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martedì 12 novembre 2019

Recensione: 'Io sono Beril Kart' di Ilaria Galanti

Oggi vi porto la recensione del fantasy 'Io sono Beril Kart' di Ilaria Galanti! Buona lettura.


 Titolo: Io sono Beril Kart

Autrice: Ilaria Galanti

Edito da: YouCanPrint

Genere: Fantasy Romance

Formato: Cartaceo (brossura) & digitale

Prezzo: 13,60€ cartaceo, 2,99€ digitale

Data di lancio: Luglio 2019





Trama

Beril Kart ha 145 anni e vive sul pianeta terra assieme al suo padrino e protettore
Artar Kart. Beril sa di essere diversa dai terrestri anche se il suo desiderio più grande è voler vivere come loro.
Lei possiede poteri inimmaginabili senza avere la capacità di gestirli: ne perde il controllo subendo una trasformazione su tutta la metà sinistra del corpo, coprendosi di glifi dorati che man mano si scuriscono con la perdita della ragione, portandola in un pericoloso ed incontrollato stato catatonico.
Artar, in seguito all’attacco di alcuni sciacalli galattici, perde la vita nel tentativo di difendere la figlioccia mentre Beril viene messa in salvo dal generale Sakar Santier impegnato a dare la caccia ai loro aggressori. Beril viene portata su un pianeta ai confini dell’universo, a lei viene spiegato che incombono grandi minacce in quanto i peggiori esseri stanno dando la caccia a dei cimeli, i Quattro Elementi.
Con la promessa da parte del suo salvatore dell’aiuto nella gestione delle sue virtù, la ragazza comincia a scoprire nuove realtà, allenandosi con la milizia sotto il comando di Sakar.


Questo romanzo è il primo volume di una saga fantasy romance. Beril Kart è una ragazza davvero particolare, vista e osannata come una Dea sia dai suoi alleati che dai suoi nemici.
Beril infatti ha le doti sia di un mortale che di un immortale, un ibrido galattico che nasconde un segreto ancora più grande. Passa la sua vita sulla Terra insieme al suo padrino Artar Kart e non conosce quale siano le sue origini. Artar non le ha mai raccontato nulla perché nulla si sa di lei. I sospetti di Beril che in realtà possa davvero conoscere la sua identità si faranno più vivi dopo, quando la sua apparente pace verrà distrutta. Avrebbe infatti voluto vivere una vita normale come terrestre ma neanche quello le è permesso. Vorrebbe avere una relazione con Alain ma lui è un umano e sa che non potrà mai esserci futuro tra loro specie quando, un giorno, irrompono gli Sciacalli Galattici. Durante lo scontro il suo padrino muore e lei viene portata su Iniebur, un pianeta dove si sente ben presto una reclusa. Anche se tutti la ammirano e la lodano per le sue capacità combattive ben presto quel posto comincerà ad esserle stretto e il voler scoprire la sua vera identità diventerà un pensiero sempre più opprimente. Per questo decide in gran segreto di lasciare Iniebur e accettare l'invito della regina Charlen che le rivela -sembrerebbe, almeno- la verità sulle sue origini. Devo ammettere che ero riuscita a capire chi fosse Beril, sin dalla spiegazione che viene fatta sui quattro elementi: i primi tre sono localizzabili, la tiara, lo scettro e lo scudo. Ma questi tre non funzionano e sono innocui se non vengono attivati dalla loro chiave, il quarto elemento di cui si sono perse le tracce.
Una volta ottenuti tutti e quattro gli elementi chi li avrà potrà infatti vestire l'armatura della Regina Nera. Ero quindi riuscita a capire qualcosa del quarto elemento e proseguendo nella lettura ho potuto constatare che le mie ipotesi non erano sbagliate. Beril si ritroverà inoltre a fronteggiarsi contro nemici da qualsiasi pianeta e non solo... anche da chi le è stato molto vicino, qualcuno che non avrebbe mai potuto immaginare. Ammetto che nel finale mi sono davvero dispiaciuta per un elemento in particolare. Non è stato un dispiacere negativo, anzi, l'ho molto apprezzato perché mi ha finalmente fatto vedere una Beril fragile e con dei problemi difficili da sormontare. Che soffre e non ha potuto fare niente per evitare che un evento accadesse. Non che questo significhi che io sia particolarmente cinica, ma l'ho apprezzato perché è uscito a galla di più il lato umano di Beril.

