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martedì 9 aprile 2019

Recensione: 'Amor eretico' di Katia Botturi

Recensione per un altro romanzo di Katia Botturi, oggi parliamo del suo 'Amor eretico' scritto con una precisione storica davvero impressionante


Titolo: Amor eretico: In vita omnis finis novum principium

Autrice: Cathlin B.

Edito da: Self publishing

Formato: Cartaceo (brossura) e digitale

Genere: Storico

Pagine: 108

Prezzo: 5.00€ cartaceo, 1.50€ digitale

Disponibile su Kindle Unlimited



Trama

Anno Domini 1037.
Un giovane monaco in viaggio verso Roma. Un cavaliere sulla via per Vercelli, sua città natale. Il loro incontro sembra voluto dal destino, ma c'è qualcuno che li osserva ed è pronto per giudicarli. Sulle Alpi dell'XI secolo qualcosa sta nascendo, qualcosa di proibito. Quando essere scoperti vuol dire rischiare tutto, come può un amore eretico sopravvivere?


Parto con il dire che, seppur breve, questo è un romanzo che ha dietro un elaborato percorso di studio. Perché dico elaborato? Perché, come dice la stessa autrice nei cenni storici alla fine del romanzo, questa storia è ambientata nella prima metà dell'anno Mille dove è più difficoltoso trovare informazioni scritte. Si sarebbe potuto ovviare questa problematica scegliendo un altro periodo come quello carolingio che abbonda di informazioni ma Cathlin ha scelto deliberatamente di mettersi alla prova. Vi consiglio di leggere per prima cosa i cenni storici: avrete un chiaro quadro del periodo narrato perché ci viene fornito anche un breve riassunto della storia inglese. L'ho trovata una cosa molto utile dato che qualche cenno ci viene dato durante la lettura del romanzo quindi in questo modo abbiamo ben chiara la situazione. L'autrice aveva iniziato la sua ricerca sulla via Francigena dato che nel romanzo il protagonista è costretto, suo malgrado, a percorrerla. La ricerca, seppur scarna di informazioni, ha dato comunque i suoi frutti: con le dovute spiegazioni con le note a piè di pagina sono stati inseriti dettagli che denotano una cura e uno studio certosino. Vengono utilizzati i termini giusti per i luoghi di sosta, quanto tempo i pellegrini potevano pernottare, i montanari che erano di aiuto, addirittura che tipo di zuppa si usava mangiare. Vado letteralmente in visibilio quando un testo è curato così nei dettagli, inoltre l'autrice ha sfidato se stessa andando a scrivere di un periodo con così poche documentazioni. Pur tuttavia ha proseguito nel suo intento senza andarsi a scegliere la via più facile. Questo l'ho davvero molto apprezzato. Ho letto per prima cosa i cenni storici e prima vi ho consigliato di fare altrettanto proprio perché, prima della lettura, avrete più chiara la situazione e la via che i protagonisti stanno percorrendo, oltre al fatto che vi renderete conto di quanto i dettagli spicchino. Naturalmente vengono anche menzionate le pene contro gli omosessuali contrapposte a quelle che venivano praticate ancora prima, quando non veniva visto come un peccato tremendo come nell'anno Mille e il 'colpevole' poteva cavarsela anche soltanto pagando una multa. Non è questa però la situazione che troviamo all'interno del romanzo: Dunstan è in viaggio con il vecchio e austero Aedan per il pellegrinaggio penitenziale che deve subire dopo aver commesso un grave peccato, quello di aver amato un giovane contadino. Partiti da Canterbury passano quindi per la Via Francigena dove le regole da seguire erano molto chiare e severe. Soltanto in casi estremamente gravi era concesso pernottare fino a cinque giorni in un luogo di sosta. Dunstan sa già che quello è un viaggio senza ritorno in patria. Ma sarà proprio durante questo suo viaggio che tornerà di nuovo la tentazione, o il diavolo stesso, come lo ammonisce Aedan. Tra lui e il cavaliere Vittore si instaurerà subito un rapporto speciale.

