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lunedì 30 marzo 2020

Recensione: 'Al di là della nebbia' di Francesco Cheynet & Lucio Schina

Iniziamo la settimana con la recensione di un romanzo uscito la settimana scorsa!
Oggi vi parlerò di 'Al di là della nebbia' scritto a quattro mani da Francesco Cheynet e Lucio Schina!


Titolo: Al di là della nebbia

Autori: Francesco Cheynet & Lucio Schina

Edito da: Segreti in giallo Edizioni

Genere: Fantasy noir, Thriller

Formato: Cartaceo (brossura) & digitale

Prezzo: 9.35€ cartaceo, 2.99€ Kindle e disponibile su Kindle Unlimited

Data di lancio: Marzo 2020




Trama

La terrificante esperienza del giovane avvocato Edward Jenkins ha inizio in una fredda e nebbiosa sera di novembre del 1885, sulla banchina della stazione ferroviaria di Skegness. Nella tasca interna del cappotto conserva una misteriosa lettera ricevuta qualche giorno prima, in cui gli viene prospettata la possibilità di chiudere il più importante affare della sua vita. Sono troppi però gli interrogativi ai quali l’avvocato deve dare una risposta: perché l’autore non ha firmato la lettera? Dove si trova Fault City, la sconosciuta cittadina nella quale viene invitato a trascorrere il fine settimana? E chi sono gli unici altri due passeggeri che incontrerà sul treno? Nella cupa atmosfera autunnale dell’Inghilterra Vittoriana, un treno notturno sarà teatro di una serie di eventi apparentemente inspiegabili, dove lo stesso filo sottile che divide il razionale dal fantastico unirà il destino di tre individui, accomunati dal desiderio di ricchezza e da un terribile segreto nascosto nei meandri delle loro coscienze. Un romanzo noir che esplora i lati più oscuri dell’animo umano, in cui ognuno sarà vittima delle proprie debolezze, in un crescendo di situazioni che costringeranno i protagonisti a prendere consapevolezza della propria natura ambigua.

Il romanzo che oggi vi presento è stato finalista del famoso concorso "IoScrittore" del 2019 e di "1 giallo x mille" sempre del 2019.  Questo è un fantasy noir con sfumature thriller e fino alla fine rimani incollato alle pagine curioso di sapere che cosa succederà ai protagonisti della nostra vicenda. Ho anche amato l'ambientazione, ci troviamo infatti in Inghilterra in piena epoca vittoriana che ho trovato perfetta come background della storia. Oltre al fatto che la amo in generale.
Siamo nel novembre del 1885: tre gentiluomi ricevono la stessa lettera, in cui li si invita presso Fault City per discutere di un affare importante. Nessuno dei tre si preoccupa del fatto che la lettera non è firmata e che Fault City sembra non esistere: il lavoro che potrebbe esser loro commissionato fa troppa gola e non intendono farselo scappare. Il dubbio non li assale neanche quando notano che il treno che devono prendere non è segnato da nessuna parte e loro sono gli unici passeggeri a parte Mr. Ferry che ha il compito di portarli a destinazione. Mi è piaciuto come anche il viaggio in treno, che poteva essere una parte superficiale, sia stato invece fondamentale per cominciare a mettere insieme i pezzi del puzzle. In quel momento ci troviamo in una situazione di straniamento, ci vengono disseminati degli indizi, iniziamo a capire qualcosa ma ancora non tutto perfettamente. Trovo che infatti gli autori siano stati molto bravi nel dispensare indizi nel momento opportuno senza dilungarsi troppo. Non sto dicendo una cosa scontata: molto spesso per paura che al lettore non passino tutte le informazioni abbiamo poi un 'infodump' molto scomodo. Non è questo il caso.
Andiamo ora a conoscere meglio chi sono i protagonisti di questa storia.

