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lunedì 14 dicembre 2020

Recensione: 'Pizzi neri e merletti grigi' di Elisa Averna

 Voglio ringraziare l'autrice per avermi inviato il suo libro! Ecco quindi la mia recensione del suo 'Pizzi neri e merletti grigi', buona lettura!


Titolo: Pizzi neri e merletti grigi

Autrice: Elisa Averna

Edito da: Nulla Die

Genere: Fantascienza

Formato: Cartaceo

Prezzo: 16,00€





Trama

 In una giornata di maggio del 1866 cinque minuti rivoluzionano la vita di Teresa Baldeschi, giovane ricamatrice di abiti da lutto. Teresa, preso posto sul treno che avrebbe dovuto condurla presso una vedova sua cliente, si addormenta e al suo risveglio trova attorno a sé una situazione totalmente nuova. Non è nel treno in cui è salita, ma in un treno del tutto diverso. Apprende dai passeggeri di essere nel 2023. Sconvolta, scende alla prima stazione, per poi risvegliarsi nuovamente nel suo tempo. Teresa nel raccontare la sua straordinaria esperienza non viene creduta dalla famiglia che la fa internare nel manicomio Santa Margherita di Perugia, dove la donna riesce a sopravvivere per vent'anni. Consapevole di non essere pazza e di aver viaggiato nel tempo, Teresa scrive le sue memorie nella speranza di un riscatto. "Pizzi neri e merletti grigi" più che un libro di fantascienza è un viaggio nella presunta follia umana e in ciò che l'uomo non è in grado di spiegare.

Abbiamo già conosciuto questa autrice e nella scorsa recensione vi avevo detto che ero rimasta così catturata dal suo stile -oltre che della trama- di averlo finito senza interromperlo mai. Praticamente è la stessa cosa che mi è successa con questo libro, divorato in un solo giorno. Ormai credo che Elisa sia una garanzia, non solo perché scrive talmente bene che ti trascina all'interno del romanzo facendoti dimenticare di tutto il resto, ma anche perché trovo che le sue trame siano geniali. Come questa, che potremmo appunto definire fantascienza ma va decisamente oltre. Teresa Baldeschi è la nostra protagonista e ci racconta in prima persona la sua avventura che l'ha portata a vivere vent'anni di prigionia in un manicomio, internata dalla sua stessa famiglia. Teresa vive con il padre e le due sorelle, Isabella e Maria, di cui si è sempre presa cura visto che sua madre è allettata. Come lavoro fa la ricamatrice di abiti da lutto e quel giorno, nel 1866, prende un treno che la porterà dalla sua prossima cliente. Ma dopo poco che è salita sul treno si addormenta e si ritrova nel 2023. Rimane naturalmente scioccata da ciò che vede e chiede ai passeggeri, che la credono un'attrice con un abito da scena, che cosa sono quei strani accessori che tutti portano. Teresa apprende così delle cuffie, dei cellulari, dei jeans e di tante altre cose a lei sconosciute. Il suo viaggio nel futuro dura relativamente poco. Si ritrova di nuovo nella sua epoca, accolta dalla famiglia Martinelli che dice di averla trovata svenuta. Teresa è ancora scossa da quanto gli è successo e non racconta nulla a quella famiglia che l'ha benevolmente accolta. In più si è innamorata di Tonino e non vorrebbe lasciarlo. Ma quando il padre scopre dov'è non le permette di frequentarlo e la riporta a casa dove ben presto, costretta in modo viscido dalla sorella Maria, rivela del suo viaggio nel futuro. Non viene creduta e la sbattono nel manicomio di Santa Margherita dove nessuno l'andrà mai a trovare. Rimane quindi sola, per vent'anni nei quali però conosce il professor Mureau, l'unico che cerca di trovare veramente una soluzione a quanto ha vissuto così come è l'unico che le dà una parola di conforto. Andiamo ora a conoscere meglio i nostri personaggi.

