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giovedì 6 gennaio 2022

Recensione: 'Il tredicesimo segno: Il cuore celato della fiamma' di Laura Baldo

 Ed eccoci qui con la prima recensione di questo 2022! E non potevo non farla in grande stile, con un epic fantasy, precisamente il secondo volume della quadrilogia 'Il tredicesimo segno' di Laura Baldo edito da Words Edizioni. Se vi siete persi la recensione del primo volume potete recuperarla cliccando qui 


Titolo: Il tredicesimo segno. Il cuore celato della fiamma Vol.2

Autrice: Laura Baldo

Edito da: Words Edizioni

Genere: Epic Fantasy

Formato: Digitale, prossimamente cartaceo

Prezzo: 2,99€

Data di lancio: 5 gennaio 2022



Trama

Alla diciottesima metà d’inverno
il Serpente inghiottirà il Sole Neonato
La Tenebra sulla Terra verrà.


Giunti a Selenia, Sheratan e i suoi compagni di viaggio riescono a trovare un nuovo paladino. Incontrano però i loro avversari, che sono in procinto di spezzare uno dei dodici sigilli, i campi di energia che tengono chiusa la prigione del Dio Oscuro. Nisan e Lexi vengono fatte prigioniere e la guaritrice decide di sfruttare quell’occasione per conoscere meglio Ahriman, il gemello di Sheratan, e Melqart. Scopre così che quest’ultimo è la reincarnazione di Esmail, che sembra aver avuto una relazione stretta con Alresha, l’antenata di Nisan. I due hanno in comune anche altro: un potere molto raro, di origine sconosciuta. Nisan inizia così ad avere visioni del passato e riesce a raccogliere preziose informazioni sul Dio Oscuro: egli ha piani di vendetta che prenderanno il via non appena tutti i sigilli saranno spezzati, e culmineranno il giorno del solstizio d’inverno. Il tempo scarseggia e il vantaggio degli avversari è soverchiante, ma Sheratan e i paladini già riuniti continuano la loro ricerca confidando nel destino, che sembra guidarli in modi misteriosi.  

Finalmente è uscito il secondo volume di questa quadrilogia che ha praticamente tutti gli elementi che mi piacciono in un epic fantasy! Nella scorsa recensione vi avevo parlato di quanto il worldbuilding sia stato curato in ogni dettaglio e in questo secondo volume torneremo a conoscere altri luoghi caratteristici di Asteria. Continua infatti il viaggio delle due compagnie principali: quello di Ahri con Melqart per spezzare i sigilli che tengono imprigionato il Dio Oscuro e quello di Shera che insieme ai suoi compagni devono cercare le rincarnazioni di altri paladini per scongiurare il ritorno del Dio che sembra avere pensieri decisamente vendicativi.

Partiamo proprio da questo ultimo punto: io sono una grandissima amante degli antagonisti e vi avevo già detto che ero molto interessata a questo personaggio perché curiosa di sapere le sue vere intenzioni. Ero certa che ci fosse qualcosa sotto, un qualcosa che facesse 'ribaltare le carte in tavola' e in questo secondo volume, grazie a una conversazione tra Melqart e Nisan, iniziamo a capire meglio come si è svolta la guerra precedente, i motivi per cui Shaitan è stato imprigionato, ma tante altre domande vengono a galla, specialmente riguardo il destino dei due gemelli nella loro vita passata. Quando ho letto quella parte ero decisamente emozionata; mi piace quando questi misteri iniziano a emergere e fanno sorgere altre domande sulle quali posso divertirmi a lambiccarmi il cervello per formulare una mia ipotesi. Per questo, inutile che ve lo dico, già non vedo l'ora di leggere il terzo romanzo.

Sempre nella scorsa recensione vi avevo detto di non avere un personaggio preferito tra i due fratelli, che i due in un modo o in un altro mi piacevano entrambi. Posso dire che con le lettura di questo secondo volume ho iniziato a simpatizzare un po' di più per Ahri. Già nello scorso libro si vedeva come la sua arroganza fosse dettata dal fatto che non abbia mai avuto modo di familiarizzare con qualcuno, e specialmente, di voler bene a qualcuno. Non voglio fare grossi spoiler ma la parte del conigletto mi ha strappato il cuore. Quella scena è stata anche perfetta per quanto riguarda la tecnica dello show don't tell, l'esempio perfetto di come si dovrebbe sempre usare. In questo caso è decisamente lampante: capiamo cosa ha dovuto fare Melqart per educare Ahri, quanto in realtà questa cosa gli dispiaccia, quanto sia importante la loro missione e quanto Ahri debba diventare insensibile. Tutte queste cose un altro autore avrebbe potuto semplicemente scriverle, ma l'autrice ha usato egregiamente una scena dall'impatto forte che mi ha scosso e fatto comprendere la realtà dei fatti in una maniera magistrale.