Personaggi

I nostri protagonisti sono tre gentiluomini che non si conoscono fra di loro fino a quando non ricevono tutti la stessa lettera. Sono Edward Jenkins, Angus Cullen e Victor Cooper.
All'apparenza sembrano uomini d'affari, persone perbene, di cui ci si può fidare.
Edward è un avvocato. Durante la sua vita ha dovuto far fronte a diverse crisi che gli hanno portato via sempre più clienti fino a quando decise di fare il salto di qualità perché troppo innamorato del lusso. Non poteva più accontentarsi e i primi successi iniziarono ad arrivare.
Angus Cullen è invece un consulente finanziario che già così giovane è diventato famoso per la sua bravura. Chiunque, infatti, sa che i suoi risparmi sono al sicuro nelle sue mani, che un accordo con lui andrà certamente a buon fine. Angus sa di essere un privilegiato, di avere un intelletto fuori dal comune e biasima chi è povero e non è riuscito a farsi strada nella vita. Nonostante ciò, fa beneficenza. Victor sembra essere quello più sfortunato e che non si è fatto da solo: ha infatti ereditato dal padre una miniera scoperta al Cairo che ha fruttato alla sua famiglia così tanti soldi da permettergli di fare la vita da nababbo. Victor, alla morte del padre, non si è occupato più della miniera lasciando tutto nelle mani di un amico fidato. Gli bastava infatti godersi la vita con i soldi che gli arrivavano regolarmente ogni mese fino a quando non gli giunge notizia che la miniera ha ultimato i suoi giacimenti ed è stata chiusa. E si ritrova non solo senza niente economicamente ma anche senza amici dato che conducendo una vita sregolata non si è fatto di certo benvolere dagli altri gentiluomini e gentildonne che già da prima avevano iniziato a ignorarlo.
Ma cos'è che li accomuna? Non è il semplice fatto che hanno o stanno ancora conducendo una vita agiata. I primi indizi li abbiamo appunto quando inizia il viaggio in treno.
Tutti e tre infatti cominciano ad avere allucinazioni che sembrano fin troppo realistiche, tanto che rischiano di farsi male. Come se stessero vivendo qualcosa di già vissuto, ma di cui non erano proprio i protagonisti. Edward ha l'allucinazione di un bastone con la sua iniziale, Angus di una lettera che non ha mai avuto il coraggio di inviare, Victor di una pietra che rompe una finestra.
Sono dettagli importanti e che vanno a completare il quadro della loro vita. Ho adorato tantissimo l'inserimento di alcuni oggetti determinanti per farci scoprire di più riguardo la loro personalità. Mi è sembrato come un 'memoir' in cui si utilizzano infatti gli oggetti per ripercorrere i ricordi di un personaggio, tecnica che a mio parere trovo bellissima oltre che affascinante.
Non per caso questa è stata la mia parte preferita dell'intero romanzo. Il finale è sorprendente, da brividi. Ogni dettaglio va al suo posto, scopriamo i loro segreti, ciò che vogliono nascondere anche a se stessi. Sarà un viaggio che avrà un'unica destinazione finale. Definitiva. Nella quale le uniche persone con cui dovranno confrontarsi saranno i fantasmi del loro passato. Qualsiasi persona, anche la più distinta, può nascondere qualcosa di feroce. La persona più gentile e professionale ha dei segreti mai scoperti. Ma qui ogni cosa verrà alla luce.
E vorrei tanto parlarvene ma sarebbe spoiler, quindi spero di avervi incuriosito abbastanza!

Stile

Parliamo ora dello stile. Limpido, preciso, ho trovato giusto qualche errore di battitura, quindi serviva solo un altro giro di correzione di bozze. Ho amato tantissimo la scena iniziale perché è in un medias res perfetto oltre al fatto che per tutto il tempo viene usato egregiamente lo show don't tell. Il personaggio è Edward e si ritrova in una stanza legato e ferito. Sentiamo insieme a lui il dolore, avvertiamo anche l'odore nauseabondo e l'ansia che va a mille. Una scena che si ricollegherà naturalmente con il finale. Come anche detto prima ho apprezzato il fatto che i dettagli sulle loro vite ci vengano disseminate lungo tutto il romanzo senza scadere nell'infodump. L'unica parte che forse infatti alleggerirei e con cui userei la stessa tecnica è all'inizio quando ci vengono descritti i personaggi. Qualche dettaglio di questa parte iniziale si sarebbe potuto dare durante il viaggio in treno. Trovo comunque che il libro sia molto godibile e ben studiato.
Per questo lo premio con il massimo del punteggio.




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