Personaggi

 Teresa, la nostra protagonista e narratrice, è una bella ragazza, che non avrebbe alcun problema a cercare marito ma l'avventura che le è letteralmente caduta addosso l'ha resa una pazza agli occhi della sua famiglia e di chiunque altro, tranne che per i Martinelli. Così, vede Isabella e Maria sposarsi mentre lei rimanse esclusa e presto sbattuta in un manicomio. Una delle scene che più mi ha fatto stringere il cuore è quando lei, prima di partire verso quella che chiamano una casa di cure, si guarda più volte allo specchio sicura che la ragazza bella che ora vede presto sfiorirà. E in effetti Teresa si ritrova in una situazione talmente orribile che chiunque ne uscirebbe male. Lì si viene trattate peggio delle bestie e Teresa capisce che per riuscire ad avere qualche piccola comodità deve comportarsi docilmente ed è ciò che intende fare pur di sopravvivere in quel posto terribile. La sua bellezza presto svanisce, la pelle le si avvizzisce, perde i denti e la bellezza di un tempo se ne va via ancor prima che raggiunga la vecchiaia. In più di un passo sono rimasta sinceramente sconvolta per lei ma l'ho ammirata per il coraggio che ha dimostrato. Si è sempre comportata civilmente, non dando a nessuno il pretesto di sgridarla e di portarla in una condizione peggiore -come per esempio nella zona dedicata ai pazienti pericolosi. Teresa in tutto quel tempo ha continuato a ricamare, l'unica cosa che forse la teneva ancora ancorata alla realtà e sempre con la speranza nel cuore. Il professor Mureau è l'uomo che più le è stato accanto in una maniera paziente e dolce. Non l'ha infatti voluta vedere subito come una pazza ma l'ha ascoltata attentamente e ha fatto di tutto per tirarla fuori da lì per farle vivere una condizione migliore. L'approccio che Teresa e Mureau hanno avuto è stato simbolico per entrambi: per lei, perché ha cominciato di nuovo a credere di potersi rifare una vita, per lui, perché con il passare degli anni ha potuto effettuare degli studi incredibili che lo hanno portato a credere che sì, Teresa è stata la protagonista di un viaggio temporale onirico e tutto ciò che lei ha raccontato ha preso vita man mano che passava il tempo. Mureau ha iniziato a studiare Freud, ha cercato di capire come funziona la mente umana piuttosto che internare i suoi pazienti o facendoli ingozzare di medicine che non fanno altro che deteriorare di più la mente -e infatti Teresa diventò abile nel non ingerirle. Questo mi ha portata a pensare a quante volte, in passato, episodi del genere siano realmente avvenuti e con quanta facilità la gente potesse esser mandata in manicomio. L'autrice lo mette in risalto anche raccontando l'episodio di quella ragazza, sana di mente, che è stata sbattuta nello stesso manicomio di Teresa perché aveva rifiutato alcuni dei suoi pretendenti. E guarda caso, è stata rilasciata nel momento in cui, desiderosa di andarsene da quell'inferno, ha accettato una proposta di matrimonio. Per la civiltà era improvvisamente guarita. Un'altra persona che voglio menzionare è Serafina, l'unica vera amica che Teresa ha avuto in tutti quegli anni, anche lei seguita dal professore Mureau. Entrambe hanno avuto un riscatto e ho amato il finale nel quale Teresa ha iniziato a confrontarsi con tutti. Ha rivisto Tonino, la sua famiglia e per ognuno di loro ha avuto le giuste parole da dire, in particolar modo verso le sue sorelle. Come dice giustamente Teresa c'è un momento in cui si può anche perdonare e altri momenti in cui invece il perdono proprio non arriva. Quindi Teresa ha in parte perdonato e in parte no. E lo trovo giusto così, lo trovo umano. Per quanto una persona possa essere incline alla bontà il male che le è stato fatto se lo ricorda eccome. Teresa ascolta e capisce quando il pentimento è sincero. Ma capisce anche quando non lo è. Inoltre, devo dire che ho amato il finale anche per quell'ultimo scambio di chat con la ragazza del 2023 e una sua amica. Il fatto che il mondo onirico le abbia congiunte e che quindi le deduzioni di Mureau fossero esatte mi ha piavolmente sorpresa!

Stile

Inutile dirvi che amo lo stile dell'autrice, già lo sapete. Il romanzo è in prima persona, è la stessa Teresa che quindi ci racconta la sua bizzarra avventura facendocela vivere a nostra volta. Non ho trovato errori, né momenti di noia, né momenti in cui sono dovuta tornare indietro per rileggere qualcosa di poco chiaro. E considerato che non ho altro da aggiungere, premio anche questo suo romanzo con il massimo del punteggio.




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