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venerdì 10 maggio 2019

Recensione: 'Il veleno dello Scorpione' di Gianluca Rampini

Oggi recensisco un romanzo davvero impressionante: 'Il veleno dello scorpione' di Gianluca Rampini!





Titolo:
Il veleno dello Scorpione

Autore: Gianluca Rampini

Edito da: Aporema

Genere: Thriller

Formato: Cartaceo (brossura) & digitale

Prezzo: 14,90€ cartaceo, 3,99€ digitale

Pagine: 332




Trama

  La neve delle Dolomiti si tinge di rosso. Una serie di efferati omicidi a colpi di machete sconvolge la Val Comelico e le uccisioni sembrano in qualche modo collegate all’orrendo massacro di migliaia di persone, perpetrato molti anni prima nell’Africa Centrale. Il caso s’intreccia con la misteriosa scomparsa di una ragazza, che torna a casa dopo sei mesi ma senza voler raccontare nulla di quanto le è accaduto.

Questo romanzo ha tutto ciò che dovrebbe avere un thriller: ansia, mistero, omicidi, indizi e una narrazione che oserei definire perfetta. Andiamo con ordine: il romanzo è ambientato nel 2013, ma ci vengono presentate diverse scene che ricorrono al 1991, anno in cui ci fu un orrendo massacro nell'Africa Centrale causato da una sanguinosa guerra civile in Moweda. Uno dei personaggi, dopo esserne rimasto coinvolto, si ritrova solo, appena scampato alla morte. Intorno a lui ci sono soltanto cadaveri tranne un uomo: un prete, di nome René Clement, è ancora vivo ma in uno stato confusionale. Nemmeno si smuove quando lui gli si avvicina e comincia a svestirlo per rubargli la sua identità. La sua certezza è infatti quella che, come prete, possa avere più fortuna in caso di brutti incontri. La sua marcia continua e la cosa che fa più impressione è che se in un primo momento il lettore tende a compatirlo, subito dopo si rende conto che c'è qualcosa di strano nel suo comportamento. Molti gesti che compie sono assurdi, inspiegabili e ci ritroviamo infatti a discostarci. Un altro evento che ci viene narrato è di quando nel 2012 Marika, una ragazza mulatta, viene rapita mentre sta sciando. Suo padre, Michele, cade ben presto nella disperazione più totale ma non si dà per vinto e passa i successivi sei mesi a cercarla fino a quando non è la stessa Marika a tornare da sola a casa. Ma non è più lei: Michele vede nel suo sguardo che qualcosa è cambiato, è fredda, non sembra quasi provare sentimenti, non si interessa più ai suoi amici e specialmente gli sguardi che gli riserva gli provocano un brivido di puro terrore. Nel 2013 un omicidio porta l'ispettore Leonardo Gava insieme al suo collega Remo Di Lorenzo nel Comelico ad indagare e scoprire chi sia l'assassino. La vittima è un sessantenne di nome Mauro, ucciso a colpi di machete. Quello che desta più sospetto è come, appunto, sia stato ucciso. Non era sufficiente la morte: diversi colpi infatti gli sono stati inferti anche dopo, come se appunto non bastasse la sua dipartita. Poco dopo anche una ragazza viene uccisa con lo stesso modus operandi nel suo maneggio. Leonardo scoprirà che le due vittime hanno anche qualcos'altro in comune, a parte questa morte efferrata: entrambi infatti hanno una doppia indentità le cui ultime tracce rimandano proprio al 1991. Per Leonardo comincerà quindi una caccia al killer, resa ancora più difficile quando pensa di aver trovato il colpevole. Anche lì, quando tutto forse è stato risolto, ecco che il comportamento del colpevole sembra troppo strano, quasi inumano. Messo su una precisa pista da Altieri, pian piano Leonardo comincerà a capire meglio la situazione e cercherà di fare in modo che la prossima vittima non subisca la stessa sorte.

