Oggi vi porto la recensione di una raccolta di racconti horror, la di cui maggior parte è ispirata a fatti realmente accaduti. Voglio fare anche l'in bocca al lupo all'autore considerando che siamo rimasti invischiati entrambi con una casa editrice truffaldina.
Ma ora l'autore ha deciso di pubblicare in self!
Titolo: Racconti di sangue
Autore: Alessandro Caredda
Edito da: Self publishing
Genere: Racconti horror
Formato: Cartaceo (brossura) & Kindle
Prezzo: 3.99€ Kindle, 7.99€ cartaceo
Trama
Questa non è solo una raccolta di racconti. Non è solo una raccolta di
avvenimenti reali. Non è solo un gigantesco puzzle di cronaca nera e
storie dell'orrore.
Come una composizione musicale, un racconto
seguirà alcuni tra i fatti più inquietanti che il mondo abbia mai visto,
cercando (se esiste) una correlazione tra loro. Nel caso contrario
verrà illustrata la natura umana, quella animale e quella paranormale
dietro ogni scelta narrativa compiuta da ambo le parti.
A fine
lettura, dopo aver spento la luce della vostra camera, potrebbe capitare
di chiedervi: la realtà è infinitamente peggiore della fantasia?
Amo l'horror in tutte le sue forme quindi non ho potuto non amare questa raccolta, specie dopo aver constatato come l'autore si sia minuziosamente documentato su ogni caso. Per alcuni racconti, l'autore ci riporta il fatto nudo e crudo, altri invece ci vengono presentati a mo' di racconto.
Secondo me è un ottimo mix, ci dà l'informazione e poi ci fa addentrare nel vero e proprio incubo.
Sono molti i casi trattati dall'autore, alcuni di questi li conoscevo come il caso Enfield, altri no e mi hanno lasciata con dei brividi di puro terrore. Quelli che mi hanno scioccata di più, come immaginavo, sono quelli di accadimenti reali, dove c'è stata una persona in carne e ossa e non una fantasma (liberi di crederci oppure no). Sono del parere che quando è una persona reale, con la quale c'è un'altissima possibilità con cui puoi averci a che fare, ecco che lì la tensione aumenta e ti rendi conto di quanto l'uomo possa essere terrificante. Come possa essere più crudele di un qualsiasi poltergeist.
Dato che ne sto parlando vi annuncio infatti che il mio racconto preferito, quello che mi ha portata a rileggere alcune pagine -non perché non si capisse, ma perché ero troppo scioccata- è quello su Albert Fish. L'uomo, che da giovane provava piacere nel sentire dolore, negli anni si è evoluto in una bestia senza pari. Fu accusato di cannibalismo, pedofilia e castrazione. La sua prima vittima fu la decenne Grace Budd e fu appunto la prima di una lunga serie. Quello che mi ha impressionata di questo racconto è leggere le lettere che Albert scriveva alle famiglie delle sue vittime o delle sue dichiarazioni alla polizia. Non tralasciava alcun dettaglio. Ha infatti riportato con minuzia di particolari tutto ciò che faceva alle sue vittime, di come attirasse questi bambini, li legasse, li violentasse e li percuotesse per rendere la carne più tenera per poi tagliargli e mangiarli. L'autore riporta quindi queste sue testimonianze che mi hanno davvero fatto accapponare la pelle. Allo stesso tempo stilisticamente parlando, è la parte che più mi è piaciuta perché è esattamente questo che deve fare un qualsiasi testo. Dare quei dettagli, terrificanti o sorprendenti, che rimangano impressi nella memoria del lettore. E su questo racconto, poco ma sicuro, ha centrato il segno.