Personaggi

Dunstan è un monaco che è stato costretto a prendere i voti. Ultimo di sei fratelli è sempre stato il preferito di sua madre da cui ha preso la bellezza normanna. Ed è proprio per la sua bellezza che il padre lo costringe a farsi monaco essendo quella una tentazione che deve mantenere a bada. Attira lo sguardo di molti ragazzi e lui non fa niente per impedirlo, anzi, ne è compiaciuto. Un aspetto del carattere di Dunstan è che infatti è molto vanitoso. Sa di essere bello e gode delle attenzioni che gli altri gli danno. Per lui è facile capire se qualcuno è interessato perché l'altro non può fare a meno di guardarlo con insistenza, proprio come succederà allo stesso Vittore che rimarrà incantato sin dalla prima volta che incrocia il suo sguardo. Nonostante quello che ha dovuto patire Dunstan non è cambiato: tra i due è Vittore quello che sta più sull'attenti, che si preoccupa dei commenti acidi del vecchio Aedan, che teme di essere visto da qualcuno con Dunstan. Il ragazzo è stato costretto a partire per un pellegrinaggio penitenziale dal quale non farà mai ritorno proprio per aver nuovamente peccato. Il percorso però certamente non cambierà l'animo di Dunstan. Continua ad essere vanitoso ed è contento delle attenzioni e delle parole di Vittore. Inizialmente prova a mettere una certa distanza tra di loro, ma i suoi tentativi sono piuttosto deboli. Vittore è un cavaliere proveniente da una famosa famiglia di mercanti e gli basta un nulla per innamorarsi di Dunstan. Se inizialmente lo vediamo abbastanza sfrontato e sfacciato, specie quando propone a Dunstan di dormire con lui, subito dopo notiamo un cambiamento. Si fa molto più attento e più spaventato: è tormentato da Aedan, il vecchio che accompagna Dunstan durante il suo viaggio, e sa che è stato scoperto. La sua paura è che Aedan li possa denunciare, che possa farli uccidere entrambi. Da quel momento, nonostante conservi sempre il suo amore per il ragazzo, comincerà a farsi più vigile. Anche lui come Dunstan ha un amore sfiorito alle spalle ma la promessa che aveva fatto a se stesso si annullerà nel momento in cui capisce che non può fare a meno di Dunstan, nonotante tutto e tutti sono contro di loro. Aedan è un personaggio che sostanzialmente non è amato da nessuno. Quando si ammala infatti nessuno dei presenti prova pena per lui e non si prodigano per aiutarlo. L'unico che sembra fornigli un vero aiuto è Vittore. Aedan addita Dunstan come il demonio, capace di portare alla perdizione chiunque incroci il suo sguardo e vede in Vittore il nuovo malcapitato di turno. Inoltre è talmente religioso che non ha alcuna intenzione di fermarsi durante il viaggio, anche se le sue condizioni sono pessime, tanto da non consentire nemmeno a Dunstan di curare il piede ferito. Un personaggio che quindi si fa subito odiare e allo stesso tempo è temuto: una sua parola di troppo e potrebbe essere la fine per i due amanti.


Stile

Stile perfetto anche per questo romanzo. A parte che non c'è alcun tipo di errore né ortografico né di battitura, il tutto è stato costruito magistralmente. Abbiamo dei flashback che ci raccontano appunto il passato di Dunstan, di quando ha commesso il peccato di amare un giovane contadino. Queste scene sono state collocate nel momento giusto, si vanno ad incastrare perfettamente nella narrazione proprio nel punto in cui il lettore ha bisogno di altre informazioni. Allo stesso tempo neanche ci vengono fornite all'inizio il che è perfetto perché la narrazione così costruita ha creato un'attesa e ha tenuto alta la curiosità del lettore. Abbiamo anche un ottimo show don't tell utilizzato esattamente come dovrebbe essere utilizzato. Vi faccio l'esempio di Aedan: è stato introdotto alla perfezione. Non ci viene infatti detto subito che è un vecchio ma siamo noi a capirlo: fa fatica a reggersi al suo bastone, le rughe si inspessiscono. Capiamo quindi che è un vecchio senza che ci venga fornita la sua descrizione ed è questo l'utilizzo che mi aspetto sempre dello show don't tell. Nulla da dire quindi al riguardo! Per lo studio dietro, per le note, per l'attenzione riportata al testo, anche per questo romanzo affido il punteggio massimo.



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