Personaggi

Leonardo Gava è un uomo molto attento e preciso. Specialmente coraggioso, c'è da ammettere. In più di una occasione mostra un perfetto autocontrollo, anche se non lo si potrebbe immaginare visto alcuni problemi, e sa come gestire una situazione di vero pericolo in cui si ritroverà a far fronte. Mi è piaciuto come ha cercato in tutti i modi di venire a capo della situazione da solo, di come si sia infiltrato per cercare Babu, di come sia riuscito a ricollegare i pezzi, con l'Albanese, il Semtex venduto, Marika e Michele. Leonardo è un protagonista che ci guida sapientemente verso la soluzione del caso, fa molta attenzione ai dettagli, i suoi interrogatori sono interessanti, così come le sue azioni in cui cerca sempre di mettersi in prima riga pur di portare a termine la missione e fare in modo che la terza vittima non venga uccisa. Voglio però parlare in particolare del personaggio che vediamo arrancare in Moweda nel 1991. Come ho detto prima, all'inizio ci sentiamo di compatirlo. Provavo pena per lui, ero curiosa di sapere come se la sarebbe cavata, di come sarebbe riuscito a evitare quegli assassini e tornare a casa. Man mano che proseguiamo nella narrazione però, qualcosa cambia. Invece di essere un personaggio spaventato e soprattutto grato verso chi lo aiuta, tutto ciò che pensa è se stesso e alla sua vendetta. Viene aiutato e lui in cambio riserva una morte fredda e calcolata che mi ha letteralmente sorpresa. Ma non è stato nemmeno questo il momento in cui ho cominciato a capire che non potevo provare pena per un personaggio del genere: già quando ruba l'identità di René quello che commette è atroce e non necessario. Trovo che le sue scene siano state costruite magistralmente: entriamo nella psicologia del personaggio molto lentamente, in un modo tale che cominciamo a capire che non può essere solamente impazzito per la situazione in cui si trova. C'è dell'altro, per forza. Questo personaggio si andrà poi a ricollegare alla sezione dello stile, perché trovo che certe scene descritte siano state spettacolari e abbiano conferito il giusto ritmo al testo. Mi permetto infatti di dire che sono le scene che più mi sono piaciute ed è così che si dovrebbe costruire un personaggio dalla mentalità e dai comportamenti ambigui: nulla ci è raccontato e tutto ci viene mostrato. Marika è una ragazza che è sempre vissuta con suo padre adottivo Michele, è piena di vita, ha molti amici ed è un'ottima atleta. Quando viene rapita il suo mondo cambia. Una volta tornata non è più la stessa: i suoi rapitori infatti non l'hanno uccisa, non fisicamente almeno. Mentalmente però ha avuto un trauma non indifferente che ha letteralmente ucciso la se stessa che era solita essere. I suoi sguardi incutono timore, a volte esce di casa e Michele è preoccupato e ha paura che non tornerà più. Comincia addirittura a pensare che possa essere coinvolta in qualche setta visto che è così apatica a tutto. Sa che non dovrebbe farlo, ma per cercare di trovare delle risposte alle sue domande entra in camera di sua figlia e fruga fra le sue cose. Quello che trova lo lascerà con diversi interrogativi e la paura pian piano inizierà ad assalirlo. Il passato di Marika è un punto fondamentale della trama: quello che le ha sempre raccontato Michele sarà davvero la verità?
Lo Scorpione, chi è? Sicuramente sappiamo che è una persona sia incredibilmente astuta che pazza. Quello che riesce a portare a termine va oltre la comprensione, usa le persone fino a condurle alla morte, se ne sbarazza quando non servono più nel modo più infido e altre ancora ne addestra. Un killer certamente interessante e che rende viva la narrazione.


Stile

Parliamo ora dello stile, che è stato capace di tenermi incollata alle pagine di questo romanzo in una maniera assurda. Quando devo scrivere una recensione sono solita interrompere ogni tanto la lettura per segnarmi dei passaggi fondamentali che mi serviranno appunto per quando dovrò recensire. Ebbene, quando dovevo interrompere la lettura per appuntarmi qualcosa lo facevo molto controvoglia perché assolutamente non volevo staccarmi. Questo è uno stile capace davvero di catturare l'attenzione e di far immergere completamente il lettore nella storia. Come avevo già detto prima, la regola dello show don't tell è usata in una maniera perfetta: vi riprendo di nuovo in esempio il misterioso personaggio che nel 1991 si ritrova nel bel mezzo della guerra civile. Quelle scene sono perfette: il massacro non ci viene descritto in una maniera esageratamente splatter. No, ci vengono mostrate soltanto alcune scene ma che lasciano il segno nel lettore e che sicuro non se le dimenticherà. Il personaggio passa su alcuni cadaveri e sente delle ossa spezzarsi sotto il suo peso. Lui quasi non sembra farci caso e va avanti: cosa abbiamo quindi ottenuto da una breve scena del genere? Che abbiamo davanti agli occhi una sequenza forte già solo con un dettaglio simile e che il personaggio ha una mente davvero strana, quasi perversa. Anche quando, nelle scene del 2013, ci vengono descritti gli omicidi è tutto perfetto: sappiamo e allo stesso tempo non sappiamo cosa passa per la mente del killer, il momento dell'uccisione della vittima lo vediamo perfettamente senza che si esageri nella descrizione di inutili dettagli di spargimenti di sangue. La scena è concisa, chiarissima, avvertiamo la paura di chi sta per essere ucciso e la bramosia di chi sta per ucciderlo. Non ho trovato alcun tipo di errore, né di battitura né di ortografia. Il climax scende e si alza nella giusta maniera: abbiamo quindi scene che destano subito il nostro interesse mentre nelle scene in cui giustamente il climax si abbassa la nostra concentrazione resta comunque alta dato che seguiamo con interesse gli sviluppi delle ricerche di Leonardo. Personalmente non ho trovato nessun momento di noia, nessuna scena inutile.
L'ho trovato davvero perfetto. Per questo assegno il massimo del punteggio.



 

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