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mercoledì 5 dicembre 2018

Recensione: 'I due regni, le porte di Eshya II' di Alessia Palumbo

Ed eccoci giunti alla recensione del secondo capitolo della saga de 'I due regni' di Alessia Palumbo! Se non avete letto la mia scorsa recensione, potete recuperarla cliccando QUI!


Titolo: I due regni, le porte di Eshya II

Autore: Alessia Palumbo

Formato: Cartaceo (brossura), Kindle

Edito da: EKT Edikit

Genere: fantasy, mix tra sword and sorcery e grimdark

Pagine: 479

Prezzo: 18,00€, 2,99€ su Kindle

Consigliato:  dai 15/16 anni in su



Trama

 La Città Intera è più forte che mai e Farwel, persa nei suoi oscuri meandri, si accorge a sue spese che non può fronteggiare questo colosso da sola. In attesa del momento giusto continua a servire la Comandante nelle vesti di Asur, non immaginando i pericoli che si celano ad ogni angolo. Intanto, da giovane, ancora prima dell'avvento della Città Funesta, la protagonista sarà costretta ad affrontare le conseguenze del Rito di Drator e del malvagio marchio che la perseguiterà per tutti gli anni a venire. In una morbosa spirale che avvolge il lettore della prima all'ultima pagina, continua la storia di Farwel e di un Delor devastato dalla guerra civile.




Il primo volume ci aveva lasciati con dei grandi cliffhanger, infatti smaniavo dalla voglia di scoprire come Farwel fosse riuscita in determinate situazioni. Certo, per alcune lo possiamo immaginare, dato che la struttura del testo ha dei capitoli che sono incentrati sul passato di Farwel in Accademia, ma la curiosità era forte comunque. Questo perché nei capitoli ambientati nel 'presente' ci viene dato giusto qualche dettaglio, quindi la voglia di conoscere come sono andati davvero i fatti rimane persistente.
Questo voglio sottolinearlo perché non è facile accendere l'interesse nel lettore se già sappiamo per esempio che alcuni personaggi vivranno, che Farwel supererà il rito di Drator, eppure in questo caso funziona tutto egregiamente grazie ai dettagli che ci vengono disseminati che sono pochi, giusti ed essenziali. Esattamente quello che ci serve per proseguire la lettura.
Ritroviamo quindi Farwel ancora intrappolata nel corpo di Asur al seguito della Comandante e la Farwel del passato, che finalmente supera il rito di Drator a un prezzo così elevato che la segnerà per tutta la vita. Da questo momento in poi i tasselli cominciano a ricollegarsi, capiamo cos'è quel peso che Farwel si porta dietro, che cosa ha visto e specialmente chi ha perso. Problemi che la danneggeranno immediatamente superata la prova: troverà infatti già delle difficoltà causate dallo stesso rito quando partirà in missione con i suoi due compagni, missione che sarebbe dovuta essere una semplice prova per prepararli al futuro. Non solo quindi Farwel è già provata di suo da quello che ha dovuto patire durante il rito ma si ritrova anche ad affrontare quello che sarà il primo scontro che la segnerà macchiandole l'anima ma che, per ironia della sorte, la porterà sempre più vicina a Idai.
Per quanto riguarda la Farwel del presente, nel corpo di Asur, sono rimasta davvero scioccata da ciò che è successo. Ora, non voglio dire troppo per non fare spoiler, ma non me lo immaginavo. Non mi sarei aspettata che Calatar potesse fare una simile mossa e che addirittura l'avesse fatta sin dal principio. Immaginavo che prima o poi quel che è successo sarebbe successo, ma sapere che era stato tutto progettato dall'inizio, è stata davvero una sorpresa. Chi ha già letto altre mie recensioni sa come mi piace cercare di trovare gli indizi, fare congetture, e vedere se alla fine era come avevo immaginato. E stavolta no! Ovviamente è un fattore positivo perché ti lascia con il giusto senso di stupore che un lettore desidera durante tutto il romanzo. Le scene cruente, tristi, non sono di certo mancate. Mi hanno lasciato un senso di malinconia e sono riuscita ad immedesimarmi in quello che Farwel provava durante la sua vita come Asur: il dover combattere contro i maghi, vederli morire brutalmente davanti a lei, rincontrare le sue care amiche o conoscenze ormai macchiate e perse e specialmente la frustrazione e la paura di quando Asur sembrava acquistare potere ogni giorno di più. Ho cominciato davvero a temere quando Asur si è resa conto per quale motivo era stata creata.
Ma le parti che più adorato sono state quelle con Idai. E allo stesso tempo mi facevano male.
Ammiro davvero tantissimo Farwel, non so io al suo posto come avrei fatto, se sarei riuscita ad avere la stessa fermezza che ha avuto lei. Certo, ci viene detto che sembra aver superato tutto, che riesce a guardarlo provando nient'altro che affetto, che quei sentimenti sono scomparsi, ma per me è difficile lo stesso e sento che Farwel forse, mente a se stessa.

