Oggi voglio portarvi la recensione di uno dei volumi di Salvatore Scalisi, 'Inquietanti presenze'!
Titolo: Inquietanti presenze
Autore: Salvatore Scalisi
Edito da: Self publishing
Volume: 11 di John Parker
Genere: Poliziesco, mistero
Formato: Cartaceo (brossura) & digitale
Prezzo: 3.66€ Kindle, 9.31€ cartaceo
Trama
Insolito e surreale caso da risolvere per il nostro detective Parker,
alle prese con misteriose scomparse di cani e inverosimili presenze di
esseri mostruosi. Elementi straordinari intervengono in un contesto
reale, i protagonisti si ritrovano dentro un universo straordinario e di
fantascienza, quasi un giallo fantasy questo nuovo poliziesco.
L'intento
dell'autore è infatti sorprendere ed affascinare, la realtà
investigativa di ogni giorno si intreccia all'immaginaria presenza di
esseri non naturali, ed è qui che il poliziesco incontra il fantasy. Una
stimolante lettura è data dai dialoghi scorrevoli e semplici, un giallo
completo che in chiave fantastica ben rispecchia l'animo dello
scrittore. Dott. Luigi Lo Mascolo
Nonostante questo sia l'undicesimo volume delle avventure di John Parker, e quindi alcuni aspetti del carattere di John potrei non averli colti, ho deciso di recensire questo romanzo in particolare per via del genere. Come sanno molti che mi seguono prediligo le avventure che hanno quel tocco di fantastico e questo mi è sembrato perfetto e che si adattasse alle mie letture.
Comunque sia, non preoccupatevi, il libro si legge benissimo anche senza aver letto i dieci antecedenti. John Parker è un detective e si trova per la prima volta di fronte a due casi, uno di questi però, ha del sovrannaturale. O almeno è ciò che si pensa.
Il nostro detective si ritrova quindi a destreggiarsi fra due casi, su una misteriosa scomparsa di cani e su degli esseri mostruosi che sono comparsi in una villa vittoriana e che cercherà di far fuori insieme ai suoi amici Jennie e Ted.
I mostri che pensano di vedere in questa villa hanno le forme più disparate: dicono che somigliano a un ratto, a una zanzara e via dicendo e cercano di farli fuori a colpi di pistola.
La cosa che mi ha affascinata di queste scene in cui erano nella villa è che fino alla fine del romanzo rimani lì a chiederti se questi mostri sono frutto della loro immaginazione o se esistono davvero. Cosa in realtà stanno vedendo e cosa possa significare. Di certo i loro scambi di battuta li ho trovati geniali e hanno reso quelle scene ancora più belle e interessanti. Mi è piaciuto questo continuo domandarsi di cosa stessero veramente vedendo. A volte ero convinta, altre volte ancora mi stavo quasi lasciando convincere. Quei mostri appartengono a un mondo onirico? Anche quando se lo chiedono apertamente, la risposta non arriva. Il che, secondo me, è giusto così.
L'altro caso, quello decisamente più reale che ha a che fare Parker, riguarda la misteriosa scomparsa di alcuni cani. Inizia cercando Laika, dopo che il suo padrone lo ha implorato di accettare quel lavoro che mai prima di allora aveva preso a carico, per poi arrivare al punto in cui tanti altri cani stanno scomparendo. Proprio quando sembra che tutto sia terminato e che il colpevole sia stato scoperto, ecco che arriva il colpo di scena, quello che tutti ci aspettiamo quando leggiamo un giallo, altrimenti che gusto ci sarebbe? In effetti fino a quel momento la trama mi era sembrata troppo lineare ma bisognava stare attenti a dei piccoli dettagli che l'autore aveva disseminato.
John Parker accetta il caso nonostante non ne sia di competenza perché sente di doverlo fare, di aiutare quella gente che lo ha preso come un angelo custode. Questo fa di Parker un detective senza dubbio fuori dalle righe, ma decisamente intraprendente e coraggioso. Non per niente, non ha alcun timore nell'andare a fondo la questione anche se si tratta di dover rischiare. L'ho trovato anche un personaggio molto persuasivo: ho trovato incredibile specialmente un passo, nel quale senza fatica ma con le giuste parole, riesce ad ottenere ciò che vuole e concludere così il caso nel miglior modo possibile. Un detective diverso, divertente, dato che mi sono piaciuti molti degli scambi di battuta, e che sa come indagare nel modo giusto. Probabilmente ci sono degli aspetti di John che ancora non so non avendo letto gli altri libri. Da quello che ho capito dalle quarte di copertina dovrebbe avere un passato che lo addolora, e se quindi così fosse, in questo libro John Parker dà il meglio di sé, non lasciandosi sfuggire la sua vena malinconica.
Stile
Devo ammettere che all'inizio della lettura ho provato non un senso di straniamento, ma era come se dovessi abituarmi dato che raramente leggo libri scritti al presente. Ma dopo qualche pagina mi sono subito tuffata all'interno della storia ed è stata come un'illuminazione. Questo stile è geniale.
Non solo perché è scritto benissimo, con tutte le 'tecniche' usate al momento giusto, ma è anche capace di guidare il lettore nella coscienza di John Parker con una incredibile maestria.
Questo è uno stile assertivo, ciò significa che è un ottimo stile. I dialoghi sono accattivanti e il protagonista non l'ho trovato per niente stereotipato. Nonostante sia un romanzo breve, rimane molto nel cuore, in prima linea per lo stile. Per questo assegno il massimo del punteggio.
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venerdì 20 marzo 2020
Recensione: 'Inquietanti presenze' di Salvatore Scalisi
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