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lunedì 20 maggio 2019

Recensione: 'Il viaggio degli eroi: le oscure profezie' di Cristian Taiani

Sono davvero felice di poter recensire il secondo volume della saga 'Il viaggio degli eroi' di Cristian Taiani! Se qualcuno si fosse perso la recensione del primo volume potete trovarla cliccando qui!


Titolo: Il viaggio degli eroi: le oscure profezie

Autore: Cristian Taiani

Edito da: Self publishing

Genere: Fantasy

Formato: Cartaceo (brossura), Kindle

Prezzo: 12,21€ cartaceo, 2,30€ digitale

Pagine: 432

Disponibile su Kindle Unlimited



Trama

Il mondo di Inglor non ha mai vissuto un'era cosi splendente, tutti i popoli sono uniti dal patto delle Sette Terre, ma nella luce si nascondono le ombre e quella che sta per avvolgere le Sette Terre è la più oscura. Sono passati dieci anni dalla Guerra Ancestrale e la caduta della Muraglia Mistica ha liberato un male che non ha un nome, un'oscurità che non conosce compassione. Gli eroi saranno richiamati da un destino che ha in serbo per loro la più grande prova mai affrontata. Talun ormai è un affermato maestro dell'accademia riunita di magia, ma in gran segreto è arrivato alla fine del suo esperimento, tutta la sua vita sta per cambiare. Rhevi si è lasciata alle spalle il suo vecchio mondo partendo per l'addestramento che la renderà la guerriera che ha sempre desiderato essere. Adalomonte il misterioso uomo senza un passato, si troverà di fronte alla verità della sua esistenza. In una terra al di là delle lande conosciute, un mondo che racchiude segreti e potenti creature ataviche. I tre saranno connessi dalla profezia oscura da cui non potranno sottrarsi, affronteranno un viaggio senza precedenti. Dalle profondità della città sommersa Merope, fino alle più recondite trame del tempo. L'amicizia e l'amore saranno la chiave che li renderà l'unica speranza per Inglor.Il viaggio degli eroi le oscure profezie sequel del il viaggio degli eroi il Giuramento romanzo d'esordio di Cristian Taiani.

Sono davvero contenta di recensire questo romanzo dato che trovo la trama molto avvicente e ormai mi ero affezionata ai personaggi. Prima di cominciare la recensione, proprio come l'altra volta, ci tengo comunque a rammentarvi che, come detto dall'autore, questo romanzo è basato su una campagna di gioco di ruolo da lui creata. Credo che sia importante ricordarlo in quanto la vicenda sfrutta queste caratteristiche e che quindi è proprio improntata su questo genere. Trovo che il titolo di questo secondo volume sia molto azzaccato (e devo per fare i complimenti a Isabella Manara perché la copertina è davvero splendida) questo perché le profezie che piombano sui nostri protagonisti non sono state portate a compimento e sarà proprio questa scoperta che porterà di nuovo di nostri eroi a mettersi in cammino. Come già sappiamo la profezia è stata un elemento molto importante nello scorso volume: i protagonisti si sono ritrovati ad adempierla senza richiederla. Hanno portato a termine la loro missione o almeno così credevano. Sono trascorsi dieci anni dalla Guerra Ancestrale, quindi mi è piaciuto anche scoprire cosa fosse successo ai personaggi e come fossero cambiati, e nel corso di questo tempo alcuni di loro si sono divisi. Rhevi, infatti, non è rimasta nella locanda dell'ormai suo defunto nonno, ma è partita per cercare Ado, l'uomo di cui è innamorata. Talun è diventato maestro all'accademia di magia e si cimenta sul lavoro della sua vita, la creazione di una clessidra in grado di farlo viaggiare nel tempo, lavoro che ha quindi richiesto molte energie e dedizione. In generale però, c'è tranquillità. Fino a quando scoprono che la profezia non si è conclusa, che il nemico è ancora in vita e che nel loro periodo si fa chiamare Vurtne, l'imperatore nero. Dopo averlo ormai appreso, i nostri protagonisti si ritroveranno, finalmente dopo così tanti anni, insieme per partire di nuovo in viaggio e distruggere una volta per tutte il Senza Nome. Durante il corso della loro avventura scopriranno che esiste una reliquia potente, l'Unico Occhio, un tempo appartenuto a Tasha che potrebbe davvero porre termine alla vita del Senza Nome. Il loro compito è quindi cercarlo, arriveranno fino alla città sottomarina Merope, dove vive il re Nerok, faranno viaggi nel tempo dove Talun scoprirà chi è suo padre e chi suo fratello e cosa il suo genitore è stato in grado di fare. Viaggi che gli faranno anche ritrovare la persona amata.