Personaggi

E parliamo quindi proprio di Idai. Per tutto il primo volume mi aveva affascinata e non vedevo l'ora di vederlo in azione. Lo ritroviamo come visconte, zoppo, sposato e con la paura di poter perdere tutto quello che ha. Per questo motivo chiederà l'aiuto di Farwel per combattere contro la Comandante ma mai chiederà il suo aiuto per alleviare le sue sofferenze fisiche che lo hanno reso quel che è ora. Allo stesso tempo, Idai compare anche nei capitoli del passato. Devo dire che è stato veramente dolce e delicato come questi due sono riusciti pian piano ad avvicinarsi. Dopo aver affrontato quella terribile missione, dopo che Farwel gli ha salvato la vita, il legame tra di loro è diventato più forte. Non si conoscono bene eppure il romanzo ci fa capire come siano piuttosto le azioni a parlare per loro. Azioni che allo stesso modo li hanno fatti allontanare.
Come personaggio Idai mi piace davvero molto e non vedo l'ora di scoprire cosa cambierà, se cambierà qualcosa, tra i due nel prossimo romanzo. Ora che si sono ritrovati sembra esserci da parte di Idai un nuovo accostamento mentre Farwel è, giustamente, rimasta più distante.
Sa che ormai ha la sua vita e non può imporsi. Calatar è un personaggio che invece ho rivalutato per quello che ha fatto: ha dato la sua motivazione, anche più che comprensibile, però capisco la rabbia di Farwel e la condivido pienamente. Allo stesso tempo anche Asur è stata interessante: mi trasmettava sempre una giusta dose di ansia ma comunque sia mi piaceva il suo carisma e la sua forza.
Devo dire che le due parti sono stati ben equilibrate, arrivando fino al limite, quando il legame tra le due entità si stava ormai per spezzare. Non deve essere stato facile giocare con entrambi i personaggi, saper gestire le diverse reazioni e i diversi comportamenti, ma il risultato è più che riuscito.
Avevo anche la curiosità riguardo i due personaggi del libro che Farwel leggeva, il principe e la sua Faervel. La loro storia d'amore mi piace sempre di più e sono sempre più smaniosa di scoprire come quest'ultima inciderà sulla vita di Farwel, che lei stessa durante il romanzo menziona più volte.
Firrian è quello che mi ha lasciata più intristita: posso capire il suo comportamento dopo quello che è sucesso con Eyon ma allo stesso tempo non è veramente colpa di Farwel. Anche Farwel stessa se ne dà la colpa sin da quel giorno eppure la sua conoscenza, quella che secondo lei è stata la causa del suo male, è stata anche la soluzione a molti dei suoi problemi. Come se fosse una bilancia, ma che lei vede sempre pendere dal lato sbagliato.

Stile

Come per il primo romanzo, anche in questo secondo troviamo una scrittura perfetta, limpida, senza errori. E anche stavolta è stato utilizzato perfettamente lo show don't tell. Amo troppo i dettagli che la scrittrice utilizza, anche banalità come il 'sentire il ruvido della carta sotto i polpastrelli'. Sono piccole cose, che magari molti neanche ci fanno caso, ma che io apprezzo tantissimo. La cura nello stile, il farci assaporare ogni singolo dettaglio come se noi fossimo là, come se addirittura fossimo Farwel stessa è tutto ciò che rende un libro degno di essere letto. Il romanzo è in prima persona e siamo davvero nella sua testa, viviamo davvero le sue avventure, sentiamo il suo dolore e la sua felicità. Di nuovo apprezzo la scelta di intervallare i capitoli tra presente, passato e la storia dei due amanti. Funziona alla perfezione: è un incastro che ci permette di continuare a leggere il presente e scoprire il passato allo stesso ritmo! Non è per niente facile riuscire a fare un qualcosa del genere. Ho prestato molta attenzione alle diverse scene che l'autrice utilizza per ogni capitolo. Andiamo davvero di pari passo, ci vengono fornite le spiegazioni giuste al momento opportuno e fidatevi quando vi dico che è un lavorone non da poco. Far combaciare tutto negli stessi periodi è dura: e da qui vedo anche l'impegno e il lavoro che ha messo nella costruzione delle scene, roba che farebbe impazzire chiunque per raggiungere il giusto intreccio. Quindi davvero complimenti all'autrice perché è anche grazie alla costruzione delle scene che un libro riesce ad andare avanti con il giusto ritmo senza mai far perdere l'interesse nel lettore, anzi! Il metodo che viene usato fa nascere sempre di più la curiosità, arrivando al punto in cui non riesci più a smettere di leggere. Infatti questo secondo libro l'ho letteralmente divorato, dimentica delle ore che passavano.
Anche stavolta le cinque stelle piene sono più che meritate.
A presto con la recensione del terzo volume!

 



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