Personaggi

Ho già delineato il personaggio principale, ovvero Beril Kart. Una donna che ci viene descritta come bellissima e potente e che custodisce in sé un potere talmente devastante che ha dei bracciali che glielo tengono a bada. Quando se li toglie, diventa una vera potenza, bramata, non solo temuta, da qualsiasi nemico. Avrebbe voluto continuare a vivere sulla Terra, abbattere quella paura che la fermava nel frequentare Alain, ma quando viene portata su Iniebur tutto cambia per lei. E la ricerca della verità diventa di fondamentale importanza. Devo dire che mi è piaciuta molto di più nel suo lato umano, per questo ho apprezzato il finale, forse perché quando diventa una furia bellissima sembra essere troppo perfetta e sono solita ammirare di più personaggi da un carattere più fragile o comunque umano. Un consiglio che do è infatti quello di non esagerare mai a descrivere un personaggio bellissimo perché, anche se realmente lo è, dirlo in più di un'occasione potrebbe non renderlo apprezzabile alla maggioranza del pubblico. Infatti mi è piaciuta quando timida e impacciata scopre il primo amore con Sakar, il suo Generale. La loro storia d'amore è decisamente tormentata e muta il carattere di Beril che prova con lui emozioni contrastanti. Se dapprima infatti lei si sente felice, amata e desiderata, subito dopo si sentirà spiazzata e con una cocente delusione sulle spalle.
Sakar è un personaggio che ho trovato ambiguo e proprio per questo molto interessante. Nonostante ciò che fa è uno dei personaggi che più mi sono piaciuti: ho amato come riesce a scontrarsi con quello che prova. Il suo diventa un amore malato, ossessivo che lo porta a compiere azioni che lo rendono un assassino agli occhi di Beril. Quando pensi che sia negativo, addirittura un nemico, ecco che le scene in cui c'è lui riescono a far cambiare idea. O almeno così è come l'ho vissuta io durante la lettura. Sakar farebbe qualsiasi cosa per Beril, vuole che sia protetta e non gli importa cosa sarà costretto a fare. Non le fa del male fisico ma psicologico. La inganna e quando pensavo di colpevolizzarlo non ha potuto che farmi pena. Sbaglia, e questo è un dato di fatto. Ma proprio per tutto quello che ha compiuto me lo ha fatto apprezzare come personaggio perché poi non sapevo più come si sarebbe comportato diventando imprevedibile. E questa è una cosa che apprezzo sempre.
Mi è piaciuto molto anche Cansier, il suo Capitano. L'ho sempre trovato come un tipo leale ed è rimasto al fianco di Beril in ogni battaglia e in ogni missione, preoccupandosi sempre di come stesse. Infatti sono rimasta felice quando ha formato la propria famiglia.
Mi è piaciuta molto anche la regina Charlen, misteriosa ed enigmatica che mi ha dato una sensazione positiva. Amava il padrino di Beril e questo l'ha resa un personaggio affidabile, che vuole il bene della ragazza e le ha anche donato un uovo la cui creatura che ne uscirà sarà poi un amico fondamentale per Beril.
Mi piacerebbe sapere di più inoltre su Ike Eron, che come Beril è un ibrido galattico ma votato alla sete di conquista. Vuole confrontarsi con Beril, toglierle tutto, dimostrare che è superiore. E tutto perché è nato sotto una Stella Nera, anche se comunque penso che sia stato lui a scegliersi un percorso nefasto. Dato che i nemici sono sempre i personaggi che mi attirano di più, sono molto curiosa di sapere cosa succederà a Ike nei prossimi volumi!

Stile

Per quanto riguarda lo stile, ho un commento positivo e un consiglio anche per i prossimi romanzi.
L'autrice non fa nessun errore grammaticale o di ortografia il che, naturalmente, è sempre una cosa che apprezzo moltissimo. Non ne ho trovato neppure uno, quindi la lettura scorre liscia senza problemi. Il consiglio che però mi sento di dare è di utilizzare nei prossimi volumi la tecnica dello show don't tell dato che questo romanzo ha lo stile del raccontato. Ciò significa non limitarsi a dire se qualcuno è arrabbiato, felice, ecc ma di mostrarlo andando a coinvolgere tutti i cinque sensi.
Questo renderà il testo molto più dinamico. Anche perché l'autrice è già di per sé molto concisa, quindi poi lo stile sarebbe perfetto. Essere concisi è infatti un pregio dato che non bisogna mai dilungarsi troppo su scene che potrebbero essere tranquillamente tagliate. In 'Io sono Beril' infatti, non avrei cancellato nessuna scena dato che l'autrice ci mostra il giusto.
Con la tecnica dello show don't tell il romanzo otterrebbe decisamente un quadro ottimale!




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