Personaggi

Comincio a parlare di Talun, essendo il mio personaggio preferito. Come detto, sono trascorsi dieci anni ed è diventato maestro all'accademia di magia dove prende a cuore il suo allievo Taven. Ha lavorato molto sulla creazione della clessidra per diventare così il cronomante così come avevano appreso dal precedente volume. Ci ritroviamo quindi nel vederlo mentre compie il suo destino e avvera quel futuro che alla fine dello scorso libro ci ha fatto rabbrividire. Una volta che comincia a viaggiare nel tempo molte cose saranno rivelate a Talun: innanzitutto potendo andare nel passato, scopre chi sono i suoi genitori, chi suo fratello e assiste mentre suo padre crea qualcosa che non avrebbe mai dovuto creare. Un qualcosa che gli si ritorce contro e che ancora adesso se ne subiscono le conseguenze. Ma la prima cosa che fa, ancor prima di scoprire tutto questo, è  andare in quel passato in cui c'è ancora la sua Mira per poterle di nuovo parlare e stringere a sé. Mi sono piaciute molto le loro scene, le ho adorate e penso che il loro sia quel classico amore che davvero va oltre il tempo. Quella Mira ancora non lo conosceva, ma dopo un momento di titubanza sa di potersi fidare di lui e capisce che prima o poi anche nel suo periodo lo incontrerà. Forse l'unica scena che mi ha lasciata un po' in dubbio è stata quella di quando Talun le dice che è tempo per loro di separarsi e di ritornare alle effettive epoche: lo dico non per la scelta in sé, che sarebbe anche giusta, ma perché forse Mira l'ho trovata troppo accondiscendente per come è il suo carattere. Anche per Rhevi ci sono dei cambiamenti, come lo scoprire chi è il suo popolo, popolo che ormai le appartiene. Sono stata contenta anche di come finalmente si sia riunita a Ado e ho apprezzato la sua perserveranza nel ricercarlo per tutti quegli anni, senza mai darsi per vinta: è stato un viaggio che l'ha portata lontana da tutto e tutti, allenandosi soltanto con la sua fidata Ombra, eppure lo ha fatto sempre avvolta nella speranza di ritrovare Ado. Chi ha avuto un vero scossone è certamente quest'ultimo: si scopre infatti perché è nato, qual è la sua missione, i tatuaggi che ora rivestono il suo corpo. Per nove anni infatti è rimasto intrappolato nei cristalli della Foresta, accompagnato lì da Siruk e da sua figlia Shailis che ha il compito di fargli affrontare quel viaggio che lo ha portato infine alla risposta a tutte le sue domande. Nove anni è un lasso di tempo davvero lungo, ma significativo per Ado. Una volta tornato è un uomo molto più deciso, finalmente ha più chiaro il quadro della situazione e non perde tempo nell'affrontare nuovamente il viaggio e mettersi alla ricerca dei suoi vecchi amici. La sua è stata una vera e propria rinascita: nello scorso volume infatti, non sapendo tutte queste cose, Ado era più scorbutico, quasi rabbioso. Adesso è un personaggio diverso, più combattivo ma specialmente più determinato. Quello che mi ha sorpresa è stato anche come non se la sia presa: molti altri avrebbero potuto prendere malamente la notizia della sua nascita, Ado invece la accetta perché sa è che è nato esattamente per quello. Una cosa che penso gli faccia molto onore.
Taven è un personaggio che devo ancora inquadrare bene perché capisco le sue intenzioni e allo stesso tempo non le capisco. Il passato che ha dovuto affrontare è terribile: penso che chiunque alla fine si sarebbe comportato come lui e condivido anche i suoi pensieri di odio e vendetta. Voglio dire, ci sta. Allo stesso tempo però c'è da dire che è influenzato, e quindi molte cose che ha fatto e che uno non si aspettava sono comunque da capire. Spero davvero che per questo personaggio ci sia redenzione in quanto penso che sia davvero valido e che ne abbia bisogno.
Voglio parlare infine di Creep: nella scorsa recensione scrissi che è un personaggio che davvero 'si fa sentire', che quando leggi di una chioma rossa all'orizzonte inizi a tremare perché è davvero terribile, crudele e spietato. Non perché ammazza e basta ma perché gode nel torturare, gode nel vedere la sua vittima nel terrore prima di spirare. Anche per questo romanzo la sensazione rimane la stessa, anzi mi permetto di dire che è anche amplificata dato che ci viene raccontato com'è che si è 'procurato' quei capelli rossi. La scena di Liz è stata davvero da brividi: me la sono gustata per bene, mi sono scossa, ho provato rabbia e allo stesso tempo ammirazione per la creazione di un personaggio così particolare. Penso che davvero Creep abbia una costruzione stupenda, per quanto malvagio possa essere ed è per questo che rimane infatti tra i miei preferiti.

Stile

Nella scorsa recensione avevo scritto che in alcune scene c'era la mancanza dello show don't tell e che quando veniva presentato un personaggio era un po' troppo, appunto, descritto. In alcuni casi ho ritrovato sempre l'utilizzo del tell ma in una maniera molto ma molto minore. Ci ho fatto caso e noto che l'autore è migliorato moltissimo su questo aspetto, lo show don't tell viene infatti utilizzato e le scene dove si combatte sono scritte mostrandoci la scena come dovrebbe essere. Per questo devo complimentarmi con l'autore e gli consiglio di continuare su questa strada e di focalizzare questa tecnica anche sui personaggi stessi. Infine, un piccolo appunto per rendere più vivi i dialoghi: non che non lo siano, come sa chi mi segue io faccio davvero molta attenzione ai dialoghi perché sono quelli che mantengono alto l'interesse del lettore. In questo romanzo ce ne sono molti, il che è ottimo, sarebbe male il contrario, l'unica cosa che appunto consiglio è di utilizzare più connettivi al posto delle virgole. In alcune occasioni scorrono meglio e facciamo avere 'voci' diverse ai personaggi e quindi la possibilità di differenziarli meglio l'uno dall'altro.
Detto questo non ho altro da aggiungere in quanto l'attenzione è sempre alta, non ci sono capitoli di stallo che quindi fanno abbassare troppo il climax, i personaggi sono ben costruiti, ognuno con il proprio background, la storia non ha falle né nella trama stessa né per quanto riguarda la logica.
Quindi sì, vi consiglio assolutamente la lettura di questo romanzo specie se come me siete amanti del fantasy!


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