Ma adesso ritorniamo all'inizio: l'autore ha prima posto l'attenzione sugli animali. Nonostante la maggior parte di noi non ne abbia una vera e propria paura (potrebbero farci più impressione appunto gli assassini come Albert) dobbiamo comunque considerare il fatto che se è vero che un animale non attacca per cattiveria perché agisce secondo l'istinto, certamente in un contesto come quello raccontato dall'autore dove i leoni non hanno più gli zebù da cacciare perché un'epidemia li ha uccisi, dovranno per forza di cose puntare a quello che hanno più vicino. In questo caso, alcuni operai che lavoravano alla costruzione della linea ferroviaria capitanati dall'ex militare irlandese John Henry Patterson. O come nel racconto delle Foglie Rosse, in Vietnam, quando non si capisce chi è che sta attaccando e uccidendo senza pietà. Lì ho sentito alta la tensione e devo dire che ho trovato molto sorprendente scoprire chi fosse, dato che proprio non me lo aspettavo. A volte il nemico è proprio chi non immagini. O ancora, lascia il fiato sospeso anche la storia di quello che potrebbe essere un lupo vissuto nel Settecento, che ha mietuto così tante vittime perché nessuno, nemmeno tra i più bravi, è mai riuscito a fermarlo e a ucciderlo.
Parlando di sovrannaturale sono rimasta contenta che sia stato trattato del caso Enfield dato che lo conosco molto bene. Il fantasma Bill che si mette in contatto con la più piccola della famiglia è una delle cose più inquietanti, oltre a tutto quello che succede nella casa, specie il luogo dove Bill dichiara di essere morto. Ma è Bill il vero problema di quella casa infestata o è manipolato da un qualcosa di molto più spaventoso e pericoloso? C'è ancora del mistero che aleggia: non si può dichiarare con assoluta certezza se quello che ha vissuto quella famiglia sia vero o se sia stato tutto progettato ad arte per avere un riscontro economico. Di certo, per quel che mi riguarda, troppe cose sono impossibili da spiegare. Sempre su questo aspetto, l'autore ha scritto un racconto su un caso di illecito utilizzo della tavoletta Ouja, un altro fenomeno che mi ha sempre affascinata -ma che non userei mai!- con il protagonista Federico De Palma, il tutto raccontato in prima persona, che cerca di salvare la sua ragazza Michela che sospetta sia stata posseduta proprio dopo una chiamata con quella tavoletta.
Torniamo ora 'nel mondo reale', dove ciò che spaventa è tangibile. L'autore ci presenta diversi personaggi, come Richard Kuklisnki, utilizzato dalla mafia come strumento di morte per regolare i conti con le famiglie che non obbedivano. O Rodney che partecipa tranquillamente al programma 'The dating game' quando ha ucciso diverse donne senza essere mai stato scoperto, rivelandosi un uomo di carisma e dal giusto senso dell'umorismo che incanta subito il pubblico. O Ricardo Lopez, talmente innamorato della cantante Bjork, che quando scopre che si è fidanzata è intenzionato a ucciderla per poi uccidere se stesso, in modo tale che si sarebbero rincontrati altrove.
C'è la storia di Elisa, detta Lis, la ragazza più bella del liceo scientifico Luigi Pirandello di Carbonia, ammirata da tutti proprio per questa sua incredibile bellezza che la porta a sfruttare gli altri. Fino a quando non sarà qualcun altro a sfoderare la stessa arma e a sfruttare lei stessa per scopi terrificanti.
Mi è piaciuta anche la menzione agli Incel, i celibi involontari che non tutti in effetti conoscono e che se la prendono con gli altri sparando a vista per denunciare il loro status sociale disastroso.
Trovo che sia una bellissima carellata di racconti horror, e quello che mi è piaciuto di più è che infatti vengono toccati diversi aspetti. Quello delle possessioni, quello degli assassini, dei diversi tipi di assassini con le rispettive problematiche. Ci sono diverse sfaccettature dell'horror e l'autore è stato in grado di raccoglierle tutte, con uno stile semplice, diretto che sa come attirare l'attenzione del lettore.
Per me infatti è stata una lettura decisamente piacevole.
Per questo motivo, se siete curiosi o semplici appassionati dell'orrorifico, vi consiglio di leggerlo.
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giovedì 19 marzo 2020
Recensione: 'Racconti di sangue' di Alessandro Caredda
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