Questo però non significa di certo che mi piaccia di meno Shera, anzi, inizia ad avere problemi non da poco con la sorella Lexi e non riescono neanche a confrontarsi per parlarne bene che sia lei che Nisan vengono rapite. Shera si ritrova quindi in ansia, con tanti problemi da affrontare, oltre al fatto che vorrebbe davvero avere un dialogo con il fratello. Anche in questo senso Ahri ci mostra il suo carattere nascosto. Potrebbe ucciderlo, potrebbe non importarsene di lui, ma gli importa eccome, anche se finge dicendo che vuole semplicemente studiarlo. Con questi piccoli dettagli riusciamo a intravedere il carattere sfaccettato del ragazzo. Shera è un po' più un libro aperto, ed è anche normale che lo sia visto il suo passato decisamente meno traumatico, ma a entrambi importa e questo lo si nota.
Altro aspetto importante che emerge riguardo la cordialità di Ahri è proprio di come nonostante tutto quello che gli è successo continua ad avere un pensiero per gli altri, per le persone in difficoltà, come l'avrà per i ragazzi castrati che incontra costretti alle peggiori cose. Anche se sa benissimo che potrebbero essere un peso per la loro missione, non riesce comunque a lasciarli lì e cerca in tutti i modi di fornire una sistemazione e un'utilità a quei ragazzi pur di salvarli.

Non parliamo poi di Melqart e Nisan! Quanto mi sono piaciute le loro parti, le ho letteralmente divorate! Se state leggendo questa recensione immagino che abbiate letto almeno il primo libro, quindi posso tranquillamente affermare che ormai conosciamo molto bene il vero genere di Nisan. In questo romanzo anche Melqart ne viene a conoscenza e dopo averla rapita non riesce comunque a comportarsi da vero sequestratore con lei. Anzi, la tratta bene e spesso si intrattiene in lunghe chiacchierate. Le loro conversazioni sono splendide, non solo perché sono ben scritte e risultano come dialoghi reali e non preimpostati, ma anche perché ci permettono di scoprire qualcosa in più sulle loro vite precedenti. Sappiamo già che Nisan in passato era Alrescha ma anche Melqart era una persona importante, ovvero Esmail. E tra i due in passato è successo qualcosa che li ha uniti profodamente. Anche se Melqart inizialmente non sembra dar molto peso a questa informazione, cerca in realtà di ottenere più ricordi possibili da Nisan, facendole anche indossare abiti che spera possano far smuovere qualcosa in lei (anche questa è una parte che secondo me è riuscitissima e perfetta per il contesto). Già mi piaceva Melqart, adesso non posso fare altro che adorarlo sempre di più e mi dispiace vederlo così assoggettato a un Dio. Nonostante ciò, nonostante il rispetto che prova per Shaitan, fa di tutto per andare contro certi suoi voleri, ovvero quello di sbarazzarsi di Nisan. Da qui si evince come anche lui stia cadendo male nel suo stesso insegnamento, ovvero quello di non affezionarsi a nessuno. Ma è un concetto impossibile.

Vorrei fare una menzione speciale anche per altri due personaggi che mi sono piaciuti molto; Hazel e Xertorius. Hazel perché ammetto che un po' mi ha davvero fatto pena. Ho potuto avvertire molto bene le sue sensazioni, il suo senso di inadeguatezza, il fatto di essere confuso riguardo i suoi sentimenti e di sentirsi in parte tradito. Forse per qualcuno potrà risultare pesante, ma io mi sono sentita di capirlo molto bene. Xertorius è invece simpatico, irriverente, spesso mi ha strappato una risata, mi piace anche perché è un personaggio che non pensa molto al genere della persona che ha davanti e le sue conversazioni sono sempre state vivaci e capaci di intrattenermi per bene.

Potete immaginarlo, ma ovviamente lo stile è ottimo. In quasi cinquecento pagine non ho trovato un errore, lo show don't tell è perfetto, i dialoghi anche. Non c'è praticamente nulla da segnalare. Eppure in un fantasy è molto facile cadere nel tranello del tell, ma qui è un problema che non esiste.

Non solo è scritto bene, è un libro capace di far emozionare perché ci sono molte tematiche che fanno riflettere. Nessuno dei personaggi è perfetto, in questo volume ci sono anche aspre discussioni che mettono in pericolo il loro legame, molti sono costretti a soffocare quello che provano in nome della missione. Se vi piace il genere, confermo anche questa volta che ve ne innamorerete. Ormai sono completamente inabissata in questa storia, mi ha preso cuore e anima. Non posso che premiarla con il massimo del punteggio.



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