Titolo: Grace l'indomita (Saving Grace)
Autrice: Jill Barnett
Traduttrice: Isabella Nanni
Genere: Romance
Edito da: Babelcube
Pagine: 100 Kindle, 114 su Inbooks
Prezzo: 3,70€ su Amazon, salvo promozioni
Serie: Inganni d'amore
Trama
Ci troviamo in pieno Medioevo nelle
Highland scozzesi, dove il clan McNish ha subito le incursioni dei loro
acerrimi rivali, i McNab, che li stanno lasciando morire di fame. Come nipote
del capo clan, Grace McNish decide che è suo dovere catturare uno di questi
spregevoli McNab per chiedere un riscatto. Ma lei e la sua banda male assortita
fanno l’errore di catturare l'uomo sbagliato, Colin Campbell, Conte di Argyll e
Signore delle Isole, che è in viaggio in quelle terre per decidere il destino
dei due clan in guerra. Inizialmente legato come un salame, Colin decide di
stare al gioco e di restare prigioniero fingendosi un McNab per studiare più da
vicino il clan McNish, e la sua indomita e bellissima condottiera…
Un delizioso concentrato di romanticismo,
humor e passione ancora inedito in Italia dall’autrice Jill Barnett più volte
in vetta alle classifiche del New York Times e già pubblicata in precedenza da
Mondadori
Autrice
Definita “la maestra dei romanzi dell’amore e
della risata”, Jill Barnett è un’autrice di fama internazionale con oltre 8
milioni di copie cartacee vendute ed è stata spesso al vertice delle
classifiche dei best seller del New York Times, USA Today, The Washington Post,
e Publishers Weekly. Con l’avvento dell’era digitale Jill Barnett è stata
numero 1 con i suoi 18 libri nella classifica dei titoli a pagamento più
venduti su Amazon e ha venduto oltre un milione di copie digitali. In Italia
alcuni suoi libri sono stati pubblicati da Mondadori
Estratto
“No,
McNab! Non mi avrai senza combattere!” Lo prese a ginocchiate nella schiena, e
cercò di disarcionarlo.
Lui
strinse le cosce, tenendola ancora più saldamente, e le bloccò i polsi. Grace
scosse la testa da un lato all’altro, spruzzando acqua ad ogni movimento.
Combatté da vera forsennata, fino a quando non cominciò a respirare ansimando e
sollevando il petto a fatica.
Riusciva
a leggerle il panico in volto e a sentirle il polso battere all’impazzata
mentre la teneva immobilizzata a terra. Il suo sguardo disperato si rivolse
alla scarpata. Stava cercando aiuto.
In
lontananza si riusciva a sentire il flebile gemito di una cornamusa. La sua
banda di manigoldi non aveva idea che loro due non erano sul carro.
Osservò
le varie emozioni che le si manifestavano in volto. “Avanti.” Gli disse tenendo
alto il mento. “Fallo.” La sua voce gracchiante era carica di emozione; poi
chiuse gli occhi, sospirò e il corpo le si afflosciò tutto d’un tratto.
Se
ne restò inginocchiato lì, a guardarla, completamente disorientato.
Lei
trattenne il respiro a lungo, tenendo gli occhi chiusi. Girò la testa
dall’altra parte, poi espirò con fare drammatico. “Sono pronta.” Fece un altro
respiro profondo e restò sdraiata immobile. Dopo un altro minuto di silenzio,
aprì uno dei suoi occhi verdi, e lo sbirciò sospettosa. “Che cosa aspetti,
McNab? Fallo.”
“Che
cosa?”
“Quello
che fate sempre voi spregevoli McNab. Fa’ i tuoi porci comodi con me!” Richiuse
gli occhi e cadde con la testa all’indietro nella più drammatica posa di
sottomissione che avesse mai visto.
Si
sforzò di non sorridere. “Ah, sì.” Annuì. “Dimenticavo.” Lasciò protrarre il
silenzio. “Ma come diavolo devo fare?” Aggrottò la fronte come se proprio non
si ricordasse che cosa fare.
“Devi
prima spogliarmi, idiota!”
Riecco
quella boccuccia. Annuì, poi piegò la testa di lato pensieroso. “Ci sono
alternative. Potrei sempre strapparti via il fegato.”
Lo
sguardo che gli rivolse aveva perso gran parte della sua ferocia.
Fece
una pausa, prima di guardarsi intorno. “Ma non ci sono lupi a cui darlo in
pasto.”
Grace
tirò un sospiro di sollievo.
“Forse
hai ragione. Dovrei limitarmi a spogliarti e fare i miei comodi con te, dato
che sembra che non mi venga in mente nient’altro. Eppure mi pareva che ci fosse qualcos’altro
che noi spregevoli McNab facessimo ai McNish.” Si interruppe e borbottò, “Ma
adesso mi sfugge.”
Le
si spalancarono gli occhi, anche se era evidente che cercava di non far vedere
che aveva paura. Decise che l’aveva presa in giro abbastanza e le lasciò andare
un polso, poi raccolse velocemente il pugnale prima che lo facesse lei.
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