Oggi è il giorno del mio Review Party per questa novella di Patrick Rothfuss, 'Lo sguardo lento delle cose mute'. Sono felicissima di aver avuto l'opportunità di recensirlo dato che io amo da morire lo stile di questo autore, di come riesce a inventare un genere tutto suo.
Ma passiamo ora alla recensione!
Titolo: Lo sguardo lento delle cose mute
Titolo originale: The slow regard of Silent Things
Autore: Patrick Rothfuss
Genere: Fantasy
Edito da: Mondadori
Data di uscita: 12 novembre 2019
Pagine: 144
Formato: Cartaceo (copertina rigida) & digitale
Prezzo: 16,15€ cartaceo, 9,99€ digitale
Trama
Sotto l'Università c'è un posto oscuro, che solo poche persone
conoscono; una rete spezzata di antichi passaggi e stanze abbandonate.
Lì vive una giovane donna, nascosta tra i tunnel tentacolari, al centro
di questo luogo dimenticato. Il suo nome è Auri, ed è piena di misteri.
Lo sguardo lento delle cose mute
è un breve e agrodolce scorcio sulla vita di Auri, una storia che,
giocosa e inquietante al tempo stesso, offre al lettore la possibilità
di guardare il mondo attraverso gli occhi della sua protagonista e di
imparare cose che solo Auri conosce.
In questo libro ricco di segreti e di misteri, Patrick Rothfuss ci conduce nel mondo di uno dei personaggi più enigmatici de Le cronache dell'assassino del re e si collega alle vicende narrate nel secondo volume delle Cronache.
Ho amato Patrick Rothfuss per la sua saga 'Le Cronache dell'Assassino del re' di cui è già uscito Il nome del vento e La paura del saggio e nel 2020 è prevista l'uscita dell'ultimo e terzo volume.
Questa novella è legata a questi due romanzi, quindi consiglierei di leggerla soltanto se avete già questi primi due libri. Se devo essere sincera, penso che possa essere apprezzata ugualmente anche da chi non li ha letti, ma continuo a consigliarlo perché potreste rimanere un po' spiazzati.
Perché dico questo? Perché Patrick Rothfuss è una mente assolutamente geniale e originale. La novella è un fantasy ma lui comunque si discosta dal genere per certe regole e inventa uno stile tutto suo, talmente unico che quindi potreste rimanere un po' disorientati se comincerete da questa novella.
Vi posso però assicurare che ne vale assolutamente la pena: penso che le sue opere siano spettacolari, tra le migliori storie che potrete leggere. Infatti anche questa mia recensione sarà un po' diversa, per restare come dietro ai ritmi di Patrick.
Il personaggio principale è solo uno, ed è Auri, una ragazza che già conosciamo e che frequenta l'Accademia insieme a Kvothe. Questo però, non è un racconto che si va a ricollegare con le gesta del nostro protagonista, anzi, lui non compare mai. La protagonista indiscussa è infatti solo Auri.
Patrick Rothfuss ha ammesso che ha avuto diversi ripensamenti durante la stesura di questa opera, che non sapeva sarebbe piaciuta o no. E quando ha trovato la conferma dal suo agente e dalla sua editor che la novella era stata apprezzata e di conseguenza pubblicata, ha continuato a essere incerto sul fatto che fosse o no acclamata dal pubblico vista la sua particolarità.
Mi piace ciò che ha sottolineato: se proprio questa novella non vi è piaciuta a fine lettura, allora significa che non era per voi. E che c'è un'altra storia che vi attende.
Sono d'accordo: 'Lo sguardo lento delle cose mute' non è per tutti, ma per chi ha ormai compreso lo stile dell'autore, come ricerca i dettagli, come fa attenzione alle minime cose, esattamente come Auri.
Che cosa sappiamo di lei?
Auri, e questo lo sappiamo da 'Le Cronache dell'Assassino del Re', è una ragazza delicata, strana a prima vista ma molto intelligente. Di certo è però una ragazza che ha subito delle violenze dato che a volte è mentalmente instabile, e ha superato ciò che le è accaduto a modo suo.
Ha un'ossessione: lei vuole che ogni cosa sia sempre al posto giusto e dà un nome non solo a qualsiasi oggetto ma anche a qualsiasi stanza. Frequenta l'Accademia insieme a Kvothe, e vive in un posto chiamato Sottovia, un posto pericoloso, fatto di gallerie ognuna delle quali porta a una nuova stanza piena di oggetti che Auri raccoglie. Come potete quindi immaginare, tutte le stanze hanno un nome, che rappresentano a pieno ciò che esse contengono.
Dando un nome a qualsiasi oggetto o posto Auri li rende in qualche modo speciali e con uno scopo: per la ragazza è infatti impensabile che qualcosa possa essere messo in disordine, tutto ha un posto preciso e lì deve rimanere. Quando infatti è agitata o pensierosa è perché ha appena visto che un qualcosa non è come dovrebbe essere e lei deve riportarlo nel suo stato originale.
Per tutta la breve novella Auri è alla ricerca di un regalo per un lui, un ragazzo che la verrà presto a trovare: è emozionata e quindi vuole che questo regalo non solo sia perfetto ma che sia anche adatto alla persona che lo riceverà. Non ci viene detto chi sia il ragazzo che Auri così tanto aspetta ma l'ultima parte, dove Auri sente una dolce melodia, mi fa pensare che sia certamente Kvothe dato che comunque anche negli altri due libri la va spesso a trovare nel Sottovia e quasi ogni volta che il ragazzo va, Auri ha per lui un regalo speciale, a cui lei dà un preciso significato.
Tutta quest'aura di attesa, di apprensione, ci fa stare con il fiato sospeso. Anche se quindi sappiamo per certo che sarà Kvothe a farle visita, ci domandiamo che cosa ora lei gli regalerà, cos'è che farà per far trovare tutto al suo posto, quale problema potrebbe tormentarla e che cosa le è successo in quel passato di cui lei si cura di non fare menzione. Potremmo definirla più vecchia rispetto a Kvothe, che forse è lì in Accademia da tantissimo tempo. Resta comunque una ragazza semplice nella sua stranezza a cui non si può volere bene. La vediamo immergersi in quelle gallerie, rischiare di morire affogata per sistemare le cose che non stanno a posto, sempre accompagnata dalla sua fidata luce verde che lei chiama Foxen.
Lo stile è molto particolare: innanzitutto non abbiamo nessun dialogo. Ma non ci ritroviamo davanti a uno stile raccontato, anzi. Ci mostra con esattezza cos'è che fa Auri, come si muove, com'è che vede il suo mondo in quella Sottovia. L'autore ha avuto paura che alcune scene sarebbero state pesanti, che forse ha calcato la mano su certi elementi dato che ci si è soffermato troppo.
Per me è invece un qualcosa di spettacolare: entriamo in un mondo diverso e vediamo le cose così come le vede Auri. Strane, composte, con un nome e un obiettivo.
E credo che sia assolutamente difficile mostrare qualcosa che può sembrarci banale o senza senso e trasformarla invece in un posto oscuro, pericoloso e allo stesso tempo affascinante.
Anche questa volta Patrick Rothfuss non mi ha deluso. La novella si legge tutta d'un fiato ed è impreziosita dai disegni del suo caro amico Nate Taylor.
Che dire, quindi. Ve lo consiglio così come vi raccomando di leggere le sue Cronache!
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martedì 10 dicembre 2019
Recensione: 'Lo sguardo lento delle cose mute' di Patrick Rothfuss
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