e polvere da sparo' di Angelica Rubino

Eccoci qui per parlare dell'ultimo libro scritto da Angelica Rubino, 'Pistola e polvere da sparo'.
Se vi siete persi le scorse recensioni, cliccate qui per leggere la prima, qui per la seconda e qui per leggere la sua intervista!


Titolo: Pistola e polvere da sparo

Autrice: Angelica Rubino

Edito da: Montedit

Formato: cartaceo (brossura)

Genere: Narrativa, storico

Pagine: 122

Consigliato per: adolescenti





Trama

 Il racconto prende spunto da un avvenimento che accade ai giorni nostri ed è l’inaspettata visita ad una signora, vedova e con un figlio, da parte di un notaio francese, che la informa del fatto che il suo assistito, un tale Pierre Ullieul, l’aveva designata erede delle sue proprietà nella cittadina francese di Carcassonne, appartenute al ducato dei Leroy e avvolta dalla leggenda che narra d’un tesoro nascosto in quel luogo…


La narrazione si apre ai giorni nostri: una donna, che vive in condizioni precarie con suo figlio, riceve una lettera che segnerà per sempre la sua vita. Un suo parente lontano, che non ha mai conosciuto e che vive nella cittadina di Carcassonne, l'ha designata come sua unica erede. Non potendo crederci e pensando a uno scherzo, telefona comunque al numero che trova nella missiva scoprendo però che è tutto vero. Da questo momento abbiamo un cambio di scena e ci ritroviamo catapultati nelle vicende dei suoi antenati. La narrazione si svolge verso la metà/fine del Settecento e conosciamo la protagonista, una bambina di nome Violante che è stata adottata dalla duchessa Leroy e messa come serva nella loro casa. Qui subisce le angherie e le prepotenze del piccolo Julian, un bambino grassoccio e presuntuoso, fino a quando la villa non viene venduta ai Cagiani. Ritroviamo Violante, ormai diciottenne, che continua ad essere vessata dai nuovi proprietari ed è ancora senza un ragazzo, dato che vuole innamorarsi della persona giusta. Quello che non si aspetta è che ritroverà Julian, ora diventato un ragazzo bellissimo ma caratterialmente rimasto lo stesso. Julian è intenzionato a sposarla, non solo perché la trova bella e con qualcosa di unico che le altre non hanno, ma anche perché scopre che la ragazza è di nobili origini. Violante è disperata ma è costretta a sposarlo: si trasferisce nella nuova tenuta insieme al marito dove rincontra Evelyne, la sorella di Julian e conosce le loro zie Agnès e Patricia che in quegli anni si sono occupati di loro. Violante capisce ben presto di non essere apprezzata da Agnès questo perché la ragazza ha un carattere determinato e non si lascia sottomettere facilmente, cosa che la donna non riesce a sopportare. La sua vita cambierà in maniera radicale: da serva si ritrova ben presto a vivere nel lusso e a presentarsi davanti ai regnanti stessi. Quello che non sa è che presto conoscerà segreti della famiglia Leroy che il duca aveva sempre tenuto nascosto diventando così pericolosa e per questo degna di essere eliminata.

Personaggi

Violante è una ragazza genuina, forte e combattiva. Sin da piccola è stata una serva, prima per i Leroy e poi per i Cagiani, ma la sua situazione non scalfisce più di tanto il suo carattere. Certo, immagina anche lei di essere una nobildonna, di poter partecipare ai balli e di sposare un gentiluomo, ma accetta la sua condizione e la condivide con i due più cari amici che ha. Il giorno in cui scopre di essere di nobili origini e con un matrimonio che grava alle sue spalle, è come se il mondo le crollasse addosso. Eppure nonostante l'iniziale crisi riesce a non farsi mettere i piedi in testa dal marito Julian. Lo sposa contro la sua volontà ma non accetterà di passare la prima notte di nozze con lui, anche se questo vuol dire scappare e buttarsi in mare. La vediamo quindi come una donna volenterosa, che accetta e si adegua ovunque ma non per questo è intenzionata a piegarsi alla volontà altrui. Per questo l'arcigna Agnès, che sempre è stata abituata a comandare le altre donne come la defunta madre di Julian e Evelyne, non riuscirà a sopportare la nuova arrivata. Specialmente quando vede che suo nipote Julian, sempre forte e autoritario, si mette addirittura in ginocchio davanti a Violante pur di pregarla di tornare da lui. Una cosa che non aveva mai fatto con nessun altro.
Approfitterà della curiosità di Violante, che non riesce a resistere alla tentazione di entrare in una camera a lei proibita, per metterla in una situazione dannosa, al punto di rischiare la vita.
Julian è un ragazzo complesso e il personaggio che più mi è piaciuto nonostante all'inizio possa sembrare il classico ragazzo pomposo e meschino. Da bambino ha tormentato Violante e ora sembra volerla tormentare ancora: eppure è realmente innamorato di lei, tanto da spingersi a dimostrare il suo affetto in modi che non avrebbe mai ritenuto possibili per lui. Violante scoprirà anche il suo passato travagliato, un segreto di famiglia che ha determinato il carattere irruento del ragazzo.
Ci sono tantissimi altri personaggi secondari, molti dei quali li ho trovati davvero interessanti e avrei voluto che apparissero di più. Tuttavia, per fare una cosa del genere bisognava che il romanzo fosse molto più lungo, quindi si è cercato comunque di dare il giusto spazio a tutti.
A proposito dei personaggi, devo necessariamente fare una menzione per quanto riguarda i personaggi storici realmente esistiti: sto parlando di Maria Antonietta e il consorte Louis.
Quando in un romanzo si citano quindi personaggi reali e famosi bisogna non modificare il loro carattere e le loro azioni. Posso capire che in un romanzo si può inventare ciò che si vuole ma non bisogna intaccare le personalità dei personaggi che tutti conosciamo. La famosa frase 'che mangino le brioches' è un falso storico, Maria Antonietta non l'ha mai detta ma è un dialogo che compare nelle Confessioni di Rousseau. All'epoca è stata impropriamente addebitata questa frase alla regina per metterla in cattiva luce, quindi è necessario non continuare ad alimentare falsi storici. Il re che ha accettato di ballare con Violante ci può stare, ma era un uomo timido, goffo e per nulla intraprendente. La regina inoltre nutriva per lui un affetto sincero, tanto che ha preferito restare insieme al marito e morire, piuttosto che scappare quando ne aveva ancora la possibilità, lasciando andare via soltanto le sue amiche.

Stile

Dopo aver letto tutti e tre i libri dell'autrice ormai conosco bene il suo stile. Come già detto nelle precedenti recensioni non c'è lo show don't tell, ma il romanzo è raccontato. Tuttavia ho notato che, anche se questo può risultare un difetto, lo stile è veramente molto vivace. Ci sono un sacco di colpi di scena e si legge molto velocemente perché in ogni capitolo succede sempre qualcosa che ti spinge ad andare avanti. A volte avrei preferito che un colpo di scena venisse descritto con la giusta drammaticità, perché era davvero bello e necessitava di una più lunga descrizione. La storia coinvolge, ti appassiona e se l'autrice in futuro renderà le scene mostrate e leggermente più lunghe direi che potrà tranquillamente raggiungere un punteggio pieno. Inoltre ho anche notato che in questo romanzo i refusi sono molto inferiori rispetto ai precedenti, segno di un miglioramento da parte dell'autrice. Giostrare poi così tanti personaggi non è mai facile: certo come detto prima alcuni avrebbero meritato più spazio, ma bisogna considerare anche la lunghezza del romanzo. 
Detto questo, consiglio questo romanzo a un pubblico giovane, adolescenziale, anche perché potrebbe ritrovarsi nei problemi e nei caratteri dei personaggi che pur vivendo nel Settecento hanno delle caratteristiche in comune con i ragazzi odierni.





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